Max Nettlau - Saverio Merlino

MAX NETTLAU SA VERJ,Q MER.LINO Montevideo Traduzione e introduzione di l. f. II EDIZIONI Sludi.Socia.l, 1948

AVVERTENZA Il prim.o opuscolo delle edizioni e.Studi Socfoli> (Luce Fabbri, "l,a liberlti nelle crisi rivoluzionarie'") s'é distribuito normalmente iri tutti i paesi eccetto l'Italia. Spedito tra la fine d'agosto e i primi di seltembre 1947, le prime copie ne sono arrivate in Italia il 12 febbraio di <1uest'a1mo e, mentre scrivfomo. non S(1/>f)Ùlmo aucor2,. se siano arrivate le allre. Nella sper<mzr1che quest'inconvenie11tl che supponianw fortuito, 110n si ripellt, la ,(;f}edizione di <1uesto s c01u:lo opuscolo si Jar<i con lo stesso si..:tema. ll prossimo ( Luc ,, Fabbri: «Antkooumismo e ar1ti-im.perialismo>) uscir6. quando s . saranno riuniti i foruli necessari. -. Per quanto riguarda l'amministrazirme, dirigersi a Luce Fabbr - Cosilla ik Correo 141 ... Montevi,<[eo (Un,gmry). Per l'Italia si prega <li <lirigcrc i f}agame:,ti e le richieste di~ nu1ggior numero di copi'.e <1ll'ammi11i,-.tra:io11e di c:Volont6> di Na-if poli (casella postale 348 - Conto corrente postole 6/19972 - Napoli). Preu:o del presente opuscolo: 20 cent·esimi di dolloro B,blioteca G ,o Bianco .,

INTRODUZIONE Dopo la caduta del Jasci.smo, c'é stato iu Italia (ed era mll11r<1le che ci fosse) u,1 doppio movimento spirituale in seno li tuUe le te,ulenze che per vent'anni s'ercmo mantenute in vita grazie all'esilio ed aUa çlm,.dest.inilll: un impuUo creativo orie11Urto verso l'avvenire etl un ,lesi<.lerio di rialfocciare la presente crisi di trtmsizione all'opera ed al pensiero degli uomini migliori del periodo prefuscista. /,i un primo tempo il desi<lerio d'azione e Oi ri,wovamento, legato al cc,raUere rivolttzionorio ,!ella "resistenza" ed fll bruciore ancor vivo della sconfitta subita nel 1919-24, portO a cercare di rompere i vin,coli con il pas:,ato e " fare "punto e a capo". Per limitarci ol campo anarchico, diremo che si aru/0 tro11po in TU, da parte di certi settori, su questa vht, e si. corse il rischio <li battere di ·nuovo i,mtilmente strtule giti percorse e ,li pertlcrc energie preziose in <liscussioni gi/i fatte e gi<lsuperate dai 11ostri nonni, sempliceme11te per il /allo di. 11011 voler essere dei conti• ,uwtori, <li ,wn voler mettere a profitto l'esperienza laboriosa <li chi -sfo vure i,t llltro ambiente storico, tli cui l'llttuale é perO il prolw1gmner1toh.a pensate le stesse nostre hlee prima ,li noi. Reagendo contro questo tenta• tivo tli tagliare la pianlll dalle sue radici (e il rnmo~ello senza rnclici sembra in.fatt.i essersi seccato) c'é SIMO forse un eccesso di commemorazioni. Ora s'é ristabilito l'equilibrio, che, /lilla la giusta parte al logico sentim.ent.o <l'affetto per i lottotori scomp(1rsi ed ,tifo necessiui d'esem.pi vissuti, consiste essenziolmetlle nel premlere il passato come punto <li part<mza per l'elaborazio;1e del/;ovvenire. Nei penslltori del periodo prefascista interessano sopratutto, d(l un lato le concezioni chiare e le conclu.sioni di valor veruume11te non. leglll.e <1 circosta11:e particolari di tempo e di luof[o o facilm.eute trnsportabi1i sul piano <lltuale ( é il caso cli .ft1afotesw), e dall'altro i problemi apert.i, (ll/,a cui soluzione il tempo trnscorso Ira portato nuovi contributi. Molte volte questi problemi sono soltonto intuiti precorrendo situazioni posteriori e spetta allora a noi rir)rendeme lo studio sotto la nuova luce. Altre volte invece essi sono visti e st1uliati con chiarezza (anche se non sem 11re risohi come noi vorremmo) e solo l'incomprensione dei contemporanei ne ha impedito fo discussione feconda su terreno collettivo. Sotto quest'ultimo aspetto é utile oggi riesamilwre il ve11siero <li Saverio Merlino, in cui si trovano posti e in parte risolti molti problemi oggi vitali e che -prim[I ,lel 1914- solo qual• che isolato vedeva llitidamente. E' vero clie lo studio <li tali problemi port6 Merlino ad allontanarsi dal campo anarchico, per6 quest'allontanamento é in parte una conseguem:a (osserva Nettlau nel presente opuscolo) dell'illCOm• 1Jrensione cla cui si senti circondato. D'altra parte puO essere tanto fec011do lo spunto d'una <liscussione quanto un'esposizione accettabile in tutte le sue parti, frullo d'un lavoro ai nostri occhi gi6 finito. E ci sono in Merlino molti <li questi spunti, anche se le conclusioni a ·cui arriva sono, specialmente nelle opere del secondo periodo, diverse ,Talle nostre. Obiettivanumte diverse. R iloteca G o 81anco

