Antonio Bandini Buti - L'idea morale politica e sociale di Giuseppe Mazzini

Per parte nostra, noi amiamo cogliere della sua fede quel carattere etico-volitivo che ne costituisce la parte viva ed efficiente, come quella che spinge l'uomo a tradurre il pensiero in azione e ad armonizzare la vita pratica con quella morale (1). Indubbiamente tale religione non si presenta come forma statica e contemplativa, ma come esaltazione e potenziamento della vita, · punto di partenza di quella :fede redentrice che gli faceva intravvedere un nuovo mondo politico e sociale e gli infondeva :forza e serenità nell'aspra lotta per la liberazione della sua terra. Vediamo infatti che questa religione è tutta tesa al conseguimento di intenti sociali, nazionali ed umani. Essa domina · il suo .concetto della storia, ·nella quale vede incarnatsi in ogni epoca un nuovo aspetto della verità divina, che via via si va scoprendo agli occhi del mondo e viene ad aggiungersi alle verità precedentem~nte rivelate. Alla base dj. ogni assetto polit~co, sociale e morale, di una determinata epoca, sta un principio religioso informatore. Se questo è il suo criterio di interpretazione storica, non è da credere per altro che egli disconoscesse l'importanza del fattore economico, pur non condividendo la tesi materialistica e deterministica del marxismo. Per lui il fondamento . della politica è la morale, derivante à sua volta dalla religione. «L'origine dei .vostri d~veri sta in Dio. La definizione dei vostri doveri sta nella sua legge. La scoperta progressiva e l'applicazione della sua legge appartengono all'Umanità». Ad ogni (l) "Fu sincero credente, Mazzini? »; si chiede Giovanni Bovio, che pur è uno ·dei più autorevoli seguaci del Maestro. <c Dubitarne - osserva, rispon· dendo alla propria domanda - è fare la più grande ingiuria al più grande degli uomini moderni, perchè il Dio di Mazzini non è opportuno, non In· truso, non venuto qua e là di furto nel sistema come l'arca nel campo di Saune e come il vecchio Dio biblico nella infinita natura di Bruno, non in· differente a questa o a quella forma della vita come nel cattolicesimo elastico di Gioberti e de' seguaci: ma è parola iniziale e 'finale, è fede invitta nella quale l'Apostolo vive e 1nuore >>. Questo scriveva il filosofo di Trani nel suo saggio postumo incompleto su Mazzin!~ ma in una conferenza napoletana del 1892 aveva detto : « Il Dio Mazzini può farsi la semplice legge cosmo-sociale >> , venendo così a spezzare l'impalcatura teistica del sistema morale, politico e sociale del Nostro. Francesco De Sanctis, invece, vedeva nella credenza mazziniana due diverse .specie di Dio: un Dio personale e uno ilr?-personale. << Quando Mazzini parla al popolo - egli scrive - il suo è il Dio come tutti lo concepiscono, essere supremo da cui derivano le leggi dell'Umanità; ma quando, attraverso i suoi veli, vuoi filosofare e svelare le sue idee più intime, per lui Dio sarebbe la forza misteriosa del pensiero universale, quasi l'ordine e l'armonia universale, l'ideale n • E poichè in una lettera al Sismondi l'Apostolo ssera augurato che il <<Dio dei tiranni .», soffocatore di tutte le rivoluzioni, si trasformasse in un Dio << liberale e progressista », cosi il De Sanctis si sentì au· torizzato a definire il Dio di Mazzini come un << Dio politico ». 16

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