La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

ANNO 1- N. 6 • SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE - 20 O'ITOBRE XVI 64 DIRETTORE T:ELESIO INTER~I Bibloteca Gino Bianco mo L.1

~NNO I· N. 6 SCIENZA SOMMARIO T. I.: PREMESSA. DOCUMENTAZIONE LINO BUSINCO: TUTELA FASCISTA DELLA RAZZA; PAOLO TRIZZ.: RAZZA E PREVIDENZA SOCIALE; DI• SFATTISMO EBRAICO; GLI EBREI E LA RIVOLUZIONE FASCISTA; ELIO GASTEINER: COME CLI EBREI DERUBARONO LA GERMANIA DURANTE LA GRANDE GUERRA; FRANCESCO CALI.Ali!: L'EBREO NON SI ASSIMILA; NICOLA SALVATI: CONVERSIONI EBRAICHE; LA CONGIURA EBRAICA NEL 1924; IL CENSIMENTO DEGLI EBREI ITALIANI; A. TIIIZZINO: GLI EBREI CONTRO L'ITALIA NEL PERIODO DELLE SANZIONI - GLI EBREI AL SERVIZIO DI BARCELLONA. 20 OTTOBRE XVI POLEMICA GUIDO LANDRA: LA SITUAZIONE RAZZIALE DEI CIN• QUE CONTINENTI; IMPEDIAMO CHE NASCANO DE· GLI INFELICII; LIDIO CIPRIANI: L'INCROCIO CON GLI AFRICANI E' UN ATTENTATO CONTRO LA CIVILTA' EUROPEA; GIUSEPPE LUCIDI: PUREZZA ED UNITA' DI SANGUE DELLA RAZZA ITALIANA; LUIGI CASTALDI: MASSIMO. LEIJ: DIONISIO CLERICALE; GIORGIO ALMIRANTE: NE' CON 98 NE' CON 998; EBRAJSMO E BOLSCEVISMO NEL MONDO; ALDO BOMBA: BOLSCE. VISMO DI MARCA EBRAICA; EBRAISMO E FASCISMO; ARMANDO TOSTI: GLI EBREI E LA MORALE OMOGENEITA' DELLA RAZZA ITALIANA; MABIO BACCIGALUPI! GLI ASPETTI GIURIDICI DELLE DECISIONI DEL GRAN CONSIGLIO. BORGHESE; FUORUSCITISMO EBRAICO. QUESTIONARIO IL BORGHESE; SANGUE MISTO; SANGUE E BATTESIMO; IL COGNOME; DELIRIO DI UN MONOMA"IIACO. Roma . Uffici: Largo Cavalleggeri, 6 - Telefoni N. 64.191 · 60.463 il "TEVERE" è l'avamposto della stampa fascista LEGGERE jTEVçiìEI DIRETTO DA TELES/0 INTERLANDI E L'UNICO SETTIMANALE LETTERARIO ITALIANO IN CUI LETTERA TURA ARTE E POLITICA S'ILLUMINANO A VICENDA non s•ignifica soltanto essere informati ma anche e sopratutto avere una guida 2 Bibloteca Gino Bianco INTUTTELEEDICOLE

BANCA COMMERCIALE ITALIANA MILANO CAPITALE L. 700.000.000 INTERAMENTEVERSATO RISERVA LIRE 151.087.696,65 AL 31 DICEMBRE 1937-XVI 200 FILIALI IN ITALIA 4 FILIALI E 14 BANCHE AFFILIATE ALL'ESTERO GRATUITAMENTEA RICHIESIA IL · VADE- MECUM DEL RISPARMIATORE Bibloteca ·Gino Bianco ' AGGIORNATO E INTERESSANTE PERIODICO QUINDICINALE

4 SOCIETÀ ITALIANA PERLESTRADEFERRATE MERIDIONALI ' SOCIETA SEDENTE ANONIMA IN FIRENZE CAPITALEL. 340.500.000 INTERAMENTVEERSATO AMMORTI.ZZATO L. 7.415.000 C[]Rl]E]1D1)1rco1,11Ar]L](ANCO, SOCIETA ANONIMA - CAPITALE L. 500.000.000 - RISERVEL. 111.659.733,35 §EDE SOCIALE: GENOVA. - DIREZIONE CENTRALE: MILA.NO FILIALI IN ITAUA: Abbiategraaao • Acireale • Acqui • Alaaaio • Albenga • Albiuate • AleHandria • Ancona • Aquila • Areno • Asti • Bari • Barletta • Bedonia • Bergamo • Biella • Bol09Da • Bolzaneto (Genova) • Bolzano • Boaa • Breocia • Brindiai • Buato Arauio • Cagliari • Camogli • Cantù • Carrara • Casale Monferrato • Caserta - Ca .. ano Magnago - Castano Primo • Cot,tellamare di Stabia • Catania • Catanzaro • CeHna • ChiaYari • Chieti - CiritaYecchia • Coggida • Como • Comigliano (Genova) • Couato • Cremona • Cuggiono • Cuneo • Domodoaaola • Faenza • Fagnano Olona • Ferrara • Fidenza • Firenze • Fiume • Foggia • Forll • Frattamaggiore • Gallarate' • Genova - Igleaias • Imperia • Lanuao: • La Spezia • Lecce • Lecco • Legnano • Lentini • LiYomo • Lodi • Lonate Pouolo • Lucca • Lugo • Lumezzane • Magnago • Moda • Me .. ina • Meatre (Venezia) • Milano • Modena • Mola di Bari • Molfetta • Monop0li • Monza • Mortara. • Nap01i • Nervi (Geno•a) • Nocera Inferiore • NoYara • No•i Ligure • Oristano • Ospedaletti • Padoya • Palermo • Pa.rma • Pescara • Piacenza • Pietrasanta • Pinerolo • Piaa • Piatoia • Pontedecimo (Genova) • Prato • Rimini • Rip0sto • Ri•arolo (Genova) • Roma • Rongo • Samarate • Sampierdarena (GenoYa) • S. Giovanni a Teduccio (Nap0li) • Sanremo • San Severo • S. Maria Capua Vetere • Saronno • Sanana • Saaaari • Savona • Schio • Secondigliano (Napoli) • Seregno • Sosto S. Giovanni • Sestri Le•ante • Seatri Ponente (Geno•a) • Somma Lombardo • Squinzano • Taranto • Temi • Torino • Torre Annunziata - Torre del Greco • Trento • Treviso • Trieste • Udine • Vareae • Venezia • Ventimiglia • Vercelli • Verona • Viareggio • Vicenza • Vignano • Voghera • Volterra • Voltri (GenoYa), ESTERO: Sede a Londra • Ufficio di BappreHnlanza a New York. BJ\.NCHE J\.FFILlJ\. TE E CORRISPONDENTI IN TUTTO IL MONDO Bibloteca Gino Bianco

LA MAGISTRATURA ELEPOLIZZE DI "PRAE·VIDENTIA . I La Polizza di PRAEVIDENTIA è stata da S. E. il Ministro di Grazia e Giustizia riconosciuta particolarmente indicata per l'investimento dei capitali spettanti ai minori, nei casi di lasciti, eredità, indennità e sempre· quando si presenti il bisogno ·di assicurare la incolumità del patrimonio ed i frutti di esso I ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI Bibloteca Gino Bianco

