La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

quindi non appartenevano che in apparenza, ai puri e semplici effetti amministrativi, alla scuola italiana. Erano un corpo già avulso da quello della nostra , ita culturale; adesso tale separazione è staia sanzionata dalla legge. Ed è divenuto kgalmente necessario colmare dei vuoti che culturalmente e politicamente gh interessati avrebbero dovuto provvedere a colmare già da un pezzo. ... Siamo dunque all'alba di una nuova scuola italiana. Sarà, finalmente, la 110stra scuola? Le condizioni necessarie ci slJffb; perchè intervengano anche le sufficienti, e la gran macchina si metta in moto, occorre che. per quel çhe concerne i nuovi insegna_menti e i nuovi insegnanti nelle- -Univer..iità italiane, non si proceda con la tecnica dell'intarsio, inrerendo il nuovo nel vecchio, in modo da creare, con nomi nuovi, una situazione in tutto simile alla precedente. E' un grande, un arioso -affresco murale, quello che dobbiamo dipingere; e, raschiata a dovere la parete da tutti i residui del passalo, bisogna su di essa far sorgere, far vivere, l'armonia mirabile di una scuola italiana, in tutta l'altezza del termine. Il Ministro dell'Educazione ha annunciato l'istituzione di cattedre di razzismo in tutte le facoltà universitarie. Il provvedimento è salutare. Ma non può essere che un primo provvedimento. In qual modo, infatti, gli studenti in Lettere, i futuri professori - quelli da cui, in fin dei conti. dipende l'avvenire della scuoLa fffta ebraica della caaa (da KirchnerL la italiana - potranno penetrare i principi razzisti, e farsene gli assertori; se si continuerà a insegnar loro la storia letteraria, la nostra stori11 letteraria, alla maniera di Croce; se dalle cattedre di storia si continuerà a presentare l'Impero romano come un fenomeno europeo e il nostro Risorgimento come un por!ato della Rivoluzione francese? Come potranno gli studenti di diritto intender l11p?r• lata delle nuove leggi ra.u:is:~, s· il p;.,. blema della cittadinanza verrà loro presentato 11llamaniera tradizionale (e non nostra)? Come potranno i futuri medici comprendere le basi scientifiche del razzismo, se i santoni della biologia nazionale non desisteranno dal predicar loro in nome di principi fondamentalmente antirazzisti? Lo stesso discorso vale - naturalmente - per i libri di testo. A proposito dei quali, occorre por mente a due gravissimi pericoli. Il primo è che gli autori ebrei cacciati dalla porta rientrino dalla finestra, attraverso un semplice mutamento di nomi sulle copertine; il che - tanto perchè non ci si accusi di correre all'assalto dei mulini a vento - si è già verificato ed è già stato segnalato, ~ul e Tevere>. Il secondo è che non si faccia, e sollecitamente, la necessaria pu• lizia anche fra i libri di autori ariani. Era in atto un processo di ebraizzazione della scuola italiana; e lo si è tempestivamente troncato. Troncato alla radice; ma alcune propaggini - quelle costituite dai cosiddetti ebraiz1.ati - sono rimaste in vita e a vivere, e peggio, a generare, continueranno, se non si provvede in tempo. La scuola italiana non si fa con 98 nuove cattedre, nè con 998. Si fa mel• tendo l'italianità alhs base di ogni insegnamento. lapo rituale delle doane •br-M (da Kirchner). GIORGIO ALMIR!NTE 40 Bibloteca Gino Bianco

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