Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

... 30 polo; la sua origine deve essere un plebiscito, egli . deve togliere la Francia alla tradizione Inonarchica . La sua den1ocrazia sat~à impostura; pure nel fondo dell; impostura rirnarrà setnpr·e la negazione della legittimità. Prilna del 2 dic.etnbre potevansi pt~cvedere gli atti del presidente giudicandoli colla logica della reazione, potevasi predire che chiuderebbe i circoli , che rovescerebbe la republica romana, che· combatterebbe la 1nontagna, che ridurrebbe la stampa al si· l Jenzio. Prin1a del 2 dicembre poteva$ i affer1nare che tra il presidente e la maggioranza dell" assctnblea non eranvi se non dissidenze dotnes liche, che l'uno e l' altrà volevano eguahnente conservato l'antico sistenla econornico e distrutta la democrazia. Oggi là guerra tra il presidente.e la reazione 'è aperta, la logica della reaz~one non è pii1 quella di Luigi Bona- ' parte che deve chiedere il suo avvenire all'arte del principe nuovo . Egli ha volut-o il potere; non potrà conservarlo senza anlpliarlo' non potrà estenderlo senza cercare nuove forze, e non troverà nuove forze se non nella ' ctemocrazia .,Luigi B.onap.arle deve essere il Giovanni ~ledici della Francia, l'avversario del,la borghesia ~ cui risparll)ia sconfitte subitanee, e il capo della plebe a cui toglie la libertà, a~ccordando l'eguaglianza. La ·società ha bisogno non di autorità, co~n1e fu detto, ma di certezza; essa vuoi essere certa 'nel suo corso, nella sua direzione. L'antica tradizione monarchica e catolica è certissima, non las.cia latitudine alcuna all'agitazione, all'anarchia, ai timori, alle pretensio..

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