Edgar Quinet - La crociata contro la Repubblica Romana

Pf/jlo LA CROCIATA CONTRO LA. REPUBBLICA R01\1ANA

ALT,.\. VENJLHA.TA ~1EMOlUA DI PIJ LO IliAURIZIO QUADRIO CITTADINO INTEMER.O PUBBLICISTA El\IINENTB I:'\TF:IU•lm1. E INFATICATO DELLE DOTTRINE YIRILI DE LL' APOSTOLO GENOVESE Ql'l..:STE PAGINE SACRE A UN ITALICO LUTTO ~PLENDIDE DI SAPIENZA E D'AFFETTO H.ICORRENDO IL III ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE CO~ ANIMO REYERENTE L'EDITORE D.

LA CROCIATA CONTRO ·Iji\ REPUBBLICA R0~1ANA • PER EDGARDO QUINET TRAD :J ZIONE DAL fRANCESE D I AGLAtmO UNGHERINI (( . . . . . . . . . . . . . « Puissent ces ouv rages, en passant << par vos mai n~, contrihuer à resses- << r er les liens de la Fr ance et de l'I- « talie l Tant de gens t r avai llent a les << brouiller t » IJa, lei t . eu E. Q u iNET al traa. B ERT I NORO T I POGRAFIA MALD I N[ Hn9.

Caro )!laldini , Lo se'ritto di E. QurNET « La Crociata contro la Repubblica Romana » ha innegabilmente un valore stor·ico , nei fasti e tristi della Democrazia e nella storia del nostro moto nell8-19; un valore 1no l'(~[c, nel concetto di quella solidarietù de' popoli che noi tutt'i invochiamo, ecl in quei consigli che - ascoltati - possono giovare al nostro rism·gere quando che sia. L a bandiera « Dro 11 PoPOLO » ~ventolante il 9 Febbraio 184D sul Campidog UtJ C'ra bandiera d' iniziatioa repubblicana ch r>

II accennava partire dalla terza Roma all' Europa. La Crociata, della Santa Alleanza rovesciò, - esecutore des hautes- oeuvres - il terzo Napoleone, quel pegno di redenzione ai JJopoli opp?~essi, nel sangue dei nostri martiri. Prima che il delitto fosse consumato e poi si levò, tra le altre, in Francia una voce cara all'léalia ed alla Democrazia, quella di E. QurNET, a protestare in nome dell' eterno diritto e della vera Francia, contro quell' assassinio. Questa 2Jagine varranno a far conoscere vieppiù l' uonw di c~~i la Democrazia francese ecl europrta piangono la recente dipartita, l'uomo , che nel 49, insieme a Leclru-Rollin- nggi non più frt~ noi, anch'esso- e agli altri membri della llfontagna, tenne sempre alta la bandiera della giustizia in mezzo all' agUarsi or sordo or aperto delle consorterie assolutiste e clericali a nost?:!-0 danno e a danno della Francia; e che scriveva parole come queste: « Prima di crearsi una patria è necessario collocarsi in condizione in cui una patria sia possibile. » Questa condi.?:ione in cui patria .: si~ possibile noi dobbiamo a1"cora oggi fondrtrla. É per aver dimenticato che senza libertà non esiste una patria, ma solt!J.ntoun branco di schiavi, che non più tardi di ieri vedemmo l' Italia, nel recente mercato rli 1JOpoli, dar prova che ogni senso della prop7~ia clit~n i tà.. dorme ancora in essa eli sonno p?~o­ {ondo. E peJ• aver dimenticato che «i popoli non

III si rigenerano colla menzogna « come diceva il santo rnaesbro nostro G. lrfazzini, e per ctve'l' (<Jttto buon viso all' opportunismo, che Italia oggi non v' è, ma v'è in sua vece un' espres - sione geografica di essa, senza influenza---: non parlo di p_rimato - all' es te'ro, senza vita all' inte-nw. Passa quella legge di progresso che dornina incontestabilmente la storia condurre presto ll nos tro paese su quella 'oia di libertù e di giustiz ia fum· della quale non è vita possibile. Ma il 1Yrogresso è opera dell' uomo passatopresente-futuro, per conseguenza: laboremus. Abbiatemi, caro amico, con affetto e sthna 22 GENNAIO 1879. semj!1·e vost,·o A. U~GHERH\1.

• LA CROCIA TA .AUSIRIACA, FRANCESE, NAPOLETANA, S PAGNCOLA CONTRO LA REPUBBLICA ROMANA ( 1849 ) I due governi che precedettero quello della Repubblica, caddero per essersi arruolati nella Santa-Alleanza. La Restaurazione ebbe la spedizione nel 1823, per la qual e potè soffocare il liboralismo costituzionale in Spagna; o l'espiò nel 1830. Il governo di L·1igi-Filippo ebbe , nel 1847, la sua spedizione del Portogallo, per la quale potè distruggere la rivoluziono portoghese ; c l' espiò n el 1848 . V' ebbe strano progres so dall'una di qucstc imprese all' altra, p erocc h è,

• 2 LA CROCIATA CONTRO mentre nella prima il governo della Restaura- . zione era almeno conforme al suo principio restaurando la lcgittimita, nell' altra il governo della rivoluzione, distruggendo a Lisbona il principio della rivoluzione francese, veniva a distr uggersi da se stesso. Dopo Watcrloo, fu tale sempre la politica d(·lla Santa-Alleanza: far serYire la Francia a· istrumento contro gh amici della Francia; e così due scopi erano raggiunii. Primieramente tlis truggere colle nostre mani i governi liheri; in secondo luogo di~wnorarci n cl proprio successo. Perocchè, mentre i governi assoluti rimaneansi conformi alle loro dottrine, obbligavano la Francia acl armarsi contro le proprie; forzandola a combattere contro le sue conYinzioni e le sue leggi , essi sapevano benissimo di non aver fatto nulla se non riescivano a degradarla colle sue apostasie, ed a farle volgere la spada contro se stessa. I governi precedenti hanno subito questa legge dallo straniero; e caddero per averla accettata. - 1830 e 1848 sono l' uno e l'altro uno sforzo della nazionalità francese per isfug gire a ll e forche caudine della Santa-.Aliean:z.a. Qnando scoppiò la Rivoluziono del 1848, nou vi fu uomo su tutta Ia superfice di questo territorio, che non credesse che Ia Francia sortirebbe ornai dal cerchio di servitù in cui si aggirava, sotto la verga dello straniero , fin da l

LA REPUBBLICA ROMANA 1815. Si , tutti credettero spenta la politic[t d' invasione, !a patria risorgente, il giogo tlolla conquista i niì'anto, e che noi sortiremmo i nftnc dal maleùetto rzssito di \Vaterloo. Infatti una spedizione è da gran tempo annunziata, preparata in silenzio. Nel mezzo di una notte in cni i tranelli abbondano, quosta spedizione è, sotto alcune parole coperto, proposta aH' Assemblea Cosi i t uent.n. Ed essa, senza reea ro, senza aspettare la luce di cu i forse a voYa paura, d3. la sua sanzione all' impresa. La flotta • parte. Dove vanno i soldati della Repubblica francese? Lo diremo noi? La Francia Ya per la te rza Yolta a rinnodare essa stessa la sua catena quasi rotta dci t rattat i del 1815. Su llo trae-· cio ùelle spedizioni di Carlo X e di Luigi Filippo, la Francia repubblicana s'affretta a s<..:hiaccial\· Ja Repubblica all'estero; ancora una volta ossa fa sgherr o por coloro che l'han vinta. Caùula in serYitù pci trattati del 1815, è manùaUt n castigare i popoli che si sottraggono alla scr~ vilù rompendo quei trattati. Fu già condannai D a castigare la Spagna e il Portogallo; oggi <\ l ' Italia che essa inchioderà sulla croco; giacclH~ ' n on si può negare, questa nazione ha derubato i t suo padrol)O volendo emanciparsenP. r nostri avvocati, cbe dopo aver difeso il costituzionalismo per ben 18 anni, difendono o2'ai colla ste-ssa sicurezza nella coscienza l' as- ..... ~ solutismo, non veggono ch e la questione c h; si

