Antonio Bandini Buti - L'idea morale politica e sociale di Giuseppe Mazzini

., . . .. ''Biblioteca del lavoratore edello studente'' La ''BIBLIOTECA DEL LAVORATORE E DELLO STUDENTE" ha lo scopo di offrire ai Lavoratori la possibilità • mediante una collana di pubblicazioni pratiche, accurate ed economiche, contenenti la volgariz,. zazione delle opere che maggiormente hanno influito sulla formazione . del pensiero mod:rno • di migliorare la loro cui tura nel campo poli· tico•sociale; di dare allo Studente l'opportuniti di rinfrescare i propri studi con lavori di piccola mole, ma che esprimano, nel contempo, fedel· mente e compiutamente, il pensiero dell'autore trattato; di fornire a chiunque voglia rinverdire o ampliare le proprie cognizioni, una lettura utile, interessante e dilettevole. Con questa iniziativa, il cui piano editoriale è stato elogiato da esponenti di tutti i partiti, s'intente contribuire al conseguimento di que!la maturità di pensiero che riesce assai difficoltosa ai . meno ab· :>ienti, dato l'attuale costo delle pubblicazioni. ~ .. ~ La volgarizzazione dell'opera o del pensiero dell'autore prescelto, sarà preceduta dai dati biografici sull'autore stesso e da eventuali cenni sulle scuole, tendenze, condizioni di ambiente, ecc. che possono averiQ influito. Ogni commento, avrà scopo rigorosamente didattico. L'opera e il pensiero dell'autore saranno interpretati con la massima fedeltà, lasciando o1ni analisi in sede critica al lettore. Affidati a collaboratori di nota competenza, sono usciti i seguenti volumi : 1. • IL CAPITALE di Carlo Marx. 2. • IDEE POLITICO - SOCIALI di Giuseppe Mazzini 3. - ~A " RERUM NOVARUM , E l CATTOLICI DEL· L'OTTOCENTO, (L• Questione Sociare e la Chiesa Cattolica) 11 EDIZIONI EDUCATIVE ECONOMICHE' ' MILANO - Via Santa Tecla n. 4 ... Telefono 17578

·_u-:: IL. 1r-:l:i f(/ {G . r 1 BIBLIOTECA DEL LAVORATORE E DFLLO STUDENTE • ANTONI.O BANDINI BUTI , . . L'IDEA MORALE. POLITICA ESOC'IALE . . .. 01 GIUSEPPE MAZZINI Edizioni Educative Economiche MILANO

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.. Alla mia gente di Romagna .. r • . .,

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L'IDEA MORALE POLITICA E SOCIAJ_JE DI GIUSE-PPE MAZZIN! L. •

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' . INTRODUZIONE - Questo volumetto non ha pretese. E' una esposizione 'compendiosa delle dottrine dì Giuseppe Mazzini, destinata ai gi<i>vani e agli operai, due elementi che tenevano un posto d'onore nel cuore del Maestro. Data la vastità dell'argomento, non pretendiamo d'averne :fatta una trattazione esauriente; nè il lettore von~à esigerlo. Non mancano opere di vasto respiro, legate ai nomi di Aurelio Saffi, Giovanni Bovio, Bolton King, J. White Mario, Ugo Della Seta, Carlo Cantimori, Roberto Mirabelli, Francesco Mormina Penna, Gaetano Salvemini, Alessandro Levi, Gwilym O. Griffith, ecc., alle quali potrà utilmente ricorrere chi intenda approfondire la con~scenza del pensiero mazziniano. A noi basta d'averne additate le lin·ee generali, d'averne dedotti quegli , elementi di vit~ ai quali oggi più che mai ricorrono gli Italiani per uscire dall'angoscia che li attanaglia e scoprire le vie della rinascita. E poichè è augurabile çhe nel nuovo indirizzo democratico della scuola possa trovar posto la dottrina di colui che conciliò dovere e , diritto, Patria e Umanità, vita dello spirito e vita del lavoro, e intravvide i più gravi proble~ni del nostro tempo, .non è da escludere che questa nostra piccola fatica possa riuscire di qualche utilità agV studenti, anche nei riguardi dei loro impegni scolastici. , Dov'è stato possibile, abbiamo lasciato la parola allo st~sso Mazzini, la cui espressione ha quasi sempre un'efficacia non eguaglia bile. l'Iaturalmente le partì riportate integralmente daf suoi scritti figurano tra virgolette. Diremo, a titolo di curiosità, che gli scritti di Mazzini, nell'edizione nazionale iniziata nel 1906 e non ancora condotta a termine, occupano già 96 volumi, per un co1nplesso di oltre 38.000 pagine. E' superfluo dire che abbiamo inteso fare opera di informazione e non di propaganda, e che non abbiamo sacrificato del pensiero maz-ar. ziniano quelle parti - ad esempio, il problema religioso - che meno ci trovano consenzienti. Abbiamo creduto opportuno premet~ere uno sguardo alla vita dell'Apostolo, colta nelle sue fasi principali. Il nesso tra vita e pensiero è in lui così stretto, che la conoscenza biografica può aiutare la comprensione della sua dottrina. a. b. b. 7 • • • , . . .. "' o\ ,. ,.... ~fw ,.,...,.. , ,).:-. . .. ... o -·--··•••·,.. ,.. .,. - · .. •

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.. PREMESSA . UNA VITA ESEMPLARE Lo storico inglese Bolton Ki_ng vide nella vita di Giuseppe Maz- ~ zini un esempio quasi perfetto di coerenza e di continuità. « Il Maz-: ~ zini - egli scrive - effettuò in grado supremo quell'armonia della j vita, che non si stancò mai di esaltare ». E' innegabile che anc~e considerata nel ·.suo sviluppo biografico, la figura del Grande è di uno straordinario inte~esse. Varrà, dunque, la pena di scorreria a grandi linee, come preparaziQne alla comprens!one delle sue idee. · ' Nato a Genova il 22 giugno 1805, Mazzini trovò nell'ambiente :famigliare il clima spirituale per lo sviluppo di quei liberi e nobili sentimenti che erano co11.naturati nel suo spirito. Era appena sedicenne quando, nel 1821, assistè alla pa~enza dei carbonari che avevano tentato gli infelici moti di quell'anno. E quell~ vista lo commosse e lo ~saltò al punto, che può dirsi datare da quel . mom~nto la coscienza della sua vocazione patriottica e rivoluzionaria. · · N el 1827 Mazzini si iscrive alla Carboneria, pur non consentendo in tutto coi metodi e con le forme dell'associazione. Nel maggio 1830, tradito da certo Raimondo Doria~ viene arrestato dalla polizia sabauda e chiuso nei forte di Savona, ove concepisce il primo .disegno della l Giovirie Italia. ··· · Usc!to dal carcere, prende la ·via dell'esilio, iniziando ·quel dol<?- roso calvario che durerà per tutta la sua vita. Si reca a Ginevra, poi a Lione, attrattovi dalla notizia che gli esuli del '21 vi stanno pr~parando un'invasione della Savoia. Prima ·delusione: il moto perisce sul nascere. Pensa allora di recarsi in Corsica per raggiungere l'Italia centrale ove brillano ancora O'li ultimi fuochi della rivohiz!one t) • . del '31. Ma anche questa speranza svanisce~ ed allora si trasferisce · a Marsiglia, dove costituisce la Giovine Iialia, dando corpo all'antico sogno di Savona. 9 •• ·4 ... , ...

