Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

PYLI& 7 l •• / l ' \ • l L' ·1T A LI A ... . DO P.O I L C. OLPO Dl STATO .. DEL 2 DlCE.MJn(J:' -{85.1 . . . . ~~,. .... · . ..

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·L'ITALIA DOPO II~ - COLPO DI STATO DRL 2 DICEMBRE t 8 a t DI GIUSEPPE FERRARI •• CAPOLAGO 1852

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• PROEMIO ' Il ridurre la liberazione dell'Italia ad una guerra l contro gli Austriaci è inganno volontario. La Pcni- ~ola non è materiahnente invasa con1e la Polonia , non è lnaterialmente soggiogata dalla conquista; l'invasione cessa al di là del P o e del Ticino ; nella stessa Lombardia essa regna coll' autorità di una tradizione f he risale a Carlomagno. Il 1nale dell' Italia sta in Italia , ne' suoi governi, nelle sue instituzioni; se vuoi darsi il noane di straniero al nemico, lo straniero non . è solo l'Austriaco , è il barone che oppritne il terrazzano , è il prelato che non ha nè patria , nè famiglia ; i t barbaro non sta solo a ~t ila no e a Venezia, egli regna a Ron1a , dove rappresenta la supretnazia di un e l~ a-ore costnopolita; ba t· bara non è sola la Santa Se· de, è quella popolazione che il privilegio della ric- (\hezza interessa al dominio della Chiesa e dell' impero . La ·conquista straniera non ·sta nell'Austria sola ; sta nella cristianità , tut ta neu1ica tiella liber tà italiaFt:RR!Rl t l ' / '

(.) .... na, tutta intesa da sessan L' anni a restaurare il giogo tlel papato, e dell'impero . Per emancipare la Penisola bisogna mutare le sorli dell'Europa, per liberare Roma e Milano bisogna combattere il sistema religioso e politico della cristianità. L' Italia .basta forse contro i duecento milioni di nemici che le dà la fede di Pio IX? Basta con- . . tro le falangi dei catolici, dei protestanti e dei scismatici~ Basta ad affrontare il problema della rivoluzione sociale? Può sperare di imporne la soluzione all' Europa? ,La Francia sola, dopo il secolo XVIII , è ·vinta/ dalla scienza.; sola sost~ene, dopo il t 789, la guerra contro la santa-alleanza; sola cotnbatte la cristianità, e non potrà liberare sè stessa senza liberare colle idee e colle armi la terra del pontefice e dell' imperatore. Nonra cas.o la reazione predica adunque l'odio e il disprezzo della Francia; non a caso consigliavasi all'Italia di bastare a sè stessa del t 848; non a caso l'Europa profitta di ogni evento per dichiarat,.e perduta la Fran'eia: tolta la Francia, che ri- • mane all'Italia? non le idee, spente d.a secoli, non il suolo, sparso d' ins'idie, non le forze cpe sono diso f.. dina te; la·stessa speranza svan_isce quando scorgesi la l libertà fonte inesausta di tragedie ine;vitabili. Collegare l'Italia colla Francia, radicare in Italia la rivoluzione francese, applicarla in ogni Stato nella 1nisura deter.minata dalla Francia, trasformare l' Italia pontificia e imperiale in una federazione di Stati

, ,..., ~ republicani, tale fu il mio voto, tale la mia profes- -- sione di fede. Nell'esporla m'attesi ad invettive, ad ingiurie; la mia aspettativa non andò delusa; gli uomini accusati di -continuare gli errori del 48 si dife· sero coll'arme del raggiro: m'inspirarono pietà, n è n1i curai di porre regolare assedio a castelli in aria, che da ~è svanivano. In oggi la scena politica ~ mu· tata, l'orizzonte sembra oscurato; mi vien chiesto se esiste ancora un popolo francese, se rimane ancora un'iniziativa alla Francia; tni vien chiesto a che ser- ~ra oratnai il concetto di una federazione republica - (na. Giacchè il colpo di Sl.ato ha turbato le menti , tornerà utile il chiarire ogni concetto: quindi esami· nerò i fatti che sono compiti in forza del destino , , poi quelli che stanno per con1piersi per la forza del diritto . / 4

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li colpo di Stato di Luigi Bonapar·te. ' Noi non eerchererno di di~si!nulare il disastro mate ri~Ìe del 2 dicetnbre: se non si t·isale alla SaintBarthélerny non si trova esetnpio di u~a violazione delle leggi pii1 audacernente concetta e più agevoltnrntc compila dal governo. Il colpo di Stato sorgeva dalla forza delle cose: dal tnese di gennaio del 1850 l er·a esso denunziato dalla starnpa; scntivasi che una va~ta (~ospir·azione pesava sulla rcpublica, vede vasi che la stessa costituzione cospir·.ava per innalzare il presidente al disopra della legge ( 1 ) . Il presidente e ( t ) Il primo giornale condannato per avere denunziato il colpo di Stato fu la Liberté: l't~stcnsore dell'articolo era lo scrivente, interroga to qual testimonio dinanzi al tribunale della Senna. Vedi la Ga- :,etle des t1·ibunaux, 16 febbraio 18!i0.

~ ]' assernblea forrnavano una Yera contradizione: se in1ponevasi al presidente di cambiare i suoi ministri per cedere alla maggioranza dell'assemblea, egli trovavasi dichiarato re di fatto, re costituzionale, irr·e- • sponsabile, ed era quindi violata la costituzione republicana. Il presidente regnava, e non governava , ' nè potevasi imputargli la responsabilità degli atti reclatnati dai partiti , dalle fazioni, da un'assemblea che non espritneva il suo pensiero, ed anzi lo conlbatteva . Creato dal voto universale, sovt·ano quanto l'assenlbleà, il presidente diventava inviolabile, diven - tava 1nonarca, continuava Luigi Filippo. Al contrar io, se il presidente et· a risponsabile, se i m,in ·stri dipendevano dalla sua volontà, se dovevan es·priJJ.nere il suo pensiero e rion quello della maggior-an- , . za, se dovevano essere aiutanti di ca1npo e non rni - nistri costituzionali, confidenti e non capi di pattitq, eoncedevasi al presidente la facoltà di t~esister'e al - r assetnblea, davasi lil~et~a carriera al conflitto. dei due poteri; _la lizza era .aperta, il combattin1ent.o er·a inevitabile , e il con1battin1ento era il colpo di Stato . Il pericolo manirf~stavasi ad ogni giqrno più evidente ; vedevasi nella pianura di Satory, nelle allocuzioni , nei viaggi, nel contegno di Luigi Bonaparte ; vedevasi nell'organizzazione della società del 2' dicembr~e, nell'influenza crescente d~lr Eliseo, ,nella scelta de' ministri, dei prefet~i, ~e i funzionari, nelle xuozioni all' assernblea per· rnodificare la costitnzin· ne, in mille atti che avvezzava,no la Fran<~ia a considera !~e c.ome naturale, un'illegittima ambizione . D'a