LA CROCIATA CONTRO agita al di là delle Alpi è questione di nazionalità e non di Jiberalismo. Che si propone l'Austria? Di opprimere forse l' Italia pel solo piacere d' opprimere? l'io. Ess.'L l w. promesso più volte miglioramenti, progressi, quel che chiamano una libertà moderata. C~1 e domanda dunque? Poca cosa: Impedire iJ risorgimento dell:t nazionalità italiana. Ecco a quel che si riduce Ja sua ambizione. Aj utatela solamento d' un colpo di mano in questo assassinio • sociale; consumato il dtilitto, essa sarà del resto più generosa di voi: istituzioni civili e amministrative, consulte di Stato, essa non rifiuterà nulla, purchè sieno boneficii concessi ad un corpo morto. Rinur1cino gli italiani ~ crearsi una patria o i gabinetti di Vienna e di Pietroburgo a(~ cord oranno loro tutto il resto; perocchè finchè al di là delle Alpi non ~si costituisce una nazionalità, l' [talia è vasalla dell ' Austria. Il popolo italiano è popolo di diseredati; la soJa cosa che la coalizione domanda è ch' esso non reclami la Rna eredità, nè il suo posto sotto la luce del ~o lo : È forse un esiger troppo ? Posta così la questione, rimano ora a sapersi quale sarà il mezzo supremo per soffocare nel s uo principio la nazionalità italiana; questo mez- :~.o se esiste sarà nella politica naturale dell' Auf' tria o della Russia; chi vorrà servire l' una e l' altra avrà ricorso a quest' arma. Ora havvi un mezzo sicm·0 per impedire alla

LA REPUBBLICA RO:\UXA 5 • nazionalità italiana, non ~olo di costituirsi ma <1i nascere; ed è quello che da 12 secoli l1a fatto abortire l'Italia , qnrllo che tutti i grandi uomini della peni:Jola hanno segnalato eli secolo in secolo come r O"tacolo eterno della patri~, parlo del dominio temporale. Supponete di avere nel mezzo della Franci(t dicci dipartimenti, l1i cui ne abbiate fatto ùn domi n o inalienabile del papato, questo dominio retto dalla teocrazia, sarebbe senza vincoli senza coesione possibile con le altre parti del telTitorio. Supponete ancora, che il sovrano di questo Stato sia nominato da stranieri, Austriaci, Spagnuoli, Inglesi, Russi. Potreste Yoi pensare con questo elemento straniero nel cuore del paese poter pervenir un giorno a creare l' unità della patria francese? Uno sforzo eli mille anni non avvanzercbbc d' un passo jl problema, essendone, in que~ti termini, la soluzione matematicamente impossibile. Di secolo in secolo l' Italia ha, senza che il suo supplizio· abbia avuto un termine rotolato questa ruota cl' Issione. Creare una patria, conservando pur s@mpre nel cuore di essa un potere teocratico, cosmopolita, straniero., che è la nPgazione stessa della patria, tale é l' im-: possibilita assoluta alla quale furono condannati di generazione in generazione, gli uomini al di l b. delle Alpi. Questo potere, Macchiavelli il chiamava il {er?"ù nella piaga. Con un suppremo

6 LA CROCIATA CONTRO • ~ forzo, l' Italia, a giorni nostri si era strappato questo ferro dal seno; riconflccandovelo, noi impediamo alla piaga eterna di guarirsi. ~ Il manifosto del presidente della Repubblica francese accusa il popolo romano della ingratitudine la più dolo1·osa. Coloro che hanno studiato questo affare non possono accettare un simile linguaggio; essi sanno che il divorzio tra i l popolo ed il papa ebbe per causa la questione dell' indipendenza nazionale. Eletto dallo straniero, il pont efice ha ricu sato di far guerra allo straniero, all' invasore, all' Austriaco. Egli ha rinnegato la causa nazionale , e non poteva, senza abdicare al suo carattere, fare altrimenti; gli Italiani avrebbero, seguendolo in questo abbandoLo della patria, tradito anch' essi l' Italia . Dal che ne segue che papaio e popolo si sono separati, perchè i principii che costituiscono l' uno c l' altro sono inconciliabili. Se il papato è sovrano non può esserYi nazionn.lita: se la nazionalità esiste, il papato non può essere sovrano. Lungi dall ' esservi d' ogni parte la menoma ingratitudine, q uesle due condizioni si respingono e non potrebbero esistere simultaneamente. La forza delle cose creatrice di queste impossibilità vuoi così. Chi pensò mai di accusare d' ingratitudine un angolo r etto, perchè esso non può, senza cessare di esserlo, piegarsi a <l acuto ? Due cose sono evidenti. Prima di crearsi unn

LA REPUI3t3L'ICA RO.MANA 7 patria, fa duopo collocarsi in una condiziono in cui patria sia possibile, cioè a dire, abolire il potere temporale; o bene:, se si vu6 spegnere nel suo germe la nazionalità italiana, ora e per l'avvenire bisogna ristabilire questo potere. E ba~ta questo per soffocare il cuore che incominciava a battere. I fautori della spedizione francese di Civit~­ vecchi.a sognavano ch:e cio avverrebbe senza guerra, senza effusione di sangue; i loro amici di Gaeta se ne rendeano malleYaL1ori. Dovea essere il più bel risultato d' una spedizione diplomatica o gesuitica: atrofizzare nel germe la vi~ nazionale, ajutare l' Austria a fare liberalmente abortire l' Italia; uccidere senza sttepito, senza sforzi, senza avece nemmeno bisogno odi maneggiare il ferro; allacciare, soifo:earla senza !asciarle la menoma traccia di violenza sul corpo, l' Italia, e dire quindi: L ' abbiamo trovata morta: ecco quel che si rìpromeLte va;~o accordando al clero la spedizione. Disgraziatamente, l'Italia ha sentito il colpo; essa ha mandato un forte grido; la luce s' è fatta, il moadG ha veduto e allora bisognò sgozzare. Se interesse dell' Austria è che l'Italia non possa costi tuirsi in corpo di popolo , la salute della Ft·a ncia vuò assolutamente il contrario , di modo che chi sono il primo tradi sce necessariamente il secondo. Basta apr ir gli occhi por vedere che il pericolo cbe minaccia la Francia

8 LA CROCIATA CO~TRO non è più solamente una coalizione di re , ma un cambiamento nell'equilibrio dell'Europa. Due razze sorgono oggi davanti a noi e si costituiscono, la nazionalità slava e la nazionalità germanica. Col solo peso della loro massa minacciano schiacciarci, se l' eqnilibrio • non vione ristabilito cl a altra parte. In questo pericolo, crP.ato non dalle passioni, ma dalla natura stessa delle cose, Ja salute della Francia sta nel porgere ajuto a costituirsi alle nazionalità necessariamento amiche, di cui l'alleanza sia fondata sulla comunanza di sangue, sui rapporti di or·igine e fli lingua. Mentre la Prussia evoca la razza germanica, la Russia la razza slava, chi non vede che la Francia, ferendo a morte un membro della razza romana, ferisce so stessa? Da questo punto di vista, la nazionalità. italiana () per noi condizione prima di vita nel nuovo Jayoro delle razze in Europa. È per così cii re uno delle nostre membra; quando voi l'abbandonate, o prestate aiuto ad annientarla; è evidente che abbandonate la Francia medesima; l'assassinio è nel tempo stesso un suicidio. Supponete che l'imperatore eli Russia o il maresciallo Radetzky avessero sotto i loro orùini l'armata francese; io immagino che ossi lo darebbero pres~o a poco l' ordine seguente: » !\lentre la grande armala della coalizione » austro-russa, minaccia la Francia, alla sua » sin. istra nelle proYincie moldo-valacche, sul

