Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

.. ... 54 dell'Europa è in islato d' ass~dio, le potenze retrograde non possono sostenersi, n1a i popoli sono convinti che non possono bastare a sè stessi: in oggi la Francia è piit forte che tnai non fu dopo il 18'15, e più necessaria che non nel t 848; e se I.Juigi B<,naparte sguainerà la spada, raddoppierà il potcl'·c della sua temporanea dittatura . Pcrchè nel caso di guerra ,_ , gJi stessi proscritti saranno incatenati alla bandiera di Francia, nel caso di guerra piìL non vi saranno se , non due can1pi, quello della Ft~ancia c quello della santa-alleanza. Non 'un dcrnoct·atico, non un proscritto potrà esitare nella scelta: l'inazione, la stessa aslcnzione, dove non giustificata da forza tnaggiore , sarebbero imn1orali, e n1ostrcrcbbcro l'indiffe renza dello schiavo che n1crita la sua sorte. Da lungo tempo la tradizione napolconica fu giudicata dalla den10c1·azia: c quasi unanitnc la democrazia vide due uon1ini distinti nella persona di Napoleone, l' uon1o del popolo e l' irnpcralore de' Fran - , · c esi; il prin1o in1n1ortale, il secondo caduto . Respin ... gendo l'impero, noi abbian1o senl})re applaudito il soldato della rivoluzione, il dittatore che ripeteva la parte di Robespicrre all' ester·o; noi abbiamo applau- , dito il gr·an capitano che rovesciava il sacro impero, che soppriincva il papato, che liber·ava l'Italia, che 1' univa con leggi un~fortni, che l'armava, che rendevala alla gloria mili tare, che le ispirava ,primo la coscienza della nazionalità, che associavala ai destini della Francia. Noi sempre abbiamo detto che fuori ùelle tradizioni del Direttorio c di Napoleone la ,~i-

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