\ .... l 7 una parte eravi un capo, signore delr esercito, del - l' anuninistrazione, delle finanze, della poli.zia; dall' altr·a stava un' assernblea divisa, uscita da un' elezione contradittoria; da una parte et~ avi la forza elettorale di sei n1ilioni di voci, l'unità di un pensiero che ricordava ~apertatnente la rnemoria di Napoleone ; dall'altra stavano seltec.entocinquanta rappresentanti eletti da dieci tnilioni di voci, di cui sei milioni devote al presidente e quat.t.ro milioni che elidevansi n1utnatnente. Dove era la forza? Dove trovavansi i lnezzi d'azione nel caso di un conflitto? a <lhi avevali confidati il popolo? al presidente: l' as - setnblea era ridotta alle indagini individuali, ai sospetti , alle dicerie; non poteva stendere un atto di aecusa fo~1dato su n1ere congetture; se lo tentava , doveva lottare col tun1ulto della piazza, colle dichia- , razioni , colle prolestazioni, coll' incet~tezza, nel nlentre che il presidente aveva sue la logica del potere e ' quella dell'esercito. E noto che il colpo di Stato scoppiò inopinatan1ente. In apparenza havvi contradizione lra i tirnot~i sul colpo di Stato e la sorpresa ehe recò; in t~ealtà, i timori, i sospetti n1"ostrano che era probabile, e la sorpresa n1ostra la facilità con <·ui poteva il presidente riportare la vittoria. Temevasi una sorpresa, e di fatto Luigi Bonaparte sorprese, p~rchè unièo signore de' pr·opri pensieri e / delle propt·ie deeisioni. Poteva egli in1porle in due ore ai n1inist1~i, alla polizia, ai prefetti, all' esercito : questo potere eragli concesso dal popolo: e il popolo lasciò che lo esercitasse .

8 Tolto il partito sociale, tulti i partiti hanno voi uto che la republica avesse un presidente, tutti hanno collaborato all'avvenimento di Luigi Dona parte. i regj dell~ due dinastie non si stancarono di predica.. r~ la monarchia; combattendo la lib~rtà sotto tutte le forme-, prepararono essi stessi il sacrifizio della loro prop·ria libertà. Chi spingeva 'alla spedizione di Roma contro la liber~tà dell'Italia? chi voleva rnuti· lato il suffr·agio universale? chi rn0ltiplicava · le repressioni conti~o la starnpa? chi ~redicava lo stato d'assedio, il rifiuto deUe arnnistie, il disp~rezzo della t ostituzione, le depot~tazioni, la destituzione dei fun - iionari republicapi, l'odio contro la rivoluzione di 1'ebbraio?·chi fèt~rilava l'attenzione della Francia sulle eventualilà monarchiche ,' sui pretendenti legittimi e quasi legittimi? Non er·ano forse i rcgj, i viaggiatori . ., di Claren1ont, i pellega·ini di F·rohsdorf?- Alla loro vòlta i repu~)licani puri rivaleggiavano coi regj: del 18 ~8 lo 'spit.. ito della republica era ver·gine, il popolo t.hiedeva. giustizia contro la rnonarchia, era pr~onto a lacerare i trattati di Vie-nna, voleva l' eguaglian~a all' interno, la libertà per tnlli i popoli. Qual fu la con- ~essione rifiutata dai republicani put,.i ai regj? quale i l sacrifizio da essi negato ai pat,.lig~ani di Luigi Filippo c di · Enl~ic~ Bot·bone? Non hanno essi rispetta la l'antica arrnninista~azione della tnonat~chia? non han- , no essi respinti nei clubs: i loro propri amici? non han- ' l no forse decretato lo stato d'assedio, la dittatura, la deportazioi1e in tnassa? non hanno forse resistito al h~ pit~l deboli .-~ifornìe necessarie perchè il popolo sal l , " ... l

9 pesse la rcpublica di vcr,ç;a o almeno non peggiore de lla tnonarchia ~ - Da ultimo, la parte più progressi y a deIl'asse rn blca naz i o il a1e cospirava involontar.ia col presidente : setnpre sconfitta dalla tnaggioranza, la montagna erasi ridotta a concentrare tutte le sp~ranze della democrazia nella conquista del voto univer·sa1e. Non chiedere altro che il vot.o ·universale, non insorgere se il voto universale non ' erà violato, ecco la parohi d'ordine che aVP,Va preceduta la legge del 3t maggio: e quando il 31 rnag.. gio la maggioranza limitava il voto universale' quando l'insultava con resta~izioni Jniseran1ente perfide , quando la democrazia militante trovavasi ncll'itnpossibilità di combattere, quando rinunciava al duello . da lei provocato, essa differiva le sue speranze al 1852, promettendosi ancora la conquista del voto . nniver·sale , che doveva farsi (dicevasi) colla pistola alla mano, alla porta di ogni rnunicipio. Per resis tere ~•Ila maggioranza èhe ritiutavagH la pt·orogazione dei poteri, Luigi Bonaparte prese sotto la sua protezione il voto universale: la montagna aggiunse forza al potere esecutivo contro il potere legislativo, e conco r~se ad agevolare il colpo di Stato. Mancavagli di esser popolare, e la montagna gli diede l'aura dell a popolarità. Il 2 tlicen1bre, con maraviglia della mon · tagna, e per la disperazione dei capi, il plebiscito <~ h e sopprirneva 1' assetnblea e ristabiliva il voto uni- , versale er·a accolto ~enza odio, quasi con giubilo, non scorgevasi collera alcuna, le proteste n.on oltrepas· savano il gr~ido : 1)i'Va la republica . ~la la rcpublica

t O eJ'a forse soppressa~ al contrario, solo la republiea , solo il voto universale rendevano possibile la p•·esidenza decennale, e il presidente stesso pronto rispondeva al grido: viva la républica. Là lotta di Luigi Bor1aparle contro la legge ridu- <~cvasi alla lotta contro l' assetnblea, e in ultima ana - lisi ~onlro la . maggioranza ·del\' assemblea; e qui il •libattimento dive'Ilt~va pet•sonale' tra il pt~esidente e · ~ · i capi della reazione monarchica; non eravi lolla ra - dicale di principj, trattayasi di ·sa p~ re ~h i gpverne -- rebbe la Francia nel 18a2. 11 popolo della ~ reazione t~ra d~ accordo eoù· rnolti dell'Eliseo, gli elettori della reazione erano d'accordo coi partigian.i dell' in1pero: cntrarnbe le pat~ti vo.levano conservata lo società at - tuale, sentivano la nécessità di èorrìballere la. rivoluzione , di toglierle le sorti del 1 ,8~2, di comprirncre. ·la democr~zi~, di estirpare il socialistno. I.Ja scissi e>- • ne non cadeva se non sulla ,scelta del capo futuro ., della reazione: e qui n'on polevasi transigere; non da Ile rnoltitudini, tutte indifferenti sui capi, rna da i principali metnbri dell'assemblea, lutti vincolati all'orleanisHlO, alla legittitnità o al bonapartismo. Qual doveva essere adunque il nuovo capo della reazione ? l)omandian1olo alla logica: volevansi evitate le incer,- t.ezze di ut1' elezione, democratica, dunque chi goveruava doveva esser·e scelto per ciò stesso che governava, purchè scegliesse egli sè stesso, purchè fosse salvo per rnite violenza l'onore degli Ol'"leanisti e de' lcgittirnisti, purchè ritnanessero personahnenle esenti dalla taccia di aver. disertati i due pretendenti del .. 1\

