La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

della scienza alle industrie. Gh ar11s11. 11npadron11"1 dell'uni. verso sensibile vi ,pirano dentro il solli<, d,·lla , Ila, danno figura e organismo ai concdti ideali. D'altra parte, 11011 si può, non ~1 <lc,·c dtml·nticarc cht: la ~clt' dell'oro dell'elemento giudaico produce 1111 ,·ero e proprio pcrlur. bamento morale e spirituale in una nazione che, come l'Italia, ha trovato nella rivoluzione fascista le ragioni di una ,rno,·a civilt:ì e di una nuova vita. Per il Fascismo la ricchezza 11011 può c,sere sorgenlè di 1m> sperità generale, di moralità privata e puhblica, di sano. fecondo e tranquillo sviluppo per la Nazione, quando fa soltanto la pro• sperità di alcuni indil'idui, quando non è diffusa 111tutti gli strati sociali, come il sangue, che si dil'idc, si diffonde e scorre, vivifi. cando e nu101•endo, in tutti i meati e in tulle le sinum,ità dell'or ganismo. Certo, la divisione non de1•c essere intesa nel senso dell'eguaglianza, ma dell'equità. Non deve csst·re divisione aritme. tica, ma geometrica; e, quel che più monta, 11011 procacciata cmi la violenza e cou gli artifici; ma 1111prodotto dr//« for:;11stessa 1•itale e delle spo11ta11cce ra:;io110/i r11crgic e tc11df11:;cdello società 11a:;io110/c. Si dice che Dio è sempre con i gros>1 hatt,1· glioni, cd è ,·ero; ma 11011si riesce a creare lddio, quando 11011 c'è; non si riesce, quando mancano, a creare la moralità, 1a virtù. il coraggio, lo spirito di sacrificio e di eroismo. Plato11e mostrò averlo compreso a fondo, insegnando nel suo Alcibiadt·, che non bastano le ricchezze, i baluardi, il gra11 numero d, triremi, di armi e di armati per rendere gli Stati \'Cramentc felici e potenti, ma occorre anche la virtù dei cittadini. Ha dunque uu alto contenuto morale razione razziale dell'Italia fascista. Diceva G. B. Say che « il miglior trattato di morale che si possa offrire ad un popolo, è un buon trattato di eco11omia politica•· li Say alludeva naturalmente all'impulso che la morale sociale ha ricevuto eia una scienza la quale ha dimostrato inelul• labilmente che il bene degli uni è necessariamente solidale con il bene di tutti, confutando l'antico sofisma cinicamente espresso dal Montaig11e che profit dc l'u" est do111111agdrc /'011trr; da una scie11za che fa risalire al lavoro, non più considerato come pena r come conda11na.ma hcnsì com<..h•::j!gcdel g-cncrc umano, l'ori• ~int· <l1 tutti i beni tl'rrc111, <launa scienza la quale non è altro che il commento di <1uc-,ta!,:'randeverità: il hcnc è una stc)sa e sola cosa con l1 11tilc e 11011 ''I ha di n:ramcnk utile che il bene. Se 11011 chl', per n.·n· ccl ammissihih che J>ossano parere tali atTcr• mazioni nella genaahtà loro, altrettanto, allorchè si scende ai particr,lari, offrono materia a sci~sure, a disccllaz1oni scientifiche, che ,, riflettono poi e aclch1co110nel campo della realtà e dell'azione le loro consl·guc1uc. gc1u.•ran<lo pratiche, ordinamenti cd indi• rizzi economici e lcgislati\'i dil'ersi cd opposti. Ecco perchè !'or• !(ani.mo 11azionalc è disciolto llcl!'li stati 11011lotàlitari. in atomi, l'III 11011lega che 11desiderio eh far migliori k proprit· sorti, non im1>orta se con danno della moralità pubblica e dell'uomo in ge· ncralc. E l'economia è intesa come atti\'ità, che non si coordina con fi11iideali. e 11<·111me1c1o0n le esigenze della sicurezza e del• l'avvenire politiC() e ~torico t.!1 una 11azio11c. E perfino la tanto deca11tata hhertà si risolve nel ,·olcre naturale, arbitrario ccl egoistico dell'individuo. ~la la Ri,·oluzione Fa,ci>1a ha dato finalmente l'esempio dello stato etico che non è semplice mez,o di ,,cnrezza per le persone, 11011strumento, pcrchè queste raggiungano i loro fini 1,articolan e soddisfino i loro interessi egoistici; dello Stato che 11011è sol· tanto il campo del puro diritto, del diritto prettamente formale, esteriore, intento, con la sua attitudine