La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

- é mistica e positioo. Il suo 11ust1c1smova dalle teofa11ie del deserto ai sog11i metafisici della Cabbala; il suo positivismo. an:i il suo ra:io,wlismo, si 1,w11ifesta ta11tonelle se11te11zedell' Ecclesiaste qua,1to nella legislazione dei rabbini e le contro• i-ersie dommatiche dei teologi. Ma se il misticis11w giu11ge a un. Filnnr o ad u,w Spinoza, il razionalismo collduce alfusuraio, al pesatore d·oro, fa spuntare il mercante avido. Questi due sfati di spirito posso110 anche sovmpporsi, e l'israelita, così è acC!uluto 11cl medio et·o, può fare due parti della sua vita: una votata al sog,w dell'asso/ufo, l'altra al più sagace com· mercio •·. Questo che La:are dice degli ebrei, è di tutta la decaden:a greca, e d'ogni società di mercanti, colta, come quella, mistica. ra:io,wle, attiva. Gli ebrei possedeva110 e ha11no accresciuto il lato riflessivo e cleii cale dell'uma11ità, che li ha natumlmente condotti a capo di società slabilite sul dominio di classe, a stabilirvele; dell'europea, 11011 meno della grect1, quando 11oi, come i greci. sianw stati abbando,wti daUa /or:a dell'immagin<izio11e, e il razionale ha preso il sopravvenlo; perché. tolta l'immaginazio11e, tutti gli uomini si assomigliano ed lw11n-011egliebrei i più a11tichi maestri. la fornw:io11e della società borghese é l'esempio vi ven/.e di questo jatto. l,a parola di Cristo ju scritta i11 greco, ma sart>bbear,negata. nell'eresici i11iziatica, ridiventata moralista e soggettiva, se fosse rimasla greca. La civiltà classica em passata all'occidente. la lingua, Cimmagi11azio11cuniversale era110adesso romant>,giunte anche al politico, e co1t la conmnica:ione degli auspici alla plebe. era nato Utl popolo laico. /,a parola di Cristo era anche essa comu11e, era caltolica, doveoo essere roma,w: a Roma trovù Utl impero, un senato. una magistratura del mondo, che j uro110 timpero, il senato, la stessa 11wgistratura della Chiesa. la provvidenza, dice Vico, aveva disposto che Rom.a avesse jauo quelle opere prima della venula di Cristo. la mili:ia compì l'edificio, i padri, i sa11ti, disperatissimi guerrieri del comune u11w110.pochi, in pericolo, coi piedi ben piantati sulla tetra. La deC!ldelli:a greca c'illuminava ancora c?11 due fari della mgio11e. Questa non serve per creare, può capire le npere, le può riflettere. 11011 le sa fare; ma come Vico dice che la sapie11:a di Platone era già tu/la piovuta 11el cuore di Omero, 11oi dobbia11w dire cl,e coTL Platone e Aristott>II' la ragio11e avem avuto per la pri,,w volla materia di rif lessio11e da opere classicl,e, dalle più gra11di opere dell'im11wgùwzio11e, e cl,e essi erww i più adatti ad accompag11arc quelle della ter=<•civiltà classica, la 11ascitadel poema cattolico, della lingua, dell'immagitw:ione del popolo cattolico e delle opere del Rfoascimell/o. Quelle, fu la gloria della Chiesa, la cil'iltà classica, quella l'Italia. /,0 dobbia11w dire 11011 per compiacerci che propriamente ario sia il dominio dell'immagina:ione, cl,e due volte ju nostra la civill.à, ma per capire il dono che Dio ci ha fatto. 11011con/011dere la vecchiaie, col moderno, t10fl c/iiamarci 11wdemi, per tuUo quello che abbiamo di se11i/e, e 11011ricadere 11ella vecchiaia, co11l'arici di scoprire u,w novità. Ilo letto in. una prefa:ione a selle discorsi di ebraismo di .Il. Buber che il clwssidisnw é la più avanzata proclama:ione talmudica " del se11so divi/IO di vita u•11n,w, di atto umano; dell'idoneità <l'ogni.'vila anche la più umile, d'og11i atto, ad assurgere a ·valore divi110, immediatamente, soltan.to per la natura psico/ isica sua. Valore divino che culmin.a appU11to11elia co11cezione audacissima per cui l'atto uma,w è chicimato a reali::are 11elmondo la reden:ione di Dio. l'uomo può essere pen·aso dalla vita di Dio, ed allora farsi nel 