11 r antica monarchia. Il n1eccanisn1o delle idee coinci - deva col n1eccanisn1o della politicà per d-are la vitto· ria a Luigi Bonaparte: purchè violata la costituzione ()gli volesse carpire la dittatura , purchè, come si . disse, il 1852 ritnanesse sepolto prima di nascere . 1'ulte le guardie nazionali di Ft~ancia dovevano es·- ~ea~e sue con1plici coll'inerzia o coll'azione a seconda de' captlicci, del caso, de' terrori e de;sospetti, n è quel popolo, che pure avrebbe difesa la costituzione, poteva rombattere il presidente. Era itnpossibile di lottare senza lottare contro il voto universale concesso; era hnpossibile il eombattimento senza cotnbattcr·e in favore dell'assemblea, in favore della reazione aborrita ; e~·~ irnpossibile che il popolo n1ettesse lo slancio del - l' insurrezione sotto gli ordini dei generali e degli orat ori della spedizione di R.otna; era impossibile che un'assemblea di settecentocinquanta persone si riunisse per ope.rare un.anitne colla rapidità d'un capo ; ... <·ra intpossibile di sopprimere le sue divisioni sì pa-· lesi, che la volontà sola di dissimularle bastava prr nlostrat~Ie evidentissime; era impossibile che l'assetnhlea trascinasse al con1battin1ento quella V'ile molti.. -tu.dine da lei continuatnente ingannata e vilipesa; era in1possibile che l' entusi<1sn1o della legalità scoppiasse nella nloHiludine pet~ eseguire un decreto dell'alta (~or~ te di giustizia, già stata ta·ibunale d'eccezione, 'Corte di proscrizione; in una parola, el~ a irupossibile di r·ov~sciare il presidente per ricoslituir·e l' assetnhlea, e tra i due estrerni la scelta era inevitabile sotto prna d'anarchia. Dobbiamo adunque n1aravigliarci

~2 -s~ il 2 dicen1hre Parigi assisteva itnpassibile alla dispersione dell' assernblea ?' se gli ottantamila ar1na ti della guardia nazionale non la difendevano? se non era tirato un colpo <~i fucile, non costrutta una bart·icata, se la notte Parigi dortniva pacifico sull' ingiuria ricevuta~ Il suo sonl'lo · dichiarava che non vi sa.. f rebbe insurrezione, che il pr·esidente poteva riposarsi, che l'inevitabile sotnrnossa dell' indolnani sa r~bbe· pr.otes~ta , di den1ocr·a t ici e non COtnbatlÌnleÌ1lO, scia .. gura e non rivoluz·ione, rnartirio e n'on libèrazione . . . () uindi il n1oto .del 3 dicembre debole e vasto, quindi la repressione militare .itnmediata e vittoriosa, quindi il t et"rore che stabiliva il silenzio, e il silenzio che stabiliva il colpo di Slato . ' · Il co l p o ·d i Sta t o era ne i d es l i n i dell'a Franc i a , e se K'·'iinanesse dÙbbio sulla falal~tà che lo irppone-ya, il , dubbio sarebbe sciolto dal voto che lo sanzionò, e f c.he gli diede una rnaggioranza di s~tle ~ilioai ·e qua tt I"Ocento'rnila , voti con l t" O seicenton1ila voci. Dicasi pure ehe il voto ,universale fu falsato 'e snatura,to, che la violenz~ apr·i va lo scrutinio, che la sta tnpa era ihcafenala su tutti i punti della Francia, che la soldatesea stava acean1pata nelle statnpe.rie de' giornali, che il terrore regnava, che gli uornini della demoerazia erano dispersi, irnprigionati; che una parola, un gesto, l·e pi\1 strane cougettut·e servivano· di 'titolo ad arresti eh~ potevano condut"re alla déporlazione e a peggio; che il pt"·obl.ema stesso della votazione era falsato; che non proponevasi un'elezione, In a Q n'alternativa; che chiedevasi al popo.lo un si o un l

1:3 no, una scelta ~ra un'insurrezione gener'alr- e la p re· sidenza decennale di Luigi Bonaparte; che la stampa del potere diffamava, lnentiva, che ingannava Parigi colla provincia, la 'provincia con Pat'igi; che trasforInava le proteste in sommosse, le sotnmosse in ucc isioni, e che favole impossibili erano propagate per - thè sembrasse la società in procinto di dissolversi, e/ quindi fosse eletto i~l presidente a liberatore e vindiee, <-ontro imaginari nernici. Sì, il voto del 20 e del 2 l dicen)bre fu voto di sangue; eppure è forza ricono~ scere che Luigi Bonaparte fu accellato, che la Frant ia ,·olle la presidenza decennale, il governo di Luigi' Donapa:rle. Diremo noi, ~er annullare il voto, che il. popolo non ebbe il coraggio di votare contro il pre.. s'dente? che l'esercito non era u~ esercito francese~ .che abbisognavano le cento voci della stampa per insegnare alla nazione che il colpo di Stato era illegale~ che necessari eran~ i giornali .per dimostrare al popolo che i suoi rappresentanti non erano ladri, nè ornicidi ~ che il popolo, subilainenle reso stupido e vile, non aveva idee, n è sensi, n è volet·e, n è ragione~ che oggidì, tolto lo stato d'assedio, la stupidità c la viltà sono raddoppiate? Ciò posto, come e quan- , do liberare un popolo che non ha idee, n è sensi, n è • ·volontà, n è ragione? Se lottiatno con polemiche che cadano in minuziosi particolari, invece di sfuggil·e al voto che sanziona il colpo di Stato noi soccombiamo alla dottrina che nega al popolo la capacità di governarsi, il diritto di reggersi. Quindi giustificata ogni ti - rannide, e il colpo di Stato non solo sanzionato, ma

l 14 fatto eterno. t ungi dall'accusare la natura francese di aver tt~oncalo in un giorno il corso d'una inunensa •·risi, noi vediamo nel colpo di Stato, nel 15 giugno t849, nei cinque giorni di giugno 1848, nel 24 feh1 hr·aio, nelle tre giornate di luglio, la singolare rapi-· tHtà con cui la Francia può sciogliersi dalle sue crisi senza ti·ascinarsi in lunga anarchia, per cui il n1ale e il bene restano sempre in balia della discussione , con- .. Hd~te al pensiero , e non alla cieca forza delle braccia. ' \ • l l '

, , • Il. Le conseguenze del colpo di Stato. ~- Il colpo di Stato fu esterrninio di idee . Aquest' ora molte dottrine sono pi~namente sconfitte. , In primo luogo il colpo di Stato ha vinto la republica for1nale , la republica che consiste nell'unica . ' soppressione del re , senza toccare le instituzioni, senza mutare le leggi, quasichè il re sia l'unico male della società, e non siano i regj che, regnante o esulante , lo serbano ·vivo nello Stato. Il 2 dicembre , i republicani formalisti . furono forse i piit arditi nel combattimento, i più ùetertnin'ati nell'appellarsi al . giudizio delle armi; non risparmiarono le vite loro, e precipitaronsi disperatamente in mezzo al popolo . Freddamente accolti, ebbero dappertutto sotto di~ verse fortne l'unica risposta : voi foste come Luigi \

