Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

47 cic, diventa aristocratica, rialza la nobiltà, rivolta i feudatari contro la corona, e quindi la Francia contro · Parigi; la riforma travasi allora sul campo della sconfitta; Parigi la respinge ,.la cotnbatte·, la fulmina colla Saint-Barthéletny. Dopo comincia il nuovo moto della lega: concetto a A.tniens, i vi si trova in1potente; Arr1iens trasmette l'idea sua a Parigi; e allora l'idea trionfa , l'antica stirpe ~lei Valois soccen1be. Sorge Enrico IV, un protestante, ma non\ è re finchè non giunge a Parigi; deve assediare Parigi: la capitale catolica non vuoi cedere se non a un re catolico; Enrico IV abjura il proteslantismo; ben vale Parigi una m-essa.~ Parigi era la Ft,ancia, e p~ii che mai lo et~a solto Richelieu, sotto IJuigi XIV, nel1789, sotto la Convenzione, sotto Napoleone; sventurati i nemici di Parigi, sventurati gli uon1ini respinti da Parigi. Di ritorno dall'isola d'Elba Napoleone non risot,ge colla forza di Parigi, quindi non regge. In breve la Francia è unitaria essendo nata unitaria _per la sua capi~ tale, la quale nacque capitale per la popolazione eccedente, per la ricchezza, per la posizione sul punto in cui si incrociavano le qualtt·o grandi vie della Gallia, per la parte che sostiene nel centro della lingua , del carattere, del cotnmercio, dell'industria della Fl~ancia, al centro della scienza ·francese, fino ùal tempo in cui riapparve in Europa la scienza, fino dal tempo di Abelardo, in cui l'università di Parigi con· tava discepoli accorrenti da ogni parte dell'Europa. Certo, l'arte soccorse alla natur~a; certo, la politica pose tnano all'unità francese: tna come? aceellando il . . '

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