Antonio Bandini Buti - L'idea morale politica e sociale di Giuseppe Mazzini

" Gli altri elementi sono infatti artificiali, quale che sia il loro nome. Mazzini riconosce una funzione e una ragion d'essere anche alla Regione, avvicinandosi sempre più alla tesi federalistica. « Io vorrei - egli scrive nello studio da noi citato - che trasformate in sezioni e semplici circoscrizioni territoriali le tante artificiali divisioni esistenti in oggi, non rimanessero che solo tre unità politico-ammini~ strative: il Comune, unità primordiale, la Nazione, fine e missione di quante generazioni vissero, vivono _e vivranno tra i confini assegnati liberamente da Dio a un popolo, e la Regione, zona intermedia indispensabile tra la Nazione e il Comune, additata dai caratteri territoriali secondari, dai dialetti e dal predominio delle attitudini agricole, industriali o marittime >>. Egli calcolava che l'Italia sarebbe capace di 12 Regioni circa, suddivise in Distretti, con un centinaio di Comuni ciascuna. La divisione del Paese in Regioni darebbe ai capoluoghi di ciascuna Regione importanza di piccola capitale, eliminando attriti e ostilità tra centro e centro, proprii del regime n1onarchico centralizzatore. Egli auspicava infatti la distribuzione delle varie manifestazioni della vita n~ionale, .,oggi accentrate nell'unica capitale, tra i capoluoghi delle Regioni. Secondo il suo progetto, in uno di questi capoluoghi dovrebbe aver sede la Magistratura suprema, in un altro l'Università nazionale, in un terzo l'Ammiragliato e il centro della Iviarina italiana, in un quarto l'Istituto centrale di scienze ed arti, e così via. A Roma avrebbe sede la «rappresentanza nazionale, il sacro nome e lo svolgersi provvidenziale dall'alto dei suoi colli della sintesi dell'Unità morale europea ». ' •..:-11 - <. • • ' l ~' • '"' ""' •.T • .,. • ,."' • ... • 41

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