16 l{ilippo. La republica per· sè non basta, le sue ostentazioni ~~·e che e rotnane non hanno valore, le me- ttnorie di Br·nto e di Cassio sono spostate, sono eonI , trosensi se non penetrano nella vita rnoderna, se non · s' itnmedesimano coll' indulstria, se il popolo sovrano 1nuore di fame, abbandonato dalla légge alle strette d~ una ineluttabile concorrenza. In ogni tempo i diritti che non hanno radice negli interessi furono vane ~ parole , la libel~tà che l) OD risponde al grido. o pa,ne , o pz·ornbo sa rià senlpre disprezzata. Se i citta~ in i di ~filano, di FireHze, di .Partna·, di Bologna difen4evano nel medio evo le loro cornuni ., se colnbattevano ~ per l' esterminio de' castelli, se non sgomentava osi n è di l unghissirne guert'e, n è di conlinu~ stragi, si è perthè i loro çiritti erano i dit~itti delle arli e dei rnestieri, erano i diritti dell'industria e del comnlereio, eran Q j diritli che facevano prospere le fabbriche, agiato il horgbe~e, pasciuto l'operaio e sg~rn- . hre le vie forensi dai Inasnadieri assoldati nelle castella. Se ~sler.minavansi i ghibellini a Vet~ona, a CreInona, a Fit·enze e atll~ove ., benchè si dicessero republicani, si era pe1·chè viola v~ no i diritti, rilutta- ( . vano al livello deH' eguaglianza, taglieggiavano il con1une; e la republic~ loro non era r~publica. Il ,governo republica,no, se è. mera forma, affettazione di 1nagnanimi p·regiudizi, d' .orgogliosa dignità, esilia un principe, e gliene sostituisce mille; invoca le n1e ,.. m~rie d'Atene e di Roma ; ed è come l'antica Berna ; le sue leggi non valgono il des.potistno di Luigi XI~ .. ~l .popolo vuoi sopralutto eguaglianza j il colpo di

17 . Stato rivelò l' in1popolarità d'' una republica che non era del popolo. Inoltre, il colpo di Stato ha colpito la dottrina che riduceva la democrazia all'astrazione del voto universale. Il voto universale è desso· inferiore o superiore alla republica~ era questo l'ultimo probletna dell' assen1blea; e da senno, se la republica riducesi a una forma di governo, se la republira è patrimonio dei ricchi, se la republica è, con1e l'antica Or- , vieto, la proprietà eli cento fan1iglie, qual è la sua \ autorità? Con qual diritto si vorrà imporla ai proletari? come nlai irnpedire al popolo n1itragliato di cercarsi un rifugio sol t'altra forma di governo~ Dacchè la republica non è il campo della de1nocrazia , non è l'organo d'una progt~essiva eguaglianza, non la perpetua soppressione de' privilegi che opprimono l il popolo e de' culti che velano la verità, n è si fonda sopra un dogtna·Iiberatnente detertninato dalla scienza, essa non è più la verità, non è più un diritto superiore al voto universale, ed è lecito collocare il · , ·oto universale, epperò la presidenza, l' irnpero, il principato al disopra della republica. Rin1ossi i principj, lasciata al popolo la sola sua natura di popolo, ogni governo è sempre l'espressione del voto universale, e l'adorazione del voto universale fa capo all'adorazione di ogni fatto. La feudalità, le caste, lé monarchie sarebbero durate per se~oli se non erano dal popolo accettate~ Allora non ven i vasi ai voti: e che in1porla ~è forse necessario numerare i sufft~agi per sapere se una instituzione è adottata dal popolo~ FERRARI 2

. 18 In qual letnpo, in qual terra fu n1esso ai sufft~agi il crislianesitno ~ Diremo che non fosse ricevuto, o che ' non esprin1esse veratnente la fede de' por?li, o che · ripugna~se al voto univers.ale~ Il s?ffragio universale innalzato al disopra de' principj sanziona il nudo fatto, sanziona il colpo di Stato tli Luigi' Bonaparte . Sentivano alcuni che colle loro n1onche teoriè non " potevano vincere la volontà del -popolo, n è superare ~ nell'assemblea il dogma de' regj, e si dissero: noi siederemo istitutori ·del popolo, ·saret~10 inizi.atori. Signori del .governo, noi sciogljeren1o i pr·òblemi della republica, esporremo le soluzioni al popolo stesso nei con1izi; e così evit,eremo la per'fìd i a d eli~ discussioni . parlamentarie che danno forn1a di diritto .all'errore. l l popolo .intenderà, sarà nostro giudice, non dovrà superàre le fatiche dell'elaborazione mentale; inter·- - ' rog·ato, alla fine risponderà ne' suoi cotnuni se vuole l o non vùole. Quindi il 'governo d'i retto; il sernplice voto del sì e· del no. Che dire~ Questa è dittatura . Voi chiedeste la dittatura, e il presidente la decreta; chiedeste l'appello al popolo, il presidente lo impone; chiedeste il governo del sì e del .no; ed eccolo costituito; voleste la voslt'a sconfitta' ed eccovi scon- 'fitti. Ogni dittatur·a non è forse l'esercizio della forza? E.non deve ·essere piì1 che altrove ~urissin1a in Fr~·n., eia, do v~ le resistenze sono subite e indon1ite ~ Havvi mo~o di reprin1ere senza carcere, senza esiglio, senza proscrizioni? I.Jo dicano i republicani di Cavaignac, Io dica Ledru-Rollin, protnotore del governo diretto .. L ungi da noi .1' idea di confondere Ledru-

19 t Rollin con Luigi Bonaparte; noi collochian1o i due , dittatori ai due poli del mondo politico, n1a per le loro pers9nali tendenze e qualità; non per il prin· ci pio con1une col quale essi fanno appello , n1a in virtù d'nn gi~1dizio per·sonale e filosofico, in virtit ' di un'induzione sull' intin1o pensiero del tribuno, e d'una supposta ragion di Stato, che H tribuno non ha esposta, n è applicata. Noi gli supponian1o la nostra religione, che prende al rovescio la società monarchica e catolica, che cornbatte l' ineguagliunza combattendo l'errore primo da cui viene recla1nata . Togliete la religione della scienza, convien rispettare quella dc' cleri, convien pagare i tre culti, la morale è in balia dei culti; il governo deve seguire il dritto , determinato dai culti, dal cristianesimo; il governo deve rispettare, amministrare la tradizione dell' errore·all'interno , la Francia deve sostenet~e all' estero la missione predetern1inata dalla cristianità, la missione di Carlomagno a Ron1a. La professione di fede di Ledru-Rollin, inflessibile sul governo diretto, non si spiega sui culti; inflessibile sulle nazionalità, non si spiega sui dogmi; inflessibile sulla republica, non si spiega nè sul pr·incipio, n·è sulla misura dell' eguaglianza. La sua religione è un mistero. Ma se la vostra religione è secreto di Stato,. perchè non sarà permesso di supporla altr·esì in Luigi Bonaparte? Come itnpedire l'errore, .se sono conservate, rispettate le leJlebl~e? ' llavvi una frazione della dem.ocrazia che vuoi raggiungere la sua tneta con un socialisnl() in cui vien