A C Q U E SALSOJODICHE ARSENICALI A C Q U E SOLFOROSE A C Q U E CLORURATO SODICHE A C Q U E MAGNESIACHE ·~-1~ ·iol,,i - J~,U,, MALATTIE CHE SI CURANO ALLA FRATTA Affezioni reumatiche croniche • Artrite deformante - Sciatiche • Hevrltl • Malattie del ricambio (Gotta, uricemia, obesità, diabete) • Malattie della pelle (eczemi, pruriglnr, piodermiti, psoriasi, ecc.) • Postumi di traumi, di fratture, di distorsioni, periostiti • Esiti di varici e di flebiti • Adeniti • Linfatismo - Adenoidismo • Affezioni croniche delle vie respiratorie (escluse le forme tubercolari) - Asma bronchiale · • · Catarri cronici dello stomaco e dell'intestino - Enterocoliti · Catarri cronici delle vie biliari e della cestlfellea Cirrosi epatica nel periodo Iniziale • Affezioni croniche dell'apparato genitale della donna STAZIOFNEIRROVIARIE DIFORLIMPOPOLI ODIFORLSIULLLAINEABOLOGNA - ANCONA SERVIAZUIOTDOAFORLIMPOPOLI -SERVIDZICOORRIEDRAFAORDLIA,CESEENPA EVSIICINI DIREZIONE SANITARIA E SCIENTIFICA: PROF. DOTT. M. COMEL DELLA R. UNIVERSITA DI MILANO (PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI Al l A S E O E IN GENOVA - CORSO A. PO O EST À , 2) Bibloteca Gino Bianco

ANNO I - NUMERO 6 20 OTTOBRE 1938-XVI ESCE IL S E IL 20 DI OGNI MESE UN NUMERO SEPARATO LIRE l ABBONAMENTO ANNUO LIRE 20 ABBONAMF.NTO SEMESTRALE• 12 ESTt:RO IL DOPPIO Direttore: TELESIO INTERLANDI Comitato di redazione: prnf. dott. GUIDO LANDRA prof. dott. LIDIO CIPRIANI • dott. LEONE FRANZÌ - dou. MARCELLO RICCI. dott. LINO BUSINCO _Segretario di rcd,ozio_ne: GIORGIO ALMIRANTE SCIENZ4.•DOCUUENT4ZIO POLEMICOAU•ESTIONARIO LA-DICHIARAZIONE DELGRACNONSIGLI li Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell'lm· pero, dichiara l'allualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da aedici anni e svolge una attivitil positiva, diret101 al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe osaere gravemente compromesso, con conseguenze poli•. tiche incalcolabili, de incroci e imbaslardimenti. ! li probterna-ebraico non è che l'aspello metropolitano di un problema di carattere generale. il Gran Consiglia del Fascismo stabilisce: a) Il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane; b) Il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militaro - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualaiaai razza; e) Il matrimonio di italiani e italiane con stranieri anche di razze ariane dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno; d) Dovranno eaaera rafforzate le misure contro chi attenta al preatigio della razza nei territori dell'Impero. ' li Gran Consiglio del Fascismo ricorda che l'ebraismo mondiale - specie dopo la abolizione <I.ella maaaoneria - è stato l'anima• tore dell'antifascismo in tutti i campi e che l'ebraismo estero o italiano fuoruscito è alato - in taluni periodi culminanti come nel 1924.25 e durante la guerra etiopica, unanimemente ostile al Fascismo, L'immigrazione di elementi stranieri - accentuatasi fortemente dal 1933 in poi - ha peggioralo lo staio d'animo degli ebrei ila· liani. nei confronti del Regime. non accettato sinceramente, poichè antitetico a quella che è la psicologia. la politica. l'intemaziona• liamo d'Israele. Tutte le forze antifasciate fanno capo ad elementi ebrei; l'ebraismo mondiale il, in Spagna, dalla parte dei bolscevici di Barcellona. li Gran Consiglio del Fascismo ritiene che la legge concernente il divieto di ingresso nel Regno degli ebrei stranieri non poteva pi\). oltre essere ritardata, e cr.e l'espulsione degli indesiderabili - secondo il termine messo in voga e applicalo dalle grandi democrazie - è indispensabile. li Gran Consiglio del Fascismo decide che oltre ai casi singolarmente controversi che saranno sottoposti all'esame dell'apposita commissione del Ministero dell'Interno, non sia applicala l'espulsione nei riguardi degli ebrei stranieri i quali: a) abbiano una età superiore agli anni 65; b) abbiano contrailo un matrimonio misto italiano prima del I. ottobre XVI. Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l'appartenenza o meno alla razza ebraica, stabilisce quanto segue: a) è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei; b) è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera; c) è considerato di razza ebraica colui che# pull esaendo nato da un mcitrimonio misto. professa la religione ebraica: d) non è consideralo di razza ebraica colui che è nato da un Bibloteca Gino Bianco matrimonio misto, qualora prolessi altra religione all'infuori della ebraica; alla data del 1. ottobre XVI. Nessuna discriminazione sarà applicata - escluso in ogni caso l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado - nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana - quando non abbiano per altri motivi demeritato - i quali appartengono a: 1. Famiglie di Caduti nelle quattro guerre sostenute dall'Italia in questo secolo: libica, mondiale, etiopica, spagnola. 2. Famiglie dei volontari di guerra nelle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola. 3. Famiglie di combattenti delle .guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola, insigniti della croce al merito di guerra. 4. Famiglie dei Caduti per la Causa Fascista. 5. Famiglie dei mutilali, invalidi, feriti della Causa Fascista. 6. Famiglie di fascisti iscrilli al Partito negli anni 19-20-21-22 e nel secondo semestre del 24 e famiglie di legionari fiumani. 7. Famiglie aventi eccezionali benemerenze che saranno accer• tate da apposita commissione. I cittadini italiani di razza ebraica. non appartenenti alle suddette categorie. nelratteaa, di 1.4-Danuova leggo concernente l'acquisto della cittadinanza italiana. non potranno: a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista; b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o pi\). persone; c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno; d) prestare aerviaio militare in pace e in guerra. L'esercizio'dellJ. professioni sarà oggello di ulteriori pr6vvedimenti. li Gran Consiglio del Fascismo decide inoltre: I. • che agli ebrei allontanali dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il normale diritto di pensione; 2, • che ogni forma di pressione sugli ebrei# per ott,nere abiure# sia rigorosamente repressa; 3. - che nulla si innovi per quanto riguarda il lib8ro esercizio del culto e l'attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti: 4. - che. insieme alle scuole elementari, si consenta l'istituzione di scuole medie per ebrei. li Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di conce· dere, anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di ebrei europei in qualche zona del• l'Etiopia. Questa eventuale e le altre condizioni falle agli ebrei, potranno essere annullate o aggravate a seconda dell'atteggiamento che l'ebraismo assumerà nei riguardi dell'Italia fascista. Il Gran Consiglio del Fescismo prende alto con aodcijslazione che il Ministro dell'Educazione nazionale ha istituito cattedre di atudi -aulla razza nelle principali Univenilil del Regno. Il Gran Consiglio del Fascismo, mentre noia che il complesso dei problemi razziali ha suscitato un interesse eccezionale nel popolo italiano, annuncia ai fascisti che le direttive del Partito in materia sono da considerarsi fondamentali e impegnative per tutti e che alle direttive del Gran Consiglio devono ispirami le leggi che aaranno sollecitamente preparate dai aingoli Minietri. 7

