Almanacco socialista per l'anno 1880

i f. lBSO l --==----=-===---· - ·-:..:==::=::::::~ .... -- 11 Compilatore E::·mrco BIGxA,n. ('ollabm·atori: O. G;--;occm-YrA:--r, A:--uREA CosTA, CESARIO 'l';-:- ::;TA, lhxorr :iIALo:--, F. GcrLL.\t ,rn, F. S. :ilEnr,r:--o, ELISEO r, H;.c,r_.,\"' -~ewr ~?.-1.STELLA~zo. I A.-L"E Le.o, C.d1Lo ~IoxTICE•:LI;Gri;sEPPE Jhrw.-1.xn, AxDHL, lì ILL. ,I ==-====-- ---- - - -- MILANO C. BIGNAi\II B C., EDITORI Corso Venezia, 5 1880 ~ \ . c:::ae:rr:m;;;zsr:;;;;---:--·~e!'S9'31f'!5\""'f'.,..r:rosr ~, . Ht I. I F li

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................ , ... . ... "'" . ~ ....... ~ ~••""" .... _ ...... --. -·-"" ··-- ..... --~ ----------:-·------·-·-"""""""""""""""""""""""""" ... . ....... .. ALMANACCO SOCIALISTA PERL'ANNO1880.

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·--------· .. ······-···· .................... ,, . ___ ------·-·--·,·· ........... , .... , . ............ '" . .. .... ~ .. -· ALMANACCO SO IALISTA Il PE.R :L'ANNO l.SBO ComJJilatore E. BIGNAMI. Collaboratori: O. GNOCCHI-VIANI, ANDREA COSTA, CESARIO TESTA, BENOIT MALON, F. GUILLAUME, F. S. MERLINO, ELISEE RECLUS, LUIGI CASTELLAZZO, ANDREA LEO, CARLO MONTICELLI, GIUSEPPE BARBANTI, ANDRÉ GILL. MILANO C. BIGNAMI E C., EDITORI Corso Venezia, 5 1880 Bhl otecaG.noBianco Il

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DUEPAROLE DIPREFAZIONE Una delle forme più accette ed interessanti della letteratura socialista contemporanea - e che rea-. lizza forse la più seria propaganda - è senza dubbio quella che ci presentano gli Almanacchi socialisti, pubblicati annualmente nei diversi paesi. Mentre, in generale, i giornali popolari si fanno così affrettatamente da lasciar passare bene spesso ; delle inesattezze, o delle idee poco mature, .1' Almanacco viei;i fatto l'J. mente più posata, senza aver per questo le gravi pretensioni del libro. ' È però appunto in questi Almanacchi popolari, che si può cercare con profitto di conoscere le idee fondamentali che agitano le masse di ogni contrada, le tendenze particolar.i agli operai di questo o di quel paese, ed i metodi d'investigazione, di propaganda e di sperimentazione che li distinguono. Anni or sono, ogni scuola socialista pubblicava il suo Almanacco. Così i fourieristi l' Almanack pkalansterien ; i cabetisti l' Almanack du PravaiZ, e ·quello de la Fraternité, e da ultimo quello de la B1hlioteca G l'lOBia11co J

. PREFAZIONE. Corpor,ation. Più tardi gli anarchisti del_Giura si fecero a pubblicare annualmente il loro A.lmanaclt du Peuple. Qualcuna di queste_pubbHcazioni riuscì veramentè importante, e tutte ~ in capo a qualche anno - costituivano una collezione delle più istruttive, delle più preziose per fa storia delle idee e del movimento sociale. , , Oggi quasi tutte le scuole socialiste sono scomparse, o si sono, fuse nel grande Partito socialista universale_, internazionale : non è pili questa o quella scuola speciale che pubblica, ma sono i partiti socfalisti delle diverse nazioni e delle diverse' · ling·ue. E ormai si contano a diecine gli Almanacchi so- ' cialisti che vedòno la luce in francese, in tedesco, in :fiammingo,'in portoghese, in ungherese, ecc. Negli anni scorsi qualche tentativo fu fatto anche in Italia, ma con principi non troppo determinati, e con pochi collaboratori, che s' indirizzavano a questa piuttosto che a quella frazione. Oggi che, mercè il progresso delle idee socialiste, si è allargata la sfera dei lettori e si sono meglio determinati i contorni della quistione, oggi noi tentiamo la prova con questo primo saggio nel quale ·nomi notissimi, un giorno divisi, oggi si trovano associati in un lavoro inteso alla diffusione di dottrine,, di fatti e di considerazioni le quali - quantunqué non armonizzino sempre perfettamentè - cospiràno tutte nel fine al trionfo della giustizia , della libertà nella rivoluzione sociale. Alle prose abbiamo intercalate a}cune poesie, per rompere la monotonia del lavoro, affi.nchè il v9lume riesca- più gradito ai lettori. Possa una simpatica accoglienza incoraggiare - Biblioteca Gino Bianco

• .,".'"K'"tMAWV•'l~W-r'I"' '"'il'/,i,oi'i'A- ""'"""'"'"'""''"'"'"'""•""•-u••••-••••"'"•"••.,• • • ........... w.,w •• ,.,.,_,.._.,,1-•-••---••'"""--• _,,._,o -"•!w••--•-• ••••" /! I PREFAZIONE. • noi e i nostri collaboratori a continuare, miglioracdola, questa annuale pubblicazione, per la quale facciamo appello agli amici del socialismo nel nostro e negli altri paesi, perchè ci mandino i loro claboràti prima del novembre p. f., affinchè l'Almanacco possa pubblicarsi per tempo ed ottenere c0sì quella diffusione dalla quale ci ripromettiamo per la nostra propaganda risultati, fin qui agognati, ma ottenuti mai. Milano, 31 gennaio 1880. Il compilatore ENRICO BIGNAMI. B1bloteca Gino Bianco

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I •' ........ ''"'" ,..,, ...., ..,, ... ................ ~ .. ,,,u• ,••~• .. •·••••" .. "- ......... , ................... ::,. ,,N..~., UN••~•-•--- ..-•-•--•--•~----•••~., .. ..,,..,__,,,,...,.,,•umu•m••v .. , ...... ,,.,,., .. ,,,...,.,.,,., ... CENNISULSOCIALISMO INITALIA Chi non ha udito dire, chi non ha letto le cento volte che il Socialismo, questa dottrina d'oltrernonte, non metterà mai forti radici in Ita.lia, g·iacchè, nè la borghesia, nè il proletariato non .-ogliono saperne di tali pazzie, e che a questo riguardo si può dormire tra due guanciali? Quest'affermazione è falsa , pel'chè non riposa · sopra alcun dato preciso. Infatti, il Sociali:,monon è una dottrina esclusivamente d'oltremonte, ma ancor nostra e si è assai bene radicato anche in moltissime parti d'Italia. Vediamo. Pietro Ellero nel suo libro La Questione Sociale ha detto : - « Se l'apostolato socialista è una gloria, questa appartiene intieramente alla Francia. » / Non mancano di verità queste parole, ma non sono esatte. È verissimo, che dal 1789 in poi la Francia è una nazione rivoluzionaria per eccellenza : diffatti , è dessa che sullo scorcio del secolo passato con uno B bi oteca G1nò Bianco