' 20 dimenticata la legge generale della società per inau-- gurare un principio di eguaglianza esagerata nell'in.. titnità delle associazioni degli operai. L'errore è manifesto: qualunque ne sia il nutnero, le associaziou i vi v ono nella gr·and' associazione dello Stato, ne subiscono le leggi, sono dominate dalla legge che domiIla tuu,i gli interessi. E che accade? L' ineguaglianza sta nella legge, nei privilegi ereditari, nelle institu- ~ zioni costituite dai ricchi a favore dci ricchi; il riparto delle ricchezze sottopone anticipalalncnte pgni proletario, ogni lavorante al regno degli oziosi. 'fr·attasi di fondare le associazioni operaie? I capitali n1an- - l cano a Il e tno Ili l u d i n i , c privilegi a t i so no co l or o che possono associarsi: tt·attasi ùi attivare le associazioni fondate? Quelle abbastanza felici pe•-- trovar·si fondate, hanno gli interessi della borghesia, prosperano eolld borghesia; ogni associazione è come un borghese, segue la legge regnante, l'accetta, e in fìne ha interesse a difenderla. 1-Iannovi trenlarnila operai associati a Parigi, e sarebbe t--o bastati ad affrontare \ l'esercito: nessuna associazione si 1nosse, c alcune rifiutarono asilo ai proscri.Ui. Inson1ma, le associa-l zioni sono conventi, n1onasteri; ivi ogni individuo è l eguale, ivi il meno capace percepisce il sa lario del più.inge9noso; i vi il pi ti necessitoso subisce il li vello di chi basta a sè stesso. Escono gli associati ùal loro convento industriale? con1e i monaci, devono rispettar·e leggi opposte alle loro proprie, come gli ecclesiastici, devono rispcllar·e i principi della ter~ra ,. e il 2 clicen1bre le associazioni rispettarono un principe.

21 La stessa teoria della" libertà astratta è fc1·ila a • morte dal colpo di Stato. Chiedete la libertà, nulla tranne la libertà di esporre le vostre opinioni, le vostre dottrine, le vostre accuse contro il governo? Il colpo di Stato, sopprimendo la libertà, le die~e la seduzione del frutto proibito; il colpo di Stato ha reso possibili il conte di Chan1bord e il conte di Pari - gi: Luigi B?napartc potrà concedere il socialistno , l'eguaglianza, accedere ad ogni plebiscito; 1na non potrà mai ripristiria1~e il tribunato o atnnistiare il National. E se si lo:.ta per la libertà J fatta astrazione dall'eguaglianza, per chi si cotnbatte? per la li berta regia; con1battirnento n1oralmente assurdo, perchè lo scopo a cui tende il popolo è l'eguaglianza: questa è l'ardua n1eta, questo il lavoro organico; il qua· le non si compie solo colla spada o coll' upico livel - · lo, n1a deve penetrat~e nelle leggi, nel corn n1ercio , ' nel credilo , nell'istruzione: quanlo alla libe~rtà di far valere ogni grado d'eguaglianza che il popolo abbia conquistalo, guai a chi la neghi! Qual libertà regnava prin1a del 2 dicetnbre? quella dell' assen1blea, quella dei regj, quella dei ricchi, quella dci sofisti; e perciò fu ,agevole a Luigi Bonaparte di annientarla. Da ultimo fu vittoriosarnenle scqnfitto l' ·empiristno politico che si fonda sulle con1binazioni per- ·sonali, sui raggiri occulti, sui 1nisteriosi artifizi del machiavellismo applicato alla republica. Si tentò di ordinare il pat~tilo democratico per via di conciliazioni impossibili, e non si ottennero le conciliazioni se non col sacrificio delle dottrine; soffocando la discus·

' 22 sione, ne uscirono concordie- fittizie, unioni di paro... le., maggioranze equivoche; la debolezza rirnaneva non astante la cospirazione delle apparenze; i1 p o poI q che eleggeva Eugène Sue lasciava trionfare Luigi Bonaparte. L'elezione di Eugène Sue ingannò tutti . Altri diceva: agitiamo le moltitudini, agitiatnole di continuo, perchè il popolo non si addormenti;· fac • cian1o ad ogni tratto dimostrazioni, la ;reazione riInarrà atterrita. E lo era, ' e le fabbriche languivano , , e I' opér?io n.e i mmJseriva, e i:I popolo più non volle sterili dolo1~i, e volse le spalle~~agli agitatori; e si vi- , _ dè che se il fermento naturale precorr~ alla riyolu-l . ) zione, i tumulti com_andati sono ridicole contrafazioni : l'agitazione fittizia ha brogliato f suffr·agi in fa - vore di Luigi Bonaparte. Altri pro,pagava la demo- . c t~azia coll'arme antica della .cospirazione; tocca ai grandi il cospirar·e; solo i princip·~ possono ordire vaste n1acchinazioni nell'ombra .e .colpire di repente il ·nemico. Le cospirazioni democratiche vietano la di - scussione, predicano l'obbedienza.., arnn1utoliscono col secreto, creano ispirazioni, speranze, iin1ori , l esaltazioni che ries'cono a .controsenso del sentimento publico; se traggono ,a sè i capi, li rapis~opo alle tnoltitudini. L' etnpirismo delle cospirazioni fu stra· niero al 1850, al-1848,' a tutte l~ rivoluzioni, per Io più in1provvise a chi più aveva 'cospirato; e nel1851 i cospiratori furono ,sconfitti dalla pii1 aperta di tutte le cospirazioni. : , l l Il colpo di Stato parve un esterminio di tutte .le idee . Pure, quali idee pet~ivano ? · Cadevan_o gli erroJ l "

25 l ri, svanivano le teorie della libertà astratta, dell' associazione . astratta, della dittatura indetern1inata, del voto unìversale senza principj', dell' en1pir·ismo che sostituisce alla den1ocrazia i mezzi della democrazia. Rimane intatto quanto non poteva perire. Se fu dispersa l' assen1blea francese, se furono oppresse le associa~ioni popolari, fu forse chiusa la piaga delle società moderne, il pauperismo? Il colpo di Stato ha forse fatto cessare la lotta tra il povero e il ricco? Ha dispensato il governo dalla necessità di proteggere l'antica società colla forza di un esercito eccedente? Ha dispensato i capi dell'esercito 9a11a necessità di tenersi stretti ,coi ca p~ del culto? La religione è forse salva dalle mille menHte che le danno la storia e la filosofia? La Bibbia è in oggi più vera? La Francia è forse sotto il regno del diritto? E in Italia l' Austria è perdonata dai Lombardo-Veneti? Il pontefice è an1ato dagli Italiani? è rispettato come il rappresentante di Dio sulla terra? Il ço1po di Stato non distrusse se non l'aspettativa materiale del 18n2, la sper~nza messiaca di una rivoluzione a giorno prefisso, a data scadenza, a mezzi p.redeterminali col soccorso di una costituzione eg.ualmente aborrita dalla reazionè e dalla democrazia. Dicevasi attendiamo il 1852; n1a il còmando stesso di attendere rive .. lava una secreta impotenza; ma i t' timore di una disfatta era nel cuore degli uomini pii1 ar~iti; ma lo sfavore delle publicazioni democratiche disanimava l i giornali, la stampa, il coml)lercio librario; n1a n è le multe, nè la prigione, n è le leggi repressi ve spie...