Nél frattempo sale al trono Carlo Alberto, e Mazzini, . arso dal · sacro fuoco della Patria, gli indirizza la famosa lettera di un «uomo libero » che s'illude d'aver a che fare con un re n~ inetto n è volgare. Nelle sue note autobiografiche ci fa sapere eh~, rivolgendosi a ques-to principe, «aveva inteso scrivere all'I~lia »· Non per nulla il documento si chiude col motto aragonese: « Se no, no ) , dilemma perento... rio della sua fìereZ+a repubblicana. l • ' Un incidente banale mette la polizia piemontese sulla tracccia della Giovine Italia e scatena un turbine di persecuzioni ·e di arresti. P~d Alessandria, a Genova, a Chambéry, dodici patrioti cadono sotto il piombo sabnudo. Jacopo Ruffini, l'amico prediletto di Mazzini, si svena in carcere per non éssere costretto a fare rivelazioni che compromettano la causa, -é scrive sul muro della prigione, intingendo un dito nel ·fiotto caldo del proprio. sa:ngU.e: <c Ecco la mia risposta. La vendetta ai fratelli >> . Mazzini è come folgorato da tante' sciagure, mç. non deflette dalla sua decisione' ~roica. Caqciato da Marsiglia, si rifugia nuovamente « Gìnevra., ove lavora infaticabile alla preparazioné di un'invasione della Savoia e di una insurrezione del Napoletano. Ma la spedizione di Savoia fallisce per i~ tradimento .del generale Ramorino, e Mazzini , viene condannato a morte dal Governo piemontese. Si rifugia a Berna, ove nell'aprile 1834 detta il patto della Giovine Europa per l'af- , fratellamento di tutti i popoli; e a questo grande sogno dedica per due anni tutte le sue energie, lavorando nelle condizioni più improbe. Perseguitato dal Governo elvetico, egli deve infatti spostarsi- senza tregua da un paesé all'altro. Per molto tempo riesce a sventare le ricerche della polizia federale, ma poi il cerchio si strip,ge, e l'Esule, nel maggio 1836, deve decidersi ad .abbandonare il suolo svizzero. E' .in . questo periodo che si scatena in lui quella «tempesta .del dubbio )) ~ che trovi.am·o descritta .con potenza shakespeariana nelle ·sue me1norie autobiografiche. Egli ' può uscirne grazie alla poderosa forza del suo spirito, e sulla ·. via · della sua ·. ripresa morale brilla, più · che mai ·luminosa, la . verità base · del suo sistema: ((La vita è missione, quindi il dovere è la sua legge suprema >. · Così rasserenato e · rinfrancato~ l'Apostolo riprende il suo pellegrinag~io ~r le ingrate strade d'Europà. Cacciato dalla Svizzera, trova rifugio nell'ospitale Inghilterra. .Ma qui, a · Londra; ha inizio . quella vita di stenti e di tristezze, che per p.oco non gli. fa conoscere la prigione per debiti, imposta dalla severa . legge britannica. Riesce · finalmente ·a trovar lavoro: scrive e -pubblica. E rinasce in ·lui, col 10

l rasse~enarsi dello spirito, ·il deciso, ~(quasi feroce)) - sono sue parole --"-- proposito di riprendere il lavoro della Giovine Italia. Riesce intanrto a mettersi in contatto éon gli operai italiani di Londra, li chiama a sè, li <!onfor~, li guida: crea per loro una scuola, fonda per loro il giornale L'A-postolato Popola1·e. Ed eccoci all'.esplosione rivoluzionaria· del 1848. In Italia . si delii-a per Pio ,IX, ma il Nostro è diffidente,' s'anche « in un momento d'espansione giovanile >) ·- cot:ne · dirà poi - gli indirizza la famosa let~ tera, per non lasciare in tentata neanche questa· via' per fare · 1~Ltalia .. ll successivo atteggiamento del n'-'ovo Pòn.tefice dimostrerà . fondata quella diffidenza. - Liberatasi Milano dallo straniero nel marzo 1848, Mazzini vi accorre col cuore pieno di speranza. L'8 aprile ·entra nella città delle Cinque Giornate, accolto dalla folla in deliriò che gli offr.e ·una bandiera col motto « La N azione italiana a Giuseppe 1V1azzini >>. Nel maggio vi fonda il giornale « L~ltalia del Popolo>>-, battagliero vessillo· dell'unità. La guerra regia è una successione di rovesci, e il . 4 agosto .Carl-o Alberto ordina la resa ·di Milano fra l il furore pel popolo che assalta . il palazzo in cui il re è ospitato. Anche il Comitato di difesa costituito da Mazzini nulla può contro l'irréparablle, èreato dalla· nefàsta condotta di Carlo Alberto. {L'agitatore lascia allora la città per ricongiungersi ai volontari di Garibaldi, an~ati . dal proposito di continuare la lotta contro l'Austria. Ne raggitmge a Monza un reparto che reca la bandiera col motto « Dio e Popolo >>, e Mazzini ne diventa l'alfiere. Fallito anche il tentativo garibaldino, egli riprende la via · dell'esilio. Poi il 1849: la grande luce. Fuggito. il Papa a Gaeta, Roma si costituisce in libertà, e MameH, invia a ' Mazzini il famoso telegramma: « Roma, repubblica, ,venite >). . . Mazzini vede sorgere finalmente l'iniziativa italiana~ che può· diventare iniziativa mondiale:· la Roma dei Cesari e dei Papi, diventata la Roma del popolo, dovrà essere vessillò di redenzione ·per la. Patriar banditrice del nuovo verbo nel mondo.· Giovanni Bovio definisce la Repubblica Romana «esperimento della Giovine Italia >); ma è un esperimento ·che turba i sonni .della · reazione italiana ed europea. La giovane Repubblica, attaccata da ogni parte da francesi, borbonici, spagnoli, austriaci, si difende leoninamente. Il popolo repubblicano compie. miracoli d'eroismo e · d'abnegazione; e mentre infuria ·la battaglia, Mazzini e gli altri triumviri legiferano con una. saggezza e un ardimento anche sociale, che ci empiono d'ammirazione. 11