LA. R El?UBBLICA ROlllANA » Ticino alla sua destra, andate ad appoggiar.~i » con una spedizjone a Roma. La sola cosa che » noi domandiamo è Ji ristabilire ìl potere tern- » porale, sotto una forma qualunque. Perocchè » noi s:~ppiarno che ci basta qu esto per impedire » che l' Italia si costituisca e ci al'rechi inquie- » tudini. Fate quel che faremmo noi •stessi ; » impedite a quel popolo di nascere, mettete » il piede sui cat·boni che si riaccendono. Noi » ci prenderemo la cura delle estremità; voi, » schiacciate la testa. » E qual momento fu scelto per entrate nel piano della coalizione austro-russa? Aveva almeno per essa il fascino della forza e della vìttoria? Era forse uno dì queì momentì in cui i nemici della Francia aveano pe l~ se l' autorità del successo? No. Voi siete entra ti nelle filo della Russia e dell'Austria batt ute. Che fareste dunque se esse fossero vittoriose ? Quegli stessi unghet·esi che protessero i nostri padri dall'invasione dell' islamismo, formavano la barriera più solida della Francia contl'o l'invasione dell' Europa Cosacca. Essi coprivano de' loro petti, a vanguardia insporata della Francia, il nostro Occidente; èircondati dai vostri nemici li r espingevano con una serie di prodig i ; e questi ungheresi non vi cl omandarano a ltro se non di combattere per la vostra propria causa , per quella del vostro territorio , della vostra indjpenclenza. E oggi scegliete il momento, pres tando il vostro l r

10 I~A CROCIATA CONTRO aj uto a massacrarli per di dietro; il concorso che voi prestate all'Austria le ha valso conto mila uomini che essa ha potuto con tutta sicurezza spingère contro gli ungheresi. Voi aYete così con un colpo stesso ucciso due nazionalità amiche, e. questo doppio assassinio colpisce nel cuore la nazionalità francese. Potessi in tutto questo scorgervi almeno Ja feanchezza di un atto che si confessa! Gl'imperatori di Russia e d' Austria hanno la- sincerità della parte che rappresentano, essi confessano quel che fanno. E so noi ne imitiamo le azioni, perchè non imitarne ancora il linguaggio? Qnando la Restaurazione andava a spegnere la rivoluzione spagnuola, essa avea il corélggio di dirlo; ma questa spedizionE-J, che per pugnalare con tutta sicurezza una nazionalità, si copre d' una maschera liberale e repubblicana, ha ingannato tutti. Chi non fu colto al tranello? L' Assemblea nazionale? Essa volca l' emancipazione d' Italia. Come è avvenuto che questa spedizione votata in quel senso, non è stato altro in risultato che un colpo di stile nelle reni d' Italia? L' armata? Essa credè marciare alla difesa del principio repubblicano c dell' indipendenza del territorio francese, la campagna si riYolge contro l' una e l' altra. I ministri? Essi assicuravano che non aveano se non a mostrarsi per far cadere le mura senza r 9sistcnza; e la maloLliziono di un popolo li impedisce durante

t A REPUBBLICA RO~IAN A 11 ·due mc·si dall' appressar-visi. n popolo italiano? Ei saluta dalla spiaggia la bandiera f•·ancesc' ostinandosi a vedervi il segno dell' indipcnt18nza, e s' avvede che quella bandiera è bandiera anch' essa de1l' Austria. Il popolo francese? Lo clivrrtono dicendogli ch' ei si coprirà di una gloria immortale; e questa gloria, infatti, ci rimarrà scolpita in fronte. Il partito cleric!lle? Esso crede che con questa spedizione tutto sia guadagnato pel papa, mentre questa invasione straniera è l' unico fatto che poteva perderio; giacchè d' nn papa ne ha fatto un Borbone. Luigi Bonapar-te? Crede egli seguit·e le orme di Napoleone? E i segue quelle di Carlo X e Luigi-Filippo. Noi facciamo all'Italia t1n male incomparabilmente più grande di quello che le vien dall' Austria. Questa sul campo di battaglia a NoYara non lo ha pt·oso che le braccia; noi an<liamo a Roma per colpirla alla testa. I Croati di Hadetzky non fanno che una ferita materiale , noi colle nostre sottigliezzG fraudolenti , i nostri mascheramenti ostinati ne distru!!giamo l'aninJa. L'azione dell' Austria è franca, il suo a ttacco è diretto; quello della Francia è mascherato. La prima uccide, la seconda avvelena. Io so bene che non mancano ragioni por autorizzare l' assassinio sociale che si commette in questo momento. Ecco la prima, quella che colpisce il numero più grande. Nella situazione degli affari d' It;...lia, si presentano tre partiti a

12 LA CROCIATA CONTRO eu i appigliarsi. ProtPggere la Jihert à, non far niente, distruggere noi medesimi, alla nostra maniera, Ja libertà. La prima ùi queste cose esigerebbe uno sforzo; e noi vi rinn unciamo; la seconda non conviene ac1 un gran paese com' è il nostt~o; la terza che consiste nel distruggere Ja libertà, è una via facile, aperta in cui si può camminare d'accordo colla vecchia Europa: Ebbene, noi ci metteremo per essa. In altri termini, il ·nostro vicino corre il rischio tli venir assassinato, ei chiama a soccorso. Noi l)Otremmo certamente salvarlo, ma farebbe mestieri difenderlo; potremmo anche starcene colle mani in mano, ma è cosa vergognosa, non rimane dunque evidentemente se non a precorrere l'assassino, ed a colpire noi stessi per primi per avPre un contegno, perocchè bisogna pur far· qualche cosa. Che! il bene o il male, la lib-ertà o Ia servìtù, la vita o la morte, la gloria or obbrobrio, tutto è buono purchò noi ci facciamo vedere a fare qualche cosa? In ogni caso noi faremo muovere bat1aglioni, armeremo squadre, e questo movimento d~ uomini, di fucili, affascinerà la coscienza, poi verseremo sangue a. torrenti, quello dei nostri soldati oome qnello di un popolo amico; è cosa chef~ ~empre Ònore. E poi che importa dopo tutto che le armi siano state volte contro la causa della . . . patria e d eh' U m~nità? Lé\ sola cosa necessaria è oh' e~se 4rillino, \e :po:polé\zio.ni d.iverqte d.& un~

carnèfit.:i na lontana, non ne domanderanno di pi1:t. D' aHronde no i abbiamo una seconda ragione ehe conferma la prima, c che ereditammo direttamente da Luigi Filippo, che l' a v0a da Carlo X, che alla sua volta la ereclitaYa dalla Santa Alleanza. Sapete voi quel che andiamo a fare in Italia? A portanri sulla punta delle baionette un:t libertà 1JWderata; cioè a dire che se quel popolo che non ci ha chiamati, che si è dato un governo di sua scelta, volesse difendere la libertà di sua scelta, noi siamo sempre pronti a massacrar lo, giacchè, essendo noi repubblicani, cd aYonclo giurato una cqstitu.zione repubblicana, voi ~apite che nostro primo dovere verso Dio e vm--so gli uomini è di mett ere a sacco il principio repubblicano dovunque noi l' incontrot~emo; la togica, il buon scns0, la coscienza l' esigono assolu t amento; se quel popolo fosse stupido abbastanza da non capire questa logica, noi saremmo obbligati dalla nost ra religione medesima di sciabolare, fucilare, mitragliare onestamento c moderatamente uomini che rifiutano la libertà nwderata d' esser invasi dallo straniero. Solamente noi c' impegnamo sull' ostia consacrata, a non sciabolare se non nei g iorni eli lavoro. La domenica, e segnatarnente il giorno del Corpus Domini noi lascieremo loro salva la vita perchè abbiano tempo di attendere alle funzioni e confessar$i prima d' essere mitragliati. Ah clunclno è ben vero, eccoci qua noi, Francia