\ gavano la miseria di una propaganda che naufragava in pien meriggio; rna la democrazia era addotta al · partito di celebrare uomini discreditati, già orleanisli nel 1849, e gettati nell'opposizione dal caso, dai dispetti, dall'urlo delle ambizioni; ma la reazione stessa era già uscita dal suffragio Ul)i versa le, era stata discussa sulla base della volontà generale; ma, da ultin1o, la montagna era stata costretta a far conto sull'eletto del t O dicetnbre, sostenendolo nella p iii pericolosa tra le sue mozioni. No, noi non abbiamo confldato nel 1852, noi non ci siamo fondati sulle persone, noi non abbiamo ado- - rato n è i capi, n è il popolo, non abbian1o fondato conlitati, nè preparato fucili, n è distribuito gradi, n è date n1ission i, n è maneggiate coalizioni assurde; a,bbiamo fertnato l'attenzione .sui soli principj, non abbiamo cessato di ripetere che le rivoluzioni erano su- , bitanee e fatali nello scoppio; ci siamo dati alla filo- _ sofia, e non ai mezzi della rivoluzione. Che abbian1o perduto? I tnezzi insufficienti, gli errori, i pt~egiudizi, le illusioni: stava dinanzi a noi una folla se'tva che dovevan1o abbattere colla scure; se un fulmine l'ha incenei~ita, dobbiamo forse disperarci~ La stessa aspettativa del 18[)2 disconosceva l'una tra le prime leggi della storia di Francia. Credevasi al ritorno circolare del 1848, riveduto e corretto dagli uomini stessi a cui il potere er~ sfuggito di mano; speravasi un nuovo governo provisorio rifatto e redivivo, colle sue fazioni ravvedute e conciliate. No, mai non si videro in ten1po alcuno della storia di Francia reduci

al potere gli uotnini d'un governo una volla caduto . · La carriera dei ministri della Convenzione fu chiusa nel 1793, quella degli ,uomini del Direttorio più non ebbe avvenire dopo il1800, gli stessi regj del 1814 non erano i n1inistri del t 792, n è quelli del t 789, l che pure vivevano. Si risalga alla Fronde~ si risalga piì1 lungi; a nessun'epoca in Francia gli uomini di una cadu t~ furono quelli di un trionfo. Chi fu padrone di un governo. fu onnipotente, non può addurre scusa; innocente o colpevole, la sua caduta lo ren· de incapace per sempre . .Di ritorno ,al potere, trarrebbe con sè il corteggio degli uomini che lo travia- , vano, dovrebbe tremare dinanzi agli uomini che lo correggevano, dovrebbe crearsi fittizj antecedenti , una fittizia coerenza fals.erehbe la propria azione, non avrebbe n è forza, n è autorità, e ricadrebbe fa- _ talmente ne' prhni falli .- Fuori di Francia, potevasi / confidare agli Ungar:esi che avevano co1nbat~uto l'l· talia, la cura di sal varia~ potevasi confidare agli apologisti di Pio IX la tnissione di vincere il papato~ potevasi affidare a chi aveva tolto' alla rivoluzione del f 848 il soccorso di Francia la tnissione di riunire le due rivoluzioni~ chi va ert)ato può forse arrogarsi il diritto di governare chi lo corresse~ E se lo si arroga, non muove guerra a' suoi antichi avversari~ E se li combatte, non deve cercare altrove altre forze1 c cadere in nuova reazione?

l ,. ' ' ·. l . ' Ili. ·' ) \ I~a Francia e·ntrò in una nuova fase, noi siamo . l nell' èra della moltitudine; per intenderla ,noi dobbiaIno fare astrazione dagli individui; ci segua il lettore nella dolorosa astrazione;· qui non si tratta della per- ' sona ~li Bonaparte o del diritto dei proscritti, guardian1.o solo alla volontà del popolo, al pl~biscito della Francia. La Francia volle·Luigi Bonaparte, lo e l'esse il 4() dicernbre 1848, lo rielesse il 20 dicembre 1851 , l 19 acc.ettò; la sua volontà non fu scossa dalla parola dei democ.ratici, nè m~tata dalla violenza del colpo di Stato. Qual è adunque la volontà d eli~ , Francia? qual è nel popolo il s·enso del nuovo governo? Il plebiscito avrebbe forse costituita una monarchia~ L·a vera n1onarchia è itnpossibile in Francia: essa l .

l l 27 è morta nel1792; Luigi XVIII e Luigi Filippo pole· vano credersi re; di fatto, erano dittatori o quasi dit· tatori; poteri vitalizi, governi di transizione. Non havvi monarchia là dove l'errore d'un ministro compronlelte la dinastia, Jà dove il governo è in balia della discussione o della guerra, là dove chi ha torto cade, là do·ve il capo dello Stato non può durare nè demente come Carlo VII o Giorgio III, n è infante come lsa .. hella di Spagna, ·Bè imbecille come Ferdinando d' Austria: non havvi monarchia là dove il capo dello Sta.. to non ha diri1to prop'rio, e non è personalmente inviolabile e sacro nella coscienza de' popoli; non havvi 1nonarchia là dove il governo riposa spl capo di un sol uotno esposto ai mille casi della politica e dell'umanità. La Francia, votando per Luigi Bonaparte, volle una dittatura, volle Napoleone trasportato nelle nuove circostanze della rivoluzione sociale; · il plebiscito è voto, è atto di rivoluzione. Respinge esso il governo ,provisorjo del 1848 perchè largo di promesse, restio all'azione e impotente ad attuare .i principj proclamati: il plebiscito res.pinge il gov-erno di Cavaignac perchè fece salva l'antica società e stava per rendere il potere ai regj: il plebiscito respinge l' assen1blea nazionale che ricostituiva l' ineguagliaÌlza monarchica promettendo libertà republica~a. Il plebiscito ' adunque ha tracciato una linea di sangue tr.a il pas- "· sato e l'avvenire, ha congedato ch·i mentiva, chi tradiva, chi tremava di esset~e l' uom0 del popolo: e vedete qual è la forza delle cose! trascinato dal proprio plebiscito, Luigi Bonaparte ha decretato il credito l

28 fondiario, ha decirnata la rendita, ha confiscato il patr·in1onio della fan1iglia d' Orléans, ha oltrepassato , in pochi giorni il governo provisorio e senza destare Ja maraviglia d'alcuno. Se i den1ocratici vanno proscritti, ·la democrazia trionfa. Io non parlo se non del fatto, io non r~ndo ragione se non di una fase temporanea che si tratta d'in:· , tendere, non .di giustificare. La Francia è giunta alla l r · dittatura sociale. Le teorie della nuova rivoluzione hanno penetr~to nelle n1ollitudini, i sistemi agitano tutte le classi della società, la nazione tr·ovasi in piena filosofia, 'la distanza incalcolabile che l separava il pensiero dall'azione è quasi svanita. Un tempo le utopie erano invenzioni fantastiche di dotti ·anche servili; credevansi innocue; essenzialmente sterili, senza relazione coi fatti; colla società~ col più remoto ~vvenire, e nessuno vi cercava uù principio d'azione ~ In oggi tutto è utopia: anche il i~egres.so vien cQn~ cetto qual sisterna ideale: sono disp.rez~ate le teorie sterili, sono respinte le teorie subdole, benchè concelte fuo;ri del circolo delraulorità religiosa; il libe.ro esan1e si è ins.ignorito d'ogni cosa, e chiede ad ogni principio l' ultilna sua conseguenza. Quindi non si l l pone mano ad una qualsiasi riforma senza che la di- . scussione trascorra agli qltirni cònfini .del possibile; quindi chi~ per· esen1pio, propoqe di ridurre la publica rendita t~ovasi oltrepassato da chi vuoi sopprimcrne la metà o i due ·terzi; e v'banno altri ·che ne, • reclatnano l'intera soppressione in guisa che il n1enom.o atto acquistando il senso di una teoria, vittorio-

