Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

61 Barthélemy c Richetieu? Se erano di buona fede, doYevano i capi celare i lo1~o disegni, negarli, mentire , n1editarc stragi, predicando an1ore; se erano di rnala fede, l'unità era comedia, inganno, tctna di declaInazioni per beffarsi della rivoluzione e carpire il po- .. t ere. l n ogni n1odo già combattevano essi la rivoluzione, già artnavausi di vilipendi contt·o la discussiene, già hnponevano di tacere a n.ome dell'unità , già il sangue delle vittime era invocato a infamia di chi parlnva, già si dimenticavano Napoli, il Piemon,Le, gli Stati indipendenti, i nem~ci interni, le ingiustizie antiche italianatnentc organizzate in Italia dalla fede, dall'errore, dalla superstizione; c guardando l'Austria sola, già pl'cndevano gli unitari l' attitudine di Romani sotto la spada di Brenno, e gridavano corne Ridolfi fatti, e non parole, come Carlo Albet·to unz·one e concordia, come i crociati del 1847 (uo1~i i barbari, con1e ogni retore sventato silenzio e azione. E la democrazia? a g~uerra vinta; e i ·principj che devono ordinare la rivoluzione? a guerra vt·nta; e le buone leggi che devono liber..arc il popolo, interessario alla rivoluzione e far sua la guerra? dopo la guerra; e I e assemblee che ·devono dirigere', governare., sostenere la guerra? dopo la guerra; e l' abolizione de' privilegi odiosi, potenti, in tet·essati al dominio del pontefice e dell' inlper.. atore1 dopo la guer- ~ra ~· c la lotta contro il potere catolico e monarchico che rende impossibile o tradisce ogni battaglia? dopo la guerra; e l'eguaglianza? dopo la guerra~· e il socialismo? dopo, c la rivoluzione? dopo , dopo, dopo. l

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