.. é vero, ma pur, nello spirito che le impregna, cosi vicine al nostro animo! Quel che allontttnO ftferlino tlal movimento anarchico fu un bisogno di praticittl e coucretez:a non vienameute sodtlis/atto ,lal romanticismo rivolu• :Wnario allora prevalente. Quesco bisogno lo rese proclive lld accettare -ma non senza molte riserve critiche-, /orme politiche rappresentati.i;e come il parlamento; o t1d <tmm.enere come benefici i progressi clella legislazione sodale, gli arbitrati nelle lotte sindacali, ecc. Non ville cliiaramente e nei particolari la li.nca profonda, abissale che separ<wa gui allora e continuO a separare sempre piU in seguito, i progressi del socialismo tla quelli ciel PO• tere statale. Ma aveva rm vigile senso di libertO. che gli impediva d'andare troppo lo11ta110su. quesw stmda pericolosa. Fino alfo fine delfo sua vita, ben• ché a pllrtire <la urt certo momento le sue i<lee non fossero pit'i, interamente cmarcl,iche, fo sua mentalit.l rimase a,wrchica. S'egli avesse potuto mettere (1 profitto l'esperie11:a tleUe due generazioni posteriori ulla sua, le sue illusioni sulla. fwizione utile che puO ancora disim,• peg11are il sistenw rappresentativo cosi com'é oggi organizzato sarebbero prob,,bilmente c<1dutee, d'altru parte, il problema tlella democrazia parlamentare, ch'ern ullora il centro delle discussioni, ha perduta i,,. quest'ulti,no periodo parte della sua importcmza. Il sorgere e Lo svilupparsi del totalitarismo ne 1,a fatto piuttosto un problema marginulc. E sono passati invece a un primo pi<m.oclei problemi nuovi (o per lo meno allora non centrali) che Merlino <weva chiarameuto intuiti e posti. Il suo bisogno di praticit6 non solo ,ion lo avviciuO al "socialismo scientifico", in auge allora e poi, ma gli fece trovare, per criticarlo, argomenti ben nostri, e che non sono stati superati. E gici fin dal tempo in cui scriveva "Pro e contro il Socialismo" prevedeva (come del resto l'aveva fatto 8akunin.) il carattere terribilmente antisocialista clelle nazionalizzazioni e del socialismo statale come s'é poi svi- · luppato in Russia: "Si 1>ropo1i.e.. di rimeuere ,ma ,lopo l'altra tutte le industrie nelle mani del Governo; ,vdl quanto dire sostituire l'a,mnini.slrazione pubblica, la burocrazia, agli imprenditori privati, trasfornumdo i proprietorii e i capitalist,i in. amministratori, direttori, ed altra specie di funzionari pubblici; e la massa ,legli operai in un vero esercito disciplinato, comàndato, alloggfoto e nut:rito dallo St.ato. La prospettiva non é lieta. Se ÙJ Stato fosse padro,1e di tutte le fabbriche ... l'operaio dovrebbe sottomettersi l1lle co,u/izioni che al Governo piacesse dettare ... E questo sedicente socialismo di Stato, che in reliltU é del capitalismo ,di Stato, non farebbe elle accrescere la dipendenw polit.ie<,ed economica delle masse" (p. 172). E, nelle prime pagine dello stesso libro: "La balia suprema sui consunwtori equivale nei suoi effetti alla balia suprema sui produttori: la balia su.prema dei governanti sui gover-nati pu6 supplire all'una e all'altra. Se ,io,i ,vi fossero capiurlisti né com.m.ercianti, m.a le industrie e i com.merci fos• sero nelle ma11i cl'mi governo, il ceto governante troverebbe m0<lo di farsi, neUa rip,irtizione dei prodo1ti, la parte del leone" ( p. 23-24). Questa chiara visione del pericolo totalitario insito nel socialismo statale, l'idea che il decentrame,uo sia una gararizi-adi libert<i ("Bisogna discio• gliere quel nodo di poteri. ch'é il gol)erno, disfa.re l'(llxentrameruo burocratico e i vincoli gerarchici ... Occorre wr'orgariizzazione autonoma degli interessi pubblici ... " (/billem. ,,. 79-80), quella sua ospirtrzione ad un ritorno alle basi d'un soc,àlismo popolare e semplìce, indipendente dalle teorie caduche e dall(l. "scienza'', clmrno alla figura intellettuale <li Merlino una straordinarfo atluali.ul. , Infatti c'é -ripeto- uu· certo risveglio di studi intorno l1ll'opera sua. In Italia Aldo Venturfoi sWmpava ,ael 1945 un libro, pronto fin ,lal 1943, in B,bhoteca G ~o B1anc.::i