10 CENNI SUL SOCIALISMO IN IT.lUA. sforzo titanico rovesciò il feudalismo, malgrado l'Europa coalizzata contro di essa. Verissimo poi che nell'epoca e nel seno medesimo della grande rivoluzione politica fu sul punto di riuscire un'insurrezione sociale; che dal 1808 al 1848 quasi i soli :filosofi francesi agitarono la Questione Sociale. Verissimo ancora, che dal 1830 in poi il proletariato francese ha fatto tre grandi e gloriose insurrezioni sociali. Ma non è vero che solo la Francia abbia propagato il socialismo. In sul principio del nostro secolo l'Inghilterra diede due valentissimi socialisti, Godwin e Owen, i quali ponno stare a confronto con qualsiasi socialista francese. La nostra Italia ha dato al socialismo nascente due grandi individualità, Chalier che entusiasmò Lione, e Buonarottt che per quarant'anni fu la più bella personificazione della Repubblica Egualitaria. Ma ritorniamo più indietro e troveremo che uno dei più celebri precursori del socialismo è un italiano, il grande Tommaso Campanella. Il Campanella nacque il 5 settembre 1568 ·a Stilo, villaggio di Calabria: da giovanetto dimostrò uno spirito vivace,· e splendidamente compì i suoi studii: scrisse un'Enciclopedia delle cognizioni del imo tempo, ~ella quale si dimostrò rivoluzionario in filosofia, in politica ed anche in economia sociale. All'età di vent'anni , seguendo le orme del suo maestro Telesio, attaccò il più formidabile dei filosofi retrogradi, Aristotele. Biblioteca Gmo B ar>co

CENNI SoL SOCIALISMO IN ITALIA. 11 In questa lotta contro le teorie aristoteliche, Camp:mella spiegò tanto ingegno e tanto sapere che uno de' suoi vecchi professori, soggiogato dal suo genio, l'accusò di magia. ** « Ho consumato più oli'> io, che voi vino » soleva il nostro socialista rispondere talor'1 a qualche interlocutore, e con quella frase voleva alludere 11.i suoi lunghi e profondi studii. In politica attaccò vivamente la dominazione spagnuola ed organizzò fra il popolo e i monaci una formidabile cospirazione, che sarebbe forse riuscita, se un traditore non avesse tutto palesato. Campanella fu condannato a 27 anni di crudeli torture. Ridonato alla perfìne a libertà, e accolto come un fratello dal celebre_Peyren, e provvisto da lui d'una buona somma di danaro, Campanella s'incamminò alla volta di Parigi, piangendo di riconoscenza, lui, che non aveva versato nemmeno una lagrima durante i più atroci supplizii. Fu a Parigi che il nostro immortale compatriotta scrisse in latino la Città del Sole) che oggi un distinto comunardo francese, Villegardelle, che eg-regiamente la tradusse, non esita a collocare al primo posto tra le produzioni di questo genere, ed aggiunge che tutti i socialisti, prima del 1848, e segnatamente Saint Simon e Fourier , molto hanno tolto da Campanella. -Egli non aveva solamente sognato, come altri socialisti, un popolo felice nella eguaglianza: egli sognava una repubblica ugualitaria, universale : vo!~va riunire tutti gli uomini sotto lo scettro della felicità. B bi oteca G•no Bianco

·-··-···•····· .......... ~···· ..... ,*............................ ._ ............. ,- _,,. .. ~ .............. ,- ,..-_..,,..,_ ,....___ .,__,..,.,_ ---- ._..... 12 CENNI SUL SOCIALISMO IN ITALIA. La sua città-modello è fabbricata-s:)pra una collina, che domina un'immensa pianura. ui! solo, ma spazioso tempio di forma circolare si el~;·a nel centro della collina , e là si riuniscono tutti gil abitanti della Città del Sole, che vivono in comune ed hanno in comune anche le donne. La ripartizione d'ogni cosa è regolata da magistrati". Ciascuno ha una così larga parte alla scienza, alle dignità e ai godimenti, che nessuno sogna nemmeno di arrogarsi un diritto esclusivo di proprietà. Quando l'uomo s'è liberato dall'eg·oismo, non gli resta -che l'amore della comunità. L'amore degli abita:1ti della Città _del _ Solt per la loro patria è incredibile. Non avendo nè proprietà, nè particolare famiglia, nè miseria, g·li abitanti della Città del Sole non conoscono nè il ladrocinio, nè l'adulterio, nè l'assassinio, nè la crapula, e, più che la peste, abbor- . rono la menzogna. Dappertutto regnala più squisita pulizia; gli appartamenti sono bene ordinati e riccamente mohigliati. Riassumendo: l'utopia campanelliana è comunista, ed ha servito di modello a quelle che le successero, con questa differenza, che le ultime , essendo più recenti, sono state ispirate da un sentimento più democratico. Per esempio : tutti i comunisti moderni, senza alcuna ·eccezione, hanno respinto la comunanza delle donne'; e non poteva essere altrimenti. Nel diritto democratico, sorto colla Rivoluzione francese, la donna è un individuo e non più una cosa, come la consideravano anche la Bibbia e il Diritto romano. *"' Dal XVI al XVIII secolo regnò nella nostra Italia, B1bloteca G·no Bianco

·- ..-· ········,.. ~ ..,=. --~_ ......................................... - ......_......_ ......._... - • ·-·- -·-----··-····--· .......,.......... ···---- ....•, .•... CENNI SUL SOCIALISMO IN ITALIA. 13 schiacciata dalla dominazione straniera, un silenzio di tomba. Ma dal XVIII secolo in poi essa si distingue di nuovo fra le nazioni. Dopo avere illustrate le arti, illustrò le scienze economiche. Senza enumerare i grandi economisti ch'ella diede - da Scaroffi e Serra (discepolo e amico di Campanella) fino a Romagnosi - diremo soltanto che quasi tutti considerarono l' economia politica come una scienza di riforme sociali e non come una semplice constatazione di fenomeni industriali, come voleva la scuola inglese, che, per disgrazia dell'umanità, l'ha vinta sulla scuola italiana e sulla fisiocratica. La scuola italiana, sopratutto, fu arditamente riformatrice, quasi diremmo socialista, giacchè i Filangeri, i Genovesi , i Melchiorre Gioja , i Vasco, sono piuttosto socialisti che economisti. A questo proposito ben giustamente il Malon scrive: « Non è forse una sventura che questa grande, saggia e genel'osa scuolaitaliana, sia stata sopraffatta dall'egoistica scuola inglese inferiore ad essa per tutti i riguardi'? Quanti umani patimenti evitati , quanti progressi sociali realizzati, se Verri, Beccaria, Genovesi, Filangeri, Gioja, Romagnosi, Vasco, avessero occupato nelle scienze il posto tenuto dagli Smith, dai Say, dai Maltus, dai Ricardo, dai Mac-Culock, dai Dunoyer ! » Scoppia finalmente la rivoluzione francese. Il socialismo rivoluzionario entra nella palestra: Lentosto conterà i suoi martiri a miliaia; e, fra le quattro più grandi personalità che ha dato - Baboeuf, Buonarotti, Chalier, Jacques Roux - si conBibloteca Gmo Bianco ~ ____.,