8 e, nella sessione di otwbre, la prima riunione del Gran Consiglio fu dedicata al pro· blema ebraico, definito « aspetto metropolitano d'un problema di carattere generale », ben si pM dire che la dichiarazione di poi approvau,, e indicata come fondamentale e impegnativa per tutti costituisce il primo capitolo della carta del razzismo italiano. Il primo capit-Olo,o l'introduzione; giacch,è non vi può essere imerpretazione e applicazione d'un razzismo italiano senza preliminare soluzione del suo aspett-0 « metropolitano», vale a dire dell'ebraismo. Questo concetto non riesce.nuovo ai nostri lettori; pure è necessario riaf/ermarlo e ancora una volta chiarirne la portata, anche se la dichiarazione del Gran Consiglio ha volut-0 cancellare ogni equivoco. Ecco perchè quest-0 fascicolo, più j olto dei pr.?cedenti, è interamente dedicato al commerùo delle fondamerùali e impegnative deliberazioni del supremo organQ del Regime, alle quali « devono ispirarsi le leggi che saranno sollecitamerùe preparate». Dal complesso di studi che qui sono raccolti vuol risultare la necessità.e tempestività della separazione operata tra ebraismo e italianità, tra il vivente corpo della nazione e l'escrescenza giudaica. Sappiamo che per lungo tempo si volle ignorare in Italia la nefasta inf lW:nza dell'ebraismo. Si corùò sull'assimilazione; si credeva di fare una politica di assimilazione e invece se ne faceva una di abdicazione. Mentre le più a/lendibili testimonianze ebraiche, ammirevoli per sincerità, documentavano l'irreducibile esclusivismo d'Israele, molti Italiani si pagavano il lusso d'ignorare la sostanza dell'ebraismo; e se lo pagavano a spese dell'Italia. Fù così che l'invadenza giudaica non conobbe limiti e opposizioni; e doveva essere la Rivoluzione fascista a fermarla. Nella necessità di ottenere dal paese una risposta al richiamo razziale che la conquista di un Impero africano aveva suscitato, il Regime si trovò di fronte a zone opache, ad ottuse incomprensioni. Erano Ie zone di necrosi dello spirito italiarw, dove il giudeo aveva ben lavorato. Ripercorrendo la storia della travagliata ascensione dell'Italia, nei momenti più terribili noi incontriamo la orrenda ostilità di quelle zone giudaizzate. « Ciò che ci sembra il meglio per noi e per tutti ... è che le nostre armi e la nostra bandiera ~ianobattute così solennemente da togliere a quei manigoldi che ci guidano in quelle forre maledette la possibilità morale di ricominciare». Così si scrivPva in Italia prima di Adua (Critica Sociale, 6 gennaio 1896); e, dopo Adua, i deputati sovversivi gridavano nell'aula di Montecitorio« Viva Menelik! » (5 mar.zo 1896). Non con diverso animo si lanciavj nel 1917 la formula del « prossimo inverno non più in trincea! » Sono punti essenziali della storia nostra; e ricordarli significa intendere che la conquista dell'Impero e la dignità imperiale necessaria all'Italia presuppongono la restituzione dell'Italia a se stessa e la cauterizzazione della necrosi giudaica. Dopo di che, i problemi della razza acquistano veramente la loro ampiezza e impegnano • l'avvenire. E' di questo avvenire che noi tutti dobbiamo preoccuparci, col passatn che ci ammonisce. 'T. I. BiblotecaGino Bianco

d oe 11111 ._.•• t 11zi tt 11 e TUTELA 1jfi · FASCISTA /4 DELLA RAZZA Il Fasciamo, pur nello aJ)Q%iorelativamente breve di un quindicennio, puc?>vantare di aver condotto In favore della tutela e del miglioramento del popolo italiano una azione grandiosa esclusivamente perchè questa azione ha poggiato sopra il coatante pensiero, la ferrea volontà del suo Capo. Pensiero che ba sempre visto nell'efficienza qualitativa e quantitativa un'arma di grandezza per il popolo, volontà che costruisce, affina perennemente gli strumenti necessari a questa efficienza di numero e di qualità. Va subito dotto che il Duce ha creato, perfezionato tutto il complesso degli enti, organi in lavoro del popolo non perchè mosso da considerazioni pietistiche, o da altri simili sentimenti di solito alberganti nei e buoni> uomini di governo demoaotico_ e Ci aiamo aganciati dal concetto troppo limitato di Hlantropia per arrivare a quello piÌl vasto e piÌl profondo di assistenza>. Ed ancoro: e Noi non vogliamo opprimere U proletariato, ricacciarlo verso condizioni di vita orretrote o mortificanti; anzi vogliamo elevarlo materialmente e spiritualmente>. In uno dei primi e piÌl urgenti problemi incontrati dal Fascismo dopo il 28 ottobre 1922 - il problema dell'assistenza - il pensiero. del Duce vede e giudica ispirato ad un alto sentimento di dignità nazionale. Chiaro volontà di decidere non secondo deboli umanitarismi ma secondo lo spirito di una alta dignità che Egli riconosce nel suo popolo. Questo è il fulcro di tutta l'azione svolta. t·aver cioè sempre considerato il popolo non come un semplice elemento economico. demografico o altro, ma vedendo tutto questo in funzione della sua italianità, della sua qualità di e uomo italiano>. Sino dal 1920 Egli diceva: e ... Primo pilastro fondamentale dell'azione fascista è ntalianHà, cioè: noi siamo orgogliosi di essere italiani >. Il concetto cosi vivo, coal sentito, dell'italianità doveva naturalmente portare ad un inquadramento razziale: e Intendo dire che il Fascismo si preoccupi del problema dello razza colla quale si fa la storia >. BiblotecaGino Bianco Ricorrono quindi ancoro questi riferimenti che allontanano terminologie generiche per venire ad altre piÌl decise. piÌl ferme che dànno al popolo un suo, proprio aspettc biologico: e Capace di miracoli è stata in ogni tempo questa nostro rozza italiana che mi appare ognora, quando io ne faccio oggetto delle mie meditazioni, un prodigio singolare nella storia umana >. Specialmente rivolgendosi ai lavoratori Mussolini fa uso del termine_ razza. Egli, con il suo intuito infalliòile, sente che qui stanno, vivono, pulsano i va.lori piÌl antichi e piÌl forti della biologia della Nazione. e ... Siete voi che rappresentate la razza nel suo significato piÌl profondo e immutabile. Voi non fate i matrimoni misti; i vostri amori non escono dalla cerchia del villaggio o tutt'al piÌl della provincia e quindi, quando arrivano le grondi crisi dei popoli, voi non avete dei problemi famigliari da risolvere>. e ... La terra e la razza sono inscindibili a 9

