Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

\ 80 · io ·chiedo l'indipendenza di Bologna a norne del suo senato disperso; io rcclan1o la libertà republicana di Ancona, tradita e insanguiùata da un cardinale; re-. cla·mo la libet"là di Ut·bino e di Ferrara, che piangevallo nel giorno in cùi l'antico dit~itto feudale · rcndéva deserte l~ due 'Cillà; chiedo Perugia a nonle di ' una r republica, Palestrina, Bt"accianC>, Città-Castello, ed anche Viterbo e Orvieto a notne dei Colonna, degli ~ Orsini, dei Vitelli, dei Vico, dei Monaldeschi già ae- .c~ttati dai popoli e rappr·e?enlanti l' ant~ca indipend~nza: se vògliam·o ·ripar: at~e antiehe ingiustizie fuor i dello Stato rornano contro capitali dette-tirannichè , il sangue degli Scaligeri, dei_ Carr~ara, dei Cava lcabò, dei Beccaria .chiede vendetta, libertà per le città, or vinte , or spianate, or devastate, or tradite: m·ill.e l proteste sorgono in ogni punto; gli uon1ini di LodiVecchio,. di CasteJseprio, della ·~fa1·tesana hanno di-- l'ilto di ricostruire cj.ttà incendiate, republiche spente nel sangue; e già andavano essi a Ròncaglia ed era · · no le .furie dell' irnpero che .gli irnperatori capitanavano assediando Milano . . Ma a ch'e parlare del passato~· non si tr~tta di riparare i torti di altri tempi o di divagare nel regno ' . dei morti, si tratta di vincere l'ingiustizia vivente ,. quella che regna. Fossero gli Stati italiani recenLis · simi, fossero pii1 deboli che non sono', Ja nostra tesi non è dis'trutta , rion è tocca. ~Gli. otto Stati esiston_o, . ~ono ott9 ·ratti , otto punti di partenza, otto centri , otto ,. governi· solidari della conquista austro-pont itìcia ; ritnane adunque la necessità di combattere i

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