Ma la forza bruta ·prevale: la gloriosa Repubblica soccombe, e Mazzini .fugge nçttetempo, riparando a Marsiglia. Di lì passa a ·Ginevra, quindi a Losanna, ove lavora indefessa:rnente p~r la causa italiana. Nel 1850 è a Parigi, ove stabilisce intese .coi democratici di Francia; poi a Londra, ove fonda il C0mitato Democratico Europeo e lancia il suo Prestito. Nel' 1852 perde la madre, che adorava e non vedeva çla anni. La nobilissima donna aveva sempre creduto nel valore del figlio e sentito, anche nelle ore più fosche della vita di lui, l'altezza della sua missione. . Con quell'amorosa ostinazione che è -pr.ivilegio delle madri, . ella lo aveva incitato a perseverare nella sua battaglia, insensibile ai prudenziali rimbrotti del marito, che avrebbe voluto svie.re il figlio da un cammino così irto di pericoli e di amarezze. Dalla ~tessa angos.cia di questo lutto Mazzini si sente più che n1ai spronato all'azione; e l'infelice tentativo rivoluzionario di Milano del febbraio 1853 è il frutto di questa disperata volon~à di agire per l'Italia. Altri popolani lasciano la generosa vita sul patibolo, e Maz~. zini, che dalla frontiera atten~eva di poter it:1tervenire ·:per fecondare e diffondere per ~a Pe~isola il successo rivoluzionario, riprende la triste via dell'esilio. Altra amarez2;a, il fallimento della spedizione Pisacane nel 1857. ·· L'Apostolo, che ha acc~ula~o armi per il Mezzogiorno nella sua Genova, ove s'è furtivamente introdotto, apprende con angoscia che le scuri e 1 tridenti dei cafoni, ·istigati dai borbonici,. hanno avuto ragione dell'eroico manipolo. Egli deve lasciare ancora una volta l'Italia, insegtiito da una seconda condanna a morte, largitagli dal Governo piemontese. · . Tornato a Londra, prende posizione contro l'alleanza francopiemontese, prevedendo l'avvilente epilogo di Villafranca. Di lì a poco è nuovamente in Svizzera, poi ancora a Londra, ove si dedica anima e corpo al lavoro per la liberazione del Mezzogiorno. Partiti i Mille dallo scoglio di Quartò, l'Esule si trasferisce nuovamente a Genova e vi opera furtivamente per ordire le file di una spedizione ·nell'Italia centrale, che . dovrebbe tagliare la strada alla marcia sabauda verso le · provincie meridionali liberate dalle camicie rosse. Egli potrebbe così ostacolare lo sfruttàmento regio di un succes~o tipicamente popolare; ma la monarchia vigila, e l'impresa viene bloccata da Ricasoli a Castel Pucci, mentre gli agenti piemontesi sobillano la · feccia borbonica contro l'Apostolo, che si è recato nel frattempo a Napoli per raggiungere GaribaldL Si levano dalla piazza 12

( grida di « lVIorte a· Mazzini >>, che provocano lo sdegno delltEroe dei due mondi. Tornato a Londra, Mazzini si dedica tutto al problema della liberazione di Venezia e di Roma. La guerra monarchica del 1866 ha l'avvilente soluzione che Mazzini aveva profetizzato. Tornato in Italia, nell'agosto 1870 egli viene arrestato dalla polizia sabauda e rinchiuso nel forte di Gaeta, ove gli giunge la notizia della breccia di Porta Pia. Liberato per am~istia, egli non vuole più entrare nella città dei suoi sogni profanata dalla monarchia, e, costretto a sostarvi qualche ora in attesa della · coincidel)Za ferroviaria per il Nord, non si allontana dalla stazione. l Gli ultimi anni della sua vita, com'è noto, sono dedicat.i al problema operaio, per la cui soluzione egli aveva dettato le prime norme sin gai terp.pi della sua giovinezza, creando .poi le prime società operaie e le prime cooperative, anticipando di vari decenni la prassi socialista. Si spense il 10 marzo 1872, in Pisa, ospite della famiglia Rosselli Nathan, celato sotto il falso nome di c;Iottor Brown. La traslazione dèlla sua salma da Pisa a Staglieno fu· una vera apoteosi, che ispirò , a Giosuè Carducci la celebre ram,pogna: • .. .• GIUSEPPE MAZZENI DOPO QUARANT'ANNI DI ESILIO PASSA LIBERO PER TERRA ITALIANA OGGI CHE E' MORTO O IrrALIA QUANTA GLORIA E QUANTA BASSEZZA E QUANTO DEBITO PER L'AVVENIRE. • Ci sono volute due spaventose guerre, un~ disastrosa esperienza dittatoriale, e rovine, e lutti e umiliazioni, per comprendere quanta verità fosse nell'insegnan1ento di Mazzini, quanta luce d'esempio nella sua vita. · Oggi, iii questa dolorosa liquidazione del passato, in _questa t~e~ pida attesa dell'avvenire, lo ~pirito degli Italiani torna a lu1. E Mazzuu risorge. -13

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l DIO E POPOLO Prima di esporre le dottrine politiche e sociali di Giuseppe Mazzini, converrà ·accennare alla sua concezione religiosa, che ne è fondamento e premessa. Non per nulla egli scrisse: «Il pens~ero- reli- " gioso è la respj.razione stéssa dell'Umanità ». , Figlio del suo tempo, -portato dalla concezione spiritualistica del secolo XIX a reagire alle tendenze materialistiche e razionalistiche del Settecento, Mazzini ci appare .come uno spirito schiettamente religioso. Francesco De Sanctis. lo .diceva anzi il .più radicale fra i grandi spiriti religiosi del s~colo scorso, rappresentando egli, in contrapposiziQne alla triad~ Manzoni, Rosmini e Gioberti, quell'idea democratica che, assumendo a propria insegna il motto « Dio _e Popolo », · tendeva ad eliminare qualsiasi intermediario tra l'Ente supremo e , l'animo del credente. Secondo Mazziìri, la co~cienza dell'uomo deve accostarsi in piena libertà e spontaneità al suo Dio. La vera comunione dell'Umanità coh l'Eterno si avrà soltanto attraverso il Concilio, chiamato ad assolvere nell'àmbito religioso e- su piano universale, la stessa funzione che .la Costituente è tenuta ad assolvere nell'ordine ·_politico nazionale: radunare i rappresentanti dei credenti di ogni popolo per deèretare, da Roma. assurta a centro ·spirituale del mondo, l'unità religiosa d'Europa. <( Dio, Umanità, Popolo » è -la sintesi' della sua fede. Dell'esistenza di Dio Mazzini è così convinto che il solo tentar di dimostrarlo gli pàrrebbe bestemmia. Le sue pagine in proposito sono tra le-più ispirate, e tutti ricordano la .famosa· immagine dei Doveri delZ'U omo: (( Colui che può negar Dio davanti a una notte stellata, davanti alla .sepoltura dei suoi cari, davanti al martirio. è grandemente infelice o . grande~ ente colpevole >) . ll Dio di Giuseppe Mazzini ha fatto spargere molto inchiostro. l positivisti vi intravvidero _un discendente del vecchio Jehova, e non si peritarono di dare ·del prete al fondatore della Giovine Italia; altri, all'opposto, vi scorsero una specie di panteismo o di religione naturale. .J ' • . . ,.._ ·-. ,. __ \ - , .......... __ ... _ . ........:-- . . .......... .....,....... .... _ ... '• -· .. --·· - 15