14 CENNI SUL SOCIALISMO 1~ ITALIA. teranno due italiani : il piemontese Chalier che fu il capo rivoluzionario di Lione, e Buonarotti che grandeggiò nei primi quarant'anni del suo secolo. Tutto questo prova che il socialismo non è poi tanto antipatico al genio italiano. Chi non ha inteso parlare della magnifica efflorescenza socialista che si ebbe in Francia dal 1808 al 1848 e che ebbe per principali rappresentanti Fourier, · Saint-Simon, Augusto Comte, Pierre Leroux, Cabet, Louis Blanc, Prouclhon, Enfantine, Bazard, Considerant, Raspai!, Rodrigues, Villegardelle, Vidal, ecc. ? Ebbene : anche l'Italia , oppressa ancora dallo straniero, prese parte, col mezzo de' suoi proscritti, a questo grande movimento umanitario. Non citerò che un esempio. In seguito all'amnistia del 1838 la più parte degli esuli italiani rimpatriarono : essi non cospirarono, ma estesero a tutta Italia la propaganda liberale, aiutati in ciò da grandi scrittori, Gioberti, Azeglio, Balbo, Capponi, Mamiani, Manin, Cattaneo, Giusti, Guerrazzi e in fine Montanelli. Quest'ultimo portava in Italia, oltre le idee patriotiche e liberali, anche le socialiste. Il genio di Saint-Simon lo aveva entusiasmato ; ed aveva giurato di adoperarsi con tutte le sue forze per la rigenerazione dell'umanità. « Il Montanelli - dice David Levi - è stato una delle più nobili e sp1ccate individualità che ricordi la no stra rivoluzione. Pochi si sono adoperati con tanto ardore e potenza di pensieri, con pari effiB bi oteca G no Bianco

CENNI SUL SOCIALISMO IN ITALIA. 15 cacia di opere e calore d'affetti alla rigenerazione della patria come questo grande cittadino, e pochi al pari di lui furono così duramente pagati dalla terra natia d'ingratitudine e di amarezze. Animo candido ed elevato, egli soleva gettarsi nella lotta coll'entusiasmo del credente e l'abnegazione del martire, oblioso di sè, dei calcoli e dei compromessi sociali. Ma i furbi, i piccoli macchiavellini, gli scettici, gli affaristi, teso l'agguato sotto l'erbe, lo aspettavano al varco e, saettandolo collo strale dell'ironia, dello scherno, riportavano facile e momentanea vittoria sull'uomo innamorato di un'idea ben più alta di tutto ciò che essi fossero atti a concepire. Si scorgeva nel genio del Montanelli molta affinità con quello del Padre Enfantine, il San Paolo del Sansimonismo. In entrambi un misto di spirito poetico e positivo , di misticismo ardente , quasi ascetico, non scompagnato da un vivo senso della realtà: liberi, indipendenti nelle tendenze, e dogmatici disciplinati: pari l'entusiasmo per le belle arti e lo studio delle discipline filosofiche : sviluppato ed elevatissimo in entrambi il sentimento morale e religioso, l'abnegazione a pro della patria e dell'umanità. » ** A questo nobile eroismo di devozione senza orgoglio - sì raro in tutti i tempi e di cui Barbès e Flourens ci hanno dato il tipo - Montanelli aggiunse una vera scienza. Discepolo di tutti i filosofi umanitarii, e volendo, com'essi, lavorare per · la redenzione delle masse popolari, si era messo a far propaganda delle idee sansimoniane. E fondò a Pisa, malgrado la tirannide straniera, con un'auBiblioteca Gino B arco

16 CENNI SUL SOCIALISMO IN ITALIA. dacia e precauzfone incredibili, una chiesa sansimonista. Là. egli annunciava che le antiche classi dirigenti non ~rano più capaci di reggere il mondo, ch'esse erano in decomposizione, che, dopo aver traversata un'epoca teocratica ed un'altra-militare, l'umanità entrava in un periodo di civilizzazione industriale, che si manifestava con l'emancipazione della donna, la riabilitazione della carne, l'affrancamento déi lavoratori, secondo la formula del maestro, « a ciascuno secondo la sua capacità , a ciascuna capacità secondo· 1e sue opere. » Questa propaganda non cadde su terreno sterile. E già i suoi discepoli erano numerosi, quando la polizia intervenne, sciolse la riunione, e imprigionò i principali sansimonisti italiani. ** Nel 1848 e nel 1859 la questione italiana era troppo ·necessariamente politica, perchè il socialismo potesse trovarvi posto; tuttavia ·!a gran maggioranza dei migliori soldati dell'indipendenza pensavano al benessere del popolo. Ma ormai l' esercito socialista si va facendo numeroso ogni giorno più in Italia., malgrado la calunnia e la persecuzione, ed ora le idee umanitarie sono largamente rappresentate anche fra noi. Nel partito conservatore stesso si trovano - cosa rara ! - alcune intelligenze coraggiose , che reclamano una riforma sociale. E sotto il titolo « ~a terra al comune, ossia Lettera agl' Italiani sopra un piano di riforma umanitaria e finanziaria che renda l'Italia uno Stato ·modello, non solo, ma unita, ricca e potente » · il D. GB. Poli predica la proprietà colle~tiva come potrebbe fare uno qualsiasi Biblioteca G1'10 B anca

CENNI SUL SOCIALISMO IN ·ITALIA. 17 di quegl' i?tternazionalisti, che si chiamano con tanta disinvoltura maifattm·i. Dopo aver suggerito mezzi d'applicazione, il Poli con ragione dice : « La terra per diritto naturale è del comune e la rendita d'essa appartiene esclusivamente all'uomo che l'ha lavorata, e ogni uomo nascendo ha diritto a lavorare la terra. » In altri termini il D. Poli domanda la soppressione della rendita degli oziosi, questa sorgente di tutti i mali. I socialisti non dimandano diversamente. ** La questione della donna, sì spinosa in Italia, ove la tradizione conserva le vecchie prescrizioni da schiavi del Diritto Romano, ha trovato agitatori illuminati ed instancabili. Ecco, per esempio, che cosa dice il D. Pini nel suo libro sul ·matrimonio: « Il matrimonio, dovendo essere un libero contratto, suppone due esseri eguali in dignità e svolgimento, e giacchè la scienza si è oramai pronunciata nell' assoluta determinazione della donna, non vi ~ono più motivi perchè la società prosegua a considerare quest'essere poetico e gentile come un prodotto degenerato e inferiore a noi. Le religioni hanno attribuito all'unione del maschio colla femmina un'importanza grandissima dal lato dell'amore fisico, e non si sono occupate dell'amore morale , o per meglio dire , razionale. Infatti, è della loro natura l'ammettere nel matrimonio il solo scopodella generazione ; ma questo scopo costituisce un' immoralità assoluta , allorquando per conseg·uirlo viene a violare il principio fondamentale ùi ogni associazione umana, quello 2 B bi oteca Gino Bianco

