Edgar Quinet - La crociata contro la Repubblica Romana

44 LA CROCIATA CONTRO negli altri maledissero, seguire passo passo, senza rivolgersi indietro, le orme delle dinasti9 che essi cacciarono nell' abisso, io domando qualche volta a me stesso nel fondo della mia coscienza: Che fare per salvarli? Ma in mezzo ad un sogghignar confuso simile al romore di foglie secche, ho udito uscire da mille booche questa risposta: Non vogliamo esser salvati! Dopo la lezione venuta dall' alto il 24 Febbraio ad uomini che, anche in quel giorno, non vedevano quel che accadeva sotto i loro occhi, io credeva che avessero assunto quel sentimento leale d' una certa umiltà nell' esperienza della loro disfatta e della loro miseria; sarebbe stato il segno di una vera superiorità l' approffittare di un tale insegnamento. Quando io veggo quegli stessi ciechi di cuore e di mente presentarsi di nuovo in qualità di capi di questa società, io mi chieggo a quale abisso siamo condannati per prendere a guida chi fu convinto di non aver avuto per beu diciotto anni n è occhi, nè orecchie. Sapete quel che costoro non perdoneranno mai al 24 Febbraio? Questo: di aver mostrato cioè ad essi stessi, nel secreto della coscienza, la loro portata e la loro inanità. La rivoluzione ha fatto ben peggio che a1larmarli riguardo le proprietà; essa infatti ne li ha spogliati ed im- ---- \o . overiti per sempre mettendo a nl1do e spenlendo o'-' r,~ nei del loro genio. Se fosse stato saccheggiato l:; /::; "")) \ -=: q~ C1) •-• Il; 'rr, U> .... l ..... """ '=, \ + ~

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