La Difesa della Razza - anno I - n.6 - 20 ottobre 1938

Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora DISfATTIS (Un 80ldato italiano eul Piave) li ebrei furono e sono maestri di disfattismo. Del più feroce e integrale disfattismo: quello che non nasce da una momentanea viltà, da un temporaneo sovrapporsi dell'egoismo al senso di un dovere più alto, ma dalla totalP assenza di quest'ultimo, dallo spaventoso vuoto che la mancanza di una patria ha scavato nel cuore della razza dispersa. Gli ebrei, quindi, hanno sempre avuto orrore del servizio militare. In tutti i tempi hanno cercato di sottrarvisi. In tutte le guerre, ovunque combattute, o sono riusciti a tirarsi da parte e a far da spettatori (e da speculatoril, o sono intervenuti in vista di interessi giudaici, e non degli ideali delfa Nazione di cui rivestivano la divisa. L'antimilitarismo giudaico ebbe campo di manifestarsi fin dai tempi dell'antica Roma. I giudei, infatti, unici fra i popoli soggetti, riuscirono a sottrarsi al servizio militare, adducendo a pretesto motivi religiosi, e soprattutto -l'impossibilità, per ciascuno di essi, di svolgere qualsiasi attività nel giorno di sabato. Un esercito che si poteva rifiutare di combattere soltanto perchè ... era il sesto giorno della settimana, non parve evrdente• mente ai Romani troppo sicuro; e i giudei ottennero la desiderala esenzione; che lleppero trasformare in una vera e propria speculazione. avvalendosene per conquistare altri privilegi e per raggiungere - in certe epoche - una posizione di supre• mazia fra le popolazioni soggette ai Romani. Non sempre le cose sono andate così lisce per i giudei. Gli Stati Moderni, dopo aver concessa loro la completa emancipazione dalle pastoie medioevali, dopo aver fatto loro dono della cittadinanza, dopo averli resi pari in diritti e doveri alle popo· )azioni autoctone, non potevano evidentemente esonerare gli ebrei dal servizio militare; nè gli ebrei stessi potevano reclamare un'esenzione, che avrebbe automaticamente rimessa in discussione la parità con tanta fatica conquistata. Entrò dunque in scena la tattica n. 2: prestar servizio militare, sì; combattere sì (se possibile, al coperto); ma tener presenti in primissimo luogo gl'interessi giudaici; e alla guerra far seguire una pace giudaica. Anche questa tattica, del resto, si basa sugli imman• cabili motivi religiosi; giacchè nelle scuole primarie israelitiche si insegna quel che al riguardo prescrive il Taln~ud: Se per cwo tu devi cmdare ulla guerra, procura di partire per ultirrw e di tornare per primo. Allo stesso proposito, Edoardo Oujardin, cultore di studi biblici, afferma che e il disfattismo è una dottrina essenzialmente teologica >, poichè risale al Deuteronomio ,. a Geremia, che abbandonò Gerusalemme, sua patria, al re straniero Nabucodonosor. Bibbia a parte, la storia fornisce inoppugnabili documenti del disfattismo e dei tradimenti d'Israele. t famoso l'esempio dei Visigoti che, dopo aver largamente favorito gli ebrei stabi14 BiblotecaGino Bianco I~" I cittadini italiani di razLJ za ebraica non potranno e Sembrava che mai palta nemica avrebbe doviuo vulntrart qutlf orsa• nismo, che rappresentava la per/e=Wne della stirpo italica, nel quale scorreva ;J più btl songlll latinament, e romanamente eroico>. « D'altronde, e1li. era milantse: le trcdità conservative non sono ipotesi. ed egli sentit-a nelle sue vene scorre• re il san1ue uoico dei suoi anttnati contro gl'imperatori mtdieooli >. e Per quella eredità che riproduce di padre in figli-Oi caratteri fisici • morali~ sentivo. scorrere nelh sue vtnt tulla r entr1ia del sangue roma1nolo, al qu,1/e, per lt:1Ise d'adattamento, aveva i11nestato <1utllo li1ure >. e: Chi sa quante volte. da uero ro• litisi in Spagna, furono da essi traditi non appena il musulmano Tarik mosse contro di loro. Più impressionante ancora quel che accadde a Napoleone. Dopo aver Mnzionato l'emanci· pazione degli ebrei ed essersi in tal modo accattivato le loro simpatie, egli ne fu ignobilmente tradito, non appena l'impero « fu divenuto troppo pesante e oppressivo per il capitalismo: cosicchè gli ebrei provocarono la caduta dell'Impero mediante l'accaparramento dei viveri al momento della campagna di RussiP. e accelerarono il disastro finale, determinando il ribasso della rendita, e comprando la defezione dei marescialli> {l). ••• Quale fu il comportamento degli ebrei nella guerra mondiale? Guardando le cose in superficie, non si può non riconoscere che quasi ovunque essi dettero prova di lealismo; nè. d'altra parte, potevano fare altrimenti, giacchè le maggiora111,e aotoctone li avrebbero facilmente schiacciati. Ma per chi com• battevano veramente gli ebrei? Per la loro patria d'accatto o per quella d'origine? Lasciamo la risposta agli ebrei stessi. L'ebreo russo Litvak scriveva nel 1916 che i giudei e cadevano per l'emancipazione di tutta la loro razza > (2) e Mattia Wol!T sosteneva (3i che lutti vollero morire « per l'onore del nome ebraico>. Più esplicita ancora è la dichiarazione fatta dagli iscaelit.i di Francia ai correligionari dei paesi neutrali, nell'ottobre 1915: « La Rivoluzione francese ha liberato gli ebrei d'occidente; la vittoria degli Alleati libererà gli ebrei del resto dell'Europa>. E l'ebreo Spire esaltava i giudei russi per aver compiuto e il dovere verso se stessi, verso il giudaismo, verso la Gerusalemme spirituale, che non è falla di pietre, di torri e di muri che si abbattono con gli obici, ma di meravigliosi e dolo. rosi ricordi del passato, di grandi speranze dell'avvenire> (4). Per documentare lo stato d'animo degli ebrei di fronte alla guerra mondiale saranno sufficienti le due testimonianze che seguono. « La grande guerra s'iniziava - scrive l'ebreo Lewis

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