Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

l 84 ~vorando nuovamente, promcttevansi grandi libertà rnunicipali all'Italia una e fusa, onde disfatti gli Sta1 i, l'unità e la federazione riuscissero impossibili an - t~he in parole. IV. Aleuni in sembiante d'amici si mostravano arrendevoli; ci chiedevano se doveva essere rispettata r autonomia di Parma e di Modena, volevano con- , cessioni, onde poi, violato il principio e il diritto in UQ j. punto, fosse violato in ogni punto. Di fatti, se ParJna e Modena sono fuse sarà a profitto di uno Stato; di quale Stato~ del Piemonte? di Lombardia~ di Toscana~ ecco le rivalità destate; poi i ducali, fonden - dosi con uno Stato, ne determinano la preponderanza, la preponderanza determina il movimento della fusione; giungono poi coloro che diconsi federali reclamando prima d'ogni altra cosa il dominio piemontese nell'Alta Italia; e se le fusioni cominciano , non si fertneranno che dinanzi ad una catastrofe . Si insjsteva dicendo: «Volete eternare le divisioni )) dei trattati di Vienna? volete perpetuare Stati con ~ doppie capitali, Stati che contengono la dualità , » l'insurrezione nel proprio seno? yolete l' ltalia con- » dannata ad una feder,azione irregolare, in cui si \'e- )) drebbero piccoli Stati riuniti a Stati estesi~ • Ecco la risposta quale da me data prima dell' obbiezioue. - Vinta la guerra a ogni provincia sarà libera di costi- • tuirsi in Stato indipendente, ·purchè durante un l un- » go corso d'anni determinati dalla federazione repu- » blicana, essa mantenga la sua volontà perrnanenle , ~ formulata òfficialmente da'suoi municipj, quasi-una-

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