14 LA CROCIATA CO.NTRO' del 1849, ricaduti di nuoYo viventi non solo nell' obbrobrio dei trattati del 1815, ma nei tranelli gesuitici, nell'abisso eli menzogne, d'insidie, d'ipocrisie, di servilità inscrutabili che suggellarono quei trattati. Eccoli ricomparire cl ii nuovo snlle nostre labbra; essi non sono soltanto nelle cance1lerie, ma rivivono nelle nostro parole, Vinti di 'Vaterloo che non vogliamo risollevarci, portiamo con noi il contagio della nostra servitù, penitenti e apostoli in casa eli altri della formola che la Santa Alleanza aveva avuto almeno l'onore d'inventare contro di noi. Il linguag-gio dello schiavo, che lo straniero padrone di noi ci forzò ad imparare nel ~815, l'a menzogna, a cui la disfatta aveva piegato la nostra lingua leale, noi l' andiamo oggi ripetendo agli Italiani, cioè: Che la ùisfatta della patria è nn beneficio, l'invasione una garanzia, felicita la spada dello straniero; che dopo tutto essi avranno libertà inticra di riprendere sotto le nostre baionette, i governi scacciati nella stessa maniera che noi avemmo nel 1814, sotto il peso dci Russi, libertà piena, intiera, assoluta di acclamar9 i Borboni di diritto divino. La Francia farebbe appunto quello che essa farà nella sper.1iziono di Roma, so fosse rimasta prigioniera di guerra fit1 dal 1815 colle mani legate snl dorso. Infatti, so annientando la nazionalità italiana, assalcnflo a.lle spalle la. nazionoJità. nngl1crese

LA REPlJBBLICA :ROMA~A 15 noi rivolgiamo direttamente l~ armi della Francia contro la Francia, aggiungo che cedendo il nostro diritto, noi apriamo le porte al nemico. Voi dichiarate che i governi italiani nati dal suffragio universale, legittimi come voi, sono senza valore, e che a chiunque abbia un pezzo eli ferro in mano sia permesso rovesciarli. Quel che voi affermate dell' Italia, chi impedirà venuto il momento, alla coalizione austro-russa eli affermarlo della Francia? La storia è piena di questi popoli perduti per avere t1·adito il diritto che li facea vivere. Venite dnnq ue, accorrete al momento propizio, da tutte le parti dell' univel'SO o voi che state spiando l'ora di spegnere la nar.ionalità francése che gia per due volte potè rinascere dalle ceneri. Per ucciùerla moralmente, non avete che a ripetm~ne il linguaggio. Ditelo alla vostra volta che voi venite a liborarla da una minorità faziosa; che qnest' ombra di governo repubblicano non è che anarchia di c·ui volete sbaraz:t..arla; che i vostri eserciti purificheranno il suo suolo, che qnel poco di ferro russo che le ficcate nel cnore è nn !"'imedio sicuro contro le rivoluzioni che l' !nqnietano. Se da noi fosse stato pref.:o l' impegno di estirpare dal cuore degli uomini la nozione dì patria non si agirebbe diversamente. Chiunque difende oggi la propria nazionalità è un malfattore. Bem, Dembinski, K.os.:;uth, Maoin, questi uomini che hanno aerhato il cLtore de' nostri eroi del

16 T, ,\. CROCIA 1'.\. C'O)l'ThO 02, non sono allro che soL1iziosi; Lafaycttc in .\merica, lord Byron, Santa-Rosa in Grecia, non sarebbero che banditi. Italiani accorrono a Roma per difendere il focolare della società italiana. Avventurieri, ci grida il governo franC<~sc, ridicoli agitatori, stranieri a Roma quanto noi! Se mai il nemico passa le nostro frontiere, noi sappiamo già di quai nomi infamanti saranno salutati €oloro che lo combatteranno. Con qual diritto, un Alsaziano, un Lionese, nn Brettone verrebbe a difender Pat·igi, se per un Lombardo c por n n Genovese è delitto eli fender Roma? Chiunqnc diffonrle queste massime, è chiaro che egli allnichila moralmente la patria francese; corrompe la coscienza dei cittadini; c fa prnctrarc il nemico nel cuore di q nei che l' ascoltano. Dal punto eli vista puramente politico, l' affare, come a voce sommessa il confessano è ' veramente mostruoso; ma che dire dal pnnto eli vista mot·aJe e t'eligioso? Se nel primo caso, voi tradite la patria, nel secondo l' nmanità intera grida contro l'attentato. Nel loro materialismo mascherato, strumento di credenze che non sono le loro, eli dottrine che non hanno mai esaminate, ineonlrano quì una qucstit•ne morale nella quale s' imbarazzano a piacere. Più essa è grande c pericolosa, c più affettano di non veder la; ed han faUo così b0ne, eh e è gran cosq. se fin a.d oggi trapelò

LA REPUBBLICA ROMANA 17 nppena una parola di qnel che veramente è tutto il fondo dell'affare. Vanno a ristabilire, dicono, l'autorità del papa, in quanto a me, io credo eh~ essi non abbiano alcuna idea dell' abisso in cui si precipitano. Buona gente di campagna, voi cui s' agitano con zelo instancabile ad ingannarvi, ascoltatemi. Suppongo ch3 soldati di ogni arma, a piedi a cavallo, baionetta in canna e sciabola snudat a, si presentino ad un tratto nei vostri poderi; voi domandereste loro in sulle prime come potete aver meritato un così brusco attacco. Ammetto che un diplomatico vi risponda a nome di essi: « Noi siamo mandati da monsignor Antonelli per ricondurvi alla ragione; giacchè noi abbiamo sapnto che voi non volete più che il vostro curato sia sindaco nel tempo stesso; voi ptetendete oltre a ciò riporre le vostre messi, cogliere le vostre vendemmie, senza avere prima di t ntto un biglietto di confessione. Capitè bene che non può andar così, sarèbbe un rovrsciare la religione, la proprietà, la famig lia. Il buon ordine, la morale, la polizia, gli imperatori di Russia e d' Austria e i nostri signorj di Gaeta comandano che voi siate immediatamente sciabolati o mitragliati a vostra scelta , se non restituirete tosto al signor curato le funzioni di sindaco.» A questo strano discorso io immagino che voi replichereste; « Noi abbiamo q n cur~to l)er l~