18 .CENNI SUL SOCIALISMO IN ITALIA. della libertà. L'obbligare un individuo qualunque ad associarsi con un altro, per il solo fine di procreare degli esseri, non può più a lungo venir tollerato dalla g·iustizia, la quale in quest'atto ravvìsa una perniciosissima violenza., che si estende a tutta · la vita e a tutte le personalità degli uomini riuniti. Il matrimonio, essendo stabilito sull'unione delle individualità, sullo scambio di tutte le affezioni persona.li , e~ige necessariamente un' egua~ glianza nella posizione reciproca. degli sposi; ma fino a tanto che alla donna non sarà consentito di seguire gli slanci dell'umana attività, mercè l'applicazione di tutto sè stessa alle arti, all'industria, ai commerci,- non potrà aspirare giammai ad essere giudicata eguale al proprio marito. » Se poi l'Italia contemporanea non ha socialisti capi scuola, essa ha invece energici e coraggiosi pubblicisti. _ Tutti conoscono certamente quell'eroico martire dell'indipendenza, che si chiama Luigi Castellazzo. È socialista: esso pure vuole la giustizta e l'egur..~ glianza; e qui ci sia concesso citare alcune elcquenti linee ch'eg·li ha consacrato all'opera santa: « Trovare le formole che sostituiscano ai cardini attuali irruginiti ed immobili della Società le rotaie dell'infinito progres~o umanitario ; ai dogmi ed agli · assurdi della religiOJ?-<? li assiomi ed i teoremi, verità p1·o'Oate, della scienza; alla proprietà un altro compenso, un altro stimolo alla umana operosità più egualitario, più nobile, disinteressato e fecondo; alla patria ristretta e ringhios1. la santa fratellnnza dei popoli liberi; alla famiglia. Biblioteca Gino Bianco

CENNI SUL SOCIALISMO IN ITALIA. 19 legale o tirannia e adulterio mascherati, o egoismo tanto più pregiudizievole a consorzio sociale quanto più si crede legittimo e sacro, la famig·lia dell'amore libero, la quale riposi non sull' isolato, duro e malcreato capezz'lle, deli'avarizia domestica, ma sul guanciale soave e sicuro della fraternità universale. » E correre e coi'rere su questo sacro cammino colla velocità uniformemente accelerata del progresso, dell'educazione e della civiltà, correre tra le due guide sicure della giustizia e della scienza per raggiungere i diversi stadi della uguaglianza civile, politica e sociale, di quella uguaglianza che non abbassa, ma innalza il livello dell' umana natura. » Tutto questo è Socialismo , Umanitarismo per meglio dire ; e si calunnia il genio italiano quando lo si dice contrario alla giustizia sociale. A che cosa serve or dunque il negar ljevidenza di. questo asserto? Il secolo cammina e noi entriamo in un nuovo mondo, mig·liore e più giusto : andiamoci di buon grado e da uomini liberi che hanno il culto del vero e del ·bene, e lo cercano con ardore. FILANDRO. B1bloteca G ro Bianco

CHI SIAIIO Siamo socialisti, e_,fra i socialisti, siamo coUet· tivisti. Spieghiamoci, senza equivoci:, con franchezza e lealtà. , . Cominciamo dal principio, e facc1amoci questa domanda : Cos' è og·gi la società ~ È un corpo ammalato: ammalato, quì per indigestione , là per consunzione : sovrabbondanza da una parte, penuria dall'altra: la personalità umana; anormale sempre e dapertutto. La vita fraintesa, sregolata, o bistrattata : dove non c' è superfetazione, c' è mutilazione. Abbiamo sorgenti vitali che si ingorgano per soverchi umori, e sorgenti inaridite che non gemono che povere stille : squilibrio economico, demoralizzazione, ignoranza. Il lavo1·0 reso disgustoso; ambìto l'ozio. L'amate eaclusivamente sensuale, o se no, strozzato. La scienza, pri- ?ilegio di dominio, o adulterata, perchè non valg·a Biblioteca Gino Bianco

CHI' SIAMO. 21 a rifare i caratteri. Oggi,- generalmente, non si la• vora, non si ama, non si studia nel vero, nobile; umano senso di queste parole. Tutte le classi sociali - anche quelle che sembrano le più prospere - sono ammalate. Non foss'altro, sarebbe un evidente sintomo di un!l. generale malattia sociale il solo fatto di ques1a divisione della società in classi. Data la malattia, sorge naturale, istintiva la necessità della guarigione. E sicome la malattia colpisce le radici della vita , così la guarigione non può essere che una rigenerazione, o meglio, una redenzione della personalità umana: il che vuol dire che è indispensabile, necessario, cominciare la cura là dove comincia la vita. Cos' è la vita? La vita, nella sua integrale espressione umana, è lo sviluppo di tutte le facoltà inerenti alla nostra natura d'uomini. Cio posto, noi troviamo che le sorgenti della nostra vita sono tre : - la sorgente economica, - la sorgente morale, - la sorgente intellettiva : dalle quali devono fluire la corrente del lavoro , la corrente dell' amore , la corrente della scienza. LA voRo, AMORE SCIENZA, - 'ecco la vita della personalità umana nella sua interezza. L'umanità non dovrebb'essere che lo sviluppo integrale di questi t,re grandi e primordiali elementi in ciascun uomo e -l'armonia di tutti gli uomini in tal modo 1·igenerati. B bhoteca Gino Bianco

22 CHI SIAMO. E siccome, oggi, ciò non è, così diventa_necessario, urgente, promovere il giusto sviluppo della personalità umana in una sola grande famig·lia : ecco il nostro principio supremo, il nostro ultimo scopo : ecco insomma il Socialismq, come lo concepi.;=i,mno i, e .come è, nella sua più alta e larga significa- ~ zione. ** È. evidente che in esso è compresa la questio_ne, che· suolsi comunemente chiamare Questione Operaia, questione importante nel socialismo, ma che del socialismo non è che una parte. Pericoloso sarebbe il limitare la questione sociale entro gli angusti confini di una questione di classe, impe- :occhè sarebbe in questo caso a temersi la sostituzione di una classe ad un' altra, riéopiando il funesto errore della borghesia, che, rivoluzionandosi, non fece che sostituirsi alla classe dei· nobili e dei preti. Il socialismo non può, nè deve intronizzare un quarto Stato , il quale prob~bilmente lascierebbe la possibilità di un quinto Stato sotto giacente. Niente di tutto questo. Noi vogliamo tutta la famiglia umana affratellata dal lavoro, dall'amore e dalla scienza. ** Noi siamo usi a ·dire: vogliamo; ma ciò non è sempre esatto. Dovremmo invece, più spesso dire: Noi constatiamo,roeri.ficltiarno. Infatti noi, generalmente, non facciamo che esporre i mali, cercarne i rimedii fra i sintomi storici. e reali che si appaBiblioteca Gino Bianco