dore il lavoratore dal pericolo che gli proveniva dal auo ateaao lavoro. Il R. D. del 15-5-1929 stabilisco la indennluabllità per queste malollie: Intossicazioni di piombo, da mercurio, fosforo bianco, aolluro di car• bonlo, benzolo e derivati. e por l'anchilostomiasi. L'assicurazione contro gli infortuni sul la• voro, pure curata con particolare allenzione dagli organi del Regime, ha subito in questi ultimi anni un notevole perfezionamento ispirato a quel criterio di giustizia sociale che ispira sempre i provvedimenti In favore del popolo. L'infortunato prima riceveva come indennino una somma unica che, nella maggioranza del casi, terminava in pochi anni sperperala da malaccorti investimenti o per amministrazione poco saggia. Con lo nuove diaposizloni all'indennizzo in capitale viono sostituito quello in rendita. Il lavoratore minorato o la sua famiglia possono cosi coniare au un aiuto por• mancnte e sicuro. Con altro provvedimento viene sancito l'obbligo di cura por l'infortunato. Vengono cool ridotti al minimo i danni subili e si difende Id capacità lavorativa. Ma la tutela dol lavoro non pul) rlnser• rarsl nei limiti della prestazione d'opera. Occorre dare a questi elementi attivi del• l'economia nazionale una tranquillità spiri• tuale sulla base di una sicurezza economica anche per i giorni Improduttivi. L'lali• tuto dello Previdenza Sociale svolge un'at• tivl.salmo opera anche in questo campo cu• rando lo sviluppo In ampiezza dell'ossicu• razione per l'l.n.,alJdità e la Yecc:hiaia. Vi sono altri organumi che portano la loro azione benellca in favore di altre ca• t09orle di lavoratori; come od esempio l'oasleurazione por lo gente di mare. Altri enti, altri Istituti, int09rano e perfezionano quoata opera di assistenza verso i.I lavoratore. In questo modo l'ita!Jono che nelle officine, aul campi o nei mori dà U suo lavoro in vantaggio della Nazione è pienamente tutelato da ogni lato. Quando al pensi - ed oggi che gli studi della razza sono di nuovo in auge questa realtà è ptò endente - che tra la genie che lavora nel campi o nelle ollici.ne vi sono gli elementi piò puri della nostra stirpe, pub Intenderai veramente che tutelare pienamente questi elementi sia difendere il patrimonio migliore della nostra rana. E non è da stupire se il Fasciamo, con una visione larghissima del problema abbia voluto inl09rare questa tutela con la creoziono e la poderosa attività di due enti che completano da lati diY8rsl la sua opera di asaiaten.za dirella al lavoratore: U Patronato Nazionale por l'Assistenza Sociale e l'Opera Nozionale Dopolavoro. Il Patronato conJeriace una maggioro pron• lezzo all'azione assistenziale. Quando Il Fasciamo delle Il auo Impulso vitale all'alti• vità oasieu.rativa I rapporti Ira lavoratori ed Istituti crebbero notevolmente di numero. Nel numero al fecero plò frequenti gli inevitabili contrasti derivati molto spoaao da una Imperfetta conoscenza delle disposizioni. Occorreva chiarificare, arginare abusi. consigliare utilmente. I primitivi Uffici del Lavoro ai dimostrarono ben presto insufficienti alla bisogna. Per intervento delle Corporazioni al.ndacali vennero trasformati in Uffici Tecnici provinciali e in Patronato medi00-l09ale, fino a quando con decreto del 24-12-1927 ai ebbe la trasformazione in Patronato Nazionale por l'Assistenza Sociale. Bibloteca Gino Bianco -._.., - e cmzicmi l<rTOTGtori che il Bevime craalate, Attraverso gli uJlici di questo organo, per meuo di prestazioni noturalmento gratuite, la tutela dei lavoratori ha raggiunto oggi - è possibile dirlo - quella snellezza dJ pronti sviluppi che ìl uno dei migliori requisiti per la aua elficacia. D Patronato va quindi consideralo un elemento int09ratore dJ alta importanza por l'Imponente azione che li Fascismo svolge quotidlanamenle in favore dei lavoratori. Ma un Regime che voglia veramente tutelare, esaltare le forze creative della sua razza non pub limltaraJ ad assistere i maiali, a garantire il pane agli infortunali, ai vecchi o .a quelli che non hanno da lavorare. Questa sarebbe aempre un'opera difensiva I cuJ effetti verrebbero certamente a sminuirsi se non la ai completasse con una energica azione totalitariamente attiva. Ed a questo pronede l'Opera Nazionale DopolO'foro. Questo Ente, creato con D. L 1-5-1925, n. 582, ai proponeva le seguenti linalità: promuovere un aano e proficuo Impiego delle ore libere dei lavoratori intellettuali e manuali, con istituzioni dirette a sviluppare le loro capacità fisiche, intellelluali e morali; provvedere all'incremento ed al coordinamento di tali istituzioni e dJ quelle esisten• ti nel campo lislco, intellettuale e morale, fornendo ad esse ed ai loro aderenti ogni necessaria assistenza e promuovendone eventualmente l'erezlone In enti morali. Oggi, a diatan.za di 13 anni pub aJfermarsi coscientemente che tali lini sono alali ampiamente raggiunti. L'Opera Nazionale Dopolavoro sotto l'al• tiva direzione del S09n1tarlo del Partilo, è un o.rganismo di una vitalità piena e pulsante in ogni suo settore. La Mostra al Circo Massimo ne ha testimoniato l'eatenaione, la forza penetrativa ed il Tigoroao entusiasmo con cui ogni Iniziativa di questo ente è sentita dalla massa dei IO'foratori. Il Dopolavoro ha portato milioni di italia• ni aui campi aportiTi, sulle spiagge, aulle montagne, non soltanto ma li ba richiama• ti sulle strade ormai quasi perdute dell'arte popolaresca nostra. Con questa sua Imponente attività, di anno in anno sempre in c•mento, pub dirai che Il DopolO'foro difende veramente la razza nei auoi valori spirituali e fisici. Da quanto ho esposto appare eTidente l'azione che il Fasciamo ha svolto in favore della tutela fisica e spirituale dell'Italia• no lavoratore. Una tutela che ai esplica in campi diyersi, ma che è sempre l09ata ed anJmata da uno aplrlto profondamente unitario e percill di perfetta ellicada. Tutela le cuJ voat.Lulme proporzioni ai trovano giustificate nello dura, incrollabile volontà del Duce di valorizzare pienamente ogni elemento di questa antica razza di ila• lian! In cui Egli ha sempre creduto fermamente. LINO BUSINCO Il