1$ L\. CROCIATA CO~TRO chiesa, un sindaco per il comune : è cosa saggia e ragionevole che ognuno attenda alle proprie funzioni. Perchè obbligarci a colpi di fucile a ritornare alla confusione di cui si sbarazzarono i nostri padri nella prima rivoìuzione? Se v' aggrada, noi non cangeremo affatto questa situazione che ci soddisfa » E per troncare la couversazione, se il tamburo battesse la carica, se le palle piovessero sopra di voi e sulle vostre donne, se le bombe roventi v' incendiassero i covoni sull'aia, voi vi vedreste diffi.- ciimente in qnell'azione l'opera dello Spirito Santo. Ecco, tuttavia per qualcosa i figli nostri sono obbligati a spendere il più pnro ùel loro sangue e dare la vita in questa spedizione d' Italia; essi sono incaricati d' obbligare i Romani ad accettare il loro vescovo per re. Come voi, i Romani replicano: « Noi accettiamo il nastro vescovo nelle cose <li reli~ione; ma c; dispiace averlo nel tempo stesso per nostro padrone e principe negli affari mondani, in conseguenza noi vi supplichiamo di non volerei togliere la vita per costringerci ad non accettare in casa nostra un governo di cui voi non volete saperne affatto in casa vostra.» Voi sapete che per qnesta replica, è corso per due mesi un finme di sangue. Le bombe, le palle di cannone, i proietti li delle carabine di Vinccnnes, hanno avuto di mira un popolo assediato da quattro nazioni, dietro una muraglia vecchia da quattordici s.ocoli.

LA REPUBBLICA ROMANA 19 In buona fede, è una gloria per noi di bombardare porta Portese, mentre gli Anstriaci ci cuoprono le spalle al nord, i Napoletani al mezzogiorno, gli Spagnuoli ad occidente? Quattro grandi potenze allet Cétccia di un piccolo popolo colpevole di averci preso a modello? Veramente cominci0 a temere che il suo sangue non ricaL1a su noi. Notate bene che la Costituzione, che è la nostra ancora di salvezza, è su qtH~sto punto precisa, e non potete, senza distruggerne la base, recarle offesa. Che cosa dice essa all' articolo 7? Ecco il principio fondamentale : « Prima condizione di un governo libero è » la separazione dei poteri. » Cioè a dire, se almeno le parole hanno un senso, che a meno di ricadere nel dispotismo, non si deve tollerare che autorità di natura essenzialmente differenti siano poste nello stesse mani. Ecco qnel che insegna la nostra Costituzione. Vedendo ciò, i Romani dissero: È necessario per noi di conformarci ed obbedire alla regola posata dalla saggezza dei Francesi; profittiamo della lezione che essi ci danno. Se, dietro la massima da essi accettata, nessuno aYer debbe due poteri, noi divideremo il potere temporale dallo spirituale, lascieromo questo a} papa e gli torremo il primo; pero~chò non è conveniente che il prete sia nel tempo stesso principe, re od imperatore. Sommottendoci adunque a quanto hanno proclamato i nostri Yicini,

20 LA CR-OCIATA CONTRO obbedendo in casa nostra alla regola generale tracciata da essi per quanti vogliono entrare in un ordine regolare, noi daremo al mondo Ja miglior prova del nostro amore per· la libertà , rlel nostro rispetto per la nazione francese. Ma incredibile! appena i Romani si conformano alla r egola posata dalla Costituzione francese, il governo francese invia un' armata per punir1i d' aver obbedito. Quì voglio che a voi stessi vi facciate la risposta. È la Costituzione francese lacerata da baionette francesi, si o no? Che rispondono a questo? Niente, assolutamente niente. Perocchè se la confusione dei poteri civili è mortale ad ogni libertà, ciò si avvera cento volte di più nella confusione de' poteri politici e r eligiosi. Sotto il despotismo politico il più esecrando, può la coscienza morale sfuggire almeno all' oppressione, e nei ceppi l' uomo restar libero. Ma se l' autorità religiosa è nelle mani stesse che esercitano l' autori1à polilica, 1' uomo rimane investito ùa ogni p arte. Scomunicato spiritualmente da chi può colpirlo terup.pra lmente, non v' ha scampo pr r esso nè in t erra nè in cielo . Ecco l' iLl eale del ùespotismo. _Il capo <lei mns Jlmani, ~nrico VIII, lo Czat, il .potere temporale del papato. Voi dunque armate l e vostre flotte , spedite rinforzi sopra rinforzi, -l'Pggimenti su regg iment i, batterie su batteri0 ~P~r . J:iSLabilire nel pl'incipio del poLcrc la con;-: J ' ..

tA REPUBBLiCA ROMANA 21 fusione proscritta dalla Costituzione. Affermate ehe questa confusione è mortale ad ogni liberta, e l' istituite colla forza. Chi siete voi dunque, voi che, giusta le vostre proprie parole della vostra costituzione, distruggete la prima condizione di un governo libero? Essi non conoscono nemmeno la natura del governo che vogEono imporre: Non veggono che la teocrazia non è forma accidentale, che essa suppone per fondamento la fede la più viva, che là dove quel grado di fervore e di fede più non esiste, diviene impossibile per forza di cose quella specie di governo. Perchè la teocrazia è caduta jn Roma? Perchè mancò al popolo l'antico fervore del Medio Evo. Se quello che voi andate a fare ha un senso, è l'obbligare colle baionette e le bombe un popolo ad avere appunto fede quanto basti per sopportare il governo teoCI·atico ...... Ma questa fede manca in voi stessi ... . Ah! vi capisco: La sciabola e la mitraglia sono incaricate d' inculcare una credenza che non è più negli uomini. Jn verità, avevamo qualche ragione di cre- (lere che il ferro ed il fuoco non aYrebbero più a decider-e nelle questioni religiosr->, che il tempo del1e carneficine <·d obbligare e for?:are le credenze sarebbe passato. Sì io sperava che al nostro seeolo non sarebbe più dato il rivedere di quelle abominevoli Yiolenze fatte a ila umana coscienza nell'interesse di una autofili spirituale; \. \ J \ ' \ -

22 LA CROCIATA C'O.:-ìTRO ma ceco un nuovo passo sulla via" che non saprei di qual nome chiamarla. Vi avete ben pc~sato \'Oi che v'incaricate di fare l' auto-cla-fè di una Repubblica sospetta d'eresia? Chi siete voi per arrogarvi il dìrìtto di dare al mondo queste lc.zioni di sangue in favore dell'ortodossia? Siete forse credenti per ristabilire impunemente il sistema delle dragonate ~ Ri1lettete. Quando Lnigi XIV si faceva, come voi, a convertire colla spada ed il cannone, nella guerra delle Ccvenne di cui il sangue gl'ida ancora, era .almeno sincero, egli avea la ferma crcclrnza che voleva imporre; ei cominciava avanti il macello, col confessarsi dal padre LetelJier. Ma quale è la vostra fede, voi che tingete tranquillamente lemani in sc.tngue italiano? Siete fa~'!atici ? Siete ]ameno, come la Spagna, rimasti fedeli all'unita cattolica? Avete conservato presso vo~ l'autorità esclusiva d' una religione di Stato? No. Voi deste, nel vostro paese, un diritto uguale alla Chiesa ortodossa cd alle Chie3e dissillenti. La vostra legge, questa Costituzione che voi avete giuratG, vi porta acl ammettere tutti i culti su di un egual piede. Pet·chè dunque andate a costringere gli altri a su bire le conseguenze politiche eli una fede esclus:va che voi non a vete? Come! la teocrazia che voi in patria estirpate fino al germe, obbligate altri, colla pistola alla gola, a subir·la? Voi avete, nel vostro paese, più di un milione

