Giuseppe Piccinini - I mille di Marsala

• DI G. PICOININI ROMA EDOARDO PERINO, EoiTORE•TIPOGR\FO Piazzetta e Vicolo Sciarra, 62 I886. .. ' -

l Proprietà Letteraria dell'editore E. Peri no ' ·" MAZ 0700 00024 l •

. ... ... ... ... ... - ... ... ... . - ----·- ~v-~~~~VV~·~~~~v-~~"~~~~~~~~ ' . CAPITOLO l. La compana de~la Gancia - L'insurrezione del 4 aprile 1860 - Gaetano la Logg io. e Fr, tncesco Riso - Salzano e Salvatore Maniscalco- Il trad mento del !1 ate - Lu··gi la Porta e Roso ino P1l0- Le fucllazi· niJ,a m, ,rte· di un eroe - Pulitica e Patriottismo La Masa e Cavour. . Nelle prime ore del mattino del 4 aprile 1860 la campana magg- or·e del Convento de1 Frati Francescani della Gancia a Palermo suonava a stor·mo. Le truppe del Generai Sal1ano, un antico seguace del famigeJ·ato bt·ig-)o\nte Fra D1avoJo, e, allora comandante mil1ta•·e della Sicilia in n( me di Fran <~e .- co II di Bor·hone, e gli sg-herr·i di Salvatore Manisealco, D1rettore della Polizia dell'I --ola. vi avevano posto l'as~Pdio. Dal di dentro una sch1er·a di cir~a dueeento popo,ani cont.r·astava aJ·ditaale(lte l'.ng re!lsO alle mercenade solda. tes~ ~·he ed :1lla sb ir, a~lia. Mal.:uu t nte arma~i d , vecchi fuc1li e di se) a bo le ruggi- ~ no~"~ e) gli a~~ed att soste nevano unra lotta i mpari, llt> l la quale sap~vano benissimo che avr6bbero dovuto tintre coG

' • .. \ 4 Biblioteca Patriottica 'aver la peggio; ma combattevano nonostante, con quell 'entusiasmo che solo dà la fede in una giusta causa, e con quella abnegazione c~he proviene dalla coscienza con· vinta della necessità del sacr;nzio in prò della patria Alla testa di quei popolani era un operaio, un' mastrotontaniere, F.ran~esco Riso. · I moti rivoluzionai~i del 48 e del 56 erano stati nel Re- • gno delle due' Sicilie soffocati con un'onda di sangue. Di quanti non ·avevan pagato con la vita l il loro amore alla· h bertà, parte erano in esilio, parte sepolt! in orr1btli prigioni, parte nasoo~ti e in continuo pericolo di cadere ! .da un momento all'altro nelle mani di una polizia, che lor dava la caccia come a bestie fe!'o•~i, e con un accanimento che nella storia non trova e non trove1·à riscontro. E_t>pure si cospirava. ancora, si cospirava sempre; non . se ne voleva più sapere ui un governo, che da uno straniero ili ustre era fin stato definito la negazion-e di Dio; si sentiva il bisogno di scuotere un ·giogo, di venuto oramai intollerabile. A: Palermo s'erano costituiti due Comitati rivvluzionarii, l'uno presieduto da Gaetano la Loggia, . l'altro da Francesco Riso. Ambedue questi Comitati, non avendo che un fine, agi. vano di pieno accordo. Gli am1ci del Riso si riunivar1o nel Convento d~lla Gancia., l i cui frati erano entrati coz aggiosamente nella cospirazione. In pochi mesi i cospiratori avevano radunato in quel Col':lvento un discreto numero di fucili e una certa qu~n ... tità .di munizioni. ' . In possesso di questi mezzi d'offesa e di difesa Franl ./

I Mille di Marsala 5 -- ------ ---------~--------------------·------ cesco Ri ~o, giovane: e ardente, . persuase gli Rmici suoi a tentare 1a fortuna . - Basta una scintilla, ripe~eva egli; e l'jnce,ndio si svilupperà in tutta l'isola. Scenderemo in pochi sulla piazza ma al grido d t Viva la · libertà> tutto il popolo sarà con no1. E alla grande impresa fu fissato il 4 aprile. Come avveniva dunque che 1n vece di essere discesi in piazza, Francesco Riso · e i suoi c0mpagni si trovavano la mattina di quel giorno àssediati nel Convento della Gancia 1 La sera del 2 un frate s'era presentato a Salvatore Maniscalco, il feroce direttor e di poiizia. - Stà per iscoppiare una insurrezione, disse il frate. ~- Quando? Do v e~ esc·lamò il Mani scalco. - Quì a Pal 3rmo. - E 11 convegno? .,_,.,_ Nel Con v~nto della Gancia. - Tl capo 1 - Francesco Riso. - Il giorno .... - Il giorno 4 . .. Posdomani.... l ... - Sta bene, grade. Provvede,·ò !.... 4 k La stor ,a ci ha cons~rvato il nome di questo G~uda Egli, si chiamava Fra Miehole da Sant'Antonino! · Il comhattiment.o durò accanito parecchie ore, ma il - .lumero tr.onfò. I borbon ci penetr-arono nel Convento e ad onta di una disperata quanto eroica difesa, i compagni del Riso fu- '

, 6 Blbliotèca Patriottica rono sopJ'a.ffatti. Per la mag«ior parte perirono; i superstiti furono fatti pr1giooieri. Il loro capo, mo t ta1n1en .. e ferito, veniva tra~ portato su di un9. carretr,a a l'ospe tale, 1n at t esa di (lsse, e giudicato, se fosse sopravi ~ sut.o, da un consiglio di guerra. Ma il sangue di quei p rodi non doveva es .~re stato ver· sato in vano. Palermo ne fu commossa, e ad onta delle pronte e terribili m.,snre tli rep r-e ~ sione p r·e~e dalla PolJ'lia. lo stesso ,., Maniscalco t> i convinse cbe iJ 1 er reno era in pro(•into di mancargli sotto i piedi, e che il massacro dell~ Gancia sarebbe stato vendicato. Infatti l'altro Comitato rivoluzionario, quello cioè ~presieduto da Gaetano la Loggia si riunì d'urgenta; deliberò di non la'sc .ar raffre:idare gli animi concitat1ssimi della popolazi~ne,. e ~pedì subito messi ti dati nél e altre città · , deH'JsoJ.a, e nelle campagne pe r· avvertire i capi a tene1·si pronti ad una generale sollevazione. Luigi la Purta, Pietro Piedisca!zi, Firmatari e cento , altri patr-iotti usc·rono dai loro nasl~ondLd1 ; raccolsero gente intorno a sè, e da. Genova, dove era in esil~o, accorse l'ec-oico Rosolino P~Io. Schiere d'armati cominciar0no a formarsi, a rannodarsi nei piccolA pa~-' si, nelle borgate; A il movim~nto rivoluziooado si estese a poco a _lJoco, specie per opèr~ dell'infaticabile Ro~olino, a tutta la Sieil ia. · Prima ad insoÌ·ge · e fu reroica Carinr, che assediata subt ~o dai Borbonici, ven,va prejsa, incendiata e saccheggiata il 18 apr·ile. Ma il p · in,o p3 S~o P.T"a dato; non era più pos ib le in· dietre~· g.f<sre; }e popoJaZIODÌ Oppr~sbe ma staoche dell'op- . pt·es ione in~ orge.vano da~.)~rLu ~ to; pe1 Bo1·boni l~ ore .di governo el'ano 01;amai contate. . , '.