Per parte nostra, noi amiamo cogliere della sua fede quel carattere etico-volitivo che ne costituisce la parte viva ed efficiente, come quella che spinge l'uomo a tradurre il pensiero in azione e ad armonizzare la vita pratica con quella morale (1). Indubbiamente tale religione non si presenta come forma statica e contemplativa, ma come esaltazione e potenziamento della vita, · punto di partenza di quella :fede redentrice che gli faceva intravvedere un nuovo mondo politico e sociale e gli infondeva :forza e serenità nell'aspra lotta per la liberazione della sua terra. Vediamo infatti che questa religione è tutta tesa al conseguimento di intenti sociali, nazionali ed umani. Essa domina · il suo .concetto della storia, ·nella quale vede incarnatsi in ogni epoca un nuovo aspetto della verità divina, che via via si va scoprendo agli occhi del mondo e viene ad aggiungersi alle verità precedentem~nte rivelate. Alla base dj. ogni assetto polit~co, sociale e morale, di una determinata epoca, sta un principio religioso informatore. Se questo è il suo criterio di interpretazione storica, non è da credere per altro che egli disconoscesse l'importanza del fattore economico, pur non condividendo la tesi materialistica e deterministica del marxismo. Per lui il fondamento . della politica è la morale, derivante à sua volta dalla religione. «L'origine dei .vostri d~veri sta in Dio. La definizione dei vostri doveri sta nella sua legge. La scoperta progressiva e l'applicazione della sua legge appartengono all'Umanità». Ad ogni (l) "Fu sincero credente, Mazzini? »; si chiede Giovanni Bovio, che pur è uno ·dei più autorevoli seguaci del Maestro. <c Dubitarne - osserva, rispon· dendo alla propria domanda - è fare la più grande ingiuria al più grande degli uomini moderni, perchè il Dio di Mazzini non è opportuno, non In· truso, non venuto qua e là di furto nel sistema come l'arca nel campo di Saune e come il vecchio Dio biblico nella infinita natura di Bruno, non in· differente a questa o a quella forma della vita come nel cattolicesimo elastico di Gioberti e de' seguaci: ma è parola iniziale e 'finale, è fede invitta nella quale l'Apostolo vive e 1nuore >>. Questo scriveva il filosofo di Trani nel suo saggio postumo incompleto su Mazzin!~ ma in una conferenza napoletana del 1892 aveva detto : « Il Dio Mazzini può farsi la semplice legge cosmo-sociale >> , venendo così a spezzare l'impalcatura teistica del sistema morale, politico e sociale del Nostro. Francesco De Sanctis, invece, vedeva nella credenza mazziniana due diverse .specie di Dio: un Dio personale e uno ilr?-personale. << Quando Mazzini parla al popolo - egli scrive - il suo è il Dio come tutti lo concepiscono, essere supremo da cui derivano le leggi dell'Umanità; ma quando, attraverso i suoi veli, vuoi filosofare e svelare le sue idee più intime, per lui Dio sarebbe la forza misteriosa del pensiero universale, quasi l'ordine e l'armonia universale, l'ideale n • E poichè in una lettera al Sismondi l'Apostolo ssera augurato che il <<Dio dei tiranni .», soffocatore di tutte le rivoluzioni, si trasformasse in un Dio << liberale e progressista », cosi il De Sanctis si sentì au· torizzato a definire il Dio di Mazzini come un << Dio politico ». 16

~ . progresso delle credenze religiose coiTispondè, nella storia dell'um nità, un progresso sociale. Per formare una Nazione, Mazzini sente ~ecessità di credere in un dovere comune, che presuppone l'idea Dio e de~ suoi rapporti con l'Umanità.. In un paese irreligioso, et pensa, le riforme politiche sono destinate. ad avere breve durata scarsa consistenza. Vano tentativo è quello di separare il cielo da~ terra, perchè questi ·sono inscindibili l'uno dall'altro, essendo la ter la via, e il c:elo il termine della vita. «La terra non è un soggior: d'èsp~azione e di tentazione: ·è il luogo del nostro lavoro per un fi: di miglioramento, del nostro sviluppo verso un .grado eli esisten superiore ». Anche il binomio mazzinianp « pensiero e azione » ha un fond mento religioso, dato che D:o stesso è insieme pensiero e azio1 · << anzi, non v'è in lui pensiero che non si traduca in azione ». Non dunque rassegnazione passiva debbono avere gli uomi non indifferenza alle cose terrene, non sottom~ssione ad ogni pote terreno anche ingiusto, ma libera scelta fra il bene e il male, e s prattutto volontà combattiva per far trionfare U bene sul ma Questo il principio etico generale della filosofia mazziniana, dal qu~ dipendono le applicazioni pratiche della sua dottrina, prima fra tu· quella che impone all'uomo di lottare per il trionfo della libertà, fo damento dell'umana respo~sabilità. · . . Mazzini trova anche una ragione storica a questa relazione j lo spirito religioso e l'azione civile; e la trova negli sviluppi de vita nazionale attraverso i tempi. Egli nota infatti che tale spirito n si dfpattì mai dall'Italia finchè questa fu grande e operosa; se ne 4 staccò nel Cinquecento, allorchè gli Italiani, soffocata la libertà c prepbtere delle armi straniere, incominciarono a perdere ogni al tudine nazionale e ad imparare a « vivere spagnoli, tedeschi e ·fra cesi »· Fu allora che ebbe inizio la corruzione dei letterati, resi set tici verso le idee migliori e servili davanti ai dominatori, la con zione del clero, che si diede «a far bottega del culto», e di coru guenza il rapido decadere del popolo, ridotto all'abbiezione e all'i potenza. Ma il popolo non deve piegare sotto questo infausto destino: r deve rinunciare alla sua riabilitazione e al suo riscatto. Mazzini se: che il popolo italiano saprà risorgere e combattere la sua battag Ed è convinto che, come nel dod!cesimo secolo i ·Lombardi, col no di Dio sulle labbra, riconquistarono le proprie libertà manomesse tedesco invasore, e i Fiorentini eressero Cristo capo della Repubbl per difendere la propria libertà contro i Medici, e i Genovesi,