LA IU~POBl'ILit'. \. ROJ.!A;\A 23 e1.1 otto cento mib di ssidenti. Tnttc lo leggi di\'inc ed umane vengono violate quando voi obbligate questi uomini a fare , contro 1a loro credenza ed il loro culto, una g nerra papista; guerra r eligiosa senza fed e. in trapresa da uomini che o·iurano s ull o loro l0o·ni sulle loro l? bO ' is tii.ur.ioni il contrat' io tli <]ucl che vogliono impnne agli alt ri. Che gli ortod ossi si facciano C'Sr>cutori di nna r e li gione di S tato, si riuniscano :1. qu cs1 i invasori pe l' rinnnovarc il sacco di Roma dr·l secolo dec imoses to ; ch r q n0st~ r eligione di St:1.to accencla 1' Auto-cla-fò di nn popolo sospetto <li l i be rt ?t d i cosc i cn za; cl o \ ' flfr· co n f'<' SS0rr che tntto eiò <~ cosa insensata e ad un tempo esecrabil e. Se volete prepai'are il Srm Benito di un popolo, rn ostratemi lo vostre mani nett e di eres ia. Avanti di correre sni romani , rh e chiamate eretici, correte, o Francesi, sni vost!'i protestanti, luterani , calvinisti, ebrei, liberi pensatori , libc riini di ogni spec ie, fil oso fi , sovvrrtitori de lla ragione univer sale, altrimenti io vi accuso, tli non H. vere, p er coprire le vos tre azioni, il pret esto del fanatismo. È parte, bi sogna che il confess iate, difficile a sosten er s i CJllPlla di la vars i le mani n el sangue eli coloro chr voi chiama t e er oti ci , c consacrtlre in casa propria la l ibert à , la '- SOVl'anit~ dell' 0resia. La Spa g na , P:apoli, l ' Austria hanno diritto d'accende r il rogo; ma la francia nel procla ma r e lo scisma n e l proprio p<tPsr, ha pertlllto il suo diritto tli carnrflcr.

LA C JWCL\ 'l 'A ('OX'l'RO ·Mi è nnto il ragionamento di qu ei che tengono in mano le flla dell' impresa. Il por·nlo italiano, dicono, appartiene ai caitolici; quesLi possono sempre espropriw·lo de' snoi diritti (li nazionalità c per l' utilità eli tutti, se la sua disti·uziono è necessaria alla Chiesa, è d' uopo che quel popolo rmwja , se esso sussiste, qu est a non può vi\'ere. i~ questa la log ica (~ci capi di complotto, ed t~ la soJ::t conseguente. Non ci fu insPg nato che i l popolo romano 6 un fendo dato èla Carlomagno al principe c1i Romc:t; che a questo titolo, il popolo romai1o, c~ mo i vasi, gli abiti, ornamenti di Cbiesa, r r liquie , ossuarii fa parte del mobiglio della sani a Sodo? Nel rivendicarsi a libertà, il popolo ha derubato evidentemente la Chiesa romana. Tutti i credenti hanno diritto o dovere di corrergli sopra per ricondurlo a l la catena. Porchè, quando il potere t emporale sembri a tal punto ecc:~llente, che bisogni imporlo colle carneficine, pere h è gli assalitori s'astengono dall' adottarlo in casa propria? Chi no impedis~e di riPntrare sotto il goYr rno ed jJ vincastro dei vescoYi ùella Gallia? P erché non mettiamo il papa al la noslra testa? Sarebbe bello vec1erlo in tre anni presidente della nostra r r:pubblica democratica. Essendo la. teocrazia mi sta alla soYra1ùtà del popolo il dogma do' nostri eserciti, l)Crchè non cominciamo anzit utto dal res tituire a l s:tnto padre la oontea d' A vignone ch' egli ci

accusa, ahiwc! d' DY<: 1·gl i rulxuo? Conl\:s:::;iamolo , fr atelli mie i, la piu s emplice th: Y oz i on(~ rnma.n(b cbc la croc iata austro-russa, nap rdcUu :tt , spag nuola, francese dopo nv1 ' l' con q tti sl ato la Roma i t alia na , si rivol g- a contro ]a Hon w. pro,·cnzalc p or rigc ttal'la n el r e liquia ri o di S. Pietro. Facciamo meg lio , cediamogli una grassa parto del 11ostro tcnitorio; il r esto ne s::1xà bcnetleUo. I popoli pii hanno il d irit to eli cb r sr si ('ssi in sacrifìr·io p(' r la causa della Chi osa. ~la appiccare , inchiodare sull'altare, in lu ogo o vece nostra, l' Italia ad una forma di governo che essa non vuole, immolare chi non acconsente d'esser vittima! È questo un sacrificio cristiano o pagano? Io tomo ch e non sja un fratricidio sociale. P ensate voi forse che quel sangue ring iovanisca la Chiosa? Il governo è più sl1o1cinato. Non scorgendo nemmeno 1' assurdità del probl ema che tenta risolvere, ei si propone sul s erio , senza metafisica , quest'a ffar e agevolissimo, conciliare l'inconciliabile, la t eocrazia ed il r egime costituzional e. Come so la teocrazia potesse dividersi e scindersi! Ottener e per virtù delle armi che il potere divino disceso da 11' alto p er l' operazione dello Spirito Santo sulla t esta del pontefice, irresponsabile daYanti agli uomini, sia limitato da l potere popolare; tro-rare un giusto mezzo tra la sovranii~t assoluta della t cocrazia c l ' egt1aJmcnt e

n~soln1a sm-ra11iUt del snflhìgio univr'rsnlc: f-1:· r· NJnìlilwio ('0 11 un cm,siglio di Stato n cnl ni (·i11~ p1·eiflnrlt• pc·sare lui solo più che l' tliMtrli til int iera o t ntti i P.'] ohi; rlarP per rsp:·0s-;ionc tkl l:t n[l:.t.ionalità l' r lr lto da un conclnvo <li stra.ni(·ri; f:'Lr l'appz·cscntaz·o da lla tf'ocrRzia la dNnncrazi:ì.. cioò il sì dal no , il bianco dal nrro, l' int f' ll0t t n scrolarc dall'inf•)llrUo el r ri cale , la sovranitft dr·ll:t ragione dalla s n<l l1ilanza clr.lla rngiono; son CJIH' - s!c le qu 0st ioni fF'mp lici, nni t0, s(\nsat0, perfett amente r[q..riourvoli le qnrdi la nostra spedi-- zione si <.\ ìtH'Ul'i cat a di sciogliere a .colpi di ~e iabo l a. La Fra11cia inticra rimarebbo ingbiottita Ìii (ltles!o <.t lJis:;o lli imposs ibilità. TI si~'· Oeli lo n-Barro t in via solennemente i HOstri bra\'i soldati alla conquista dell 'ass ur(lo. In cari('ati solamente di ca m bi are a colpi di baion eU a l' eterna natura delle cose , le istruzioni che rssi ll r:bbo.w eseguire, s ì riducono a qnesto: « Go- » ncral e, al riC'eVc'rc questa lettera dr.Jibrraia » in cons ig lio, \·oi ottenete con un'azione deci- » siva dell e truppe che sono sotto gli orrlini » vostri, che il circolo, rinunciando alle sue » pretese ortlinarie, .addivenga d' ora innanzi » un qnaflralo: lo stato dei nosh·i <lffari e l'or- » dine pubblico esigono che questo cangiamento » at.t0so flia tutti gli onesti si eifettni senza in- » clugio frappone. 'i' ll papa rapprrsrntan.te del diritto divino è R<'mprn p:1rlton0 rl i riror:-trf' qu01lo ~hr al'.r.ortla;

