Antonio Bandini Buti - L'idea morale politica e sociale di Giuseppe Mazzini

alle generazioni future: esso incombe a noi, che viviamo quest'ora decisiva per l'avvenire del Paese. Nel settembre 1863, richiamandosi alle sue affermazioni di trentadue anni prima, Mazzini scriveva: « La prima parte del vaticinio è compiuta: l'unità, alla quale nel 1831 gli intelletti d'Italia irridevano come a utopia, è irrevocabilmente conquistata... Come si è adempiuta la prima, così si adempierà, in un tempo non remoto, per virtù di fati e di popolo, la seconda: l'Italia sarà repubblicana». Egli sentiva che la monarchia non aveva ragion d'essere in Italia, ove mancava di tradizione storica e di coscienza del proprio avvenire: tutte le maggiori glor!e italiane erano state repubblicane: dall'antica Roma ai liberi Comuni, alle Repubbliche marinare, ai moti popolari del Risorgimento. L'Italia sorgeva a nazione col segno di una missione, che si sarebbe adempiuta per virtù di popolo e a mezzo della libertà. La quale libertà non doveva considerarsi, tuttavia, come mera conquista materiale e giuridica, ma come « conquista morale, risultato della coscienza della propria dignità e dei propri diritti ». Anche in questo si afferma quella reciprocità del dovere e del diritto che è alla base del sistema morale e politico di l\1:azzini. Contrariamente alla tesi del liberalismo, che abbandona l'individuo all'impulso delle sue passioni, Mazzini, pur considerando sacro l'individuo e. inviolabili i suoi diritti, pone al disopra della ragione mdividuale la ragione collettiva. La Rivoluzione Francese ha conchiuso l'età dell'individuo: s'apre quella della collettività, l'epoca dell'associazione. Mazzini nega che senza libertà pos$a esistere morale, non essendovi libera scelta fra il bene e il male, così come senza libertà non può essere vera società perchè tra liberi e schiavi non può esistere associazione, ma dominio degli uni sugli altri. « Dove non è libertà la vita è ridotta a una pura funzione organica >>. Dal problema della libertà al problema della sovranità il passo è breve. Non sono mancati reazionari che hanno tacciatò il mazzinianesimo di anarchismo perchè contrario all'ordine costituito; e basterà ricordare Ruggero Bonghi, che in un suo libro polemico ha messo il Partito Repubblicano tra i «partiti anarchici)). Ma la malafede è evidente. Mazzint sentiva più di ogni altro, nella sua concezione etica della società, la necessità di una legge e di una organizzazione nazionale, stabilite secondo chiari principii e precise norme; ma voleva sottrarla all'arbitrio del disnotismo o del compromesso corruttore, per redimerla nella virtù e ~ella responsabilità collettiva. Non dun33

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