E PREVIONZA SOCIAl È interessante esaminare come la politica pr·evidenziale, svolta da sedici anni dal Regime, presenti tutti i caratteri di una politica razziale. È ormai largamente noto - particolarmente dalle classi lavoratrici che ne traggono positivo beneficio - come l'assicurazione obbligatoria per la maternità sia stata dallo Stato fa. scisla sviluppata e perfezionata sia per quanto riguarda il campo di applicazione, già esteso a quasi tutte le categorie di donne lavoratrici, sia per quanto riguarda l'ammontare delle presta· zioni, sensibilmente, anzi notevolmente aumentato. f: di palmare evidenza che questo sviluppo e questo perfèzionamento dell'assicurazione obbligatoria per la m.atemità, integrato dall'assistenza sanitaria prodigata, nei Consultori Materni della previdenza sociale, a favore delle donne gestanti e puerpere e dei neon.ali, costituisce un contributo notevole al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza. Quanto poi la politica previdenziale fascista si dimostri rivolta alla difesa della sanità della razza è specialmente rile12 BiblotecaGino Bianco vabile da un caratteristico indirizzo impresso dal Regime alla previdenza sociale. Oggi la previdenza stessa non si limita a corrispondere prestazioni eéonomiche, ma, là dove è possibile, mira anche a reintegrare la menomata o minacciata efficienza fisica della popolazione lavoratrice. L'assicurazione contro la tubercolosi, tipica realizzazione dello Stato fascista - fa quale già estende il beneficio della sua azione protettiva a tutte le categorie di lavoratori dipendenti, ed anche a talune categorie per le quali manca un vero e proprio rapporto di dipendenza salariale, come i coloni e i mezzadri, e che - anche a difesa della popolazione scolastica - sta per estendere la sua tutela ai maestri e ai direttori didattici, non corrisponde - · come vedremo in seguito - prestazioni economiche se non a titolo accessorio di quelle sanitarie. Le prestazioni principali dell'assicurazione obbligatoria sono costituite dalle cure apprestate in appositi attrezzatissimi sanatori; a con:iplemento delle cure sanatoriali, o nei casi in cui queste non siano necessarie, è concessa la cura domiciliare o ambulatoria.

L'assicurazione conlTo la invalidità e la vecchiaia oggi non esaurisce la sua funzione nella corresponsione di pensioni ai lavoratori vecchi od invalidi. Una vasta azione sanitaria di prevenzione, attuala con cure apprestate in Convalescenziari, in Stabilimenti Termali, io Dispensari Antitracomatosi, assolve al compilo di conservare efficienti le forze del lavoro, di prese.rvare i lavoratori dalla invalidità e di recuperarne, fin dove sia possibile, le capacità di lavoro e di guadagno, nei casi di invai idità io atto. Anche l'a.ssicuraziooe obbligatoria per la maternità, ad integrazione degli assegni corrisposti, fornisce - come si è detto - nei propri Consultori Materni, proficua assistenza igienico-sanitaria alle donne lavoratrici, gestanti e puerpere, ed ai neonati. La famiglia - istituto depositario della felice soluzione del problema dei problemi, quello demografico - costituisce evidentemente la inesauribile fonte di vita della razza italiana. Ogni provvidenza intesa a tener conto degli effettivi bisogni del nucleo familiare ed a migliorarne il tenore di vita si risolve pertanlò in un contributo alla politica di raffonameoto e di difesa della razza. Visibilissimo è, dunque, l'apporto dato nel campo della politica razziale, dallo spostamento, operato dal Regime, della tutela previdenziale dal singolo assicurato a tutti i componenti della sua famiglia. Le pensioni di invalidità e di vecchiaia - già dallo Stato Fascista sensibilmente aumentale - sono ulleriormente maggiorate in ragione del carico di famiglia del lavoratore pensionato. Analoga maggiorazione è applicala alle indennità di disoccupazione. L'assicurazione contro la tubercolosi concede le proprie prestazioni sanitarie anche ai familiari dell'assicuralo. All'uopo - nella imponente attrezzatura sanatoriale appositamente creata - hnno parie notevole i reparti femminili, i padiglioni per bambini, e non mancano i Preventori. Si tenga, inoltre, presente che in caso di ricovero in sanatorio del capo-famiglia assicurato, una indennità è corrisposta ai familiari. Delle cure convalescenziarie e termali a carico dell'a.ssieurazione obbligatoria conlTo l'invalidità, usufruiscono anche le persone di famiglia dell'assicurato. Si consideri il beneficio che in special modo dalle cure teimllli traggono le donne ai fini del potenziamento della loro funzione di riproduzione, e l'infanzia durante il periodo di formazione e di sviluppo. Anche la recente riforma della previdenza contro gli infortuni ha operato io favore del nucleo famigliare. Il sistema di risarcimento in capitale è staio sostituito con il sistema di risa.rcimento in rendila, che presenta l'indiscutibile vantaggio di porre la famiglia io grado di fare assegnamento su di una indennità continuativa. Inoltre agli indennizzi per invalidità per· manente è stato applicato il criterio della maggiorazione in ragione del carico di famiglia dell'infortunalo. Anche l'assistenza sanitaria delle Casse Mutue Malattia delle Organizzazioni Sindacali è estesa ai familiari degli iscritti. Si discute se l'istituto degli assegni familiari - la cui gestione è affidata al massimo organo previdenziale - costituisca o meno uno nuova fase evolutiva della previdenza sociale. Non è questa la sede per addentrarci in un, esame del genere. ln ogni caso non c'è dubbio che l'istituto degli assegni - inteso ad adeguare il reddito agli effettivi bisogni del nucleo familiare - costituisce un contributo imponente al miglioramento dtlla razza. Meno visibile ma parimenti imponente è il contributo dato, nel campo di cui trattiamo, dalla attività finanziaria della pre· videnza sociale. t noto che la previde~ stessa finanzia largamente, con le disponibilità delle sue gestioni, la esecuzione delle opere pubbliche. Quanto se ne avvantaggi lo sviluppo e la potenza della razza è agevole valutare se si tien conto che di questa alimentazione finanziaria beneficiano a preferenza le opere di bonifica e che cospicui sono anche i finanziamenti devoluti all'incremento dell'edilizia popolare. Sempre nel campo dei contribuii maggiormente visibili della previdenza sociale fascista alla politica di potenziamento della famiglia e quindi di miglioramento quantitativo o qualitativo della razza, ricorderemo che oggi la previdenza medesima attua dirette iniziative di colonizzazione demografica, favorendo la creazione della pieoola •proprietà terriera, ciò che - a prescindere da ogni altro aspetto sociale ed economico - costituisce non soltanto assicurare lavoro al lavoratore, ma sistemazione definitiva della famiglia colomca proiettata nell'avvenire. Aggiungeremo che la previdenza sociale finan.zia la gestione dei p1· titi famigliari, creati per favorire la costituzione della fami- ~·', del lavoratore italiano ed assicurarne lo sviluppo. Il fascismo ha una visione attiva della vita. Alla luce di questa visione attiva della vita le assicurazioni sociali non potevano conservare la vecchia impronta funeraria che le confinava nella funzione di apprestare un risarcimento qualsiasi a riparazione di eventi sfavorevoli nella vita individuale del lavoratore.- e Il fascismo vuole l'uomo attivo ed impegnalo nell'azione con tulle le sue energie>. e li fascista comprende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena, vissuta per sè, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri >. Anche la previdenza sociale, da sedici anni adeguandosi JJ. questa visione fascista attiva della vita, mediante l'attuazione di un piano organico di azione sanitaria di prevenzione e di bonifica, mediante l'estensione della tutela assicurativa dal singolo assicurato al nucleo familiare, e me,. diante una attività finanziaria ispirata anch'essa ai concetti di prevenzione, di bonifica umana e di famiglia, si è posta in grado di consentire alla razza italiana - quantitativamente e qualitivamente rafforzata - lo svolgimento della sua missione di avvenire e di civiltà nel mondo. PAOLO TBIZ. 13

Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora DISfATTIS (Un 80ldato italiano eul Piave) li ebrei furono e sono maestri di disfattismo. Del più feroce e integrale disfattismo: quello che non nasce da una momentanea viltà, da un temporaneo sovrapporsi dell'egoismo al senso di un dovere più alto, ma dalla totalP assenza di quest'ultimo, dallo spaventoso vuoto che la mancanza di una patria ha scavato nel cuore della razza dispersa. Gli ebrei, quindi, hanno sempre avuto orrore del servizio militare. In tutti i tempi hanno cercato di sottrarvisi. In tutte le guerre, ovunque combattute, o sono riusciti a tirarsi da parte e a far da spettatori (e da speculatoril, o sono intervenuti in vista di interessi giudaici, e non degli ideali delfa Nazione di cui rivestivano la divisa. L'antimilitarismo giudaico ebbe campo di manifestarsi fin dai tempi dell'antica Roma. I giudei, infatti, unici fra i popoli soggetti, riuscirono a sottrarsi al servizio militare, adducendo a pretesto motivi religiosi, e soprattutto -l'impossibilità, per ciascuno di essi, di svolgere qualsiasi attività nel giorno di sabato. Un esercito che si poteva rifiutare di combattere soltanto perchè ... era il sesto giorno della settimana, non parve evrdente• mente ai Romani troppo sicuro; e i giudei ottennero la desiderala esenzione; che lleppero trasformare in una vera e propria speculazione. avvalendosene per conquistare altri privilegi e per raggiungere - in certe epoche - una posizione di supre• mazia fra le popolazioni soggette ai Romani. Non sempre le cose sono andate così lisce per i giudei. Gli Stati Moderni, dopo aver concessa loro la completa emancipazione dalle pastoie medioevali, dopo aver fatto loro dono della cittadinanza, dopo averli resi pari in diritti e doveri alle popo· )azioni autoctone, non potevano evidentemente esonerare gli ebrei dal servizio militare; nè gli ebrei stessi potevano reclamare un'esenzione, che avrebbe automaticamente rimessa in discussione la parità con tanta fatica conquistata. Entrò dunque in scena la tattica n. 2: prestar servizio militare, sì; combattere sì (se possibile, al coperto); ma tener presenti in primissimo luogo gl'interessi giudaici; e alla guerra far seguire una pace giudaica. Anche questa tattica, del resto, si basa sugli imman• cabili motivi religiosi; giacchè nelle scuole primarie israelitiche si insegna quel che al riguardo prescrive il Taln~ud: Se per cwo tu devi cmdare ulla guerra, procura di partire per ultirrw e di tornare per primo. Allo stesso proposito, Edoardo Oujardin, cultore di studi biblici, afferma che e il disfattismo è una dottrina essenzialmente teologica >, poichè risale al Deuteronomio ,. a Geremia, che abbandonò Gerusalemme, sua patria, al re straniero Nabucodonosor. Bibbia a parte, la storia fornisce inoppugnabili documenti del disfattismo e dei tradimenti d'Israele. t famoso l'esempio dei Visigoti che, dopo aver largamente favorito gli ebrei stabi14 BiblotecaGino Bianco I~" I cittadini italiani di razLJ za ebraica non potranno e Sembrava che mai palta nemica avrebbe doviuo vulntrart qutlf orsa• nismo, che rappresentava la per/e=Wne della stirpo italica, nel quale scorreva ;J più btl songlll latinament, e romanamente eroico>. « D'altronde, e1li. era milantse: le trcdità conservative non sono ipotesi. ed egli sentit-a nelle sue vene scorre• re il san1ue uoico dei suoi anttnati contro gl'imperatori mtdieooli >. e Per quella eredità che riproduce di padre in figli-Oi caratteri fisici • morali~ sentivo. scorrere nelh sue vtnt tulla r entr1ia del sangue roma1nolo, al qu,1/e, per lt:1Ise d'adattamento, aveva i11nestato <1utllo li1ure >. e: Chi sa quante volte. da uero ro• litisi in Spagna, furono da essi traditi non appena il musulmano Tarik mosse contro di loro. Più impressionante ancora quel che accadde a Napoleone. Dopo aver Mnzionato l'emanci· pazione degli ebrei ed essersi in tal modo accattivato le loro simpatie, egli ne fu ignobilmente tradito, non appena l'impero « fu divenuto troppo pesante e oppressivo per il capitalismo: cosicchè gli ebrei provocarono la caduta dell'Impero mediante l'accaparramento dei viveri al momento della campagna di RussiP. e accelerarono il disastro finale, determinando il ribasso della rendita, e comprando la defezione dei marescialli> {l). ••• Quale fu il comportamento degli ebrei nella guerra mondiale? Guardando le cose in superficie, non si può non riconoscere che quasi ovunque essi dettero prova di lealismo; nè. d'altra parte, potevano fare altrimenti, giacchè le maggiora111,e aotoctone li avrebbero facilmente schiacciati. Ma per chi com• battevano veramente gli ebrei? Per la loro patria d'accatto o per quella d'origine? Lasciamo la risposta agli ebrei stessi. L'ebreo russo Litvak scriveva nel 1916 che i giudei e cadevano per l'emancipazione di tutta la loro razza > (2) e Mattia Wol!T sosteneva (3i che lutti vollero morire « per l'onore del nome ebraico>. Più esplicita ancora è la dichiarazione fatta dagli iscaelit.i di Francia ai correligionari dei paesi neutrali, nell'ottobre 1915: « La Rivoluzione francese ha liberato gli ebrei d'occidente; la vittoria degli Alleati libererà gli ebrei del resto dell'Europa>. E l'ebreo Spire esaltava i giudei russi per aver compiuto e il dovere verso se stessi, verso il giudaismo, verso la Gerusalemme spirituale, che non è falla di pietre, di torri e di muri che si abbattono con gli obici, ma di meravigliosi e dolo. rosi ricordi del passato, di grandi speranze dell'avvenire> (4). Per documentare lo stato d'animo degli ebrei di fronte alla guerra mondiale saranno sufficienti le due testimonianze che seguono. « La grande guerra s'iniziava - scrive l'ebreo Lewis

