Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

\ 85 ~ nin1i dinanzi l' asscn1blea nazionale italiana. Ogni » Stato sarà libero di riunirsi ad altri Stati, ognf qual ) volla i due o pii1 Stati della fusione persistono per » un lungo corso d'anni nella loro volontà official- » rnente formulata dalle loro ~ssemblee quasi- unan i- » rni dinanzi l' assernblea nazionale italiana. Quest' ul- ·» tima poi altra tnissione non potr·ebbe avere se non · lO quella di accertare questo diritto e di r·endere giu.. » stizia. Che questa regola sia chiaramente stabilita \ » in tutte le propagande; e la Sicilia non arresterà »più Napoli, nè Genova Torino, nè Brescia Milano, »nè Bologna Ron1a. Che se si dimentica questo prin- • >! cipio sì sernplice, sl elcn1entare, sì volgare, per par- ~ lare di fusioni o di divisioni, si cade in un labirinto ' » di tuenzogne, si predicano le fusioni per dividere i )) popoli con1e in Toscana, o le divisioni per unirli J> eon1c i n Sic i li a e a N apoli; si fabbrica sul t'also , e • tutto ruina. Chi è di buona fede troverà che la fc - )) de razione republicana con1pie i voti Legitlitni di ogni » partito. Li unitari pr·elendono che la nazione aneli »all'unità: lascino adunque che la nazione manifesti ,. codesto suo voto colle sue assetnblce (1) » • . V. Si tentò di eludere il concetto della federazione ' proponendo una transazione: durante la guerra fu detto non saranno tocchi i confini, solo a guerra vinta si penserà all'unità; forn1eren1o adunque una fede- · razione provvisoria per coslituir·c l'unità definiliva: l' insurrezione sarà federale, la pace unitaria. La ·,{ f i Federazione Republicana, pag. 170-t 71 . '

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