CHI SIAMO. 23 l~sano, e propagarli, con vivacità, talora con audacia. Cosa, del resto, naturalissima, perchè l'ardore della convinzione scalda anche a noi il sangue nelle vene. Noi vediamo la società, marcia, avvelenata nelle sue radici vitali; e ciò ci irrita, ci scuote ; ci agitiamo , e protestiamo collo sdegno nel cuore. È colpa nostra~ Niente affatto. Talvolta su questo grande corpo ammalato vediamo qualche fibra dar sussulti di nuova vita; e noi allora, come molla che scatti , trasaliamo di gioia, e col sorriso sulle labbra facciam nostri quei sussulti. Vi par forse questo non naturale ~ A noi pare invece non solo naturale, ma benanco doveroso. Noi vediamo disuguaglianze enormi, brutali: vediamo una tendenza sempre più accentuata verso la grande industria, la grande coltura del suolo: vediamo moti spontanei di contadini che mirano, benchè vagamente, a mettere a disposizione dei lavoratori la terra. Orbene : qual meraviglia se noi, interpretando questi sintomi sociali, conciliamo, per ora, l'ultimo rimasuglio della tradizione individualista coll'aspirazione al comunismo , e mettiamo innanzi, -come riforma più vicina, la p1·op1·ietc'tollettiva (al comune, per e:-iempiò) dei capitali di produzione (terra, materie prime, miniere, macchine, officine, ecc., ecc.) e delle case 1 - tutta proprietà inalienabile, -- beni di cui individui e associazioni potranno aver l'uso per meglio creare e moltiplicare prodotti, riservando però questi in proprietà esclusiva degl' individui o associazioni, quando essi

24 CHI SIAMO. prodotti debbano servire alla consumazione privata. Non si vivrà più oziando. Ce ne fu già di troppo dell'oiio al mondo! Non si vivrà più usureggiando; non si vivrà più di rendite, provenienti dal caso,. dal giuoco, o simili. Tutto verrà dal lavoro di tutti. A tutti un eguale punto di partenza, nascendo: la collettività assicurerà a ciascuno che nasce i mezzi del lavoro: nessuno avrà pii! bisogno di speculare sconciamente 'sulla morte de' suoi simili e far la .. figura· del corvo che dà la caccia ai cadaveri. A che le eredità infatti quando tutti possono avere i capitali per lavorare'? L'uomo li usa, li fa fruttare col suo lavoro, e da quei frutti trae il patrimonio del suo consumo. Non c' è che un erede: la collettiva, -- madre di tutti. Ecco le ragioni cardinali per le quali ci chiamiamo collettirrdsti. E quando diciamo di voler questo collettivismo , non lo diciamo già per smania inconsulta di novità, nè per ira, o capriccio, ma lo diciamo perchè ce lo suggeriscono mille sintomi sociali che si appalesano tutto dì nel campo economico, perchè insomma ci incalza alle spalle una corrente che ha tutta la forza di ur:ia legge storica. Sciagurati coloro che non la vedono ! Non si creda però che il collettivismo sia l'ultima fase del progresso econorn,ico: no. Un'altra fase sociale verrà dopo di esso. Ma in un remoto avvenire chi può leggere esattamente? Lasciamo aperta al progre.s.so la porta : esso è indefinito. B1blloteca Gino Bianco

CHI SIAMO. 25 ** Oltre questi sintomi d'ordine economico, altri ce ne sono che soglionsi chiamare politici. Vediamo. V'ha una tendenza generale, istintiva, violenta talora, mal represf;a tal'altra, soffocata dentro di sè talvolta per privati interessi, ma non per questo meno vera, ed è la ripulsione a tutto ciò che è autorità accentratrice e imperiosa. Tutti desiderano il discentramento: tutti volgono l'animo all' idea del Comune. Che vuol dir ciò ? Vuol dire che l'ente che si chiama Stato o Governo va perdendo terreno nella pubblica stima; vuol dire che, proseguendo di questo passo, a poco a poco quel potere politico che si chiama l'autorità dello Stato si logora, s'assottiglia, si elimina per dar posto alle amministrazioni comunali. Esaminata bene addentro nelle viscere , cosa è questa progrediente eliminazione dello Stato? È eliminazioneanarchica. ANARCHIA infatti altro non vuol dire, nel suò significato primitivo e scientifico, che non-go1Jerno, e non-go1Jerno vuol dire libera amministrazione degli individui e dei gruppi spontaneamente svolgentisi. Questa tendenza anarchica noi socialisti la vediamo, l'accettiamo, e la studiamo. Perchè infatti maledirla quand'essa può essere quella che ci addita la buona _via? perchè recidere questa fibra della nostra carne, quand'essa potrebbe essere una fibra sana? E sana lo è. Nulla quindi di più logico che il nostro presagio dellafederazionedei comuniautonomi, come orB bi oteca Gino Bianco

26.. CHI SIAMO. dinamento preparatore di forme organiche più libere. Si noti una cosa però: siccome questo movimento verso il comunalismo (da non confondersi col comunismo) va di pari passo con quello verso il· collettivismo, così la reciproca influenza· di .questi due movimenti sociali farà sì che il Comune non sarà più come è oggi, ma sarà la risultanza dello spontaneo aggruppamento dei cittadini, diventati tutti produttori; e' delle loro associazioni di lavoro. , ' - . A cotesta questione un'altra si collega strettamente, e tutta d'attualità. È quella della così detta azionepolitica nello stato odierno delle cose. Argomento delicato e scottante, Premettiamo innanzi tutto che il partito socia-·. lista avendo una vitalità propria, .storica, e scientifica, non ha bisogno di mendicare nè protezioni, nè alleanze da questo o da quell'altro partito. Nè si dica che se, per esempio, i soctalisti accettassero domani là lotta elettorale ed usassero del diritto di voto farebbero offesa a· sè stessi. No: perchè qui- non si tratterebbe che della rivendicazione ed esercizio di un diritto anteriore e superiore a qualunque Stato, a qualunque Governo, a qualunque partito politico. I socialisti che rivendicassero e si facessero arma di questo diritto e lo esercitassero, non come parlamentaristi, ma come socialisti, nulla perderebbero: come si valgono- oggi del loro diritto di stampa, domani potrebbero valersi del loro diritto di voto ; e come dalle colonne di B1bltotecaGino B1a ..,çbv

