La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

8 e, nella sessione di otwbre, la prima riunione del Gran Consiglio fu dedicata al pro· blema ebraico, definito « aspetto metropolitano d'un problema di carattere generale », ben si pM dire che la dichiarazione di poi approvau,, e indicata come fondamentale e impegnativa per tutti costituisce il primo capitolo della carta del razzismo italiano. Il primo capit-Olo,o l'introduzione; giacch,è non vi può essere imerpretazione e applicazione d'un razzismo italiano senza preliminare soluzione del suo aspett-0 « metropolitano», vale a dire dell'ebraismo. Questo concetto non riesce.nuovo ai nostri lettori; pure è necessario riaf/ermarlo e ancora una volta chiarirne la portata, anche se la dichiarazione del Gran Consiglio ha volut-0 cancellare ogni equivoco. Ecco perchè quest-0 fascicolo, più j olto dei pr.?cedenti, è interamente dedicato al commerùo delle fondamerùali e impegnative deliberazioni del supremo organQ del Regime, alle quali « devono ispirarsi le leggi che saranno sollecitamerùe preparate». Dal complesso di studi che qui sono raccolti vuol risultare la necessità.e tempestività della separazione operata tra ebraismo e italianità, tra il vivente corpo della nazione e l'escrescenza giudaica. Sappiamo che per lungo tempo si volle ignorare in Italia la nefasta inf lW:nza dell'ebraismo. Si corùò sull'assimilazione; si credeva di fare una politica di assimilazione e invece se ne faceva una di abdicazione. Mentre le più a/lendibili testimonianze ebraiche, ammirevoli per sincerità, documentavano l'irreducibile esclusivismo d'Israele, molti Italiani si pagavano il lusso d'ignorare la sostanza dell'ebraismo; e se lo pagavano a spese dell'Italia. Fù così che l'invadenza giudaica non conobbe limiti e opposizioni; e doveva essere la Rivoluzione fascista a fermarla. Nella necessità di ottenere dal paese una risposta al richiamo razziale che la conquista di un Impero africano aveva suscitato, il Regime si trovò di fronte a zone opache, ad ottuse incomprensioni. Erano Ie zone di necrosi dello spirito italiarw, dove il giudeo aveva ben lavorato. Ripercorrendo la storia della travagliata ascensione dell'Italia, nei momenti più terribili noi incontriamo la orrenda ostilità di quelle zone giudaizzate. « Ciò che ci sembra il meglio per noi e per tutti ... è che le nostre armi e la nostra bandiera ~ianobattute così solennemente da togliere a quei manigoldi che ci guidano in quelle forre maledette la possibilità morale di ricominciare». Così si scrivPva in Italia prima di Adua (Critica Sociale, 6 gennaio 1896); e, dopo Adua, i deputati sovversivi gridavano nell'aula di Montecitorio« Viva Menelik! » (5 mar.zo 1896). Non con diverso animo si lanciavj nel 1917 la formula del « prossimo inverno non più in trincea! » Sono punti essenziali della storia nostra; e ricordarli significa intendere che la conquista dell'Impero e la dignità imperiale necessaria all'Italia presuppongono la restituzione dell'Italia a se stessa e la cauterizzazione della necrosi giudaica. Dopo di che, i problemi della razza acquistano veramente la loro ampiezza e impegnano • l'avvenire. E' di questo avvenire che noi tutti dobbiamo preoccuparci, col passatn che ci ammonisce. 'T. I. BiblotecaGino Bianco

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