cgil solo i)dl' la là i.dplice cor ona che non può éond i videre con chicchessia; la diYi siono della sna au to1'ità ne è la negazion e e la roYina. Dal che ris11lta che aspettarsi da questo potere celes te, che si lasci limita re da un po{crc di origino terrestre, è bestemmia a l punto di vista della Chiesa, attentalo al punto di vi ;:;t :t della democ razia; di guisa che il governo che proteJHl <~ conciliare qursle d11 c soYran iUt illcompatiuili, non riesce che a conciliare V empietà verso l a rcJigione romana , e l' empietà verso la libert à laica. Yoi eh0 pt·etontlcto agire in ·nome LleJJa Ch i1•sa voi rnisconosccte, ignoraLe . iJestemmiate j! priucipio fondarnrmble dci la Chi usa. Yoi donw.ntla1 <: al pap<J di a btlica ro quando gli domandaL~ tli tran s iggcrc con un popolo. Lo sapete voi q nn sto, si o no? Esigete dal papa che v i oli la ;:.;ua i"• ·tl<', dal popolo c he perda i suoi diritti! ì\un J a~c: i aln eosì sussiste re a utorità nè nell' uno n è nell'altro. Credete dividerl a , o la distruggot <'. Chi ha porta lo già questo giudizio? Io fors<·? No. Pio IX aprendo nel 1847 la cons ulia di Sta t o dichiarava solennemente « che le s nc rifo rme non contengono il germe di nessuna istituzione parlamentare ). ch e il papato può ben consentir<' ad aseoltare i voti del popolo, non a diYiclcrc il p(> t(~ ro col popolo che il regime costituzional e ne i dominii t1c1 papa è utop ia. » Ta li sono lo ~ue pal'olc, ta le la ~ ua c rctlu: 1 a . Y ()Jet e 'ui duu1 uu

zs· L .\. CfWCI.\.T.\. CO:'\ THO t1opo aYCl' appuntate lo vos teo baioneHo st:l petto· dd popolo, rirolgcrle contro il santo paclro cd ohbligarlo a rinnegare la sna fet1"? In ogni caso c CJ.Ilesta la siturtzionc che vi siete creati. Se volete, como avete doHo, stabilire nn governo costituzionale in H.oma, voi violentato il pontefice, se vol ete ristaurarc il gov0rno assoluto (1i diritto divino, violate la vostra parola. Sccglif'to. Siete ginnti a questo momento di gloria; dopo ar r r traversato un lago di sangne avete 1Y10s~o pt·irni , a"anti gli au striaci jl piede sulla go la dell' Italia. Ora elle far ote? Raccogliere in p aco per forza di negoziati quel che avete preparato trionfalmente colla guerra. Lo credo. ~la che! voi domandato al papa ehe non pnò, senza cessare di essere, accorùado, un regime costituzionale fondato suIla sovranità del popolo. Voi domandate alla sovranità del popolo quel che essa non può, senza perire, accordarvi, di condividere il potere colla teocrazia. Due rovine per una: quella della democrazia, e quella del papato. L' Austri:t si contentava eli meno. Primo carattere dell'assurdità; qn es ta impresa tende direttamente contro lo scopo che gli autori di rssa si sono prefi ssi; e PJ'ecipitano ess i medesimi nel tranello. fatale alla Francia, fatale all' Italia , ques ta spedizione è fata le soppratutto al papato. Crct1ono ;.~ ,·cr tutto deciso facendo (! ucsta

LA REPUBBLICA lW:\IANA 29 singolare concessione; che, cioè, le nostre armi non interverranno ne l governo temporale dci Romani. Si limiteranno a intervenire colle armi nelle cose spirituali a profitto della r estaurazione della santa-sede; vale a dir-e ch e si contenteranno di tiraneggiare quanto v' ha di più sacro nel mondo, il foro interno, I~ coscienza, la libertà di ceedere o non credere. .\ questo, la coscù'nza uni7;ersale !w già ~risposto che il popolo italia no non ha rigettato l ' autorità spiritnalo de ll.1. santa sede. ~'la che! se egli la rigettasse, se a q nesto popolo con- \'('nisse rifo rma rn la SIIH cr orl cnza, abbracciare u11 ' altra comnniono~ sortire dalla Chiesa! Yoi protemlorcs t c :-~.rrogarvi il diritto di costringer <lllCl popolo col lo clragonatc a per severare in una fede c he nvn sarebbe più la s ua ? Lo farestG rientraeo mntil aLo nell ' ortoùossia ? E~so ha il dil'itto di cambiar r elig ione, como non avrebbe il diritto di sottrarsi, senza cambiar r eligione, alla teocrazia ed a l governo del papa? Ma la s ervitù di qu el popolo è utile al cattolicismo . .. ì~~ necess:.1rio, pe l vantaggio di questa r eligione, cho un fascio eli baionette austriache, napoletano, spagn nole e francesi n' estirpino Ja coscienza .. .. Io invece penso che il più gran colpo che voi potevate porta re a quelJa religione, è l' incredibile confessione che essa ha bisogno di appoggiarsi sn di Utl caùavere. Come è c lw tutto le coscienze Yivo dci nostri cattolici

30 non si senUrono agitate c rirol!ate all' id(·a elle la senitù moral e di un popolo è il fontla:ncnto necessario del loro culto? Strana In:.tlli~'ra di servi n~ la Chi0sa! confessar e eh o IJisogna (ark il sanguinoso sacrificio di una nazione. Ecco d un q lle quel che essi ci promettevano nel benedire g li alb c~ ri dnlla JiberUt l' indorn~wi del 2 1 Febbraio. Libertà di coscienza: cin6 c:lln da tutti i punti d01l ' orizzonte sarde sci<.tbola ti e fucilati su non vorre te amrnettrre nPl donJinio spi rituale qu el e lle piaco alla Chiesa. Li bt' r!h dci culti: cioè ellO so ,·orrcte sottrarvi a l governo politico <lt'i preti, le vostre ciUà sarat1!1o bombardate, il piccone farà gli approcci allt; vost ro mut'tt durante la notte; il c.1.nnono c la mitraglia r>tLclTatl llO rag-ion e del la Yos tra <:oscienza sdegnata. A giudicarn e da qtt c~t (• d :tc li bo,' (:\ fol tdarn ontali, dw ~a rà Itwi questa n d-· stcriosa libertà d ' inseon,t;otcnfo el1 e ci pro rtlé L~ tono J.ncora ? Ce r tament e è q ua lcosa di str ao rdina rio (!tt('llo che oggi aceado, ùappoicll8 color-o che vog liono r est aurare colla forza il potere t0mporalc del papato son quelli ehn portano il colpo più g ran c1o a qncsLo poLe rc. H,,:>slaurarn il papa per mrzzo di pJ.Ile strani er<', ò un id r nliflcarc la propria rausa con quelb df'i nemici, è nn r r nt1ol'la cS(•crrlh.ilo n tntt:t l ' Italia, è mostrare agli occhi dei più cir~clli qu ello che i pensatori proclamaYatto l tn ~t u o da pi ù set·oli.