I Mille di , Marsala 7 Ma il feroce Yianiscalco volle tentare ancora una prova. Dei prigionieri fatti l-1 mat1 iua del5 nel Convento de la Gancia, improvvisamente, e in Sdg•t Jt r) alla sentenza di un Consiglio di guerra riuai to in fr-etta e fur.•ia, rie feQe fucil~re tt·edict,_fra cui Gìovann1Riso, il padre di F1·ancesco. Poscia, non -appena es ... ~uita. la sentenza si recò all'ospedale dove Ft•aL.cesco R1so giacéva graveiD:ente ferito· - lo ti prometto, gli diss'.egli, d t f<-t • e gra~ia a tuo padre Giovanni, se m1 dirai i nomt degli altri capi dell'in• surrezione. - Non Ji conosco, rispose Francesco Rìso. - Tu li deve conoscere, giacchè erano tuoi compagn-i' insistè il direttore di polizia. - I miei compagni .sono tutta Italia e Dio! gridò n fter.o patriotta. . Ricadde qui adi all'indietro sui cuscini e spirò t Mentre questa scena· snblime si svolgeva nPll'o'spedale , .di Palermo un nomo dan·(i spetto ma•·zi ale e risoluto saliva a Torino sollecitamPnte le scale di uo ri ~~co palazzo. Ad ua servo che gh si presentò impose d' annunziare . ' al Conte di Cavour che ,G1useppe La Masa a veva bisogne di parlargll. Pochi.. minuti ~'dopo egli e ,..a intJrodotto ·nel Gabinetto del M1nistro di Vittorio Emanu ,~Ie . . ,_ Signor Conte, disse l'a rdito · patriota sicil'ano, la l Sicilia è in fiamme. La rivoluzione, lo saoete m,~glio di l me, è scoppiata fin dal qu.attro. Desidero sape te ~e vo- !1 le te darmi il · "vostr·o aiuto per- orgaoizlare una spedizione e correre in soccorso della mia patria . · . E tol ic ~ome Ca.vour non rispondeva, e ~~~brava steSSQ . . . esitando :

8 B1'bliotera Patriottica Per conto mio vi avverto, proseguì il La Masa, che con aiuto o senza. partirò p r la StLilia con quanti mt vor· ranno ~eguir·e . E o bisogno di una pronta r1spostct !.. - SLa beoe, disse al lora il Co o te di Cavour. Ogf5'i stesso vi manderò una risposta per mezzo di La. Farina. ~ CAPITOLO IL J Crispi, nertani e Bixio - Garibaldi a Villa SpinolaDanaro, ormi e muuiz ioni - Una eroica risoluzione - La sera del 5 moggio - h, Pn: ~tOXTE ed il Lo;\'IBArroo - La J·artenza - I contra1Jbandieri - Talamonf>. - Turr e il Governatore d'Orbetello -L'ordine del giorno· del 6 maggio. La notizia dell'insurrezione scoppiata il 4 aprile a Palermo giunse il 6 a Genova. . Francesco Crispi vola in casa dt Nino Bixio ed ambedue si recano dal Dottor Agostino Bertani per concertarsi sul da fare nélla g1·avissima contigeoza. Tutti e tre sonò concor·di sulla necessità d'organizzare prontamente una spedizione e correre al soccorso della generosa Sicilia. Ma perchè riesca nell'intento questa spedizione deve essere capitanata dall'eroe di Roma e di Varese, da Gju. seppe Garib;).ldi. ' Il Genel·ale è a Torino; Crispi le Bixio non pongono tempo in rnezzo e par·tono a quella volta. Al felice annunzio Gti.rìbaldi si reca dal Ministro inglese Hudson, che glielo confarma, assicurandolo ·al tempo

I Mille di Marsala 9 ------~---------------- ------------------- istei:>o delle strnp ttie vivi8~1me che la suà nazione nutre per l' i"ola. so -levata e anelante di ltcertà. B.xio, per oed1ne del gen(irale, ritorna allora frettoloso a ' Genova per. aue .;ttre un vapord 1n cui imb~r~are la spedizione; Cr,spt cot·re a Milano ad invocare dal Com .tato Na.z1onale vronto soccot•so d'armi, danari e munizioni indispf n ~ablli alla grande irnpr·esa. Il 15 Garibald· arriva a Gf-'nova eva a stabilìrsi a Quarto, alla Villa Spinola., ]n casa d..-Jl'amico suo, il Maggiore Vecchi, e di là ot·dina i preparati vi della spedtzione. , Nel frattempo il Conte di Cavour aveva un lungo colloquio con Giuseppe La Fat·i pa, il quale s1 recava po3cia da la M:~sa · La Faeina promise a La Ma sa che avrebbe aiutato una ì.ipediztone per la Sicilia coi fondi del a Società N'aztonale Aggiunse di . avere già scrìtto a Genova a P1eteo 1\Ia· rano perchè ave~se hllesr.ito un vapore, e finalmente pro- ·mlSe che quanto pr ma avt·ebba spedito mtlle e cinquecento fu~iH e cinqtle eas~e dt munizioni. La M ~lrsa, in compa;snia di MJrr•io Pàlizzola ed Enrico Amato, par·tì J mmedtat~am.eute per Genove, dove non tardò a sapere dell'altra spedizione che Garibaldi organizzava. Si recò allora da Ag-ostino Brlrtani e d'acco (·do con lui scrisse a La Farina allo scop<' d1 riunire tutte le for~e in una unica sped1ztone sot to glt ord n t di G.-trtbaldi. La Farina accondiscese e alla Villa Rpinola fu stabilito l'ac.cordo, e SI pr·e~ero le disposizioni necessarie per mettere in atto la grande idea. F1ssato in ultimo ll gtorno per ~a partenza, ment r·e Bixiv stavasi apparecch1andt) a sorprendere un vapore della Società Rubattino e lmpadl·onirs€nd, Garibaldi chia- /

l 10 Biblioteca Pat?·iottica ma va dalle provincie tutti i suoi fidi a r.:tccolta., ed esPi accorrevano numet·osi alla voce de l'eroe: Turr, Tuke y, Ace,·bi., i fratell1 Cairo! t, An fossi, ~Ii 'Sùri, Elia, C,.rini, Stocco~ Sil'tor·i, Ot·sini e ctlnto a1tr1 prodi, veterdni delle gut:rre dt:'ll'indipendenza italiana. Ma un dispaccio da Ma 'ta, dove risiedeva Nicnls Fabrizi. e da dove quel grarJde p~ttt•iot.ta a1utava con ogni sua possa il movimt> nto ri voluztonario) fu in procinto di mandare all'ar.a <1gni c0sa. Quel maJaugnrato dispacci o d iceva che l'insurr·ezione era stata completamt: nte soffocata, cht1 l'isol~ era tranquilla, e che una sped .zione Hl quel mome to è in quelle èondiziont non avrebbe potuto fa t· conto sull'appvggio della popoL1zioue. A qne l'aunuozin Garibaldi decise di rimandare i volOfltari A a.t.tf~ ndere più ~~ roP,iZ a o~cas1one per liberar la Sicilia dalla tir·annide borb >Dica. Ma Bix1o, La Masa, Polizzulo e varii altri non vollero prestar fede al dispacc1o e si d .spose:·o a partire soli. Fort•1natamenr.e però il ·.~ 0 apriJe ~iungeva al Gt nerale un attro dlspacc · o, in cui si annunzia fl-l no gli e;roici tentativi dt R~ solino Pilo, t'incendio e il saccheggio dl Carini, le fuc~laztoni dt Paltrruo. · - Si parta IDt1 1[ari in venti, esclamò energicamente Gart baldi dopo a ve ,· letto que! dispaccio. E poco dipoi aggiunse: - Partiremo la ~era dtl 5. Credo che per quel giorno sarà tutto in ord1 n~. Quel che più urgeva si err l'apparecclliare uno o due vapor1 pe1.· il trasporto dei volontaru della S!Jedizione. "'

