Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

' 106 piava le accuse della popolazione contro Beauhar·. nais, contro Napoleone; dominava tutte le discussioni lom barde del 1814; era un fatto la cui influenza ollrepass'ava l' in1pura sua origine, e travisa v~ ogni t\oncetto sulla influenza francese, sulla guerra, sugli alleati, sull'antica tirannide , su lle speranze future. Jlerchè non s'improvvisa una capitale senza togliere i cittadini alle loro abitudini, la città si trasforma in , bazar, in fiera, in luogo di convegno; la popolazione rnobile diminuisce l'influenza della popolazione sedentaria; l'antico cittadino non .è pitt in casa sua, " sarà più felice, non è più padrone; nè havvi compenso se il con1penso non è inteso e accettato. Il ben essere improvvisato giunge fatalmente coll'in.. dustria, col con1mercio; il cittadino non lo deve dircttame~te dal governo) e per la forza del governo egli vede giungere mille sconosciuti, vede in ogni sconosciuto un avvcnturioro cqe chiede iippieghi, che finisce per comandare all'antico abitante della ~ città. Gli impiegati non scelti nel paese sono sospetti, non ispirano confidenza, non hanno le abitudini del cittadino, non sono della famiglia, non hanno radici: se non dissirnulano la spontaneità del loro dialetto mascherandola con un cattivo italiano, sarebbero essenzialmente ridicoli' e il loro i.taliano non è sp~ntaneo, non naturale, e dà, a chi lo parla, apparenza di uomo n1ascherato, mentre tutta la popolazione si tnoslra qual è nella spontaneità del proprio dialetto. S' Jmagini quindi la facilità di accusare il , forestiero, l'intruso; l'accusatore ha torto, pure il

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