Giuseppe Ferrari - L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851

9 pesse la rcpublica di vcr,ç;a o almeno non peggiore de lla tnonarchia ~ - Da ultimo, la parte più progressi y a deIl'asse rn blca naz i o il a1e cospirava involontar.ia col presidente : setnpre sconfitta dalla tnaggioranza, la montagna erasi ridotta a concentrare tutte le sp~ranze della democrazia nella conquista del voto univer·sa1e. Non chiedere altro che il vot.o ·universale, non insorgere se il voto universale non ' erà violato, ecco la parohi d'ordine che aVP,Va preceduta la legge del 3t maggio: e quando il 31 rnag.. gio la maggioranza limitava il voto universale' quando l'insultava con resta~izioni Jniseran1ente perfide , quando la democrazia militante trovavasi ncll'itnpossibilità di combattere, quando rinunciava al duello . da lei provocato, essa differiva le sue speranze al 1852, promettendosi ancora la conquista del voto . nniver·sale , che doveva farsi (dicevasi) colla pistola alla mano, alla porta di ogni rnunicipio. Per resis tere ~•Ila maggioranza èhe ritiutavagH la pt·orogazione dei poteri, Luigi Bonaparte prese sotto la sua protezione il voto universale: la montagna aggiunse forza al potere esecutivo contro il potere legislativo, e conco r~se ad agevolare il colpo di Stato. Mancavagli di esser popolare, e la montagna gli diede l'aura dell a popolarità. Il 2 tlicen1bre, con maraviglia della mon · tagna, e per la disperazione dei capi, il plebiscito <~ h e sopprirneva 1' assetnblea e ristabiliva il voto uni- , versale er·a accolto ~enza odio, quasi con giubilo, non scorgevasi collera alcuna, le proteste n.on oltrepas· savano il gr~ido : 1)i'Va la republica . ~la la rcpublica

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