~746 liberarono la loro città dai tedeschi nel nome di Maria protet- ' ,rice, così il nuovo pensiero religioso, ridestato negli Italiani, potrà ~icon'durli alla vittoria sugli oppressori e alla liberazione della loro Patria. Dando la vita all'uo1no, Dio gli ha dato la legge, perchè non v'è 7ita senza legge. Ebbene, il primo dovere dell'uomo è appunto di ~ivere, agire e svilupparsi secondo quella legge. E nella coscienza di. 1uesto dovere sta il fondamento della morale, la regola dei doveri :imani e la misura delle umane responsabilità. In questa legge divina t appunto la difesa della libertà e del diritto contro la tirannide in- ;erna e la dominazione straniera. 1 Per Mazzini la sovranità risiede nel popolo, ma in quanto il po- ?olo è interprete di Dio in terra. ~a formula « Dio e popolo >> riflette 1ppunto questo rapporto tra la divinità in cielo e il popolo in ~terra, jhe circonfonde di un alone mistico la sua concezione democratica.. ~a mentre altri pensatori del suo tempo avevano fatto ~i Dio un aleato della reazione, egli vede nell'Eterno l'ispiratore della libertà, ;animatore della causa dei popoli. («Dio santifica il popolo, il popolo l. prna a Dio», dice Giovam1i Bovio). ) 1 SiamQ ancora nel clima teistico del secolo XIX, in piena reazione, :ontro il razionalismo, l'illuminismo del Settecento, ma con quale direrso animo nei confronti· della çhiesa, legata alla Santa Alleanza! Il ?io a ·cui Mazzini si appellava non era il Dio delle « loro Maestà· catbliche »: era il « Dio dei popoli appressi >> (1). ~ Giuseppe Mazzini s'inchina dinanzi alla grànde figura di Cristo, \tomo «che più amò fra quanti son nati, e la cui vita, annonia ' !enza esempio tra il pensiero e l'azione, proclamò il santò dogma 1el sacrificio», «l'anima più pi_ena d'amore, più santamente virtuosa,_ (1) Ecco ln qual nwJo ~ugge~Livo Giovann1 Bovio ci-presenta questo ritorno t Dio dopo d'ondata ra.zionalistica della Rivoluzione Francese. << Nata la nelessità di stabilire il Didtto in alcun che superiore alla volontà degli uomini, :osto Dio ricomparve nella Storia. Ricomparve meno ·fazioso .e me~o tetro li prima, perchè un po' d'insegnamento della Rivoluzione l'aveva ricevuto s un poco d'eredità, suo 1nalgrado, dalla Dea ~gione, che gli pose obbligo lì consacrare tutte le forme della Storia, la reazione e la rivoluzione~ i prin- :ipi e il popolo, i cattoli~i e i protestanti, i principii estremi e il mezzo prin- :.ipio. Ricomparso come limite alla Rivoluzione, tre fotme poteva ricevere t se le assunse: MedicaTe la. liberlà inferma con la Chiesa, la libertà con lo nato, la libertà con la tibertà; cioè come forma neoguelfa, neoghibellina, ~pubbllcana. La prima formula, che è la più retriva, doveva scoppiare nella !ledesima terra dell'Enciclop~dia e fu rappresentata e ban~lita .da De Maistre lio e Chi~sa, custode · U boia; la seconda, che è mediativa, fu posta dal vechio nido ghibellino da .Hegel: Dio e Stato, vindice U boia; l'ultira.a da Mazini, che avendo entro la rivoluzione studiato due necessità, l'una di seppelke il medioevot l'a ltra di crearsi il limite, pose la formUla: Dio e l)opolo, !'llstode la coscienza umana. I J.a prima è formula cattolica, la seconda è proestante, la t erza è umana 11 • '. B

,. più inspirata da Dio e dall'avvenire, che gli uomini abbiano salutata su questa terra ». Pur non credendo alla sua divinità e considerandolo su di un piano di sublimità puramente umana, egli si richiama spesso alla sua predicazione, cui attinge non poche ispirazioni per la propria dottrina. Ma quella ·predicazione gli appare troppo indirizzata all'eman- - cipazione dell'individuo, mentre la nuova religione deve essere sociale, protesa aila redenzione delle moltitudini. Cristo additò all'an5ma individuale l~ via della salvezza nell'al di là: .· noi dobbiamo trovarla su questa terra, QVe la lotta è santa perchè ci porta a grado .a grado alla perfezione, in una -feconda armonia tra la coscienza dell'individuo e il consenso dell'Umanità. Quella di Mazzini · è dunque fede attiva, non contemplativa, scaturente da una serena concezione della vita, di quella vita sulla quale il .Cristianesimo profila 'la tragica ombra del peccato. « Pesa sul no- · stro soggiorno ~ scrive Mazzini - una insuperabile maledizione di colpa e di tentazione ». Egli sente che la morale di Cristo, pur nella perenne vitalità delle sue basi, deve essere integrata con elementi nuovi, se vuole imporsi come legge del mondo moderno. D'altra parte, egli dice, i dogmi della Chiesa sono in decadenza e la missione storica . del Papato è superata. A questa vecchia religione, che per venti secoli ha accompagnato tanta parte dell'Umanità nel suo faticoso cammino, dovrà sostituirsi una nuova religione, più pervasa di quello spirito collettivo che unisce i vari popoli tra di loro e congiunge l'una all'altra le generazioni che si avvicendano nel teatro della vita. . . l .19

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.. • DOVERE ·E DIRI·TTO Dalle premesse religiose cui abbiamo brevemente accennato è facile pervenire al sistèma n1.orale che forr.aa la g1.·.s.nde os~:atura dell'edificio mazziniano. Esso poggia. su alcuni pilastri, che possiamo così enunciare: la vita non è contemplazione o godimento, ma missione; la sua legge n1orale n on è il diritto, ma il dovere; la sua legge storica non è la stasi, ma il progresso; il suo protagonista non è l'individuo, ma la collettività; principio vitale, l'Associazione. Il Come non crede al concetto cattolico dell'espiazione, così Mazzin i è avverso a quello di contemplazione, che assegna alla vita una fun.:. ·zione p assiva. «Noi siamo quaggiù per trasformal;'e, non per contcr.nplare il creato... L'egoismo è quasi sempre al fondo della contemplazione. Il mondo non è uno spettacolo: è un'arena di battaglia nella quale quanti .hanno a cuore il gi:usto, il santo, il bello, devono compiere, soldati o cr~i, · vincenti o martiri, la loro parte>>. D'ond~ il suo motto « pensiero e 0.zione )) . Non basta predicare il bene: bisogna attuarlo. E quando sente e.saltare un · uomo giusto, non s'appaga di questà definizione, 1na chiede quante anime si sono salvate per lui. Condizione indispensabile per ogni trasformazione sociale è la « religione del dovere >>. Di fronte a tanti, pensatori e agitatori, che hanno tentato di muovere gli uomini facendo leva sugli interessi mr.teriali e appellandosi ai loro diritti, Mazzini inverte i tennini del problema e r~ffenna la su.p:remazia del dovere sul diritto (l). «Colla teoria dei djritti pos~i[;:nlo inEorgere e rovesciare lo s ·tato, n:1a non (1) Questa teoria del dovere IV!azzini" applicò rigoro~amente· a se s!.esso, facendo della vita un esempio di eroica coer0nza. << Vo1 sapete - scr1v~va alla rn.adre nel marzo 1839 - che il guardare la vita non come. una quesbon~ di f elicità , n1a di puro dovere, sta in cima ad una delle m1e cre.dent.e »: Maria Mazzini, che comprendeva il figlio e ne era santan1ente orgogh?sa , _gli rispondeva con accento di com..."1!lossa ammirazione: <c C01'!le, s~nza tah pnncipii, avresti mai potuto reggere al turbine dei mali da cu1 fos~I avvolto? F"t:lrono tali e tanti, che forza comune d'uomo, no, non potea resistere nel moao P.roi<"'n r'he tu facesti n. Non c'è un respiro dantesco in queste parole dell'ur.aiIe donna? ·· · 21 .. • ••• " ' ·. _, :,r• ••..:'· 1"' t • •••