MOEBRAICO Meglio per cinque minuti vifo che per una vita morto pr~star servi~io milita-~ re 1n pace e In guerra" IL GRAN CONSIGLIO mano, abbia pensato alle legioni delf Urbe irnperante >. • e Nrucendo aveva portato nelle sue vene il san.sue di Roma imperiale>. Necrologie di Italiani morti in guerra? No; m.a stralci delle necrologie degli ebrei Uso Castelfranco, Guido Donati, Riccardo Finzi, Ci-Orgio I~tn,'i e Decio Pontecorvo, contenute nel libro e Cli i.raeliti italiuni nella 11uerra 1915'18 > (F. Servi, editore, Torino 1921). Per un ebreo, evidentemente, faver servito f/talia non è gloria su/ficiente, nè su/ficiente 11•· ranzia; è meslio dunqtuJ, con una falsificazione che si ricopre sollo il velo del sacrificio, tentar di attribuirsene il sangue e le tradizioni, magari ... per le11s• cfadatuwiento. Browne (5) -. Le Nazioni d'Europa, all'improvviso, si saltarono !!Ila gola; perchè, nè gli uni nè gli altri lo sapevano esattamente. Le Nazioni agirono press'a poco come quei poveri maniaci che sembrano tranquilli, sani e attivi per dei mesi, e che improvvisamente perdono ogni ragione, e diventano forsennati. L'istinto selvaggio che dorme in fondo all'uomo prese la briglia coi denti e spenò tulle le redini della civiltà. Si può definire questa guerra come un nuovo sforzo convulso della notte per riprendere il mondo nelle sue spire, sforzo che riuscì anche troppo per un cerio tempo>. Ed ecco quel che scrive un altro giudeo, il Doubnov (6): « Durante i quattro anni della guerra, il popolo ebreo fu rappresentalo su tutti i fronti da circa un milione di soldati. I fratelli combattevano contro i fratelli. Questa tragedia inaudita negli annali del ·popolo disperso si trova riassunta in tulio il· suo orrore da quell'aneddoto del soldato ebreo, che, si racconta, impazzì udendo il nemico, che egli avevà ferito a morte, esclamare: Ascolta, Israele! >. ••• Quel che si è detto fin qui appartiene alla sfera del disfattismo in atto; ma il disfattismo ebraico ha anche i suoi valenti - e celebrati - teorizzatori. Qui si può dire davvero che gli ebrei sono in prima linea. E le citazioni riescono anche troppo facili. « La nostra unione - dice il giudeo austriaco Stefano Zweig (7) - deve cominciare nell'umano, nel pan-umano, e là deve finire. Cessiamo tutti per un istante di preoccuparci dello Stato e delle class;, ·della nostra classe e del nostro Stato. Non pensiamo che all'umano, all'uomo individuale, a questo uomo martirizzalo ... Soyons des défaitistes! Sekn wir Flau.- macher! Siarrw disfattisti! Che questa parola sia un'arma per noi. Come un tempo i gueux. impadroniamoci di questo grido di odio scagliatoci dai nostri nemici, del loro insulto facciamo il nostro orgoglio, del loro disprezzo.facciamo il nostro onore ... Noi siamo disfattisti, il che vuol dire che non vogliamo nè BiblotecaGino Bianco (il giudeo Georg Hermann. • Randbemer • Kungeu, pag. 16, ■DDO 1919) vittoria nè sconfitta. Siam.o i nemici della vittoria e gli anuc, della rinuncia. Siamo disfattisti, e ciò significa che amiamo l'uomo, figlio eterno di Dio, più delle creazioni terrestri, gli Stati ... La sofferenza umana è più importante, per noi, d~lla proprietà commerciale delle Nazioni e dei freddi mo~umenti dell'onore. Siamo disfattisti, e ciò vuol dire che vediamo nella vostra grande epopea il bubbone pestifero della storia del mondo>. A Zweig fa coro una miriade di scrittori giudei. L'ebreo tedesco Alfred Polgar scriveva - sul Berline, Tageblau: « Bestiame con le corna è appunto bestiame con le corna. Il bestiame da macello non ha nessun presentimento di quel che capita all'inizio della guerra: la dimostrazione è stata portata in massa. Lo si vedeva passar per le strade ruggendo gioiosamente e portar alta la fronte, di corsa sotto la clava. Allora tutto il mondo delle creature irragionevoli si trovava sollo l'errore etimologico che la parola « battaglia > ( « Schlacht >) possa derivare dalla radice « patria > ( e Vaterland >), mentre essa deriva invece, come risulta da nuove ricerche, dalla parola e sgozzare> ( e schlachten >) >. E Kurt Tucholski, alias Peter Panter, alis Theobald Piger, alias Kaspar Hauser, così si esprime: e Lo spirito del soldato non ha giovato a nulla. Noi lo estirpiamo dal nostro cuore. Noi non facciamo più il suo gioco. Noi sputiamo sul soldato> (8). Lo stesso giudeo dai molti nomi così dice altrove> e Ciò che questi giudici dicono tradimento della patria non ci riguarda. ciò che essi considerano come alto tradimento non costituisce per noi nn'azione indegna. Ciò che essi proclamano come sper• giuro, alterazione di atti oppure rottura della pace del paese, ci lascia completamente freddi. Noi siamo dei traditori >. E. per quel che lo riguarda, precisa: e Per tre armi e mezzo mi sono imboscalo, durante la guerra, dove meglio potei. Applicai molti mezzi per non venire colpito e per non colpire >. (9). E non si creda che il disfattismo ebraico, durante la guerra, sia consistito in un ripiegamento interiore e individuale. Ecco un esempio di disfattismo attivo. E' il giudeo Bernstein che parla: e Non partecipate alla guerra! Non sparate all'ordine di un superiore! Non lavorate nelle fabbriche militari. nori costruite munizioni, ricusate il servizio civile! Non collaborate più! Sciopero al campo, sciopero in patria. sciopero, sciopero. sciopero, ovunque! >. (1) E' un ebreo che parla: Bernanl u,zare e L'antisemitisme > p.202-225. (2) e Univers. Israelite > 8 settembre 1916. (3) e Univers. Israelite> 30 giugno 1916. (4) < !..es juifs et la guerre > p. 158. (5) e La vita degli ebrei> pag. 269. (6) e Storia moderna del popolo ebraico> 11-825. (7) e Confessione del disfatti,mo > Tablettes, luglio 1918, p. 8. (8) « Unser Militar> p. 201-4. (9) < llfit 5 •P. S. > p. 85 ' 15

