Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

110 )) se, esse si ~redono invase, diseredale, ed esse lo ~ ) sono! » La pretesa unanimità dci poeti e dei politici in favore dell'unità riducesi ad un' .illusione, ad un equi~ voco. Dante e Petrarca con1battono, insultano l'uni Là ( sacrificandola all'unità in1periale: l'Ariosto, il Tasso, Berni, Pulci scrivono pocn1i cavallereschi e feudali , epopee cristiane indivisibili dalla tradizione di Car-l' lomagno, dell' in1peratore. Machiavelli ,è solo a scrivere due pagine sull'unità, Ammirato è p l~ imo ed ultimo a confutarlo; gli altri politici italiani quasi tutti trascurarono il problema; ~ pochissimi che lo ricordarono non lo scandagliarono punto. Hannovi ,. forse ·cento storici .che ricevono l'influenza di Machiavelli ~ che sono ostili al papato e all'impero; son tutti, come Guicciardini, uotnini del risorgimento , uomini che desiderano la lega del 1484, l'antica fe- .derazione delle signorie principesche, repnblicane o 1niste. Napoleone, ponendo n1ano anche lin1ilatal mente all'unità, fece reazione, e l'opera sua svanì: la federazione che sorgeva col Direttorio sarebbe 'rimasta. Quasi sen1pre, chi parlò d'unità intese parlare dell'unità della lingua, della letteratura, della nazionalità; intese opporre l'unione alle discordie, alle dissensioni, alle divz"sioni italiane~ o alludere alla .. semplificazione progressiva. della geografia italiana o ad un avvenh~e lontano e non politico, nel quale l'unione sarebbe forse materiale., Quanto a me, nell' applaudire al concetto di Machiavelli io acce~tai

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