fondare forte e durevole l'armonia di tutti gli elementi che compongonò la N azione >>. E poi, come convincere l'uomo, in nome del puro interesse materiale, ad affrontare i pericpli e le delusioni di una lotta che potrebbe anche durare tutta la vita? M.azzini notava che tutte le rivoluzioni tentate fino ai suoi tempi in nome dei diritti avevano fallito allo scopo. Occorre, dunque, appellarsi ai doveri, · o meglio stabilire la ri-~ spondezza tra il dovere e il diritto. «Quand'io dico - spiega Mazzini l - che la conoscenza dei loro diritti non basta agli uomini per operare un miglioramento importante e durevole, non chiedo che rinunziate a questi diritti; di'co soltanto che non sono se non una conseguenza · di doveri adempiti e che bisogna cominciare da questi per giungere a quelli. E quand'iq dico ,che proponendo come scopo alla · vita la felicità, il benessere, gl'interessi materiali, corriamo rischio di creare egoisti, non intendo che non dobbiate occuparvene, dico che gli interessi materia!'!, cercati soli, proposti non ,come mezzi ma come fine_, conducono sempre a quel tristissimo risulta~o ». , Queste parole assennatissin1e, indi:r~izzate agli , operai italiani, si leggono nel primo caoitolo di quell'aureo libretto che s'intitola ap- ~ l punto «I doveri dell'ttomo ». L~uomo ha grandi doveri verso la Patria e l'Umanità, ai quali avren1o occasione di accennare nei capitoli successivi; ma molti ne ha anche verso se stesso, e l di questi doveri conyerrà djscorrere subito perchè più strettamente connessi alla dottrina n1orale di cui ora stiamo trattando. Essi posspno comprendersi in, una sqla parola: migliorarsi. «Farvi migliori: questo ha da essere lo scopo della vostra vita>), diceva ai. lavoratori d 'Italia, ~ proseguiva: «predicate il dovere agli uomini delle classi che vi · stanno sopra, e co;mpite, per quanto è possibile, i doveri vostri: predicate la virtù, ~l sacrifizio, l'amore, e siate virtuosi e pronti al sacrifizio e all'amore... Dovete ·educarvi ed t~ducare, perfezionar-vi e perfezionare ». . Parole .che tutti dovrebbero sottoscrivere, tanto più coloro che, avendo abbracciata la causa delle classi diseredate~ dovrebbero sen- ' tire la necessità d 'integrarne 'il riscatto con un'opera di perfezionarnento r.aorale che lo renda efficiente e duraturo. Giustam·ente Bolton I{ing avverte che quelle ..esortazioni dimostrano quanto poco di demagogico vi fosse ìn Mazzini. " Il G€!11ovese non è sordo tuttavi~ alla voce del diritto, alle ragioni materiali ,che muovono le plebi sulle vie del riscatto. Coh tutta 1'au- ' " .. ' • ...l • • .

sterità ·· del · suo ins~gnamento -morale, ·egJi . non chiede la rinuncia a] be~essere·, a~la gioia: · egli ·esalta an:zi . la pienezza della· vita, nella legittimità d~i suoi diritti ·e delle sue . soddisfazioni. ·Soltanto pensa che il soddisfaciinento di questi istinti ·e la ·cura degli interessi ma.. teriali non debbano esa:urirsi .in se stessi, ma essere un mezzo per i:J raggiungim~nto di ·più alti e utili ideali. Contrariamente a quell~ dottrine che chiedono la mortificazione della ·carne e fanno .della vite , una perenne espiazione, egli sente ·che l'uomo non può volgere tutt~ le sue energie al conseguimento del bene comune, se non abbia as-' sicurato , il benessere e ~a serenità. Questa visione equilibrata e squisitamente latina lo rende particolarmente l sensibile alle sofferenzE del popolo lavoratore e ansioso del suo miglioramento mater~alè che considera· indispensabile al progre$so morale. Il benessere materiale degli individui dev'esser~ dunque arriloniz· zato col fine ideale collettivo a cui essi devono tendere·. Si spiega come impostato in tal modo il ·problema, Mazzini si trovasse ad avversare quelle èoncezioni utilitaristiche di cui Gex:emia Bentham era, a que te1npi, uno dei principali sostenitori, e in cui il Nestro vedeva un~ delle ~ggiori insidie alla vita morale della soèietà e al suo progresso Egli avve~tiva l'impossibilità di spingere ,chicchessia ad · agire pe: il bene comune esaltandone soltanto J diritti. La sua stessa esperienz. di vita non mancava di add}targli esempi di persone. che, per aver se guito questo falso indirizzo, avevano dovuto t?Occombere moralment tra le spire delFegoismo e dello scetticismo, due aspetti della mort , ' • l dell'anima. ,. . Bisogna ispirarsi all'esempio di Cristo. « Quando Cristo - egl_ scriveva - venne e cangiò la faccia del mondo, ei non parlò dE diritti ai ricchi, che non avevano bisogno di conquistarli, ai poveJ che ne avrebbero forse abusato ad imitazione de' ricchi; non pari d'utile o d'interessi ·ad una gente ·che gl'interessi e l'utile avevan corrotto:· parlò di Dovere, parlò d'Amore, di Sacrificio, ·di FedE' disse che quegli solo ·sarebbe il primo fra tutti, che avrebbe giovat a tutti con l'opera sua. E quelle parq.le susurrate nell'orecchio d'un società che non aveva più ~cintilla di vita, la rianimarono, conquj starono il mondo e fecero progredire d'un passo l'educazione d~ genere umano ». Nella sua eroica concezione egli , dà questa pittoresca rappresen tazione della vita, nell'alternativa delle sue tristezze · e delle su gioie: « Dolore e piacere, sciagura e felicità sono incidenti di viaggi~ ' .. . ;,.•. ~ . ' J • . l , ' ~· 1.,~ 4~·. ·, \ ' .. ... - -( ,... ~ ,. - ._ .• - .. ., • ~·io .. ç .. ..., .• 2 l

l soffio del vento, al cader della pioggia, il viaggiatore si stringe torno il mantello, calca il berretto sul capo, e si prepara a combat- ~e la tempesta; poi la tempesta si allontana, un raggio di sole rompe nubi e gli conforta le membra intormentite dal freddo: il viaggiare sorride e ringrazia Dio nel suo core. Ma pioggia e sole mutano rse la meta del suo viagg!o? ». La vita è battaglia, è lotta del bene contro il n1ale, e la terra è .. sua palestra: «non bisogna maledirla, bisogna santificarla ». l • l

... MISSI·ONE DELLA FAl\11GLIA La vita ha la sua culla !H)lla famiglia . Colui che trascorse l'esit stenza in perpetuo esilio, e delle g~ oie dome~tiche non conobbe che la nostalgia, ha saputo celebrare con1e nessun altro la poesia della 3 famiglia. Egli· la definisce «pa t r ia del core ) , e ancor più ·che n ella · Patria vi riscontra elementi di vita: se la Patria potrà domani essere 1 super ata in una concezione più universale, la · famiglia è eterna: , essa dura quanto l'uo1no pe:s. 1 chè è la culla dell'Urn.anità. Come ogni elemento della vit a umana, . anche la famiglia deve ~ essere aperta al progresso, n1igliorando sempre più le sue tendenz~ -e le sue aspiro.zioni. Bisogna far sì che essa sia se111:pre più santa, · se1npre più congiunta alla Patria, con la quale viene a fonnare i due estremi di una stessa linea. E come la Patria deve dare buoni uo!nini al consorzio civile, così 1a fDmiglia darà buoni cittadini alla Patria. ' «V'è un ang,elo nella famigli_?. - egli .scrive - che T€nde-,-cen una t mist eriosa influenza di graz!a, di dolcezza, il compimento dei dov eri meno at:ido1 i dolori 1neno amari )) . Questo angelo è la donna. « Ma- . dre, sposa, sorella, la: donna è la carezza deìla vita, la soavità dell'af- , fetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sull'individuo della Provvidenza &mor·evole che veglia sull'Umanità. Sono in essa tesori di dolcezza conE:olatrice che bastano ad annnor zare qu als:asi dolore )) . La donna de-ve essere amata e rispettata, considerata dall'uomo · senza quell'ombra di ·super iorità che è n. frutto d'un secolare preghidjzio. L'uo1no e la donna vanno considerati alla stessa stregua nelìa vita civile e politica, essendo «le due ali dell'anima umana verso l'ideare». Verso i figli, Mazzini chiede un sentimento che sia « vero, profondo, severo amore», non quell'amore «snervato, irragionevole, cieco» ch'è egoismo per i genitori, rovina per le loro creèlture. Pochi intendono, specialmente tra le classi agiate, la santità della missione educatrice da ese rcitarsi sulla prole; e meno pericolosa è, a questo 25 . ,.

