Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

' 104 questione di religione c di eguaglianza, di libertà e di redenzione sociale; quindi la rivoluzione napoleoJlica ridotta in Italia meno all'intelligenza del pensiero francese, che all' itnit.azione esterna della fortna fran- • ce se, a vuota unità; quindi i due libri inspirati dal regno d'Italia, l'uno a Gioia, l'altro a Ron1agnosi ; t~ntrambi sono unitari, superficia~i, sor·volano al problema della religione, allo stesso proble1na decisivo~ della capilale, c sono due tesi dialetiche, scolastiche, l'una politica, l'altra giu-ridica; tesi che si lasciano travolgere, intervertit~e,@ caddero col regno d'Italia, confutate anticipatatnente da Scipione Ammit·ato. Considerata poi nell'attuazione, l'unità napoleonica non ha mai esistito: come Machiavelli, Napoleone prendeva consiglio dal fatto, rispettava le antichissirne di· visioni di Lotnbardia, di Etruria, di Rotna, di N a- , poli; non lottava nè curavasi di lottat"e contro l' impossibile, e limitavasi a sernplificare la geogt~afia politica dell'Italia. E ancora 'la litnitata sen1plificazione quanto costava! Il regno d'Italia si fondò per reazione, per repressione: cominciò quando la republica cisalpina prese il norne di republica italiaLla, e il mu · tato notne ,invadeva, confiscava le republiche surtc nell'Alta Italia, sotto l'influenza del Direttori'o; il nome nazionale dato alla rcpublica eisalpina spegneva la libertà nella republica cispadana, c preparava . la via al regno. La capitale del regno fu Milano, e ne risultò che Venezia fu sempre sdegnosa, sen1pre fremente sotto un prefetto nominato a Milano; ca dd e in sì profonda miseria, che nel 1814 accoglieva Fra n ~

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