CHI SIAMO. 27: un gioruale protestano e ,affermano le idee socialistiche, potrebbero fare altrettanto dalla tribuna del deputato o del consigliere comunale o provinciale. È un mezzo di propaganda come un altro. E infatti, perchè non lo potrà essere desso, se lo è la tribuna dell'accusato e del difensore nei tribunali e nelle corti d'assise? - Ma è una tribuna pericolosa - dicono alcuni - specialmente la parlamentare. - E sia pure: si guasterà forse qualche compagno nostro. Si guasti ! E che perciò? Si guasta forse per questo il socialismo? Vuol dire che avremo· messo all'ultima prova un amico. Si è lasciato corrompere dall'ambiente? Ebbene: avremo un falso socialista di meno, e la società corrotta avrà un ì elem~nto corrqtto di più nel proprio seno : si sfascierà in tal modo più presto. Lasciatevi alle spalle il cadavere, e procedete oltre! ** Ritorniamo in carreggiata. Di conserva al duplice movimento economicocollettivista e federale-comurralista, un altro noi ne scorgiamo, anzi due altri. Uno riguarda la famiglia, l'altro la patrià. Si cerchi pure d1 nascondere da taluni il marcio che rode fa prima e l'ipocrisia che si annida nella seconda : l'una e l'altra sono guaste nel midollo. ** La famiglia, come oggi è, ha in seno tre grandi germi di malessere, i quali, quando non riescono 81bhoteca Gino Bianco

. ................................. , _ ...._,__,r:..,,. .. ......................,.,~-··------·-~---··-···--·--·-- ...-----·-···--···,········, ........, ................. ,·~·~--,.,...- 28 CHI SIAMO. a farne un lagrimevole spettacolo di miserie o di scandali, è perchè questi germi vengono ammortiti da un elemento , che oggi si trascura dalle leggi e dall'opinione pubblica, ma che è quello che costituisce il sintomo_benefico, su cui il socialismo si basa per predicare la sua Buona Novella: ed è l'Amore, che oggi resta istupidito in alcune famiglie dalla opulenza, in molte altre strozzato dalla miseria, in altre tiranneggiato dalla indissolubilità matrimoniale. È buona famiglia questa'? E se lo è, perchè allora vediamo noi crescere sempre più la maréa a favore del divorzio '? Che vuol dir ciò '? , Vuol dire che il Libero Amore s'impone a poco a poco, e si fa strada. Il divorzio non è che una prima tapp.a : il divorzio ci dice che ce ne può essere una seconda; e questa seconda, logica, naturale, benefica è la libera Famiglia dell'Amore, sostituita alla forzata Famiglia giuridtca. · Combiniamo ora questo movimento, verso l'amore umano, al duplice movimento del colletti_vismoe del comunalismo, e domandjamoci se non- è il caso di poter intravvedere nel futuro, non solo la famig·lia, liberata dalle egoistiche e dissolventi cupidigie dell'ereditare e riposante tranquilla su una assicurata agiatezza, ma più in là, una solidarietà sociale così vasta, così bella, così generosa da eclissare la famiglia stessa, assorbendola. E ne abbiamo dei sintomi oggi stesso che parliamo. Cos' è infatti questa crescente tendenza a internazionalizzare le attività umane'? B'blioteca Gino Bianco

CHI SIAMO. 29 Orbène: all?'rghiamola questa tendenza, rendiamola più giusta, colleghiamola ai movimenti paralleli del collettivismo e del federalismo, e noi faremo scomparire anche quelpat1·iottismo, che, bene scrutato a fondo, altro non cova che rivalità invi- " diose e astiose di popoli contro popoli. L'Umanità, - ecco la patria del cuore. ~ E quali sono i vostri mezzi? - ci si domanda sovente. In proposito noi abbiamo vedute larghe,. come è largo l'orizzonte della grande questione sociale. Noi acceUiamotutti i mezzi, - nel senso ragionevole delle parole. E infatti, altra via di condotta non c'è che meglio risponda alla natura varia e complessa della questione. L'accettazione d'un solo o di alcuni non sarebbe che un illogico restring·imento della sfera d'azione del socialismo , e lo cristallizzerebbe diventando una povera chiesuola. Questo metodo ristretto sarebbe d'altronde la negazione o la mutilazione del metodo sperimentalista, che è il solo metodo confacente allo studio dei fenomeni sociali, alla più vasta delle propagande e alla maggior sodezza delle nostre applicazioni. ' A seconda dei momenti e delle circostanze ogni mezzo ha la sua rag·ione d'essere e la sua bontà relativa, e convien accettarlo. Con metodo siffatto finalmente noi diamo al socialismo quell'ampia sfera d'azione che è reclamata dalle g·randi sue aspirazioni. Lasciandog-li libera B•bhoteca Girio Bianco

30 CI-Ii SIAMO. tutta la naturale sua forza espansiva, non lo esporremo mai al pericolo di intisichirsi: sperimentalista per istinto, egli deve sperimentare sè stesso in tutti i modi e per tutti i versi; in tal g·uisa egli si prova, si delinef!,,si dispiega, si corregge, si affina, si completa , s'infiltra dappertutto perchè è destinato a diventar tutto. Egli approfitta di tutte le attività umane, di tutti i provvedimenti, di tutti gli espedienti che valgono ~ renderlo più propa" gandista, più socievole, più pratico, più vivo. Faéendo esso udire la sua voce e dovunque sentire la sua energia, rifarà a nuova vita tutto ciò che contiene ottimi germi e smaschererà l' impotenza di tutto ciò éhe è fiacco 0 marcio. . o. GNOCCHI-ViANI. 8 blloteca Gino Bianco

DIES ILLA Fanciulle, a i dì de la vendetta Amore batterà l'ale a torno, greco e gentil come ghermìavi un giorno a la gran luce il core.... Voi, rimovendo le verginee bende, ne i vigorosi amplessi « Ecco » direte a i vostri « Ecco gli oppressi come Natura intende!... » Meglio Driadi ne i boschi, o innamorate coppie a l'ombrìa solette, che ladroni in agguato, o cappellette sacre a le allucinate. De la vergogna saliran le fiamme su '!, largo viso a i preti : eetra non più, gli erpetici poeti si gratteran le squamme. Contro al Falso, la Forza. Il Vero avante, seminator fatale, Va con in pugno il Ben: lo so ch'è il male, per certo anime sante ... B bi oteca Gino Bianco

32 e che farci, chied' io?... là v'iolenza dolce ~ i bamboli ignari; ma a voi, protervi asceti, a i vostri altari, a l'infame opulenza, il fuoco, il fuoco affinator, con lingue alte azzurrine al sole · vittori'.ose ! Meneran carole a torno al rogo pingue i figli di nessun, con una mano tenendo i cenci a segno.... Ecco l'alba, o fanciulle, al vostro regno ! Sceglietevi un· sultano che vi si butti a i piè tutto tremante come conquiso Alcide.... e di quell'uom ch'ogni bruttura intride fatevene un amante !.... CESARIO TESTA, Biblioteca Gino Bìanco