cui, sotto il titolo "Revisfonc del marxismo" sono raccolti i principali scrilti di Merlino appartenenti al .secondo periodo (socialist.a) del suo pensiero e 'non compresi in "Pro e conlro il Soch'dis·mo" e f"Uto-pia collettivisla". cioé, sosUrnzialme11te, tulli gli articoli della "Rivista critica del Socialismo" e le piif. interessanti fra le cose posteriori. Lo stesso Venturini sta curando, presso un editore milanese, la slampa dell'u.ltima opera, rimasla ine<liw, <li Merlino, sui, "Problemi della. rivoluzione", opera <li cui. gli amici avevano sentito svesso parlare, ma che si temeva smarrita. E bi.soguerU aspeuare che essa esca, ver voter avere del pe11-5iero <li Merlino rma 11isionecompletfl. Tutto questo perO serve a /arei conoscere esclusivamente il Merlino <lel secondo perio<lo. Ora a noi interessa molto conoscere anche il suo pensiero ir1i:iale; c'interessa .soprattuto ve<lere in questo pensiero irii:iale 1 germi del processo spirituale cbe ha,wo portato il suo animo onesto a<luse.ire dal campo tmorchico. Abbiamo tutto <laguadagnare e nulla da per<lere in quest'esame. E NeuJa,,. ce lo dimostra. Queste pagine <li Jlfo:t Neufuu (che possono qui,uli .servire <li compleme11to ai libri che si suumo pubblicarulo ora in Italia) vi<lero h, luce, in spagnolo, nei numeri del luglio, delragosto e del settembre 1938 di TirnOn di Barcellona, rivi.sta che, usce,ulo nel fuoco degli, avvenimenli, tlura11te la guerra e la rivoluzione, svolse allora 11110 fu11:io11eutilissima d'approfondi. mento culturale, ma clre é <liflicile ora procurarsi all'estero e le cui. copie in Spagna <levono essere amiate in gran.. pcffte distrutte. Questa serie d'articoli si p116quimli co,isi<lerare praticamente foetlita e costituisce wi insieme lldatto per la pubblict1zione iti opuscolo. Queste co11sidera:ioni ci lwnno indotto a tra(lurli per farne il secondo opuscolo della serie di "Stmli Sociali.". Presa auestfl <lecisione, <1bbiamo$Criuo a Die(fo Aba<Ide Samill611. ch'era allora, ili Spagna, allo re<fo.zionedi "TimOn", per avere <lalui. maggiori particolari. Ecco I.a risposta: "Il lavoro <li Nenhm su Jlferli110era un libro ob• bastan:a completo. Pu. scritto verso il 1931. Netthm sempre m'aveva raccoman<llllo l'esame delle i<leee delle critiche <li,.Merlino, per cui sentiva grande affetto e rispetto; in /omio, co,ulivi<léua molte i<lee di Jlferlino e, nel libro clre gli df'<licO,si esaminav"no nei p<,rticolnri le <liverse polemiclte che c'erano state e si remi.evo a Merlino piena giustizi", miche dove il criterio di Net• tlau (li/feriva. Per disgrazia, il libro forma JJllrte di quell'insieme di manoscritti che 110 persi in Spagna e non spero molto che si pos.sa ritrov(lre; quel cl,e s·é pubblicato i,a 0 Tim6n" erano /rammenti. Il lavoro é stato riassunto nella storia <lelle idee anarcliiche, sulla cui vista sono gli olamlesi, gfocché sembra cl,e si sia trovato materiale dell'lsrituto <li storia sociale in un bastiment.o t.(desco e si suppone che ci sarQnno anc1re i monoscrit.ti di Neul.au. la cui pcnlil.<1sarebbe irreparabile" (la lettera non é recente;# la -notizia <lel rf. trovamento <liquesto materiale é swta poi conferuwta, ma eh~ io sappia, non s'é parl<1todel manoscritto del libro <, cui Smitilllin <1cce11na). li conte,mto di quest'opuscolo 110,i corrispomlc dunque al lavoro com• pleto di Nettlau. 'Il Ct1rattere frammentario di cui parla Sa,uilliln serue (l spiegare certi p~aggi mi po' bruschi <la rm argome,11.0all'altro. Ma l'i.nsieme é suffice,llemcnte org(lnico da giustificare la pubblicazione in opuscolo. Al• meno cosi é sembrato a noi. Non sapviamo se i lettori saranno <lclla stessa opi11io11e. I. f. B,bhoteca G o 8 an