111Qfldoattivo per Dio, come Dio che agisse per sè ". Perciò io chiedo se non 46 BiblotecaGino Bianco sono altro che chassidismo le scien=c morali e la stessa scien:a dell'arte che dalle cattedre e co11 i libri ci sono i11sc•g1wte: i/ succo dell'fosegTLame11toseco,tdario e u1tiversitario italia,w, dei libri, delle riviste, dei giornali ai lingua italia11a è che la storia umana consista nell'eternità dell'atto di pensare, che ci j a toccare la realtà di Dio, o, che è lo siesso, 11e/comu11e travaglio morale di elevarsi a Dio. Se 11011é vero cl,e questa sia la sosta11:a dell'iltsegnamento na:io,wle, smenti!emi; nta se 11011potete s11ie11tir111ail,lora io 11011capisco per quale ragione abbiamo tolto le cattedre agli t>brei. Il perpetuo e attuale e i111ma11entetrasfornwrsi dell'uma110 11el divino è l'esse,iza esoterica dell'ini=iazione giudaica, essenica, ellenistica, ecc., e del problema morale della libertà, il nocciolo del proteslmttesimo; e protcsta11te è la scie11za sl.orica, la cultura, lei lelteralura, cl,e ebrei e borghesi haTL11i0nsie• me da/o all'Europa. E allora perché agli ebrei 11011 è lecito ù1seg11are i11 Italia, e possono i11vece educare la 1111:ion.ietalia• na i protesta,11i? Forse pere/tè siamo ià nazione cauolica e la patria della civiltà classica? Scienza, arte, poesia ci ha,uw ripiegato in flOi stessi, ricon• dolio al mistero, guidato alla ricerca del dio soggetti oo: e mi sapete dire cl,e sig11ifica l'aria laica e anticlericale che ci diamo? /,a civiltà 11011 consiste nella soluzione di w, problema. e Mi siamo ria11negati nel problemismo. Il problema dell'essere e diventare, della oolontà, dell'azione, é scie11=adivùw., filosofia; trta dal governo di filosofi, sacerdoti, posso110 nascere soltanto tiran11ie, come le orientali, quella della rivolu:io11e /ra11cese, lei bolcevica. Il popolo russo era felice. Naturalissimo e j elice. leggete i racconti di Gogol, Tolstoi: doma11date a qualche vecchio russo se non era proprio quella la vita del popolo russo. Il popolo russo aveva i11 comufle maggior numero di beni na:io,wli allora o adesso? Se TL0nsiamo proprio imbecilliti, diciamo la verità. E allora perchè ci chianwno reazio11ari? Perchè 11011sÌ<lmo conm11isti. Ma i comunisli voglio110 davvero far comuni i beni delle nazioni? O ci sta11110per impedir questo? Creare una co111u11io11dei be11i e di lavoro é un'opera, ma il comu11is11wé una teoria, ana te11de11:a.una dialettica, ed é servito solta11to per mettere u11paese in 11w1wdi poche persone, come l'Italia, 11el 1876, come la Russia, alla fine della guerra, come più radicalmente l'Italia, se la dialettica del 1876 fosse contittuata. U,t popolo che abbia chiamai.o slraccio11a la gente ricca /'/,a solo l'llalia, e l'Italia é il solo paese che abbia due volte fatto quest'opera di mettere per quanto è po$sibile in. comu11e i beni della ,wzio,ie, in. Tosca,w, nel settece11to, ili Pienwnle, n.el decen11io.Cavour i11iz[òquest'opera in Piemonte e la co11cepì per latta la na:ion.e, un. uomo solo, perchè la politica 11011 è un rito dionisiaco, 1,w anch'essa un.'arle, e anche le opere politiche voglio,w un. autore, sono pe_rsonali, e solta11to così p0Ho110 riuscire d'impronta popolare, come ogn.i altra opera umana. Ebbe11e, l'una e l'al-lra volta, a distruggere quell'edificio popolare fu la rivoluzione: co11 l'eversione feudale, la prima, co11 la cosiddetta rivolu:ione parlamen.tare del 1876, la seconda. E allora, l'iniziazione comunista della rivoluzione j rancese serve davvero per creare vita popolare o solta11to per ave;e in ntano i popoli? E i reazionari sianw 11oi o i comu11isti? E a creare un'opera di vita popolare chi è chiamato dalla sua storia, 11oio i comu11isti? Ed ha forse un altro senso l'essere uscili dal cerchio della rivolu:ione francese? MASSIMO LELJ

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