Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

i29 dall' .interveuto austro-catolico. Da quel punto ogni ·errore mi parve colpa, e vidi un delitto in ogni disast.ro: e si raddoppiò la n1ia persuasione della necessità delle assetnhlee a in1pedire la perturbazione dci confini, e della necessità della federazione a lottare contro ogni tentativo di confondere gli Stati: n è potei assistere indolente alla propaganda che predicaYa regni, primati, ditta tu t~c, sorprese, col p i di tnano, e corr·cva scen1pian1ente alla propria rovina; e la stessa dittatura che può essere utile in un popolo esaltato dalla discussione, sti·aziato dalla metafisica sociale, n1i parve tt·adimen_to in Italia, dove il popolo mai nou discusse il proprio dit,. illo, e le rnenti sono intorpidite ' dall' aulori.Là; e vidi a tt·averso li eventi sot·ger·c ognor più grande la necessità .dell'idea fr·ancese a proteggere la libertà dell'italia eontr·o il patto del pontefice ~e dell' i1npcratore dinanzi alla cristianità. l disastri confermavano la rnia fede; e dissi c.~ c nessun'ingiuria n\ i impedirebbe di dit~e il vero all'Italia, e attengo il n1~0 di t:. e, e osservo la rnia pron1cssa. Che se orarnai tornasse inutile la parola contro il destino o fosse ,. forza tacere; se i capi, i n1inistri, i generali di ogni partito, di ogni atnbizio.ne fosset~o tu t ti strtnnenti ù~ u- . . u' effera la fatalità~ se rappee~en l assero essi verarnenle di diritto e .di fatto la vertigìne di un popolo cort~otto e infelice; se ~a lnnghisshna servilti italica scusasse, autorizzasse l' in1postut·a dci pochi; se i pochi fosset·o spinti al 1nenlire dall' istinto dclit·ante delle Inoltitudini v·òlle_a ristorare il papato, a risuscitare Ca1·lo Alberto, a conservare i principj odiati dal popolo fra n-

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