~-........., .........,,,...,,....,,,.. . "'.t'"l'"'.................... .""'- ..~·· ... ,_... , .... ~ ....,.......................................... ··········-·· ..-·--···--- .....-----·-· ..............._. '"'""""i"• .. ~'''"''' DEL SOCUUSMOIN ITALIA CENNI STORICI. La storia del socialismo contemporaneo non possiam raccontarla noi, sia per la parte che abbiam presa agli avvenimenti che dovremmo esporre, sia perchè un dato momento storico non può studiarsi nel suo insieme , se non quando è finito. I fatti contemporanei, invece, si svolgono sotto i nostri occhi; oggi appariscono in un modo, domani cangiano; e, non sapendo spesso spiegarci il nesso logico che v' ha fra di loro, avviene che li attribuiamo a cagioni, che non sono alle volte se non apparenti. Chè se può scriversi la storia contemporanea, relativamente esatta, di una manifestazione particolare della vita.,, che si presti ad essere considerata in sè, riesce all'incontro sommamente difficile, per non dire impossibile, lo scrivere la storia di un movimento così ampio come quello del socialisLlo contemporaneo, che comprende tutte le mnnifesta3 B bi ote a G o Bianco

34 DEL SOCIALISMO IN ITALIA. zbni della vita e vuole risolute tutte le questioni economiche, politiche e morali che agitano oggi la società umcma. Se aggiungiamo che il socialismo , g·ià tanto vario negli aspetti, è fervidamente sostenuto e idealeggiato da' suoi seguaci; accanitamente combattuto e calunniato dagli avvcrsarì; perseguitato e condannato dal potere politico, avremo annoverato le ragioni per cui esso non può generalmente essere giudicato con quell'imparzialità, che si addice allo storico. Ci basti dunque tracciare le linee generali, entro le quali avviene il movimento sociali5tico, e dare un cenno del suo svolgimento in Italia. Non parleremo dei precursori : di quell'anima grande di Carlo Pi3acane, per esempio, il quale, andando alla morte, lasciava scritto che: « Il Socialismo, espresso nella formola Libe1·tàe Associazione era il solo avvenire non lontano dell'Italia e forse dell'Europa; » nè di qualcuno de' suoi amici, del Fanelli, fra gli altri, che, quando il Bacunin venne in Italia, dovè trovare in lui se non un inspiratore, certo un uomo con cui strettamente poteva intendersi; non parleremo neanche degli scritti di Giuseppe Ferrari, di Ausonio Franchi, di Niccolò Lo Savio e d'altri, giacchè possiamo dire che l'azione, eh' essi esercitarorio, non fu generalmente sentitn. Il testamento di Carlo Pisacane, infatti, rimase quasi sempre ig·noto; e quanto ai filosofi e agli scrittori, chi li leggeva'? chi li capiva'? Il popolo italiano, occupato della questione nazionale, vedeva nello scioglimento di essa lo scioglimento di tutte le altre, la sociale compresa, di cui aveva certo il presentimento, se non la coscienza, \ Biblioteca G, o Banca

8 DEL SOCIALISMO I:'.\ ITALIA. 35 giacchè era credenza popolare che le terre, sbarazzate dagli Austriaci e dai Borboni, apparterrebbero al popolo. Ma perchè la questione sociale si ponesse coscientemente, bisog·nava che le speranze suscitate dalla rivoluzione nazionale fossero svanite; che l'introduzione delle macchine e della grande industria in Italia avesse da un lato accumulati in poche mani capitali ingenti e dall'altro gettato sul lastrico migliaia di lavoratori; che le fasse e la concorrenza miciùiale ùella g·rande industria avessero resi press'a poco impossibili i contadini e gli artigiani liberi; che la miseria ogni dì più crescentQ dimostrasse la inefficacia delle rivoluzioni politiche; in fine e sopratutto che le idee facessero il loro corso ed un grande avveniment9 rivelas.:;e ad un tratto la lenta trasformazione accaduta nella coscienza popolare. Ciò avvenne in Italia - potremmo dire sotto i nostri occhi. Oltre all'azione diretta es<'rcitata dai membri italiani dell'Alleanza della dernoc1·aziasocialistica e dalla Federazione napolitana dell'Associazione Inteniazionale dei Lawrat07•i, la C01nune di Parigi fu quella sopratutto che rivelò al popolo italiano ché v'erano altri e ben più gravi problemi da discutere, da quelli in fuòri che l'avevano occupato fin allora. Mazzini e Garibaldi cominciarono a parere invecchiati; Mazzini sopratutto si alienò la parte più calda e generosa della g·ioventù, cresciuta alla scienza nuova, infierendo contro alla Comune caduta, e attribuendo in g-ran parte alle teorie materialistiche le disfatte della Francia. Fu sul cadavere della Comune-feconda nelle sue rovine - che s'impegnò la lottn frn, lo ::;pirito YCC· Gr 8 n

36 DEL SOCIALIS}fO IN ITALIA. chio ed il nuovo ; e dal sangue dei trucidati comunardi che si trassero gli auspici. Ricordate, o compagni, il 71 ed il 72 ~ - Come aspettavamo trepidanti le nuove di Parigi - come cercavamo gli statuti di quella potente Associazione Internazionale - come leggevamo con ansia ciò che i giornali stessi degli avversarì ne scrivevano -- con qual riconoscenza vedemmo Garibaldi prendere apertamente partitopei vinti ed inneggiare all'Internazionale ? Ricordate le nostre prime Sezioni, i primi Manifesti, i primi opuscoli , i primi giornali socialistici; i Fasci Operai, incerti e come cercanti la luce, che coprirono in un batter d' occhio mezza Itaìia; la lotta spietata che sostenemmo coi Mazziniani, il congresso, ch'ebbe luog·o a Bologna nel marzo del 1872, e finalmente il 1.0 ·congresso della Federaiione Italiana a Rimini ? Meravigliosa fu la rapidltà con cui si propagò in Italia il nuovo spirito - dico il nuovo spirito perchè - confessiamolo oggi· - noi ci gettammo in quel movimento, spinti as,mi più dal desiderio di romperla con un passato che ci opprimeva e non corrispondeva, non aveva mai corrisposto alle nostre aspirazioni, piuttosto che dalla coscienza riflessa di quel che volevamo. Noi sentivamo che l'avvenire era là: il tempo determinerebbe a quali idee generali c'inspireremmo. Una volta infatti per quella via, noi avemmo ben presto coacienza del1' esser nostro : negando Dio - autorità morale, non potevamo non negare lo Stato - autorità materiale; codesta autorità non avendo altro ufficio da quello infuori di mantenere il privilegio economico, costituito dal possedimento individuale delle materie prime e degli ~trumenti da lavoro, per to~ BibltotecaGinoB1ancc