' l Mzlle di Marsala 11 Di questa biso~na inc-ar cossi Niao Bixio. Er.:.tno 1n qucH gtornt n -: l por-t .._. d t Gclnova due piccoli V::\por• della SociHtà Rubatt1no, il P1.emonte ed il Lom- . . bardo; di quesc'ulttmo si stava accoillodando la macchina. B. xi o si recò daH' Antministra,tore della Compa~nia, un frnncesd, il signor Fati ~taé, e lo pers~tase a f.ire in modo che per la serd, dei 5 ma~g i o ess1 fu ~s~ro in ord, ne per la patte a l. ::t,, e ehe glt eq •1i paggi fd"'Sero com p · sti in modo da _non oppo re una troppo v .va r·es1steuza quando egli coi suoi oe avrebhHro p reso possesso. Natut·almente B , x ~ o fu co,tre ·to a met~ere a parte il Faucbé dello scopo dL quel teutativo, e il Faucbé promise di C• ~adiuvarlo e mantenue lealmente la SUa parola. Asstcura.tost da questo lato, Bix1 o r1nraÌ sul)1to in casa sua un numei·o suffì..~tt>n' e d t mar1 n ai da pot... r r1mpiazzat•e glt equrpiìg"~L del Ptem·,nte e del Lombardo, caso mai nou avessero essi voluto entrare a far pa1te della sped lZJone. Espose lo'ro ·m inlt.amPnte di che si tra.t.tava, jmparti or llut prec ~ si, Li a ·,tòt·lz ,.ò ari us .~rd anche Ja forza caso che al momento 1n cui ~alt\raoo a h{)rdo avfS:;f'ro incontrato resistenza, e lupo t!SS~1·si favto promPtt.flre ehe avreb· ber, mantenuto i l p1ù gran segr·eto. li l.cPDZIÒ, dando loro appunt.~mHn to semp1·e in casa 8Ua pt>r il ,:dor-~ o 5. R~c-osst qu tndt a ViJla Sp no a a render conto al gener·al · del suo opPt·ato,' e rtma.sero jn questa intesa. Cbe la sera d · l 5 B x o co1 suoi m :trinal SI Srtr-f'bbe impadronito dei due 'vaport dt-~l l a Cvm~ag-nia Rubatt:~~no, che avt•ehbe sub to ac t~e :i i fuoehl e !ev<tte le aucnre e si sar:ebbe diretto alla F '"'ce, ove il gt1Dt.rale lo avJ-ebbe a t-. teso coi volvnt ad t. Alla F .~ ce la spedizione sarebbe salita a bordo ai due vapori . e si sarebbe subito __ fatto rotta per la Sicilia. . . .

l ' l, 12 Bibliot~ca Patriottica FinSllmente giunse il tanto sospirato giorno. 11 sole tramontava qu·-.ndo da Vdla Sptuola cominciarono ad UMcire C\ p teco l t gruppi una q Jantità d'indi vtdu;, cias~ttuo dei quah partava sotto 11 brac~io uno, due e anch6 tre fuclli. Tutti qut>gli uomini si 1 dirigevano in silenzio verso la spiaggra del mare. E eano tutti vejttti a un modo: portavano ·i,utti la èamicia rossa. E · ano i mille eroi che dovevano compiere la p \ù gra.nde epopea miLtare del nostro secolo, erano i mtlle che da Marsala al Volturno dovevano immortalare i loro nomi, erano i mdle legg-e ndar-ii guer1·hjri, che parti vano alla conquista d1 un regno d : 9 milioni d'abttanti! Alle nove e mezzo uscì da villa Spinola G1useppe Garibaldi. Portava il poncho america no a b~ndoliera e indossava la sua solita dtvisa: calt.oni b1gj, camicia rojlol sa, fazzoletto di seta intorno ~d collo. Aveva al fianco la sciabola allct cintura un pugnale, e1 un r·evul vex•, ·sulia spalla d'e,· stra una ca.r~bina revol ve t• d t Bo l t. AIJa sua . inist ,·a camminava Stefano Turr; subito dopo venivano Tuker y e iJ m~ggiot·e Vec~·hi. Ve1•so le undtci erano ~ uttL 1''iun1ti a Quinto alla Foce, ' l dove dovevano attt-ndere l'arrivo dei due· vapori. . Alcune barcacrie erano pronte per tr-asportarli .a ·bordo. Su quelle barcaccie fuMronlo immediat~mente car1c~te !e armi, le provvistP, le mnnizioni, il carbon~, poi si accese .un 'gran fanal~ per s~gno di rieonoscfmeoto e si aspettò. All'una do po mezzanotte i due vapor·i non erano ancor ' \ giunti. Gctrl baldi però fece imbarcar tut.ti ; egli volle esser l'ult1mo. Pr,ma di imba~carsi abbracciò affettuosamente l'amico suo, il mag-giore Ve~chi, e gli consegnò varie lettere da i l mette l'e... a.lla post~ /

• I Mille di Marsala 13 Una di quelle lettere era diretta a Vittorio Emanuele, un'altr·a ad Agostino Bert.ani. Nella prjma Garibaldi dichiarava lo scopo dell'1mpresa ed annunziava al Re la sua parieoza; ('O n l'al tra dava incarico bll'illustre patriotta di r n·ccogliere quanto più dauari gli foose stato possibile e di t~->ntare tutte quelle viè, che più gli fossero sembrate opportune per coadiuvarlo n~ll'impresa. In questo frattempo i marinai scelti da Nino Bixio per impad r·onirsi dfli due vapori e per formare poscia gli equ1 paggi, si riunivano in casa sua. Bi x . o li divise subito in due squadre, di una delle quali prese egli il comando. e ,l'alt ra m1se sotto glt ordini di Salvatore c.,st1gl i a, arditissimo capitano mari t~im'o e vecchìo patriotta, chiamato appos itamente da Garibaldi da Torino; ove . eratsi da qualche t empo stabil i~o. Le due squadre si re <·arono sil(-'nziosamt n te al porto, salirono su all~une bar·che all 'uopo pr·eparate, e poco dopo g1uns~->ro a1 due vapori de l Ruba t. t no. . B xio sa lì con la sua squ ·-. dra sul Lombardo~ Salvatore Ca8ttglia mont.ò a. bordo d· l 1-iemonte. Cooosctut.o lo s·copo dl quella repentina invasione gli equtpaggi dei due v~porl non fecero la minima resistenza, anzi i p ù domandarono ed ottennero dt assoctarsi alla .sped ziooe. Accesi i fuochi , ali~ due dopo mezzanotte il Piemonte pigl1a a rim0rehio il Lombard'">, la cui macchtna non era ancor p!'onta, e i due legni uscivano lentamente dal ptlrto di Gclnova. dirigendosi al luogo del convegno, ossia alla Foce a Quinto. Essi erano nn po' in ritardo, poichè avevano dovuto perdere una gran quantità di tempo a ce~'care le chiavi de.lle • l

14 Biblioteca Patriottica macchine e d'altri locali di bordo, senza riul;(cire a trovarle . ' tantochè furono costretti a Sl!al)sinar" tutte le porte. l Garibaldi dopo di avere lungamente atteso, mosso da. impazienza, andò ~d ìucontra,·è i due p1roscatl tino all'lwboccatura del po1·to e ~alì sui Pi~monte insieme al suo Stato Maggiore. QtJantio i due vapori fut·ono jn vista della Foc~ le barcac~te su cui e 1·ano i mille vo :ortthri si mo~se o "erso ùi e~si e 1n breve u (, ffi l uJ, pruVVItitt>, at·mt pèiSSarono ~ui 1egnt d~Ha spediz une. Cominciava a l albe;tg,art>; Gar ~ baldt salito sul cassero del l'it'IDOilte dit--de d S· gdale Jel .a. pat•teaza. F1 o ver."o le otto del w atti uo de! 6 m ig~io vedeansi da. Genova. loutauo lvn t. ano, comd dud puut1 ner1 ne!l'orizzunte, i piroscati ueUa hpeJtt.IOD.e. Una barca carica di mnnizioni doveva attendere i ~ue vap ·ri nel ca.nale di PLJmb;no. Ma s1 t:!Lbe uo heU'as r e . t.al·e; la t-ar\...a· equipaggia' a da CGntr·abbaud1er·) se .,za. onv•·e e :senla fed~ n, n coruparve. S cct•è Gar•ihaldi Jovette de~Iu'='riSi a provv~ddriSi Ct~D altr·a m*"t.Zt d .JJle muniz,ont. Fu1 mò ~uhito .l ~uo p ano, e fe re dir·igere i due piro· scafi al pot·to d1 T tlaruon~, sul contlfte toscauo. Appena g· ,unto, Ga.r•tlJal ti, 1n UulfvJ·nJe di ~ener·ale piemon r es ~ ~ d .sctjl'le a. tt>rra 10 compa n1a dt S e.fano Turr. Egli sa p t1 va cLe nel l d. victna ruc, ·a di o, betelio c'erano cannoni, fuc:li e muoi,.iooi in graude quant,ta. RLcoi·se ad uno stratagemma. •

