Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

1:3 no, una scelta ~ra un'insurrezione gener'alr- e la p re· sidenza decennale di Luigi Bonaparte; che la stampa del potere diffamava, lnentiva, che ingannava Parigi colla provincia, la 'provincia con Pat'igi; che trasforInava le proteste in sommosse, le sotnmosse in ucc isioni, e che favole impossibili erano propagate per - thè sembrasse la società in procinto di dissolversi, e/ quindi fosse eletto i~l presidente a liberatore e vindiee, <-ontro imaginari nernici. Sì, il voto del 20 e del 2 l dicen)bre fu voto di sangue; eppure è forza ricono~ scere che Luigi Bonaparte fu accellato, che la Frant ia ,·olle la presidenza decennale, il governo di Luigi' Donapa:rle. Diremo noi, ~er annullare il voto, che il. popolo non ebbe il coraggio di votare contro il pre.. s'dente? che l'esercito non era u~ esercito francese~ .che abbisognavano le cento voci della stampa per insegnare alla nazione che il colpo di Stato era illegale~ che necessari eran~ i giornali .per dimostrare al popolo che i suoi rappresentanti non erano ladri, nè ornicidi ~ che il popolo, subilainenle reso stupido e vile, non aveva idee, n è sensi, n è volet·e, n è ragione~ che oggidì, tolto lo stato d'assedio, la stupidità c la viltà sono raddoppiate? Ciò posto, come e quan- , do liberare un popolo che non ha idee, n è sensi, n è • ·volontà, n è ragione? Se lottiatno con polemiche che cadano in minuziosi particolari, invece di sfuggil·e al voto che sanziona il colpo di Stato noi soccombiamo alla dottrina che nega al popolo la capacità di governarsi, il diritto di reggersi. Quindi giustificata ogni ti - rannide, e il colpo di Stato non solo sanzionato, ma

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