La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

Riti e atrumenti rituali ebraici. La chiusura degli occhi: un peoileole ai botte il petto; la feata del Iippur. il rotolo della Thora: la peona cou cui fu acrittq la Thoru; il pomo cli Adamo (da Kirchner). ptr a,,urdo: poichè è , erameute assur• do sospettare che un movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza - cioè qualche cosa come un nazionalismo potenziato del cinquecento per cento - possa condurre ad un asservimento a ideologie straniere. Si è parlato di razzismo spirituale. Attenzione. Chi parla così ha tutta l'aria di voler rientrare nelle ingloriose file di coloro che, sollo la minaccia delle sanzioni, esaltavano l'imperialismo dello spirito, o, colti dal terrore del manga• nello, si professavano spiritualmente fa. scisti. E' meglio parlare di razzismo integrale. nel quale, come in ogni creazione di Mussolin~ teoria e pratica si ar• monizzano in una chiara e realistica visione dell'umanità. Si parte dal fatto bio• logico fondamentale - esistenza di una rnua italiana - e si giunge al gigantesco fatto politico: esistenza e potenziamento dell'Impero italiano. Ecco un circolo. ma non vizioso; e in esso rientra. come necessario tramite fra scienza e po• litica, la cultura, la nostra cultura. Ed è ora assolutamente necessario, più che mai necessario, il sorgere di una nostra scuola. - .i alTrella a ricono5cere «,che oggi non sarà facile coprire tulle lt; calledre con elementi scientificamente be,\ prepn• rati; e forse. in alcune mntcrie, non sarà possibile per alcuni anni >; e si ·preoc• cupa degli « immediati e passeggeri (bontà sua!) danni> che l'esclusione dei giudei dalle Università italiane potrà arrecare. A parie la discutibilissima op1iorlunità di simili affermazioni. oggi chi' tanto si parla di un necessario pre5tigi<> di razza: vorremmo sapere quale ne ~in la fondatezza. Due, infalli. sono i casi. O la questione razziale. in ltal ia. vien concepita come un semplice avvicendnffli di posti e cli cariche: e allora - pur deplorando nl'I modo più vivo chi così In r·onrl'pi,rr - ~iamo cli~JJOslia comprrndrre lr an~i,, 111dicibili di quei poveri Rettori che ,li punto in bianco son coslrelli a so tituire 98 (diconsi novantotto) chiarissimi titolari di altrettante cattedre. O si capisce. e per un Rettore non dovrebbe esser trop· po lo sforzo, che l'impo.stazione del problema razzista implica il totale risanamento della Nazione dai germi che tentavano corromperla, e allora non ci si dovrebbe avvilire. come italiani. come fascis_li e come professori, a chiamar danno - sia pure «passeggero> - quelli, che è una salutare, una henedetla liberazione. Supponiamo. per assurdo. il peggiore dei casi. Supponiamo che non solo quei 98 non siano - come fa supporre « Vita Univergilaria ». e come ci rifiutiamo di credere - degnamente sostituibili: ma che non siano sostituibili affatto. Supponiamo che. per dannata ipotesi. non un assistente, non un incaricato, non un I ibero docente sia in grado di ~alire su una di quelle 98 cattedre. Ebbene? Avrit perduto qualcosa per questo. la nostra cultura? o; perchè quei 98 professori erano ebrei. quindi non erano italiani. Abbiamo udito, in questi giorni, in seguito alla totale eliminazione degli ebrei dalle scuole italiane, qualche timido lamento. L'operazione chirurgica .; stata pronta e spielala; e qualche animuccia debole se ne è spaurita. « Vita Univergitaria > - per esempio - or• gano ufficiale dell'Università di Roma La leata ebraica dei clinrti.meoti (da Kir~hner), 48 Bibloteca Gino Bianco

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