n giudeo MortarCl. fu l'ebreo Mortara che, mentre MW1solin, si metteva a capo delle schiere di ex-combattenti, fece approvare la legge sull'amrustia ai disertori della grande guerra. Lo stesso Mortara era uno degli alti dignitari della Massoneria italiana. n e Corriem d'ltaba > del primo sellembre 1924, nel resoconto ài un'adunanza massonica svoltasi a Roma, scriveva: e Ossequiatissimo e lesteggiatiuimo S. E. Mortara>. • Ecco un politicante giudeo dipinto a m.,_ raviglia da e La vila italiana>, in un articolo del 15 ollobre 1921: e Non è li Della Torre ad un tempo il se• mito, il massone, Il plutocrale e il demagogo, che sa essere ad un tempo amico di Pontremoli (giudeo), di Turati, di Treves (giudeo) o di Mussolini, e fan, ad un tempo politica massonica e repubblicana nel e Secolo>, politica socialista internazionale nell'c Avanti>, politica borghese e nazionale nel e Popolo d'Italia>, politica aflar!stica a Parigi e nella commissione economica finanziarlo. della S.d.N., politica sorniona al Senato, politica sovversiva in casa Turati, politica quattrinaio in banca e in borsa?>. • Nello stesso ar'Jcolo si legge, circa la situazione della stampa sovversiva italiana infeudata ai giudei, quanto segue: e Tutti sanno che Nilti già aveva e ha a Roma il e Paese> e l'c Epoca>. Dietro il e Paese> sia Dante ferrarla e dietro l'c Epocc. > stanno fiamingo e La Pegno. Si zulola che i danari per l'c Epoca> vengano In parte notevole fomiti dagli israeliti Max Bondl e Luzzatto >. • Occupandosi dei rapporti Ira Italia e Montenegro nell'immediato dopoguerra, MW180lini - nel suo primo discorso alla Camera -disse: e Si notarono sintomi di disgrega- ::ione in mezzo alle truppe montenegrine, ed ii comando di queste truppe chiese organi militar! al nostro Governo per prooedere ad una epurazione. Fu nominata una Commissione, che venne presieduta dai colonnello Vigevano (giudeo). La Commissione che doveva salvare dalla disgregazione l'esercito monten99rino, fu la causa principale della sua dissoluzione>. 16 Bibloteca Gino Bianco GLEIBREI ELARIVOLUZIONFEASCISTA IJ-.vL'ebr1:ismo e ~tato I ar1nimatore dell' aaitifa• · I scismo ;., tutti i campi" t' Il GRAN CONSICL.10 I n giudeo Bo•nb•rg. Nel marzo 1919 Il fascismo ebbe la sua prima grande adunata. Un mese prima, 1'8 icbbraio 1919, si adunarono gli ebrei italiani. Per esprimere la loro certezza nei destini della Patria? SI, certo: ma non della Patria italiana, bensl di quella palestinese. Si r!unl infatti in quel giorno, a Roma, un gruppo di sionisti, per iniziativa della e Pro Israele italiana >, e con l'intervento del giudeo bolscevico Rosenberg. Si formulb allora la tesi - come avvertiva la e Vita Italiana> del 15 ollobre 1921 - che la Società delle Nazioni dovehSe riconoscere un'autonomia politica agli agglomeramenti israeliti noi.,_ voli in Galizia, Polonia, Lituania, Romania. Come si vede, gli obrei dimostravano anche allora la loro sensibilità patriottica. • e n timone dello Stato non tornerà piìl ai vecclù uomini della vecchia Italia: nè a Salandra, nè a SonniAo, nà al lacrimoso Orlando, nè al porcino Nitti >. (MW1SOUni- Discorso di Bologna del 3 aprilo 1921). U giuCMOLunatto. Se v'è un ebreo, fra I troppi che - dal 70 in qua - hanno occupato alte cariche nel Regno italiano, del qualo nessuno osi mettere in dubbio la sincera e illuminala italianità, questi è Luigi Luzzatti. Eppure, E'CCO quanto, a proposito di Luzzatti, disse Mussolini nel suo primo discorso alla Camera, il 21 giugno 1921: e li Nuovo Trentino> un giornale molto serio chei esce a Trento, il TI maggio scrive: e L'onoN>vole Luigi Luzzatti, cavaliere della S.S Annunziata, relatore della Commissione ·pal'lamentare che esaminb ed approvb il trattato di San Germano, disse in presenza di Salata, del barobe Toggenburg, già ministro aUlltriaco di Francesco Giuseppe, del tenente austriaco Reuth Nikolussi: e Avere scritto nella relmione al Parlamento il passo riguardante l'autonomla dell'Alto Adige, aggiungendo perb esser& sua opinione personale che la regione tedesca del1'Alto Adige avrebbe fatto bene a non mandare alcun deputato al Parlamento di Roma, giacchè eSIQ avrebbe avuto poi, ■'intende c!all"Italia, istituzioni proprie e una propria rappresentanza politica, rimanendo coel a suo agio unita all'Italia lino a che avesse potuto ricongiungersi alla sua Nazione>. e Ora noi contestiamo a Luigi Luzzatti, fosse egli anche piìl sapiente o piìl grande di quello che in realtà non sia, Il dir!llo di disporre del I erri torio itali ano >. Gli ebrei italiani fautori della .Germania hno al punto di alienarle l'Alto Adige, nello stesso periodo in cui Hitler, nel e Mein Kampft >, riconooceva l'insussistenza di una questione minoritaria in Italia? Nel tempo in cui MW1solini combatteva per restituire al popolo italiano l'orgoglio della vittoria? O chi l'avrebbe mai dello! • fra i piìl accaniti avversar! del fascismo, prima e dopo la conquista del potere, fu il giudeo Modigliani. Di lui, nel discorso pronunciato alla Camera il 17 febbraio 1922, Mussolini ebbe a dir&: e Evidentemente l'or.orevÒle Modigliani afferma sempre piìl in modo brillante le sue attitudini di stratega del gruppo parlamentare socialista>. La .... strategia di Modigliani al era, inlatU, già manifestata quando egli aveva chiesto la fucilazione di Graziani e di Cadorna. • Quando Nilti diven.ne Presidente del Consiglio, ebbe per Ministri dello finanza i giudei Tedesco e Schanzer.

001'IE GLI EBREI DERUBA.BONO LA G EBJIANIA DURANTE LA GRANDE GUERRA. L'attività degli ebrei in Germania durante la guerra mondiale merita ancora oggi una grande allenzione, trattandosi qui certamente di una delle più enormi truffe di tutta la storia umana. La maniera con la quale il ricchissimo popolo tedesco fu sistematicamente derubato e portalo ad una miseria indescrivibile, rimarrà per sempre viva nella memoria dei popoli civili. Oggi ci sembra una cosa assurda come 1111 tale svaligiamento di miliardi si sia potuto fare quasi indisturbatamente. I tempi dell'anteguerra avevano preparato opportunamente la grande tragedia: la massoneria che già nel 1912 aveva deciso lo smembramento del II Impero germanico, lavorava silenziosamente, mentre i direttori delle banche più potenti ciel Reich (Bleicbroeder, Warburg, Rotschild) erano intimamente legati alle grandi banche americane ed inglesi. L'ebreo Ballin è l'amico di Guglielmo 11, ma anche dei famigerati Sir Ernest Cassels e dell'c americano> Morgan. Come i fili delle ragnatele vediamo già prima della guerra le relazioni segrete del capitalismo internazionale, preparanti il tramonto del pericoloso rivale sul mercato mondìale. Adesso si vede l'effetto di una politica geniale: le figlie dei ricchissimi israeliti della e aristocrazia del denaro>, prudentemente introdolle nelle famiglie importanti delle sfere politiche e militari avevano creato un piccolo esercito di vassalli e cristiani> che per i nuovi vincoli di sangue furono costretti alla partecipazione in losche manovre a danno ciel proprio popolo. Ci appare oggi come un destino tragico che proprio quell'uomo, che pronunciò la famosa frase: « che la Storia avrebbe perso il suo significato, se l'Imperatore germanico avesse potuto rientrare come vincitore attraverso da porla <li Branclenburg > sia incaricato di organizzare le forniture per l'esercito e di assicurare l'approvvigionamento del J>opolo. BiblotecaGino Bianco 17

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==