. t l Mille di Marsala 15 < Per avere ciò c.ha gli abbisognava doveva far ct·edere al Comand. ~ nte d~ila piazza di essere auto;iz.zato a ciò da Vittorio Emanuele. ConSAg oò perr,anto a Turr un biglit\tto, incaricandalo di c ()·mpiere egli da solo Ja difficile e delicata biS•)gna. Il biglietto d1ceva così : « Credete a tutto ciò che vi dirà il mio aiutante di J campo Turr, ed aiutateci con tutti i vostri mezzi nella. spedizione che intraprendiamo per la gloria del Piemonte e per la grandezza ·d'Italia. · « V1va -Vtttorto Emanuele, viva l'Italia. » Cc)n questo biglietto Turr si presentò al Governatore di Q,·bete1lo; ma per quanto dicesse e facesse non- riusciva a persnaderlo. Infine tentò un ultimo mezzo. ... - Ecco, dhìls' egli, s ~ri verò un biglietto al March~ se Trezzi, aiutante di campo del Re. E scrisse: . ' ' « Caro Marchese « Non so come sia andata la cosa, ma nel L' imbarcarci abbiamo perduto' il cauot.to che portava armi e muni- . , zion1; ridomandate per me a sua Maestà centocinquantamil~ cartucCle, e, se è poss1blle, un migliaio di fucili con le loro baionette. » ' «: Colonnello TURR. >> ' Nemmeno questo biglietto valse a convincere il Governatore, ma il brav'uomo, in uno slancio d'entusiasmo, grJdò:· - Prendete tutto quello chP- volete! Parlando militarmente commt' tto una. colpa, ma se la commetto è per , il bene del m1o Re e per la fej.icità dell' Italia.

16 · Biblioteca Ftttriottica E a ciò che gH chiedR.va Turr aggiunse spontanea· mente una colubr·ina e tre cannoni. Frattanto Garibaldi aveva fatto discendere sulla sp,iag· gia il suo piccolo eserc1to. Lo passò in rassegna, lo divise in compagnie e diè a Bj:x1o l' incarieo di teggere il t;eguente o· d1ne del gior·no: « La missione di q tlesto corpo sar·à. come fu, basata sull' abneg~zione la p ~ ù <~ompleta. davanti alla rigenerazione della p.Àtr1a. I pro11i cacciatori delle Alpi ser~ir·ono e servir•an .. o il loro paese eon Ja devozione e dtscìplina dei migliori corpi militanti, senz' aTu·a speranza, sen~'altra pr~tef.la che quella della ·loro inconr.au11nata coscienza. Nou gradi, non oiJori. non ric( mpense allettarono questi bravi; ess1 ~i raonicch1ar·ono nel t a tno Jest1a della vita privata allorchè scomparve il per·icolo; ma, suonando l' ora de lla pugna, l' Italia li 1 ivide ancora in prima fila ilari, volentero.st e pronti a versare il lor·o saogu~ per es"la. Il grido di goerra dei Cacciatori delle Al p i è lo stesso che rimbombò sulle sponde del Ttctno, or sono dodici mesi: Italia e Vittorio Emanuele; e questo grtdo, ovunque pronunz1ato da noi, incuterà spavento ai neq1ici d'Italia. « Comandanti le Compagnie l • - « Bixio comandante la prima~ Orsini la seconda, Stocco 'la terza, La M~sa la quarta, Anfossi la quinta, Carini la sesta e Cairoli Benedetto la settima; Mosto comandante i C~rabinieri Genovesi, Sirtori capo di Stato Maggiore, Turr primo aiutante di campo del Generale, Acerbi capo della Intendenza, Ripari capo del Corpo Sanitario.

I Mil-le di ll1arsala 17 ·-----·------- ------- « L' organizzazjone è la stessa d~ll' esercito italL,no a cut appartenibmo e 1 grad1 p1ù che al privdegio, al mer1to, Houo gli stessi g1à coperti su altri campi di battaglia. » « GIUSEPPE GARIBALDI. >> La notte del 7 si passò nel porto di Talamona. All'al ba d .,ll' 8 i Mtlle s' 1 mbarcarono di nuovo. Sul Piemonte salirt~no 2 Compagnte, i Carabinieri Genovest e lo Stat.(J Maggiore col Generale. Di auesto vaporcl aveva 1l comat}do Sal vatort:} Castiglia. Rul Lombar·do, comandato da Blx1o, salirono le altre 5 Compagn1e. All'alba i due pjroscafi si mjsero jn rotta per la Sicilia. CAPITOLO III. In alto mare - ll falso. inrrociatore - Bixio in procinto ·d'attaccare riaribaldi - In v sta di Marsala - , La squadra napolitana e i legni da gu~rra inglesi - I par·lamentar1i - Il rifiuto del Capitano Marryat - Lo sbarco - I nopolitani prendono possesso del Piemonte e del Lombardo che stanno per colare a fondo. I due vapori n~vjgano felic(jmente e abbastanza velo- - ~ cemente in alto mare. Gar·ibaldi nomina o,·sini djrettore dell'artiglieria, per · cui i ~ comando delia 2a Compagnia viene assunto dal si- , ciliano Antvn1no Forni. Siccome poi La Masa ottenne dal Generale che, non appena sbarcati, egli avrebbe preceduto la spedizione, :1 - I ~lille.

18 B2'blioteca Patriottica per facilitarle la via e per qrganizzare gl' ias~ rti, così il comando della 4a Compag-nia fu assunto dal ·maggiore Miouttllo, il quale essendo neJto stes~o giorno nominato capo del Corpo del Geuio, veniva alla sua volta rimpiazzato da Mario Pa1izzolo. Fatti questi cambiamenti, Orsini stabilì subito sopra la coverta del Piemonte un labor~atorio di cartuccie, mentre Campo nel caineriuo delle macchine fondeva le palle pei fuc1lt . n La sera del 1O il Piemonte s'era spinto tanto innanzi per scopr-ire l' htola Maretima da essere perduto dì Vista dal Lornòardo. Siccome le te .aebee divenivano sempre più · fitte e if ri· maner·e di visi poteva riuscir fatale aUa spedizione, Sal- . vato•·e Castiglia SI fermò in attesa d'esser r(jg~iunto dal Lombardo. Dal canto suo Bixio, non vedendo più il Piemonte, proseguì per la sua rotta, qu~ndo ·ad un tratto la sentinella <;li p r·ua lo avvertì che un legno era in vista. · Alla mente d1 B1xio s'affacciò subJto il pen~ierQ che quel legno pott-ss ~~ ~SSdre un incrocl.atore nem1co, e da quell' au,facissimo capitano ch'~gli era, invece di pensare a scbivado decise sub1to dt ass<dJido. Detto fatto: fa salire tutti i suot uomini sulJa coperta; li d '&pone in mod~·, da essere pronti a lanmar·si all' arrembaggio; impone il p1ù rigor,. s,. silenlio, e, facendo forzard la macchina, si dir·ige al a volta del bast~mento , sospetto. L' os .~urità , è pro ronda; dal legno incrociatore non parte alcun s~ gnaJe; esso è Jà immobil~ come uno scoglio. Il Lombardo gli gira attorno due volte, ma -quello non · .