riguardo, la situazione degli uomini del ~avoro, i cui figli purtroppo apprendono il valore della vita dalle privazioni. La grande missione che incombe ai genitori è missione educatrice, da adempiersi con la parola e con l'esempio. Ma è un'educazione che non deve arrestarsi alle regolette della buona creanza e all'affinamento di piccole sensibilità: bisogna guardare più lontano, verso quell'orizzonte in cui splende la ·missione civile dell'uomo: Ecco, infatti, l'alato sugger imento che lVIazzini impartisce ad ogni padre: «Quando la sera dimenticate, fra il sorriso della 'madre e l'ingenuo favellio dei fanciulli seduti sulle vostre ginocchia, le fatiche della giòr'nata, ridite ad essi i grandi fatti dei popolani delle antiche nostre Repubblich e; insegnate loro i nomi dei buoni che amarono l'Italia e il suo · popolo e , per una via di sciagura, di calunnie, di persecuzioni, tentarono di migliorarne i destini. Instillate .nei loro giovani cuori, non l'odio contro gli oppressori, ma l'energia di propositi contro l'oppressione. Imparino dal v·ostro labbro e dal tranquillo assenso materno, come sia bello il seguire le vie della virtù, come sia grande il piantarsi apostoli della ·verità, come sia santo . il sacrifi.:. carsi, occorrendo, per i propri fratelli. Infondete nelle tenere menti, insieme ai germi della ribellione contr o ogni autorità usurpata e sostenuta dalla forza, la riverenza alla vera, alPunica autorità, l'autorità della Virtù coronata dal Genio. Fate che crescano avversi egualmente alla tirannide e all'anarchia, nella religione della coscienza ~spirata, non incatenata dalla tradizione. La Nazione deve aiutarvi in quest'opera. E voi avete, in nome dei vostri figli, diritto di esigerlo. Senza Educazione Nazionale non esiste Nazione >. ' . l ... ')6 ... ,.

r ) ' • l EDUCAZIONE, PROGRESSO, ASSOCIAZIONE Eduèazione. Ecco la grande parola, quella in cui il Maestro vede espressa tutta la ~ua çlottrina. «La questione . vitale che s'agita nel nostro secolo · è una que:.. . stione di educa·zione. Si tratta non di stabilire un nuovo ordi'ne di cose colla violenza; un ordine di cose stabilito colla violenza è sempre tirannico quand'anche sia migliore del vecchio: si tratta di rovesciare colla forza la forza brutale che s'oppone in oggi a ogni tentativo di miglioramento, di proporre al consenso della Naziòne, messa in' libertà d'esprimere la sua volontà, l'ordine che par migliore, e di eduéare con tutti i mezzi possibili gli uomini a svilupparlo, ad operare conformemente)). Nella storia dell'Umanità si avvera una provvidenziale legge di progresso, «suprema formula dell'attività 'creatrice, eterna, onnipotente, universale». . Si pq.trebbe pensare a un'affinità tra questa tesi mazziniana e la dottrina evoluzionistica dei naturalisti e positivisti del secolo· scorso, ma è affinità più apparente che reale. Basti pensare che il « progresso indefinito>> di Mazzini si attua prevalentemente nell'ordine· spirituale. La storia dell'Umanità è una continua marcia verso lo sviluppo di tutte le sue facoltà, secondo un « dise.gno educatore provvidenziale>>. E', d.unque, una continua ascesa, un continuo progresso, svolgentesi secondo un processo incessante di educazione religiosa. «. La storia dell'Umanità - dice Mazzmi -- è la storia della re ligione progressiva dell'Umanità >>. Sotto questa concezione religiosa, informata · agli indirizzi spirituali del t-empo, è tuttavia una visione dialettica della storia che merita d'esser meglio -conoséiuta e considerata che non lo sia stato sino ad ora. Sotto un certo punto di vista, essa ci riporta ad altre concezioni generalmente considerate p~ù razionali, non esclusa quella ntarxista. Ecco, a grandi linee, come vien posta . la questione. Ogni nuova verità, destinata a trasformare l'ordinamento degli Stati, è « gene- '21. r \ ~ •• J l

ralmente intravveduta prima dalla filosofia, o preparata dai progressi della scienza, e più dalle condizioni civili d'uno o più popoli >>. Entra poi nel cuore delle masse, lo conqu1de e diventa mito. S~rge allora un genio, che afferma il nuovo verbo mentre il vecchio va declinando. Il germe da lui gettato nel campo dello spirito viene poi fecondato da una grande crisi rivoluzionaria (se Marx vedeva nella violenza la « levatrice della Storia >>, Mazzini diceva che « il segreto ~ dell'Epoca, co1ne la legge del Sinai, non può rivelarsi che fra le tempeste >> ). Comunque, ogni nuovo principio trova le sue premesse e possi- : bilità di affermazione nelle condizioni pratiche poste dal principio precedente superato dal nuovo, e questo rapporto dialettico è garanzia di continuità nello sviluppo storico delle N~zioni. « Se così non fosse - osserva ·Mazzini - il Progresso non potrebbe operarsi che a sbalzi. .L'intelletto umano rimarrebbe inerte per tutto quanto il periodo delle applicazioni pratiche. E il genio pr2tico, esaurito il lavoro d'applicazione, dovrebbe alla volta sua rimanere inerte, finchè l'evoluzione intellettuale della nuova · idea non fosse compita. l periodi del progresso umano, interrotti da questi periodi di inerzia, avrebbero bisogno, a inanellarsi, di un impulso, d'una 1 iniziativa sup~riore. E' la teor~ca delle rivelo.zioni dirette, immediate, che noi respingiamo come falsa e contraria a quanto indoviniamo sulla natura di Dio>>. «La · coscienza dell'individuo --... scrive Mazzini - parla in ragione della sua vocazione, delle sue tendenze, delle sue abitudini, delle sue passioni>>. Tuttavia l'intelletto individuale è insuffic:ente a conoscere la legge di Dio: a questo può giungere soltanto appoggiandosi aH'dntelletto d€ll'.Umanità, che è il verbo vivente di Dio. E la legge dell'Umanità tanto più verrà scoperta, quanto più crescerà l'associazione fra le razz-e, fra i popoli, fra gl'individui>>. La parola Associaz!one è il « sesamo apriti>> della fede mazziniana. Essa rappresenta il grande ·mezzo attraverso il quale gli uomini . possono far valere i propri . diritti e adempiere alla propria missione civile. Se- la Libertà dà la :facoltà di scegliere tra . il bene e · il male, . se I'Educaz~one insegna quale dei due sia da preferire è tuttavia l'As- . . ' . soc1azione che dà la forza per tradurre in atto la grande scelta. Comunque, le tre condizioni sono solidali, ed ove una d1 esse venga a mancare, non esiste più nè l'uomo nè il cittadino, ma un essere imperfetto. · ,:;')t, ~i-..; . . . «Il diritto d'Associazione è sacro come la religione», dice 1\iazzmi; ma, preyedendo che · per limitare tale diritto non mancherà chi 28 . . ' l . . ' ......... . ~ ........ , . _ .. ,_ -.. - . . . ....