DEL SOCIALISMO IN ITALIA. . 37 gliere la cagione della dipendenza politica e morale del popolo, bisognava togliere prima di tutto la dipendenza economica: onde l'accettazione inevitabile del Programmfi. dell'Associazione Internazionale, che poneva appunto l'emancipazione economica dei lavoratori a fondamento del benessere materiale, della libertà politica e del perfezionamento morale. Questo programma si venne poi determinando in seguito in articoli di giornali; in opuscoli e ne' congressi di Bologna, di San Pietro in Vincoli, di Pietra la Croce ed altri - tanto che a mezzo del 7:3 la immensa maggioranza dei Socialisti italiani, federati nell'Internazionale , aveva accettato il Collettitismo e l'Anarcltia a fondamento ricostitutivo della società. L'Internazionale, per altro, non fu mai se!ltita e accolta in Italia come un'associazione puramente operaia, che si proponeva b emancip_azione della classe operaia dalla borg·hese :_essa fu accolta piuttosto come un'associazione che si proponeva la emancipazione umana dell' uomo , a qualunque classe appartenesse. La Internazionale rivelò bensì la esistenza di una forza nuova, indipendente, che fin _allora pur troppo nelle rivoluzioni politiche non aveva fatto se non la parte di strumento; e si rivolse in particolare agli operai e -a' proletari propriamente detti - tanto numerosi in Italia - perchè, la condizione di queste classi sociali essendo la più misera, hanno maggior bisogno e maggior .diritto di ogni altra alla loro emancipazione umana; ma non si rivolse perciò ad essi solamente, bensì a tutti gli uomini. Chè se codesta associazione poteva svolgerai meglio ne' grandi centri di operni, la prese~za di questi cenBiblioteca Gino Bianco

38 DEL SOCIALISMO IN ITALIA. tri non era tuttavia condizione necessaria all' esistenza sua : infatti una delle regioni, in cui l'Internazionale si propagò con rapidità mag·giore, fu la Romagna, dove può dirsi che la grande industria non è anc,or penetrata. Se aggiung·iamo che il popolo italiano usciva da poco tempo da una rivoluzione nazionale; che operai e borghesi avevano cospirato insieme, sofferto, sperato insieiue; che buona parte della gioventù e de' vecchi partiti popolari avevano seguito il popolo ne' suoi svolgimenti successivi, ci spiegheremo perchè al suo sorgere l'Internazionale italiana si vide composta di elementi tanto ·diversi : operai, proletari, vecchi carbonari , studenti, vecchi soldati di Garibaldi , che aspiravano al meglio , e si disponevano a combattere coraggiosamente le battaglie della Rivoluzione sociale, come avevano combattuto quelle della Indipendenza italiana. Fu di questi elementi diversi che si composero i Fasci operai - forma primitiva che assunse in Italia l'Associazione Internazionale - forma transitoria fra il Mazzinianesimo e il Garibaldinismo da un lato e il Socialismo rivoluzionario dall'altro. Essi, ebbi già occasione di dire altrove, (1) « anzichè il socialismo » rappresentan0 piuttosto la reazione della natu- » rale operosità italiana contro l'idealismo mazzi- » niano ; essi, nel tempo stesso che accettano le » nuove idee, non sanno, per altro, staccarsi dalle » vecchie; ed hanno poi una singolare venerazione » per certi sentimenti e per uomini che, g·enerosi » e popolari quanto si voglia, non potevano, per » altro, rappresentar che il passato. » Generalmente (1) Vedi il N. 4 del M'a?·tello di Bologna. B.bhotecaGi'lo Branco

DEL SOCIALISMO IN ITALIA. 39 a socio di questi Fasci era eletto anche il generale Garibaldi, che « accettava con piacere » di far parte della società e dichiarava l' Internazionale « sole dell'avvenire. » - Non son passati sette anni e paiono secoli I... Più tardi, costituita la Federazione italiana, si cercò di dividere queste associazioni miste in sezioni di mestieri; ed in qualche luogo si riuscì; ma le peraecuzioni governative re;:;ero ben presto impossibile un organamento regolare pubblico della Internazionale , che si vide costretta a gettarsi nelle cospirazioni e nei tentativi.... Ma di ciò a suo tempo. Or riprendiamo il filo degli avvenimenti. Costituiti in Romagna, in Toscana, nelle Marche e nell'Umbria numerosi Fasci operai, dal Fascio di Bologna fu convocato un congresso, che ebbe luogo in Bologna stessa il 17 ed il 18 di marzo del 1872. Ad esso aderirono la società « l'Emancipazione» di Torino e la federazione napolitana della Internazionale; e la riso}uzione più feconda, che vi si prese, fu quella di convocare un congresso italiano, che ebbe poi luogo a Rimini nell'agosto del 1872. A questo congresso assistevano i rappresentanti le sezioni e federazioni di Napoli, di Firenze, di Roma, di Bologna, di Rimini, di Ra-venna, di Sinigaglia, di Mantova, di Siena, d'Imola, di Sciacca, di Lugo, di San Potito, di Fusignano, di Mirandola, di San Giovanni in Persiceto, di Fano, di Forlì, di Fermo, di Sant'Arcangelo e i Rappresentanti le Sezioni delle Marche e dell'Umbria. Varie Sezioni, che non poterono farsi rappresentare, accettarono più tardi le risoluzioni del Congresso, nel quale fu fondata la Federazione Italiana dell'A~sociazione Internazionale dei Lavoratori, rotta ogni relazione col Consiglio 81b1JotecaGino Bianco

40 DEL SOCIALISMO IN ITALIA. Generale di Londra e stabilito di non prender parte al Congresso, ch'esso aveva fissato all'Aia, in luog·o del quale si convocava un congresso antiautoritario a Neuch&tel. Accenniamo a queste varie risoluzioni, ma non ci fermiamo su di esse perchè lo spazio ne incalza: un giorno forse le studieremo più da vicino. n Congresso :fissato a Neuch&tel ebbe luogo invece a Sant'Imier dopo il Congresso àell' Aia; ed oltre ngl'Ita.liani vi assisterono gli Spagnuoli, i Giurassiani, vari Francesi ed un rappresentante americano. Frattanto in Italia le Sezioni moltiplicavano; e la corrispondenza fra di loro e la Commissione federale era attivissima. Il 2.° Congresso della Federazione era stato fissato a Mirandola di Modena pel 15 di marzo del 1873; e i rappresentanti si re-. cavano già al convegno quando la polizia intervenne e arrestò gli ordinatori del Congresso e vari rappresentanti. La Commissione di corrisponden:.za usò allora del diritto, che g·li Statuti le davano, ed invitò i rappresentanti a riunirsi in Bologna. Quivi infatti, nonostante l'arresto di molti compagni e di due membri della Commissione di corrispondenza, i rappresentanti (in numero di 60 circa) celebrarono il congresso nei giorni 15, 16 e 17 di marzo, determinando i principi generali a cui s'informerebbe la federazione italiana, aggiungendo alle Commissioni federali di corrispondenza e di statistica una doppia commissione di propaganda, e stabilendo che urgeva intendersi con le federazioni del Belgio, del Giura, della Spagna, dell'Olanda, ecc., per celebrare al più presto un Congresso generale antiautoritario, che ebbe poi luogo a Ginevra nel settembre del 1873. B blroteca Gino Bianco

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