I Mille di Marsala 19 dà SPgno di vita. Bisogna decidersi, e Bixio non sta su a pensarci più c~e tanto. Gli fa d.rizzar contro la prua e gli corre addosso. Quando gli è a poca d·stan· a gr·tda con quanta voce ha in corpo:, - All'aTemi! Avanti l All' .abbordaggio! A quel gr·ido un attro grido J'lsponde da bordo del 0up- ' posto incrociatore, e N1no Bixio riconosce la voce di . Giuseppe G :1ribaldi. Q nel Jegno era i l Piemonte, eh~ attendeva appunto il sup compagno, il Lo rnburdo! I due piroscafi riprendono di conserva la loro via. Gaf'ibaldi durtlnte Ja not.te cb ,ama 11ella &ua c8 bina Sal ~ at~le Ca· tJglia pt:lr· btab lire con lui J] J>ULtO della costa sic·.il io n a, su cu1 t' ffet,t uare J o sbarco. E~ li op1na pPr Porto Pii!o, ma Salvatore Castjglia lo persuadP. a dec1de' s pe1· Ma•·"'a la. Alt' alba f'Ja•·o 1n VJzo.la' dell' 1sola MarPVmo. Pocu dopo dupp avano Fav- goana e gtuugevauo dinanzi al po r•to de :H r{nar,o, a 1\1 et r~al a. A q11el ;a v1st.a un ULTah! entusiastico sc,·pp ìò a bordo del due p1ro~caft. Nel po~to erano ancorati drte Jegni da guet·r~, ma· non Se n~ poteva !1 per Jì ,.;tabil1re Ja Oè.l."'.l OUalHà. PtH• tottuna ~ n quel mometlto USl}J va a \·e l e spiegate J dal po1·to uno sct .on ·r · ·on ba.r1d era. ingl("lt)e. - A . bi appar·Ltllg'ùDO quei due leg-ni da gu ·t· il ? ci() ~ mandò Gariba dt iil capitano dello scooner. - All' Inghilterra. ' l

' ' ) 20 Biblioteca Patriottica - E voi dove siete diretto 1 - A Genova. - Sta ·beo e. Dite · a Genova che la sperJiz'one del Ge- . nerale Ga·ribaldi è felicemente sba'rc~ta a Marsala. Il Piemonte ed il Lombardo entrano arditamente nel canale. Il Piemonte poco dopo getta ]e sue ancore in mezzo al porto. Il Lombardo invece, spintosi p1ù innanzi, va a dtu•e in secco, ma ~eoza ~Offl·Jre gravi avarie. Proprio in quel momento avparivan~ in vi~ta di Mar.. sala gl'incrociatori napoletani. . E(·ano la ·pir"ocor•vetta Stromò0li, la fregata a vela Par- , tenope, il vapore Capri e l' Eulo. L' altro 1ncr·ociatore, 11 Valoroso, si trovava .in crociera ~ Trapani. Lo St1·omboli era comandato dal capitano Caracciolo, l nipote dj qup,ll' ammiraglio Car acciolo fatto impiccare da Nelson nel 1799 per 1n vid la; 11 Capri era sotto gli o.edtn ·del capitauo Acr.on. . In quanto ai due le.'!ni inglesi ancora.ti nel porto erano la corvetta Argo e 1' é:1 v viso .Intrepido, la pr·ima cornan- . data dat capitano Igram. il seqond .j dctl capit~no Mar·ryat. Gl'Incrociatori napoletani si fermano all' imbo(~catura • del porto, .ma a moti v o della p re senza dei legni ln5lesi non po~sono aprh·e il fuoco. Lo Stromboli, che è innanzi a t ·utti. mette in mare una lancia Cùn un uftic ate ~ varli uomini, la qua.le si dirige a bordo dell'I-ntrepido. )

I Mille di Marsala 21 Non c'era nn momento di tempo da, perdere. Bisog-na.v .1. app•·otìttar·e d t quel momento di forzata inazione da parte d~t borbonici per effdttuare Jo sbarco. . Sa.l vatot·e CasTjglia, accompagnato d~i.l m~r·inato Andrea Roasi, si slrtncia in una barca e comin ~la a girar·e ' attorno per il porto, costringendo tutte le barche che trova a recarst pre ~so il Piemonte ed il Lvmbardo a prendervi gli uomini, le arm ', Je munizioni, tutto insomma ciò che si deve tr·aspor·tar·e in ter·ra. E Ie barche si recano àd ese~uire il trasporto. Primi a S t~ender·e sono i Carabinieri Genovesi che vanno a collocarsi alla punta del molo per proteggere Jo sbarco. Poi mano mano, seguo oo le compagnie, infine l' artiglieria; le ar-m1, le mun 'zioni. Salvatore Ca.;tiglia rimase l' ultimo, assieme al marinaio Ro~si. Quando a bor·do non ci fu più ntJlla da portar via, per non lasciar cadere i due V:l por•] in mano del ne~U;ÌCO, ,il Casti~lia fece aprire dal Rt)Ssi i rubinetti che mettono in comunicazione le macchine con le acque del mare. Avevano quei due prodi avuto appena il tempo di mettere piede a terra, che tuLto 11 purto fu scosso da u.u terr.1bite scoppio. Era una fianconata dello Str·ornboli, che apriva il fuoco, sui l.~gni abbandonati e 1n proc1.uto di colare l\ tondo. E~co ora che cosa era avvenuto. L' uftìciale bor·bonico che era~i recato a bo,.do dell'Intrepido non vi aveva trovato il comandante Marryat, che insreme al capitano della corvetta l'Argo, Igram, e · ad alcuni uf.tìci~li,. era sceso in terr~.

Biblioteca Patriottica L'ufficiale bor·bonico domando quan rlo Marryat sarebbe ritornato a bordo, m t sul t 'lntr·epic"lo nemmeno glielo seppero dire. · . Alld s11e insisten7.e fti mesRa in mare una imbarcazione e f•I mandtto ad avvi~ar·e Marryat, che poco dopo con Igram r1 torna va a bordo. . Ma l'ufftc·al'"' borbonico era ritornato nello Strnmboli. Marryat e lgram si rècarono. a bol~do della pit~oco•·vAtta aa~ olitan1, rluve il com:l.ndante Car·ac ·iolo li pregò di unirsi a lui per catturare i dne p i 1~0~ ·ati, . h e veo i v ano a portare la rivolulione nel pacitieo rdame di Sua Maestà Francesco II di Rorbone. · Ma Marryat ed Jg ; am si rifiutarono reci~amente e risolutamente. ·•' Allora il Crracciolo avver·tì i due cap1tani inglesi che avrebbe ape1·to il fuoco cor .tro i due pirost~atl. . Mar . yat ri~pose che l'avesse fa.tr.o pure; si ricorrlasE-(e · so1o di rispettare la bandiera inglese ovunque t'avesse. t1·ovara. In seguito a ciò i due nglf=lsi erano d1scesi dallo Stromboli~ l'be .po0o dopo, e qui•ndo i Mil le erano tutti al sicuro dentro le mur·a ù1 Marsala, a pr· va. 11 fuoco. Un'or·a dopo Ma,t•,·y :tt :t bvr·ùo dell' ln~ref1id' la~c·ava · M . ~rsala. e si did~eva a Ma. lta per d tre avviso all'amIDlraglio Fans have dtdlo ~b~r~o deJ. 11111e. , l

, l Mille di Marsala 23 CAPITOLO IV. La spedizione a Marsala - Siete un imbAcille Gariòaldf, a Salemi - La dittatura - Frate Giovanni PantalerJ - Battnglia rii Culatajimi - Part,nir ~o - Morte di Rosoli~~o Pilo, P /edisculzi e Tagliavia - La Masa e l'insurrez1one nelle provincie. Appena entrati i ~1ille a Marsala., Sirtori, capo dello Stato Ma.ggiore, ne pr-oclamò lo stato d'assedio, mentre i legni hot·bon,ci, iopo f! SserRi ·imoadroniti del Piemonte e del Lt ,mòardo, apr•ivaoo il fuoco contro le sue mura. Stefano Tnr·r coma oda ad un ufdcia le di occupare l'uf. ficio te1egr afico e rompfl re i fili. Quando 1'uili ~iale con var·ii aom1ni entrò nelr' ufficio telegrafico lo trovò vuo+o; 1'imph·gìito era fug~it.o. Ma sul tavelo fu trovatv un fogli o di carta su cui era scrttto un dispaccio diretto al cumaudante rntl1tare di Trapani. Quel dnipaccio diceva cosi: « Due b )\ttellì a · V8 p ore con bandiera sarda sono testè antl ati nel porto e suar·cano gente. » NJl momento 1stesso in cut Sl leggeva questo dispaccio giungeva la risposta da T1·apani. Uuo dei volontat•J, Impiegato del telegrafo in Genova, tradusse co"ì la risposta: « Quantl sono? .Per qual tlne sbarcano? > 11 voloo tar o appr·orh .tò del l'ìi f"el ce o~ra~ ione e r1spose: ,, Scusate, Ini ero sb;:a gl1ato . I due vapori sono basti.. mentì mercantili, che veng, no da G.L!·gcnti carichi di zolfo. »