sostenga essere lo Stato la sola Associazione ammissibile, egli osse.rVa che l'Associazione dev·e essete progressiva, pacifica, pubblica, rispettosa degli altrui' diritti. ( Comunque libertà e As~ociazione sono due termini complemen:- tari. « La Libertà senza l'Associazione genera inevitabile anarchia; l'Associazione senza la I.~i.bertà è dispotismo, è tirannide ». c. Per dare un'idea della superiorità dell'Associazione su ogni altro strumento di redenzione sociale, ·Mazzini ricorre a questa immagine: l'Associazione è tanto superiore «quanto .l'opera di molti di voi che si uniscono ad inalzare concordi un edifizio per abitarvi insieme è superiore a quella che compireste Lnalzando ciascuno una casupola separata e !imitandovi a ricambiarvi gli uni con gli altri aiuti di pie·- , tre, di mattoni e di calce ». Anche al problema religioso - come abbiam visto - egli applica il princip~o d'Associazione, invocando il pasEa.ggio dal Papato, la cui funzione storica considera superata, al Conc!lio universale, co·- stituito dal popolo, anzi dai popoli liberi ._ e federati, pervenuti alla interpretazione .diretta della legge divin~ senza intermediari. • 'c ' 29

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-·. • l . ' ì - REPUBBLICA E MONARCHIA · Abbiamo visto che lVlazzini terra. Si spiega che nel popo.lo ti ca. fa del popolo l'interprete di Dio in s'hnperni tutta la .sua dottrina poli- ·«Il popplo: ecco il nostro principio. Il popo:lo, grande unità che · nbbraccia ogni cosa; complesso di tutti i diritti, di ttitte le potenze, di tutte le ·volontà; arbitro, centro, legge vi v~ del ~o~do .»· · Questo senso mistico del popolo, questa visione mesià.nica della sua funzione e del suo avvenire, facevano ·sì che egli · .pensasse con grande tristezza alle sue debolezze e alle sue miserie. M~zzini soffriva .nel vedere n popolo passargli innanzi (( nella divisa della miseria· e dell'ilotismo politico, lacero, affamato »; ma: poi si esaltava ~'idea~ del popolo << aff~atellato in una sola fede, in un solo patto d'eguaglianza e d'amore, in un solo concetto di sviluppo progressivo, :.grande~ Jo.r.te, potente, bello di virtù patrie, solenne ,per la .coscienza de.i prop.ri di-· ritti e dei propri doveri ». . . ~· quel senso della collettività, già da noi rilevato, che di$tingue Giuseppe Mazzini dai pensatori dell'epoca precedente, i .quali erano portati all'esaltazionè dell'individuo. Data la caducità dell'individuo, questo deve affidare la parte migliore di sè stesso all'umanità, ~ che la trmnanda e la feconda. « No i passiamo viandanti di un ·giorno; l'educazione dell'Umanità si mostra a lampi .in ciasc~o ·di noi, si svela lentamente, progressivamente, ·continuamente nell'Umanità »• E conclude asserendo: «L'Umanità è il verbo vivente di Dio»· Si creda o nòn si creda nel Dio di Mazzini, si deve convenire chè da quella fede religiosa scaturì l'ispirazione patriottica e sociale che fanno del ·Genovese un rinnovatore della società, un eroe del pensiero e dell'azione. . Ed è proprio conside.t·ando la sua fede l"'eligiosa e la sua dottrina moralè che ci si può render conto del fatto che egli incarni più d'ogni altro 1a tendenza democratica dei nuovi tempi, il moto ascendente delle moltitudini, ansiose di essere finalmente partecipi della 31

•t bb1ica non più dominio di pochi privilegiati. E si comprende Vl a pu ' · d Il 1·b t' ul h la convinzione sul valore educativo e a 1 er a, e s anc e sua d l l Ch" d" t "buto di questa al continuo miglioramento e popo o. 1 1ce con r1 1 .b , d" . h ·1 n stro ponolo non è maturo per la 1 ertà, Ice cosa Ingenerosa ce1 o _ .. ·· h 1 S tto un certo punto di vista ingenua. Mazzini c1 msegna c e a e 0 - dd. t• · l schiavitù·, sia pur Iarvata nell'inganno della su 1tanza co~ :tuziona e, non può· creare .uomini liberi, c~sì c~me la menz_o~na, ~~r . quanto scaltramente dissimulata, non potra mat creare uomini veritieri. Questo egli diceva contro quei reazion2.ri che, ai suoi tempi come ai nostri, tentavano di arrestare la marcia ascensionale del popolo adducendo la sua immaturità; così facendo, negavano alle masse la possibilità pratica di rendersi degne della libertà. E' ovvio c4e soltanto l'esercizio della cosa pubblica può dar·e al popolo una coscienza civile e qu1ndi una capacità di autogoverno. Questa convinzione, chiaramente espressa nelle opere di Mazzini, è suffragata dB.lla storia, la quale ci dimostra che molte delle debolezze e dei difetti del nostro popolo sono una triste conseguenza dei lunghi periodi di dominazione straniera e domestica. 1·1 concetto di Repubblica, inteso come affermazione di libertà, di iniziativa e di responsabilità popolare, deriva con ferrea logica da quanto abbiamo sopra detto delle ide-e morali del Maestro. Fin dal 1831 egli disse che l'Italia sarebbe diventata Nazione una e repubblicana. I « moderati » irridevano a questa sua fede nella unità della Patria, ritenendola ostinata e puerile. Nè si creda che fosse la plebe sanfedista a contrastare e schern1re la sua fede unitaria: erano personaggi della politica e della cultura, esponenti del movimento mo- .narchico pieroont~se. ·. «L'Unità è puerilità - 'scriveva ad esempio Cesare Balbo - sogno tutt'al più di scolaruzzi di retorica, è un.a politica da poeti dozzinali, ~a politici da bottega >>. E il Conte di Cavour scriveva nel suo giorn~le ·!l, Ri~org~rnento _che l'unità era « assurda, funesta, illegale»· L Un1tà d Itaha. era, m vece per Mazzini il problema base, premessa alla stessa hberta, che egli vedeva realizzabile soltanto nella Repubblica. Era, per usare la stia definizione, «il problema dell'epo·- ca », ? per ,esso non esitò, nel suo eroico senso di abnegazione, a fiancheggiare l opera della ·Monarchia, immolando sull'altare della Patria la sua pregiudiziale politica. . E~Ii contribuì in tal modo a fare dell'Italia una Nazione 1D.'f · e ~~pendente. Purtroppo non potè vederla libera e repubblica ~ e a grande amarezza del suo tramonto. Ma questo compito affi 32 l j ' l :

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