passiva e quasi negativa. non altro che al mant,•nimento dell'equilibrio e delle relaz,0111 giuridiche e pratiche fra gl'individui. Ora coloro che non hanno compreso (nè potc,·ano comprenderle} le finalità etiche della nostra Ri,·oluzione ;.ono ili ebrei i quali, appunto perchè sono la incarnazione più pura dell'individualismo, hanno sempre fatto scendere il concetto dello stato al grado di mezzo materiale per gli scopi egoistici. E hanno perciò suscitalo quell'azione raz. ziale che. a parte altre considerazioni di altro genere, costituisce anch'essa c1uella sfera cli moralità politica e di spirito pubblicù 11,•llaquale si compie la gra11de sintesi dell'interesse dei singoli e dctrintcressc del tutto. ARMANDO TOSTI Ciliamo, come teslimonianw dcllu campagna antifascista condotta dall'ebraismo italiano fuoruscito, il Sf'• ~uentc passo pubblicoto da Giustizia e Libertà, organo parigino del fooruscitismo, diretto dai giudei frn1elli Ros• selli (Quaderno n. 12 di «Ciustitia e Libertà> • gcnnnio 1935, pag. 4748). ' ) 11 L'ebraismo este o o italiano commerciale, clre /acçiano le spese delle guerre. cioè clre si prestino alle neces• sità dello Swto, e al tempo stesso di masse allit•e, cointeressate allo Stato, che si re111/a1wconw di quel che /011110: cioè non più di 1110sse,ma di individui che rea-gisca110 csatl<1mente a second.a delle /un::io11i, non più inerti ma dina• miei. Sl'l1za di che, nemmeno lo Stato regge, ma vive nel terrore, ossia è co• stretle a spendere tulle le sue energie pn controllare, sonegliure, arginare l' atti• t·ità della massa, me11tre h,a. bisog,w di stimolnrla; si csaurisce nel dare ordini e 11el vegliare alla loro esecu:io11e, meri• tre Ira bisogno che si cserciti,w /unzio11i r si /ormino autonomie. Mussolini e 1/itler non r1,pprese11ta11O 11è la borghesia, 11è il capitalismo, nè, certamente, il proletariato. Per questo sco11volgono la società borghese e raf- /or:ano 1'1 Stole delle per brevità « ca• pital.ista >, cioè il dominio degl'interessi stabiliti in seM allo Stale nwdemo. Non rappresent,011O nessun i11tercsse definito, riessw,a volontà o /or::a determinata e cosciente. I duci so11O uomi11i della massa, e, se rappresentano qualcosa, mppresenÙlllO la massa, cioè quella poi• tiglia i11de/i11ibilP, /ai<tle prodotto della decomposizione della vecchia soc,cta sotleposta al lavorio dello Stato moderno e delCi11dustrialismc, che so11Ole masse moderne. Non si capisce il fascismo, se non ci si rende conle clre l'industrialismo e lo Stato moderM h<mno riprodotto una plebe informe ed i11erte, non so/i. dole con nessu11a classe e con nessun in• BiblotecaGino Bianco I/ f • t " . uorusc1 o ... Il GRAN COHSIGllO tcresse definito, prove11iente da tulle le classi e da tutti gli ordini, il cui carat• tue è il carattere di tutte le plebi: la passività, ma il cui destiM è il destino di tutte le plebi: /o mire un' e11orme riserna. di energie per il popolo di doma11i. Le m«sse in qua11to tali so11Osempre swtc il sosteg,w di tutte le inerzie sociali, così come le ,nasse agiwte du /errne11ti morali, da motivi di coscienza, sooo state sempre la /orw irresistibile di og11i rivo• luzio11e. La gran co11traddi:ione dello Swto moderM, a di/ /ere11za degli antichi Stati auwcratici, è di arcr bisogne di masse p<issìve. che subiscano la disciplina della caserma e della fabbrica, l'irnbolli• 111e11todi cra11i dell'istru:ionc ufficiale, della grarule stampa, della pubblicità /}alternativa del nostro tempo è tra lo Stut.o-carceriere, in sostanza prigioniero dei suoi /or=ati, e lo Stato libero, inte• gralmente democratico, ciò che signi/ica la de/initiva spari.ione dello Stato auùJ• ritorio, e I' irul<Ulrazione di uno Stato ve• ramente cremore, e/ /euimnumte dina• mico. fo quest'alternativa sta il destino della ci viltà, e i /asci,smi dimostrano cfte ~i traila di un"allemativa nwrtale per gli uni o per l'altra. 61

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