(~inslizia di Dio! il popolo rli \~o] tairr' dnpo <1 \·r r scosso co' snoi mott0ggi il papismo, tP rmit ttt di roYinarlo colla StW. sanç:t tin os:l co nw·r~ il)lll'. 1In::tno Ja fredda r agiono dirnostraYa l'Il e il papa ò, dall'originr, l'ostacolo prrrnanentc inYindbile all a formazione della nazionalith ìtalia. na ; rliiCs ta n :rita era combattuta n{\ l cuore di molti Italiani per nn r esto di ail'clto alla tradi zioiH'. :Ma veggenclo il santo padrr. preceduto da s uoi venerabili frat r lli , i fa11tacrini, caYalieri, ::lrlig:lirri, Anstriaci, Croati , Tirolesi, Franeesi, \apolotani, Spa~11uoli e ll e Y<·ngono g li uni dopo gli altri a(l aprirgli la breccia nel s:tnp:nr, passantlo sopra il caclaYC'rr dell'Italia, r1nnl' è (Ju r.l1' uomo che non si arrendc•ra finalrn nnt c all'r.- Yidrnza? Cl1i non rieonoscerà, nel !w l mrzzo della lrga s::wta. l' etCl rn o straniero? :\prit f' colla spada, com El n (I l secolo X. VI, lo port.r d0l \'::tticano! i fuochi dPl bi\·acco si accent1aao nn 'D. llra Yolta ne ll e stanze di Haffael l o ~ Copr it e ('Oi tappeti qn ci cadaveri aneora tiepid i . Ginocchi a tena. intronizzate in San Pltd ro coi cardinali il papa pcrchò oflìeii ~~ elia la sua b enedizione al mondo. 11 sangue d0gli Italiani ve rsato a Novara, a Brescia, a Bm·gamo, a :\lcssina, a Catania, a Palermo, a Bologlla, a ~lilan o, acl Ancona, a V enezia, a H. oma, tla 1nile le Il azioni ortodosse, riempirà il santo ciborio. La tortura applicata ad una piccola part~ eli popolo, di cui quattro ~randi potenzo si sono

')·) •),..; L.\. GH.OCL\TA L'O;\TlW fatto i tormeni atori , è, nel secolo XIX, spr•U acolo aff~1Uo n no vo, c IJen adatto per riccmc1nisiare le 0ninw. Il rogo che si spense per g l' indiYid ui, si riacccn(l c por una nazione. L' .A.u stria iiene le tana glie, la Spagna versa la pece, Napoli brucia i piedi nel braciere, la Francia ne disloca lo membra. Ascoltato, come l'insegna il manual e della inquisizione, i lament i cl el pazi cn te, dalla Brenta fino al Tevere: l\liseri cor cl ia ! Sono c ristiani? Che cosa han fatto loro q twgli uomini e quell e piet r e? Qnando, di eci anni fa, noi most rammo lo spirito clericale che cominciaYa di n uovo ad invaclet·o la Francia, in luogo dello spiri to 1'0 - Jigioso, i politici dalla vista Ju11 ga ci avv('rtivano che noi facevamo un sogno. Quanto ad ossi, nomini di esperi enza e di alle YodutA, non scorgevano nulla di surnigliante sull' orizzonte. Ed accade che fin dalla prima spediziono della Hcpubblica fnol'i tlclle peopric fronti ere, la Francia, inf'r-a tata in una crociata di s::tnJo u!Ti zio , scn va a spi1'gare gloriosamente in faccia al rnonclo , solto il riolo <1 ' Arcole e di H ivoli, la bandiera di Loj ola. Etl affinchè ni ente manchi al car·atte ro eli C1Llcsta spedi zione, noi mettiamo 1 utto il genio tlci dottori delle Provinciali nel nostro piano di calllpagna; sospidamo 11 ri nostri proclami p<' r il bene dell'It a lia, ma ò d' uopo anzitltHo salu!arla benignamente con una pioggia tli mitraglia bc>no tleUa. Emv-ncipare gJi italiani

LA lmPUB13LlL\. l~ l<\L\:\A è nostro naturale dcsi<l erio; rua 1111 a more pn1 onesto ci comanda di cannoneggiarli anzitutto per la loro felicità. EYidentrmentc ò c\~lr nccidcrli che noi faremo la loro sa!Yezza. Io ho 1aYorato molti anni per impedire il mio paese Ji scivolare o cadere in <)n est a c]('::JCa eli sangue Lo Spirito che io combatteYa l'ha vinta per un. giorno: Ebbcnr sia giudica w dali(' oprrc ptoprie! l~ ques to il s(lcrcto eli moll0 rr.s.r che altrinwnli sarebbero inesplicabili. La Frnnci[l. (.;hc lw. fatto cinque o soi rivol11Zioni pul ilicrt<', non s i ò mai decisa a fare una rivoluziono r r l igiosa , cd ha COIIS f' rvalo la forma alrrH·no d0l sis tema reli b·ioso ùr'l mcùio cYo. Da ciò Jo c.ontradizioni, l0. apostasie most ruose dr ll c q na li nr·~sun altro popolo lta dal o spettacolo. Corrrndo dall ' est remo d<·lla libertà all'estremo d<• ll a srnitù, s i slauCÌ[l. a sbalzi nelì' avv enire ; c si !U.>ra cornpiaccndosenc , sull 'orizzonte sociale. 1\<l un tratto nna piccola catena bcnedc·tla, cll<' <'n't siata dimeul icata o che la tiene per il 1,jodc, Yicn t (lsa <la mano ignota. La Francia ri cado allora tre seeoli allclictro, in una carcr·r t' df'l MoLlio oYo. Ieri essa aYea sorpassato il r er->to del mondo e si riLlova dc' suoi contomporau<'i, oggi invece eccoL là ch0 si dibatte, di comrwc [l.Ccorclo coi Napoletani eli S. Gennaro , in un affare eli sangue, che non si s:ì.p t·ebbc dassiOcaro, tra la guerra deg-li .\lbigcs i , S. Bi.lr lolom<'o c le dragonate dello Cevcnne.

L\ Cl~OCL\1'.\ CO:\'!'lW Gli stf'ssi nostri cl11b rlw YoniYrlllO f1 ipin1i co~ì terribili , non f11rono essi dolci comn colomhr. rispr.Uo [l]!o spirito clr>ricalo? L'hanno arcar0zzato, ('Vocato. Era, t1iccYano r~si, 1m ~ppogg-in w~ecs~ario, una forza che bi sng11a cnnC]ni s! ;1n~ assolnt arn('ntc eoll' nmilt h.. Non nn o cll0 ahhia fattt> piantare un alhrro eli lil)(lrtà ~wni. a che l' ahbia fatto baitczzaro da nn sa11to uomo. L'alb(' ro, diCf•vano, non po1oYa c r~~sccr0, se non sortiva dal giardino del Saero Cnon': S' intr-nrl0vano 1Wrfettamenic. Svent uratarncnt c•. a nr1 ~t ­ g-no il giuoco cessò; la Francia, non s i sa corrw, si è trovata avYinta da dnri legami di mor-t<', e nn srn·aggio che~ ancora non si r ra Yi~to, pesò sulla lingua c sul pens iero degli uomi11i. Yol0tc Ycdcrc fino ::t qnal punto noi ei sia - mo allontanati dal scntinwnto d0! dirittfJ? Mentr<: da nn la to noi aspiriamo ad 1111 11110\"0 qwndo di giusti zia c di lncc, dall'altro noi ci lasciamo r apirr, R('nza quasi pcnsarvi, }C' con q lìist0. Je più assienralc della civiltà, ripiombando ad un tr-atto dal mezzo d0l sr·colo XIX, nel diritto barbaro del medio cYo. Pino ad oggi, i più intrPpirli difen~ori della cansa italiana, hanno creduto ùo- "'fcrla scusare pcl moti\·o che essa non attenta ~ll e crN1enze della Chiesa, c clw è raccllinsa t11tta inti•'ra in 1111 interrssc poJitjco. Sing·olan: dift.·sa qutdla chr, par salYarc la llbr rtlt , comi~­ cia per abandona rc la prima di Lutt0., qnolla di coscicpzp,! Se l' Itali~l per h~ Celllcsirna n>lta ,

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