Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

l 123 s'ostina poi nell' in1postura per di rendere il proprio onore, ed è pontificio ed austt~iaco di fatto. Doveva ocrnuno pet·suadel'Si che la rivoluzione o era il gior- " ~ LJ UQ de' secreti svelati o non riusciva; nel qual caso con veri i va su bi re il u1itissirno tnarlil'io .di non a vere ) seguaci. l\ dit·itto della •·ivoluzione era d"altrondc ~cn14 pii ce, cvidentissiu1o: non occoa·revano congegni, espedienti, invcnzibni squisite; non e1·a mestieri 'd' inge - gno, ma di probità, non di chiat·issitni personaggi, rna di giustizia: n è era necessario di spingersi agli ultimi cstl'en1i della filospfia o dell'utopia; bastava la sincerità, e bastava accettare idee diventate orarnai senso con1une nell'intera Europa. In altri ter1nini, il concetto della costituzione bastava a non tradirsi . •~ a non tradir·e: perciò lan1enterò io sen1pre, ('he pritna del 1848 l'Italia non sia entrata nell'era ùel\e l costituzioni dopo il 24 febht·aio assolutalnente inlpossibile, c riassun1erò ògni rnio dil'e rendendo ragione di questo concetto. Tre ftu~ono gli er·rori dci cap i della rivoluzione i tu - li ana: il pri1no ~onsisteva nel celebrare Pio IX: eol pontefice ùifTerivasi la libertà, spegnevasi il ùirilto, la lclteratur~a mentiva, ct~a il popolo confertnato ne' , suoi pregiudizi, anzi erano questi esagerali, c si Lt·as· forn1ava l'eruzione della libet,·Là in una ct~ociala de' lClnpi di filCZZO. Il pritno errore ne in1poneva un secondo, per cui si confidava l'Italia al re pietnontese: dacchè la guerra era crociata, spettava a un t\~ di esse l'e fa spada d'Italia: quindi la guerra confidata ad un eroe atterrilo

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