24 Bibliot~>ca Patriottica Un momento dopo da Tr·apaai giungeva questa breve rispo ,ta: « Siete un imbecille. >> Dopo ciò il filo fu rotto, ma 1a notizia era giunta già a Palermo e un forte diSLaccamento di tr·uppe marciava sotto gli 01·dini del Generale Landi incontro ai volontari. Un'opera importantis~ima vennq cornpfuta a Marsala• La Masa, a1utato dal Tadd~i, scr1~se lettere a tutti i capi rivoluzionari d ~ Ile provincie di Trapani e Paler·mo; acchiuse nede lettere i proclami di Garibaldi e corrieri furono sped iti da. per tutto. Fat.to ciò si rtiscusse il piano dt marcia sulla capitale. , Su proposta di ~it·tori fu stabil1to che la spedizione avrebbe ruarriaro direttamente ~u Calatafimi per Ha1emi e da Catalatim· su P a lef·mo per Part n i co e Monreale. E la matrttna del 12 1 Mil e si misero .in marcia e il 13 giunsero a SalemL fra le gr1da d'entus1asmo della popolazione. Poeo prima d'entrare in città presentavasi a Garibaldi un fr·ate dell'ordine d.e1 Riformati. Si fetmò innanzi al generale, un pò come . trasognato, quindi esclamò : - Mi aspettavo di verJere l'uomo della pompa e àel fasto ed ecco che io vedo il semplice figlio del popolo , Turr disse per ischerzo al !rate : - Volete venire con noi 1 - ~uesto è il mio desiderio, ri'spo~e risolutamente il frate. - Ebbene venite, disse Garibaldi. Sarete il nostt·o Ugo Bassi. Quel frate era Giovanni Pantaleo• .... • '

' ~ l , I Mille di Marsala 25 A Salemi Gdribaldi fu costretto a fermarsi due giorni. SquarJre di giovani yol e~ ntar·i accorr~v,; no a Jui da. ogni parte délla prov1n~ia. Bisognava dtviderli e 1ncorporarli alle va ie compagnie. Siccome poi i due vapori della sp·edizione erano caduti in pot~re del. nemico gli equ·ipagg-i si trovarono nella impossibilità di ritornare indietro. Si formò di quei b r•avi giovGtni una squad,·iglia, che fu addetta alL'a··ti 0 lieria e messa sotto gli ,ordini di Salvatore Cast1glia. · 11 14 magg1o Garibaldi, circonriato dal suo Stato Mag· l . giore. dall~ autorità di Salemi, dai capi de1le sqoadr·e, l ' dai più notabJli dell'emig• azione, aRsumeva solennemente la dit~tatura della Sicilia, e crea a Fr"ncesco C1·ispi Se- ~r gr·etar1o di Stato, col seguente decr-eLO: l ITALIA E vITTORIO EMANUELE <' Giuseppe Garibaldi, Comandante in capo dell'esercito nazJonaìe in Sidlia; « Dietr·o l'invito del principa1i cittadini e quello dei Comuni Jiberi dell'Isola; (< Considt'rando cue in tempo di guerr~ è necessario che i poteri ci vili e militari sieno concentrati nella stessa mano, ' . DECRETA: « Che Pgli prende in nome di Vi ttorio Emanuele re d'Italia la dittatu1~a di S1cilia. Salemi ' 14 maggio 18·>0. GIUSEPPE GARlBALDl F. CRISPI Segretario ài Stato .. '

26 Bibliot~ca Patriottica La lettura di questù 1ecreto fu salutata d~ interminabili evviva ! Era la stlda che Garibaldi lanciava alla t iranniie borbonica! ' La matl·.ina del l:> la spedilione metteva si in marcia verso Calatafimi. Il corpo spe ·ìizion,ario aveva subito a Salemi, come si disse, alcune mod1tlcazion1. Le' sette comp.-•gni6 erano divenute nove: a Bassini era stata affidata l'ottava, la, nona a G(•ig.otti. Queste comp:tgaie erano gt,ate div.se. in dtte battaglioni, comandato il pr1mo da B xio , il Sécondo da Carjni. Ecco ora l'ordine della marcia. Le squarfre siciliane comandate da Coppola e da Santanna., squadre organit.zate lì per lì a Salt~nii, marciav~no da cacciatori ai. fianchi della colonna. L~ nona compagnia faceva da. ava.n .~uardia; la seguiva l'ottava, la settima, la S6sta, )a quinta . · . · Quedte forze stavaa') sotto gli ord ini di Carini, che aveva ceduto a C1accjo il comando della 6& compagnia. Seguivano l'Artiglierja e il Genio comandati da Orsini e Minut1lla, e ra Compagnia dai marinari cannonier·i comandata da Casti~lia. . Seguiva quindi B;X'O allà testa dell~o altre quattro cpmpagnie. Chiudevano la marcia i carabinieri genovesi, co· mandati da Mosto. A Vita, piccolo comune distante sole tre miglia da Calatafimi, si fece alto. , Garibaldi accompagnato da Turr e da altri po~hi dello Stato Maggiore precede~te la colonna per riconO'scere la posizione ' del nemicò e lo vide infatti forte di parecchie' ..

l Mille di Marsala 27 mi~liaia d'uomini, arti~lieT'ia e cavalleria concentrDto nelle coliine circostanti a CaJatafimi. · · I Mille vengono dal generale di sposti in ordini di battagba e pros...guonv impertubabilJ la loro marcia. · In breve Sùno in viz;ta del nemico. I carabinieri geno ~esi, pas~ati dalla coda alla testa si spin..{ono a un tratto innanzi a passo di corsa, e ingaggianù la battagl1a. ~ Soprag:riuuta l'int~ra colonna la m~s :~hia diviene generale. I bor·bonici incalza ti alla bajonetia piegano; l~ colline vengono ad u1Ja ad una conquista'( e~ e il nemico dopo set ore ui accantto combattimento, rieotra in Calatafimi' vinto e col d~lore di aver p~rduto un cannone. Era questa la prima di quella seriA di meravigliose vittorie, che doveano immortalare i Mille di Marsala. Al coni epis.odi della battaglia di C ~ Iata,fimi. Mentre si comb-ttteva corpo a cor·po alla bajonetta, nel momento più det·isivo uno dei mille afferrata uoa/ bandiera, incoraggiando e lnvitaLtdo i compagni alla car1ca cacciavasi in mezzo a lle fiid nemiche e vi ·cadeva imman· ~inenti colptto •in fronte da una palla. Quell'eroe era un genovese e Ri chiamava Scbiaffini. Aehllle MtijOc· ·hi, appart·-· nente allo Statn M~tggiore di Gar.baldi, cadeva colpito da una palla al braccio sinistro e da un'altra al fianco. Cariui aecoe1·t-va. dicendogli: - Sd u·a• ,qnillo, non t1 man·~herà cura di sorta. Maiocl·hi l'ÌSpor deva: -Non p . ,nSlte a rn~; \()~ono un uomo morto; ma muoj cont"nto perchè voi andate avanti.

