Antonio Bandini Buti - L'idea morale politica e sociale di Giuseppe Mazzini

traccia di schema organizzativo; ma in questo sta appunto la grandezza e la vitalità del pensiero mazziniano: nell'astenersi dall'imprigionare la vita storica, in perpetuo divenire, nella presuntuosa immobilità di schemi che ipotechino il futuro. Egli' traccia le linee maestre di un generale rinnovamento che riguarda la coscienza individuale non meno -che l'ordinamento dello Stato, la struttura economica della società e l'organizzazione internazionale. degli Stati. Appunto per questo Giovanni Bovìo lo pone tra i fondatori di civiltà. Del resto, nell'esperimento repubblicano di Roma del 1849, Mazzini dimostrò di saper attuare praticamente le sue dottrine, dando prova di una genialità legislativa che ancor oggi ci empie d'ammirazione. Tra le leggi di quell'efflmera, ma gloriosa repubblica, di cui si parla oggi .come di una vera « rivoluzione sociale » - tale il titolo di un'opera importante testè pubblicata ---- figurano provvedimenti che anticipano di quasi un secolo le odierne conquiste sociali. Dire che Mazzini fu contrario alle dittature e a quelli che oggi si sogliano chiamare regimi totalitari, è come sfondare una porta aperta. Un ~istico della libertà, quale egli era, non poteva tenere di- . verso atteggiamento. Tuttavia, di fronte alle troppe deformazioni e speculazioni di cui è stato oggetto il suo pensiero specialm-ente in questi ultimi anni, non sarà male vedere come egli la pensasse in proposito. Lo Stato non è per lui qualche cosa di estraneo e di ~uperiore al Paese, tale da poter violentare la volontà del popolo. « Lo Stato ___. egli scrive ____. è il cervello del Paese; il Paese stesso ordinato, unificato, la forma che ne riassuma l~ vita e le simpatie ». ~el 1854, profilandosi in Europa una nuova ondata di reazione in conseguenza del colpo di Stato del 2 dicembre 18'51, Mazzini scriveva: « Lo Stato non deve essere cosa arbitrariamente suferiore al Paese e che debba di necessità attaccarsi un giorno, per non rappresentare se non capricci e appetiti individuali ». 1·1 suo concetto di democrazia non è tuttavia da confondere con quegli eccessi ideologici e pratici che confondono la licenza con la libertà. Dall'altezza della sua concezione etica della vita, egli vedeva il pericolo. di una valutazion~ prettamente materiale dei diritti della democrazia e di ogni mancanza di limite negli esercizi della libertà. « Nessuna maggioranza, nessuna forza collettiva può rapirvi ciò che vi fa essere uomini», asserisce. E altrove: «La volontà del popolo è santa quando interpreta e applica la legge morale, nulla e impotente auando si discosta da essa e non rappresenta se non l'arbitrio »· Nei ' '· , ""•t .. · ~, .... "--~(t, l •• .. ,. 37.

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