Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

\ ' 150 cese; se dovessimo considerare come fatti necessari i eapi del t 848, siccome tali dobbiamo considerare quelli del t 799 e d'ogni passata istoria; se il parlar verace e aperto fosse un esasperare piaghe insanabili, un irritat~e inutihnente uontini incapaci o deliranti, verso cui il silenzio diventasse dignità o almeno dovere di gentile cotnmiserazione; se soppressa la discussio- ,. ne, sospesa la poletnica, ingiunto il silenz·io intorno · ad ogni colpa e ad ogni colpevole, convenisse lasciar violate le leggi del giusto perchè regnassero ineluttah.ili quelle della necessità; se la passata gloria dell'I- /. talia fosse fatta peso smisurato, o~tacolo invincibile ad ogni progresso e pre~unzione che l'incivilimento dovesse fuggire da una terra esausta , cotne già fuggiv~ dal suolo dell'Egitto, da quello della Grecia ,e dall' antichissi1no Ot~ienle; se l' Austt~ia, che è vasta, c capace digeandi J~ivoluzioni, e ghibellina e moderlla, potesse avere il dir·itto di don1inare popoli inca- <lavcriti ne' pregiudizi catolici e nell' infedellà dell'an-- tico risorgimento; se convenisse lasciare l' 'Italia alle sue favole, alle· sue ciance di non so qual primato, alla miseJ~a sodclisfazione di declarnare, d'inveire , v . d'illudersi, all'odio suo contro i Tedeschi, ferventis- • sirno fin dal n1ille, e crescente e sterilissimo per secoli l quale fenomeno da studiarsi pacatamente, eruditaInente, senza ·cura de' contemporane~, sin1ili nelle credenze e nell'operare ai cospiratot~i del decimo secolo descritti da Luitprand·o; se le due teorie dell'in- · dipendenza ·e dell'unità che trasportano o.gni moto nell' in1possibile fossero formale fatali, inganni pro-

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