29 sa, scuole la società in ogni sua legge. Le riforme si svolgono in sensi opposti seguendo teorie contradittorie; le idee straziano gli interessi; ora ad evitar gli eccessi della vitalità, fu desideralo nn potere discrezionale, un potere che servisse di freno e di organo ad un tempo alle idee, t,isparrniando 'alla nazione le incertezze del libero esame, l'anarchia di una deliberazione incendiaria, le crisi del commercio atterrito . Indi la dittatura di Luigi Bonaparte, cioè Napoleone redivivo; in altri termini, il progresso senza libertà, la den1ocrazia senza discussione, la rivoluzione senza rivoluzionari. ~Ii verrà opposto che Luigi Bonaparte è l'eletto della reazione, che egli la rappresenta, che a nessun · patto si può concedere alla democrazia ft~ancese la 1naggioranza di sette milioni di voti , che a nessun patto si può riconoscer·e democratico il proscrit.to1,e dc' dcn1ocratici. Io persisto nel rimanere s(orico dell' idea quale si svolge nel seno delle moltitudini' al-· l'insaputa ed anche a dispetto degli individui. Luigi Bonaparte per sè non rappt·esenta la reazione. Prima del 2 dicetnbre ne era egl i il capo, ,la dit~igcva, ne profi ttaya: dopo il 2 dicelnbre pii1 non sostiene la stessa parte. Non ha egli dispe1·so i regj dell' assenlblea? non è egli condannato a combattere ,due dinastie? non ha egli provocato contt~o di sè l'odio inlplacabile degli uon1ini che t~appt~esentano l'antico sistema? Egli è costretto a combattere la reazione nel principio che la genera, deve dirsi l'eletto del voto universale, il rappresentante della sovranità del po-

... 30 polo; la sua origine deve essere un plebiscito, egli . deve togliere la Francia alla tradizione Inonarchica . La sua den1ocrazia sat~à impostura; pure nel fondo dell; impostura rirnarrà setnpr·e la negazione della legittimità. Prilna del 2 dic.etnbre potevansi pt~cvedere gli atti del presidente giudicandoli colla logica della reazione, potevasi predire che chiuderebbe i circoli , che rovescerebbe la republica romana, che· combatterebbe la 1nontagna, che ridurrebbe la stampa al si· l Jenzio. Prin1a del 2 dicembre poteva$ i affer1nare che tra il presidente e la maggioranza dell" assctnblea non eranvi se non dissidenze dotnes liche, che l'uno e l' altrà volevano eguahnente conservato l'antico sistenla econornico e distrutta la democrazia. Oggi là guerra tra il presidente.e la reazione 'è aperta, la logica della reaz~one non è pii1 quella di Luigi Bona- ' parte che deve chiedere il suo avvenire all'arte del principe nuovo . Egli ha volut-o il potere; non potrà conservarlo senza anlpliarlo' non potrà estenderlo senza cercare nuove forze, e non troverà nuove forze se non nella ' ctemocrazia .,Luigi B.onap.arle deve essere il Giovanni ~ledici della Francia, l'avversario del,la borghesia ~ cui risparll)ia sconfitte subitanee, e il capo della plebe a cui toglie la libertà, a~ccordando l'eguaglianza. La ·società ha bisogno non di autorità, co~n1e fu detto, ma di certezza; essa vuoi essere certa 'nel suo corso, nella sua direzione. L'antica tradizione monarchica e catolica è certissima, non las.cia latitudine alcuna all'agitazione, all'anarchia, ai timori, alle pretensio..

' 31 n i contradiltorie: ha tutto previsto; nulla sfugge alla sua azione; pure essa cade in rovina, essa mente ad ogni istante, essa affertna ciò che non è, nega quanto esiste; la sua infallibilità è convinta d'errore e di corruzione, la sua certezza è tirannia. La nuova tradi- . zione della democrazia è vera, ragionevole: ma trovasi incerta, oscura,. ondeggiante, ,in latitudini indetertninate, in balia di speranze contradit.torie. La Francia chiese a Luigi Bonaparte, ad un principe natu·ralnlente nenuco de' principi, di\ determinare COI) una volontà prepotente il ver~ dalla democrazia, combinando la sicurezza col progresso. Il voto à.el popolo sarà esaudito~ io non parlo se non ·del voto che deter·mina la tnissione del presidente: n è mi venga op,. post~ _es~ere contradittoria la n1issione di chi deve attuare la rivoluzione co1nbat.tendo i rivoluzionari: que- , sta non sarebbe obbiezione, sarebbe conferma al1nio ì dire. Che Bonaparte sia costretto a contradirsi, che da principe non possa attuare la democrazia s~ non combattendo i democratici, che non, pos~a an1nistiarli senza dirsi loro seguace, loro inferio·t-ae, senza degradarsi e d~porre il poter,e, che resistendo loro debba cir... condarsi d' lJOnlini unican1ente a lui devoti, e imporre l in ogni In odo il culto dell!la ptopria persona; chedebba seguire le tt-aaccie di chi già s..' in1padroniva degli St.ali • correndo la terra, rovesciando republicani e signori ~ che debba imitare Appiani, nen1ico del tiranno e del municipio di Pisa; Lalli d' ~quila, ostile al re e alla città; Francesco Sforza, avverso alla republica di Milano -e all'impero; il duca Valentino, avverso ai si-

:i2 gnori dello Stato rotnano e alle città: che debba es.., sere come Napoleone, soldato della ri voluzionc e iinperatore dc' Francesi, in lotta coi regj e coi giacobini, col pontefice e cogli ideologi, colla monarchia e colla dernocrazia: che già dal pr·imo passo la contradizione lo stringa e la sua dittatur·a sia assolutista e popolare, ragion dz" Stato e plebiscito~ che la sua costituzione fondi una can1era sul voto del popo- ~ lo, e le tolga l'iniziativa, la publicità, la popolarità ; c~he debba egti governare con propr·ia e occulta ini .. ziati va, con perpetua sor·presa; che debba ad ogni l giorno evitare il continuo fallo di Luigi Filippo, che ponevasi in balia della discussione e intitolavasi tran... sazionc, e dicevasi apertamente mezzo ter·mine tra il vero e il falso, tra il giusto e l'ingiusto, per cui cadeva sotto la rivoluzione .del disprezzo; che il presidente, attesa la mobilità progressiva e sempre inl - prcvista dell'estremo tertnine della den1ocrazia, si trovi predestinato a cadere cotnc ogni rnezzo termine , sia desso occulto o palese, sia desso nel veto di ·Lui.. gi XVI, o nell'umanità della Gironda, o nel terrore di Robespierre, o nella gloria di Napoleone, o nella eloquenza della ris-torazionc, o nella scienza dell'orlcanismo; insomma che Luigi Napoleone resistendo alla democrazia debba cadere; che attuandola debba crdere i1 posto ai dcn1oçratici; che la sua dittatura sia provisoria, letnporanca ; ehe stiano contro di lui la violata libertà, novantamila negative, e altretante astenzioni in Parigi; che la sua fortuna sia ragion di Stato , non di giustizia; che il popolo, ingrato verso

