Almanacco socialista per l'anno 1880

140 PERCHÈ SIAMO COLLETTIVISTI. colle g·inocchia e colle mani ferite, sullo scosceso pendio che conduce alla sommità; e là, più o meno in alto) le forze mancano, i piedi sdrucciolano; invano si immergono le unghie nella terra; nessuna mano si stende verso di voi; più spesso , ahimè! un concorrente vi dà un urto; cadete insanguinati e disperati; e di caduta-in caduta, di generazione in generazione, di più in più, vinti dall'abisso, coloro che furono altre volte tra gli eletti del consorzio sociale in cui bl'illa la luce, sono oramai nel numero dei dannati degli ultimi cerchi, in cui tutto è oscurità, obbrobrio e dolore. È un terribile e doloroso poema, quello delle sofferenze di questa classe , decimata e reclutata incessantemente, e non meno torturata forse, dalle sue privazioni e dai suoi disinganni, del popolo. Intanto, essa persiste ad acclamare il f:istema ·che la rode, e a combattere con furore quelli che, in gran numero uséiti dal suo seno, le denunciano l' ingiustizia e le mostrano il pericolo. No, non è questione di pazienza e di fede cieca nel pl'Ogresso ; ma di chiaroveggenza e d' azione. Il prog·resso non si aspetta inerte , ma si compie. Ksso consiste nel conoscere l'errore in cui siamo, ed uscirne. Poichè, bisogna riconoscerlo, noi siamo ancora sotto l'impero del diritto della forza; abbiamo creduto di abbandonarlo, i:na vi siamo rimasti. Osserviamo. Il guerriero primitivo, l'uomo di preda e di caccia, è stato spogliato delle sue armi, ma il diritto di guerra e di rapina a mano armata è scomparso per ciò'? Esso è rimasto al Potere e a beneficio tlello Stato, che, di tanto in tanto, l'esercita spesso all'estero, e in un modo permanente all'interno Biblioteca Gino Bianco

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