Edgar Quinet - La crociata contro la Repubblica Romana

12 LA CROCIATA CONTRO eu i appigliarsi. ProtPggere la Jihert à, non far niente, distruggere noi medesimi, alla nostra maniera, Ja libertà. La prima ùi queste cose esigerebbe uno sforzo; e noi vi rinn unciamo; la seconda non conviene ac1 un gran paese com' è il nostt~o; la terza che consiste nel distruggere Ja libertà, è una via facile, aperta in cui si può camminare d'accordo colla vecchia Europa: Ebbene, noi ci metteremo per essa. In altri termini, il ·nostro vicino corre il rischio tli venir assassinato, ei chiama a soccorso. Noi l)Otremmo certamente salvarlo, ma farebbe mestieri difenderlo; potremmo anche starcene colle mani in mano, ma è cosa vergognosa, non rimane dunque evidentemente se non a precorrere l'assassino, ed a colpire noi stessi per primi per avPre un contegno, perocchè bisogna pur far· qualche cosa. Che! il bene o il male, la lib-ertà o Ia servìtù, la vita o la morte, la gloria or obbrobrio, tutto è buono purchò noi ci facciamo vedere a fare qualche cosa? In ogni caso noi faremo muovere bat1aglioni, armeremo squadre, e questo movimento d~ uomini, di fucili, affascinerà la coscienza, poi verseremo sangue a. torrenti, quello dei nostri soldati oome qnello di un popolo amico; è cosa chef~ ~empre Ònore. E poi che importa dopo tutto che le armi siano state volte contro la causa della . . . patria e d eh' U m~nità? Lé\ sola cosa necessaria è oh' e~se 4rillino, \e :po:polé\zio.ni d.iverqte d.& un~

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