55 i democratici, scegliendolo a capo, non debba ravvedersi a danno suo per seguire nuovi capi; sono queste verità legali per ciò stesso che il voto del 20 dicembre fu voto decennale, voto di rivoluzion.e . Aggiungiamo, che il voto d~l 20 dicembre è voto di guerra alla vecchia Europa. Qui ancora non dobbiamo indagare qual sia la volo'ntà di un uomo : ignoti sono gli ostacoli, le resistenze, i capricci che possono determinarla; ~ del caso non havvi · scienza. Luigi Napoleone ·vorrà egli sfuggire alla rivoluzione che lo incalza dandole la diversione della guerra? prefet~irà egli d' irnpiegare le sue forze nell'interno accettando i tr'"altali del 181 B, sottoscritti "in odio suo? Potrà egli vincere la sorda opposizione della n1agistrat~1ra, dell' u1liversità, dell' instituto, dell' arnministrazione, senza raddoppiare l'influenza dell' _esercito? Potrà egli rendere p~eponderante l' ese'rcito senza renderlo necessario ·colla guèrra e itnponente colle vittorie? Qual sarà la sua guerra? D' on~e comincierà, dove finirà? Lasciamo da banda gli interessi di un uomo: interroghian1o la volontà della Francia; sola essa è logica, qominata dalle ide·e e signora di tutte le volontà individuali : la Francia, votando il plebiscito, ha invocato la tradizione,_ il simbolo di ·Napoleone,; essa h~ invocato-una tradizione, un simbolo di guerra contro i trattati del t 815, contro la santa--alleanza, co,ntro l'antico sistema dell'Europa o l In oggi la Francia è meno incerta nella sua intenzione, che non lo era nel 1848; il suo silenzio è più mi- , .naccioso d~ l manifesto di Lamartine: in oggi la metà FERRARI 3 '

.. ... 54 dell'Europa è in islato d' ass~dio, le potenze retrograde non possono sostenersi, n1a i popoli sono convinti che non possono bastare a sè stessi: in oggi la Francia è piit forte che tnai non fu dopo il 18'15, e più necessaria che non nel t 848; e se I.Juigi B<,naparte sguainerà la spada, raddoppierà il potcl'·c della sua temporanea dittatura . Pcrchè nel caso di guerra ,_ , gJi stessi proscritti saranno incatenati alla bandiera di Francia, nel caso di guerra piìL non vi saranno se , non due can1pi, quello della Ft~ancia c quello della santa-alleanza. Non 'un dcrnoct·atico, non un proscritto potrà esitare nella scelta: l'inazione, la stessa aslcnzione, dove non giustificata da forza tnaggiore , sarebbero imn1orali, e n1ostrcrcbbcro l'indiffe renza dello schiavo che n1crita la sua sorte. Da lungo tempo la tradizione napolconica fu giudicata dalla den10c1·azia: c quasi unanitnc la democrazia vide due uon1ini distinti nella persona di Napoleone, l' uon1o del popolo e l' irnpcralore de' Fran - , · c esi; il prin1o in1n1ortale, il secondo caduto . Respin ... gendo l'impero, noi abbian1o senl})re applaudito il soldato della rivoluzione, il dittatore che ripeteva la parte di Robespicrre all' ester·o; noi abbiamo applau- , dito il gr·an capitano che rovesciava il sacro impero, che soppriincva il papato, che liber·ava l'Italia, che 1' univa con leggi un~fortni, che l'armava, che rendevala alla gloria mili tare, che le ispirava ,primo la coscienza della nazionalità, che associavala ai destini della Francia. Noi sempre abbiamo detto che fuori ùelle tradizioni del Direttorio c di Napoleone la ,~i-

, 35 voluzione italiana t~ o n aveva senso: sernpre abbia-- mo considerati. quali involontari dis·ertori Alfieri ; Fos~olo e quanti declamatori di libertà trovavansi al l momento della battaglia, nel can1plo degli alleati , nelle cospirazioni di Sicilia o di, Vienna ..__: No,i non siamo stati a Gancl, noi non siarno stati coi re·, coll' imperatore' C'? l pontefi·ce' coi ~Russi' coi ' barBat~i : tale fu il grido unanim·e della deo1oerazia francese , e unanime fu put'le in Italia la riprovazione, l' or~'lore per chi aveva con1battuto coi briganti, cogli Austropontificj, 'che rovesciavano Murat e il regno .d? Italia. Noi abbiatno 1--cspinta la libertà staccata dalle idee , • disgiunta dall'eguaglianza, n è ci sedusse nella repu - blica di Cavaignac. E se l'l eguaglianza si attua in lta- . !i a per costituire una nazione , ogni nuovo dominio sarà benefizio; lo qichiariatno schietto , e sianTo disinteressali. l nuovi signori hanno bisogno di cortigiani, di ciambellani; pii1 sono r~centi e p iii devono imporre col fasto, più devono inculcare il rispetto alle loro persone; devono avere consigli e n,on carne- / re, confidenti e non consiglieri, servitori e non tni - nistri; tutto deve da essi en1anare, nè possono ascot- , tare alcuno sen.za decadere, e ' devono combattere i den1ocratici, e devono far cosa d'-atntninistrazione ogni idea, e devono proscrivere gli uomini stessi a cui tolgono i loro propri pensieri. Queste sono arti antiche,. e più antiche in Italia che altrove. Purchè le idee trionfino, saremo felici di essere. proscritti : e s'ingannino pure i popoli per pochi giorni al seguito di principi sconosciuti, e credano pure ered-itario i!.

• 56 genio in una famiglia, e risorgano gli Al~ini, i Luo·.. si, i Vaecari, i Paradisi, i Ricciardi solto altri nomi; c nasca pure ogni disordine di guerra, e siano pure ' i priqci,pi fatti tri~un~, e spinti alla con tradizione, e condannati alla doppia necessità di esser tiranni e li... beratori, catolici ed atei, iniqui e livellatori. J\ttenderetno. Gli eventi passa n rapidi, e non circolari: i . l f. principj prorompono, già la guerra è tr·asportat~ in un uomo, già , lo strazia, già siarno spettatori di un portento nell'ordine delle idee, e già in Ft~ancia ognuno è fatto socialista e irreligioso dalla forza stessa del discorso .che traduce in parole incendiarie tutti i pro ~ blen1i dello Stato . Intendo dit~e che la Francia ha perduto ogni ini-- ziativa, che è decaduta, corrotta, avvilita. Quali so- ' no gli uomini che l'accusano? gli stessi ehe la calunniavano alla. vigilia di febbraio, gli stessi che la respingevano nel 1848, fatti piaggiatori di Carlo Alberto e soldati del papa. Credono ess-i che l'italia fa da sè~ Facciano; ' dicevano tutto pronto, insorgano ; parlavano di liberare la Francia, il momen~o è ·opportuno. E perchè la Franèia sarebbe decaduta~ per~ chè soggiace a un dittatore~ Da s~coli soggiace l'I- . tali a ai dittatori, e i s~Ioi ditta tori sono i principi, i re, gli itnperatori, i papi, e governano spietati con un perpetuo colpo di Stato: se l' Italja fa da sè, metta gli otto Stati in balia di otto plebisciti; siano i princ.~ipi espulsi, siano confiscati i loro beni, siano di-- chiarate deèennali le otto dittature, e assicurate in poche ore, e · avverse alla n1onar,chi'a, al papato, al...- ,

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