Giuseppe Piccinini - I mille di Marsala

' • .. \ 4 Biblioteca Patriottica 'aver la peggio; ma combattevano nonostante, con quell 'entusiasmo che solo dà la fede in una giusta causa, e con quella abnegazione c~he proviene dalla coscienza con· vinta della necessità del sacr;nzio in prò della patria Alla testa di quei popolani era un operaio, un' mastrotontaniere, F.ran~esco Riso. · I moti rivoluzionai~i del 48 e del 56 erano stati nel Re- • gno delle due' Sicilie soffocati con un'onda di sangue. Di quanti non ·avevan pagato con la vita l il loro amore alla· h bertà, parte erano in esilio, parte sepolt! in orr1btli prigioni, parte nasoo~ti e in continuo pericolo di cadere ! .da un momento all'altro nelle mani di una polizia, che lor dava la caccia come a bestie fe!'o•~i, e con un accanimento che nella storia non trova e non trove1·à riscontro. E_t>pure si cospirava. ancora, si cospirava sempre; non . se ne voleva più sapere ui un governo, che da uno straniero ili ustre era fin stato definito la negazion-e di Dio; si sentiva il bisogno di scuotere un ·giogo, di venuto oramai intollerabile. A: Palermo s'erano costituiti due Comitati rivvluzionarii, l'uno presieduto da Gaetano la Loggia, . l'altro da Francesco Riso. Ambedue questi Comitati, non avendo che un fine, agi. vano di pieno accordo. Gli am1ci del Riso si riunivar1o nel Convento d~lla Gancia., l i cui frati erano entrati coz aggiosamente nella cospirazione. In pochi mesi i cospiratori avevano radunato in quel Col':lvento un discreto numero di fucili e una certa qu~n ... tità .di munizioni. ' . In possesso di questi mezzi d'offesa e di difesa Franl ./

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