Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

' 31 n i contradiltorie: ha tutto previsto; nulla sfugge alla sua azione; pure essa cade in rovina, essa mente ad ogni istante, essa affertna ciò che non è, nega quanto esiste; la sua infallibilità è convinta d'errore e di corruzione, la sua certezza è tirannia. La nuova tradi- . zione della democrazia è vera, ragionevole: ma trovasi incerta, oscura,. ondeggiante, ,in latitudini indetertninate, in balia di speranze contradit.torie. La Francia chiese a Luigi Bonaparte, ad un principe natu·ralnlente nenuco de' principi, di\ determinare COI) una volontà prepotente il ver~ dalla democrazia, combinando la sicurezza col progresso. Il voto à.el popolo sarà esaudito~ io non parlo se non ·del voto che deter·mina la tnissione del presidente: n è mi venga op,. post~ _es~ere contradittoria la n1issione di chi deve attuare la rivoluzione co1nbat.tendo i rivoluzionari: que- , sta non sarebbe obbiezione, sarebbe conferma al1nio ì dire. Che Bonaparte sia costretto a contradirsi, che da principe non possa attuare la democrazia s~ non combattendo i democratici, che non, pos~a an1nistiarli senza dirsi loro seguace, loro inferio·t-ae, senza degradarsi e d~porre il poter,e, che resistendo loro debba cir... condarsi d' lJOnlini unican1ente a lui devoti, e imporre l in ogni In odo il culto dell!la ptopria persona; chedebba seguire le tt-aaccie di chi già s..' in1padroniva degli St.ali • correndo la terra, rovesciando republicani e signori ~ che debba imitare Appiani, nen1ico del tiranno e del municipio di Pisa; Lalli d' ~quila, ostile al re e alla città; Francesco Sforza, avverso alla republica di Milano -e all'impero; il duca Valentino, avverso ai si-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==