F 28 Biblioteca Patriottica -··- --··--------·- ------ --..... Questo valoroso non moriva; un' abile amputazione lo salvava . Del piccolo esercito più di ceNto furono messi fuori di combattimento, e f c·a questi Mario Pal tzzolo e Stefano Sant anna, <· be venivano insieme agli altri te asportati in Alcamo per esservi cur·ati. In quanto ai regi essi lasciavano la nott.e stessa dal 15 al 16 maggio Calatatìmi e si ritiravano verso Palermo. Due parole su questa ritirata. S'era appena mosso da ~~alatafimi il Landi, e la notizia della di lui di~fatt·a gi un~: e a P~rtinico. Queda, gen~rosa e fiera popolazione decide subito d'andare incontro ai borbonici e di sttlrffiiJJarli. Detto fatto , escono a m · gli aia e assalgono di fatto i regi, in r1th ata sopra Paleì·mo. Il Gòneral Lan ~ ti è costretto a spiegare tutte le sne forze per respingere que ll ~ gent e inerm~, e naturalmente vi riesce. Allora inferocito fa dar l'assalto . alla ~ittà, e la mette a fuo ··o e a sacco. Ma · il pOJ10lo insorge di nuovo, e più terribi1e; i borbonici questa vo ta hanno la peggio e son costretti ad abbandonare la città ed a proseguire la ri tirata, JaS<·iando un numero non picco.lo di m ·rti e feriti, quattro carri d1 bagag-li , la eas ~a mibtar·e e due b:lnfi.iere . As ::;alito poco dopo anc he d agli abitdnti di Monte Lepre, in Land t r ·ent.r·ò in PaLermo con un te rzo di meno degli uom1n1 co·&quali era partito per dtstruggere i Gari b.ildini. l

.. l Mille di j}Jarsàla 29 Dopo 1a vittoria di -Calat~ fimi, Garibaldi Rempre in~ttan· cabile, volJe prosegutr sub1to la sna ma-· eia su Palermo. 1 • Sul mPzzogiorno del 17 la colonna spedtzionaria. giun· geva ad Alcamo, app laudita, ci.i·condata e benedetta da un popolo immenso. Il 18, accolta con lo stesso ·entusiasmo, arrivava a Partinico, donde ripartiva poche ore dopo, dirigendosi a Monreale. La sera pPrò fermossi a bivaccare al Passo di Renna, in una gola formata da due montagne altissime · J che dista solo :2 migl1a da Palermo. Quivi la colonna fermoAsi fino al pomeriggio del 20. In questo f 1 a ttempo si presentavano a Garibald~ Ragu- , sino e Campo con gli affusti dpi cannoni e una buona p1•ovv1sta di munizioni. Al loro arl'ivo 11 generale non solo si mostrò contento, ma, trovandosi c0sì provvi st o, del1berò di dar tSubito l'assalto a Paler·mo. .. ffi La capitale della Sicilia frattanto era sossopra. · Il com,tato segreto r ivoluzionario, presieduto da Gae- , tano la Log 6ia, faceva affi ;;{gere man ifesti iocendiarii, eS<·rtanti la popolazione a sollevarsi in massa. Maniscalco, e il generale Lanza, gi un to d ~ Napoìi con p ieni p urer· ,, ad onta dello stato d a~sddio e delle sev1zie po· lizieSùhe 1m poste alla città, nnn riuscivano a calmard gli anim1 grandr- mente conc~1tati ; e1·a comt-~ un tor rente che esce dal suo letto ed innonda i eampi ·vlc1ni senza che le dighe abbiano forza di trattenerLe lo slancio. Lo spirito rivoluzion_ario tutto invadeva., e LaniAa e Ma-

' ·, Biblioteca Patriottica niscalco, ari onta dei vent.imila nomini che pr~si1 ' avano la ci•.tà, sentivano ma11carsì sotto i p1edi il ter•r·eno E ·quPsto slbDcia d'amore verso la libertà s'era, con · a r8pidità del folrninçl, propagato per tutta l'isola. Numerose S(!Uii ddglie di voJootar·i s'erano or·gauizzate, le quali ba .-cevano t>Jenza posa la campagna, attaccando le truppe boi·boniche ovunque le av~sse.ro ineontrate. Comitati sorgevano in tutte le c1tt à d;J Jl'i~ola generosa, . ~ che chiamavano tutti i p~triott1 alle armi coutro !'oppees · .. sore. Rosolino Pilo, Luigi Ja Porta, Pietro Piediscalzi erano l'anima di qu~ste squadriglie, che, alt'aannnzio dello sba! co dei Mil.le_ a Ma1·sala, avevano raddopp ~ ati i loro sforzi, con un entcsiasmo td una energia che ha d~ll'tncredi· bile, del favolobo . EraLo ancora i M;lle a Calatafimi quando alcuni patriotti della proviacla di Pa1er·mo si present~vano a Giuseppe la Ma~a, con ;'intendimento di. condurlo SPco loro, allo scopo di percor·1 ere i com nn i P' in c t pali della provjncia, far'! l insorg-er·e, cnstitni• e gOVPI"O& pr;ovvjsor·i ', ar.. mare nuove · squ~dr1glLe, aceumulare danaro e Pt"tìVV1Ste per la guerra Il Dittatore aderì alla doman•.l11; La .Masa ac'f'ehò l'iQ· ~ vito e p'artì, acr~ompagoato da Fuxa. Cur·atoto, dt Marco, Nicoh, i dne fràtelli La Russa e Ribaudo. Pochi giorn1 dopo la sua partenza egli scriveva reitirate lettere al Generale Gar·ibaldi, annunziandogli che la sua sped,zione era compltAtamente riusCit~, che tut.ta la pro VJDC1a f3ra so Ile, a1 a e 1 in ar·m i, ma che una grave, una if·rt>par·~blle svetd.ut·a avevi\ eolptta la cauqa dt lla l bert.à. ·· lu nn couJbattimc·nto avvPnuto a Va !~corta ft·a i si· cillan1 M· ·ll"va. ti e le tdlppe boJ·bon,che er·ano ca~uti, mardri dAlla S•,b ime lot·o abnega~1on~ R0solìnl• Pliu, ~le .. t1·o Pt~cl s al-z ì, G1useppe 'fag!1avìa, gli eroi della in~:~urezione nella provincia di Palerm. o. ,

' . . . I (Mille di Marsala 31 • CAPITOLO V. Z.l campo di Gibilrossa - Secondo corpo d'armata · - Al Parco -Marine() ...... Combattimento a Portfl Termini - r.airoli - La .rivoluzione a Palermo - Entrata ài Garibaldi - P~r le strode - Garibalrli sull'Hannibal - La Cont,enzione ~ l borbonici sgombrano Palermo. Giuseppe La Masa, dopo avere rapidamente percorsa e solleva a la provincia di .Palermo, ridusse il suo quartiere generale ~ Gt bitressa, in u o. vasto alt1piano, che giace a cavaliere fra ·Misilmeri e Palermo. In quattro giorni si erano riuniti attorno a lui più che ' ' . cinque mila uomi tji, ~oi quali egli, d'accordo c.ol Dittaore, formò il secondo ·corpo de ll'armata insurrezi o nal~. • • l Mano ~ano che le guerriglie arrivavano, venivano organizzate e disciplinate in modo da sostenere un campo estesissimo. F 'u interrotta ogni comunicazione con Pal~rmo; le strade erano perlustrate da guide a cavallo .; gli ar- ' mati ·tenevano una lunga linea. da Bagheria~· ~Iisilmeri, e da MtsÌlmeri a BeJmonte, lungo la maggior parte dei , l • monti, che coronano la capitale.. Gli avamposti spiÌlgeyansi fino a due miglia da Pa·lermo, e in queli'est-re.IDro _punto guardavano una fabbrica di polvere colà attivata perchè il campo non mancasse· di ·munizioni. · . Il g iorno centinaia di bandiere, di tamburri, di trombe . e un continuo movimento di armati pres~nta_vano su quelle alture uno ·straordinario spettacolo, che i Palermitanfvedevane ad occhio nudo ; la notte acce,ndeva~si in~ume.:.

