Giuseppe Piccinini - I mille di Marsala

• 36 , Biblioteca Patriottica poletane ancorate nel porto, cominciò il bombardamento contro la città, che durò, non ìnterrotto, tino ad ora tardissima della sera. Il giorno seguente, 28 maggio fu dai cittadini impi~­ gato a innalzar barricate, mentre i volontari occupavano ti alla baionetta quasi tutti i punti difesi dai borbouici. Alle dieci del mattino fu ripreso il bombardamento, che, come nel giorno prima, durò fino a notte, producendo danni gravissimi alla città. Cessato la sera del 28 il bombardamento fu ripreso e con più furore la mattiua del 29, f~cendo stragi inaudite e producendo immense rovine. In tre giorni Palermo contava più di novecento vittime. E per le piazze e per le strade si combatteva sempre. Verso le tre pomeridiane del 29, Stefano Turr, trovandosi a fianco del generale su di un bastione tra il ca• stello ed il palazzo reale, dove erasi impegnata una zuffa sa)1guinosa ed accanitissima fra cittadin,i e regi, veniva ferito da una palla di fucile ad una gamba, ma non si ritirava dal combattimento che quando i borbonici erano volti in fuga. In quello stesso giorno Enrico Cairoli compiva uno di quegli atti di eroismo, che bastan da soli a immortalare un nome. Seguito da soli due romlJagni egli si decide di sorpren • dere una mezza batteria borbonica, che dall'estremo di una strada fulminava i volontat~i. Cerca di farsi strada pei tetti onde prenderli alle spalle; ma non riuscendogli, ai slancia risolutamente per attacc~rla di fronte. · Spingendosi innanzi una carretta; se ne fa scudo con• ,

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