Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

77 lenza che in1pose da più secoli le capitali attuali; gli unitat·i le chiamano ti.ranniche, non possono difende de, tenler~ebbero di reHdersi cotnplici dci l\ledici o dei Visconti assicurando poi che la capitale unitaria germoglierebbe da sè, tra le rose. Qual è la capitale. che non sia uscita dalla guerra, che non sia sl ala sede di re o di tiranni~ che non sia surta in forza di una lunga serie di guerre, di repres~ioni, di cotifische '· di soprusi~ Parigi, la capitale più antica, la pitl innocente, Parigi nuota nel sangue degli A lbig~si, degli Ugonotti ; . . nuota nel sangue versato da Luigi XI, da Richelieu , c suppone l'ingiustizia che rovesciava la republica di Strasburgo, i parlamenti di Brettagn'=', le franchi· gie di Navarra, ecc. La storia delle capitali italiane non è se non la storia di Parigi ripetuta otto volte . , ( Napoli è antica quanto la conquista di Carlo d'Angiò; ritnane capilale sotto gli Angioini, sotto gli Ar· ragoncsi, sotto gli Spagnuoli, sotto gli Austr·iaci , sotto i Borboni; in ogni tempo fu eentro delle vicissitudini, delle rivoluzioni della Bassa l t alia. Da N apoli Carlo d'Angiò determinava la centralizzazione feudale del regno; da Napoli Alfonso d' Arragona (il ].;uigi Xl della Bassa Italia) faceva in1prigionare e assassinare d' un tratto tutti i grandi feudatari del regno; Napoli traeva seco le ricchezze, la popolazione, l'indipendenza delle antiche città: dinanzi a N a- , poli Bene,7ento, .Aquila, Reggio, Alife, Arce, Luce - ra , Salerno, Gaeta, Taranto, Capua, Bari, Amalfi le città del 1nedio evo decadevano, come Tolosa, Bayeux, Troye, Arles dinanzi a Parigi . Da Napoli dopo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==