32 Biblioteca Patriott1·ca revoli fuochi, i quali producevano spettacolo più straordinario ancora. ffi_'. • Nel frattempo Garibaldi, sempre fermo di dar l'aRsalto ai Pa.lérmo, ad onta del parere di Si rtori, capo dello Stato Magl)ore, il quale poco fidando ne ile guerri ghe sietliane, ~ e non credendo opportuno con for·ze assolutamfnt.e minime attaccare un nemiCo potente e J"lpar·at,o da soUde mura, (' p1nava mi gl or partito esser quello di g1ttar~i nell'interno dell'isc·la per attendervi lo scoppio della generale rivo)uz•one. Garibaldi, di ~ ·o, sempr·e f~rmo oella sua idea, levò il camp o dal Paì·co di Renna, e si d1resse pel Parco e per la Piana dei G, ~eci a Corleond. Dfficiliss mo, irregol~,re, alpestre, i mpraticabile era il cammino. M.nutillo, capo del piccolo corpo del Genio, mandato innanzi ad esplo ~are , r1tornò dtcPn·io che non era poSSl btle il passo specie per le artiglierie. - Eh! via, esclamò Garibaldi. Gli uomini ci passeranno . e dov,e passano gli uom;ni devono pur passaee i cannoni! E si marc ·ò avanti e dopo sforzi inaudiLi, .i Mille riusciro·no ad arr,vare al Parco. Ma di lì dovettero ripieg.are su Marineo, a ciò indotti dall'uscita da Palermo del G~nerale Cataldo, alla tE)Sta di un forte nerbo di truppe, che avanzavan per la via della Grazia. La Masa, che aveva frattanto levato il campo da Gibilrossa, per raggiungete Garibaldi al Parco, sapendo della sua l'itirata, s'avviò di nuovo e andò' a stab1lirsì suJle sue alture. Gar1bald~. però. onde trarre in inganno un altro generale napoletano, Bosco, <~h e alla testa di .,-n forte corpo di Bavaresi, stanziato a Monreale, s'era messo in marcia

I Mille di Marsala 33 per congiungersi col C~taldo, e prendeyae così in mezzo i volontari Ga ~ ibaldini, si diresse a marcia forzata a Misilmeri, e di lì andò ad unir.si al Generale La Masa al campo di G1bilrossa. , E fu dall'alto di quel monte, che furono decisi i destini d P l i a Sieilia. Alla fine fi.i una tempestosa riunione dei varii capi dell'eQercito insur·rezh.HJale, Garibaldi r isolutamente esclamò: - Stasera m}lreer6mo! Dornani all'alba abbraccieremo i nostri fr·atelli paler·mitant !. ... E 1a sera stessa inf<ttti veniva tolto il campo a Gibilrossa e Garibaldi alla testa del suo p ccolo esercito mosse verso Paler!fl.O. Egli aveva diviso subito tutta la truppa in due colonne. Una, forte di quattromila uomini di guerriglie siciliane, mrse sotto gli ordini di La Masa; dell'altra formata dai Mille Cacciatori delle Alpi prese egli ' ' stesso il comaudo. L'avanguardia era formata da trenta cacciatori coman· dati dall'intrepido ungherese Tukery. Sruntò finalmente l'alba del 27 . maggio. Garibaldi, dopo una marcia faticosissima compiuta nel cuor della notte, giunse a Palermo, rinipetto a Porta. Termini. I borbonici eransi appostati ai molini vicino al bivio della .scaffa fuori detta porta; sicchè quando i trenta cacciatori di Tukery arrivarono a quel punto, dirigen- . "dosi a passo di corsa verso il ponte delll'Ammiraglio, al 3 - l Mille. '

\ 34 Biblioteca Patriottica di là del quale è Porta Termini, furono salutati da una terribile scarica. Ma con la rapidità del fulmine Bixio staccasj, alla testa di una compagnia dalla seconda colonna, e vola in aiuto di Tukery, caduto mortalmente ferito da ùna palla al ginocchio. Anche a Bixio to cca una ferita; di più il cavallo gli cade sotto; ma egli prosegue impavido ,a combattere a piedi. Sopraggiunge tutto n corpo di Garibaldi e la mischia diviene generale. l borbonici sono cacciat i dai mulini. Al ponte dell'Ammiraglio però, protetti dall.e scariche a mitraglia di un legno da guerra ancorato in porto, fann9 ~aRta di nuovo', ma per poco. L'impsto dei mille è irresistibile; i regi volgono in rotta, e rie ·ttrano precipitosamente in città, inseguiti dai Garibaldjni, che valicano finalmente quella porta, e giungono a !_Jiantare la loro bandiera nella capitala del1a Sicilia. , In quella memoranda giornata Benedetto Cairoli cadeva a quaranta passi dalla portu, colpito da una palla di fucile, che gli frantumava l~ tibia della gamba destra. Mentre a Porta Termini si combatteva, Palermo era insorta. Le mille campane delta città suonano a distesa; uomini e donne d'ogni ceto e d'ogni clas;:;e invadono le vie e le piazze, e guelli che non hanno armi le cercano. Garibaldi ha trionfato a Porta Termini; le squadre de volontari cominciano ad entrare nella città. I pa1ermitaui van loro incontro, li baciano e li abbrac .. •

• 1 Mille di Marsala 53 ciano, gridando: Viva l'Italia! Viva1Garibaldi! Viva Santa "' Rosalia! Viva.: Palerma! Viva la ·u bertà ! . Entra infine~Garibaldì con· a fianco Stefano Turr, e alalcuni~: altri del __ suo Stato Maggiore. Egli percorre Ja città :fino alla piazza delia Fleravecchìa dove si: ferma. L'entusiasmo popolare ~raggiunge il suo"colmo, la gioia diviend delirio; l'eroe dei ,_due mondi è . in quel giorno festeggiato- come ~non lo: 'fh e non lo sarà mai potente:a questo mondo ! Urgeva costituire un governo provvisorio, e Garibaldi lo formò subito, nominando un Comitato generale d'insurrezione, composto di quegli stessi, che sotto la presidenza di: Gaetano La Loggia, avevano composto il Comita~o segrato. E questo Comitato _cominciò ·a funzi <' vare-quando erano ancora attacc3ti alle mura di P&lermo i bollettini di Manisealco e di~ Lanza, che annunziavano la completa di· sfatta dell'esercito insurrezionale e la fuga precipitosa di Garibaldi ! Frattanto il combattimento continuava in varii punti della citta, secondo chè i regi si andavano ritirando in quei quartieri che p•)tevano metterli in comunicazione col castello ..e c.ol ·mare. · Garibaldi aveva stabilito il suo. quar iere ~gene·rale al palazzo:Pretorio. Per suo ordine i volontari, divisi a squadre si sparsero per tutta la città, occupando tutti i punti che avevano bisogno di essere custoditi. Alle 10 antimeridiane dal castello e dalle fregate na- ' " \ .

• 36 , Biblioteca Patriottica poletane ancorate nel porto, cominciò il bombardamento contro la città, che durò, non ìnterrotto, tino ad ora tardissima della sera. Il giorno seguente, 28 maggio fu dai cittadini impi~­ gato a innalzar barricate, mentre i volontari occupavano ti alla baionetta quasi tutti i punti difesi dai borbouici. Alle dieci del mattino fu ripreso il bombardamento, che, come nel giorno prima, durò fino a notte, producendo danni gravissimi alla città. Cessato la sera del 28 il bombardamento fu ripreso e con più furore la mattiua del 29, f~cendo stragi inaudite e producendo immense rovine. In tre giorni Palermo contava più di novecento vittime. E per le piazze e per le strade si combatteva sempre. Verso le tre pomeridiane del 29, Stefano Turr, trovandosi a fianco del generale su di un bastione tra il ca• stello ed il palazzo reale, dove erasi impegnata una zuffa sa)1guinosa ed accanitissima fra cittadin,i e regi, veniva ferito da una palla di fucile ad una gamba, ma non si ritirava dal combattimento che quando i borbonici erano volti in fuga. In quello stesso giorno Enrico Cairoli compiva uno di quegli atti di eroismo, che bastan da soli a immortalare un nome. Seguito da soli due romlJagni egli si decide di sorpren • dere una mezza batteria borbonica, che dall'estremo di una strada fulminava i volontat~i. Cerca di farsi strada pei tetti onde prenderli alle spalle; ma non riuscendogli, ai slancia risolutamente per attacc~rla di fronte. · Spingendosi innanzi una carretta; se ne fa scudo con• ,

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