Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

, , 18 riverenti dinanzi alla regia cospirazione del Piemonte, parlavano di metterei in pezzi a furor di popolo per il delitto di violato raggiro, di proclan1ula verità, di non adorata unaniluilà. E la penna non serYÌ di pugnale~ non scrisse denuncie solto fortna di bia4 simo, di discussione, di lode onde fossero espulsi · esuli dissidenti, itnprigionati cittadini dernocratici, t.r·adito ognuno che toglicvasi alle grandi forrnolc del traditnento? E che dire delle dottrine? Lessi teorie catolichc vesti t e alla liberale; lessi i filosofi n1oderni c'apovolti e inviluppati in for·tnole ecclesiastiche; lessi \'oltai re fatto prete e trasforn1ato in derisore degli enciclopedisti; lessi pcrtìno il socialismo inlervertito a predicare la monarchia. L' urleanisn1o accusava la lcgit- , tirnità dell'antica Francia~ veniva copiato e dicevasi eor·rot la la Francia. Un rcpublicano accusava l'orleanisJno? ven i va copiato e dicevasi licenziosa la sov,.ani t à del popolo . Il soc i al i stno 1 nve i va co n tro i f ormalisti della repuhlica? era copiato per din1ostrarc l' itnpossibilità di ogni rcpublica. Un socialista svelava alcuni et·rori d'altri socialisti? era di nuovo copiato per proclatnare la follia della rivoluzione. Sempre riproduccvasi la negazione, laeevasi il dog[na; la discussione era rnulata in dialellica, la critica in · 1naldicenza, prccludevansi tutte le vie all'Italia, e volevasi che avesse setnpre a principio la Chiesa, Cristo, la favola, il nulla. N è bastava la tendenza retrograda; se sincera meritava essa il rispetto ehe devesi ad ogni netnico: ogni teoria copiata dai teologi ~

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