La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

CONVERSIONGI IUDAICHE Nella rappresentazione storica di tutta l'umanità noi vediamo che l'uomo, nelle varie razze in cui è distribuito, ha realizzato le proprie caratteristiche naturali, perfezionandole ed individuandole nel progresso del tempo; e man mano che tali caratteristiche hanno assunto autonomia e indipendenza, la Storia, inoppugnabile testimone di tutti i tempi, ha inciso sulle sue bronzee tavole i fatti umani, non tanto per ricordare il passato quanto per ammonire ed ammaestrare per I 'avvenire. Ora se il carattere chiarifica la sua individualità nel susseguirsi dei folti storici, e se è necessario che esso ci sia rivelato in tutta la sua immutabilità ed integrità, è opportuno richiamarsi a questi ultimi perchè ci sia rivelato il primo. Con questo concetto veniamo a sottoporre ai lettori un lato interessante della questione giuridica, cioè il camuffarsi degli ebrei ed i pericoli derivanti. Nel e Popolo d'Italia> dell'8 settembre c. a. questo camuffamento viene, a quanto ci sembra, per la prima volta denunziato; esso, iniziatosi con la richiesta della cittadinanza italiana e con la italianizzazione del nome da parte degli ebrei di Trieste, è culminato recentemente con la conversione alla religione Romano-Cattolica. Cosi all'ombra protettrice della Croce, gli ebrei nella falsa veste di cristiani e di fascisti potranno continuare la loro attività affaristica e speculativa ai danni del popolo italiano; ed ecco quindi che, pur in un regime razzista, si appalesa il gravissimo pericolo che il germe nefasto della razza giudaica continui a covare nell'ombra, pronto a germogliare e ad infestare alla prima occasione. Le caratteristiche razziali sono que1le impronte che la natura incide nell'individuo in modo da legarlo indissolubilmente alla sua razza e da fargli sentire continuamente la sua origine, il suo sangue; queste caratteristiche si rivelano centuplicate negH ebrei che si sentono tanto superiori agli altri popoli da vilipenderli e disprezzarli, e che, dopo tanti secoli ed in tante diversissime regioni e popolazioni, hanno conservata fedeltà ai costumi ed alla religione dei padri. Diciamo questo non per induzione scientifica, ma per rigorosa cognizione storica che cercheremo in breve di documentare. Come ci dice il Ferorelli (Gli ebrei nell'Italia Meridionale) gli ebrei presero stabile dimora in Puglia quasi nello stesso tempo che a Roma, ma moltiplicarono le loro immigrazioni nel periodo normanno-svevo, durante il quale seppero circondarsi di tali privilegi e protezioni, da provocare le reazioni del periodo successivo. E Federico 11 permise loro l'usura: e poichè le leggi dei Santi Padri vietano l'usura, io condanno severamente i cristiani che la praticano; ma non posso impedire che gli ebrei la esercitino, poichè questi non sono tenuti ad osservare le leggi dei Santi Padri> (Cosi. I-IV). E fu l'usura che moltiplicando le loro ricchezze diede indirettamente origine alle persecuzioni. Queste ebbero inizio ben presto al tramonto della potenza sveva, quando gli Angioini, per ricompensare il Papa dell'appoggio avuto, perseguitarono gli ebrei costringendoli a convertirsi. Fu allora che l'anima giudaica si rivelò in tutta la sua subdola doppiezza; difatti per sfuggire i maltrattamenti gli ebrei finsero di convertirsi, anche perché questa conversione lucrava loro la esenzione dai mutui cui venivano sottoposte Matrimonio in sinagoga. 22 BiblotecaGino Bianco le giudeche, ma non appena le pressioni venivano ad allentarsi, tornavano aUa loro antica fede. Cosl gli ebrei divennero e neofiti>, ma quel che è strano rimasero sempre neofiti; è difatti sintomatico che negli atti troviamo accanto al nome la loro qualifica non di cristiani, ma di neofiti, come per ammonire i terzi e per ricordare l'origine. E non passerà molto tempo che parecchi ricadranno e in pristinum errorem >. Le conversioni furono numerosissime, ma i nuovi convertili continuarono a vivere nella giudecca accanto agli ebrei. Ma se di fatto i neofiti rimasero sempre ebrei, v'era pur sempre l'atto di conversione c-he creandoli cristiani, li faceva cittadini; sicchè quando riuscirono a sottrarsi alla giurisdizione ecclesiastica entrarono nell'amministrazione àel governo cittadino. Difatti durantei il governo di Ladislao (1385-1414) l'Università di Trani ebbe il 3 febbraio 1413 dal Re un diploma nel quale tra l'altro veniva stabilito che la città ogni quattro mesi doveva eleggere 16 cittadini incaricati della amministrazione della cosa pubblica, dei quali otto nobili, sei popolani e due neofiti. (Libro Rosso di Trani n. 22). Questa concessione del Re Ladislao ha avuto un'importanza capitale in tutta la Storia del diritto Italiano; difatti poichè i neofiti di fatto sono stati sempre dei veri e propri ebrei, anche se mascherati da cristiani, abbiamo un caso unico ed eccezior.ale in tutto il Medio-Evo, nel quale gli ebrei erano "in servitute quasi publica" sotto la "tuitio" regia e per questo esclusi da cariche pubbliche. Ma in quel grande centro commerciale che fu Trani in tutto il Medio-Evo gli ebrei ed i neofiti vennero acquistando tale e tanta importanza e potenza finanziaria che il Re fu varie volte costretto a ricorrere ad essi per prestiti ed a ricambiare questi favori in una forma positiva. Ed anche se il Partile (Storia del diritto italiano, voi. lll, pag. 211 n. 28) ed il Ferrorelli (op. cii. pag. 58) hanno al posto di "neofiti" la voce "ebrei", errando nella à1citura del testo del diploma, al lume della v&rilà storica tale errore cade perchè neofiti ed ebrei si identificano nella "viltà giuàaica " che dai primi non fu mai abbandonata. E dovettero rimanere al potere per parecchio tempo se Cesare Lambertini che visse verso la fine del XV secolo, affermava hella "Resolutio" LXII: ·· Descendentes ex h&braeis conversis ad !idem sunt admiltendi ad beneficia atque honores rei publicae sicut coeteri christiani ". Ma a rompere l'incanto sarà la calata di Carlo Vlll con la quale si inizieranno quelle numerose sollevazioni popolari che culmineranno nel bando definitivo dal Napoletano di tutti gli ebrei (1540). Dopo tutto questo la necessità di guardarsi da certe conversioni interessate sorge quindi spontanea. Concludendo, se i corsi ed i ricorsi del Vico non furono soltanto una astrazione filosofica, e se il ricordo dei latti del passato può veramente ammaestrarci per l'avvenire, non sarà stato vano l'aver ricordato all'obbiettiva coscienza del popolo italiano que- ~to fenomeno della maschera giudaica, anche perchè l'ingenuo e "!'eternamente sfasato " non resti impressionato dalla maniera totalitaria con la quale la questione ebraic::xviene risolta. NICOLA SALVATI

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