IL PERIODO ANARCHICO In una piccola pubblicazione o:h'é diventata rara, "Dell'Anarchia" o uDonde veniamo e clove andiamo" di F. S. MierJino, po6si~mo studiare le sue concezionj e Ja sua critica nnarchica nel 1887. E' un Sttp,1lenwnto al n.0 12 deUa Fiaccola rossa (.gerente responsabile Ciovacehino Nfocheri), Firenze, 1887, 16 pagine in 8.0 ; si tratta d'un gioJ1.nale dhe cominciO a usoire H 2S luglio 1887 ed il cui numer"o 11, l'uhimo che conosco, porta la data diel 2 onohre. ,Eccone alcuni eslratti significativi, teorici e cr.itici (l): ~Per essere ,anàrC'fhito non c'é bisogno d'assoggeuare il proprio pensiero ad un qualsiasi piano particolare~gia10 di riordinamento sociale; neppure c'é bi_sogno di rinunciare a imrpiegarc liberamente il proprio raziocinio per preci~.;.1re nella mente l'idea di quol che possa essere la so:eiet8 futura. "Certamente, Ja 1re:1'hlJ,sar3 diver.sa dalle nostre previsioni; perO intanto l'idea <ihe ci saremo fan:1 della societ3 futurn e la conoscenza ·dei suoi pr.in• ciJ)i organici varranno ad imprimere alla nostra azione demolitrice della sode1.i presente quei) carotiere ,di sicure:n.:a e di convinzione profonda, dhe ha 1anta parte nel buon .successo. "D'ahrontde ..• quando si traila d'·un tutto 011g-anieo come <la socie1.i, 1a <fcm.olizione non puO CS$CrC che contemporanea all'atto ,stesso con cui si ricostruisc-e. Non é J>OssibHe abbattere nei fatti la cpropriet8 irrdivid'ualc> senza costruire in un .mci<loo nell'altro ctla pr&priet8 collettiva>; non si distrugge lo Stato senza oostitufre le associazioni libere di lavor-.ttotti, cbe oomporr-anno la .societii :mar-Ohic.1. Espropriare della terra e d·el capitale gli alluaH JlOSsessori significa cap:propriare, la terra e il ca,pita1e ,per le associa• zioni future. Un lermtne si ri&0lve nell'altro." (Ricordo qui come Merlino, allora a ,Londra, nelle sue conferenze e discu~ioni, si compiacesse di consi,:Hare ternùni positivi fovec:e dei termini ncgath·.i nen'espos.izione delle nostre idee -in particolare appropria%ione ver esvroprù.tziorie- credendo ~he, J>Cr il sentimento e l'immaginazione dei ( I) Di58ra:tiu21ncmc queste ciruioni si sono dovute ritradurre in italiano dalla tU.• 1e spaJnol:.t (della rivi.sc:11''Tim6n''> della u:aduzione frincese di Nettl:11.u. Ambedue i •ti sono f.._.Jeli.ssiini, m:11non si pi.:6 ga.uniire la pe1feu:11.couispandenxa formale di ·itnioni con l'orig;inale italiano di Merlino, che ci é .stato imPo»ibile ,irronre per · tonfton1i. PctO le diHcrtnze non siranno molte. ni rali d:11f.:11.l.sariel stnso {N. d. T.J. Biblioteca G ~o B1anc,:>

non iniziati, un termine descrittivo-<:ostruuivo v.alesse di piU d'un termine critico-distruttivo.) "\Con questo fine sono srnti scelti due sistern.i di ricostruzione sociale: j) -eoHettiivismo e il eO'JllunU.mo. La formula .d6l primo: a 'Ciascuno se·condo i propri servizi, implioo la poasibilit,.i di separare il ]avor,o d'un inOioviduo da qll'ello d'un altro, e di distin·guere n·el prodotto d'un lavoro fatto fo societli la parte dovuta a un produttore da quella dovulla ad un ahro. Si vede ohe .tale separazione, aniche quarldo fogse po1JSibile, non sarebbe desideroMle. "A ques1a fof'!ntula i comunisti oon1roppongono la seguente: a <:iasouno secor,do le proprie necessita; la quale in seguito é -st:ata tradotta cosi: «consumo libero delle cose •la cui quantiit.i sobrahbonda, ossia srrpera i bisogni; distribuzione per testa, ossia in 1>3rti uguali, di .quelle che scarseggiano. "PerO Miche questa Iorm-u:Ja -si presta a serie obiezioni. ,Infatti, in un'economia razionale e ben or.dinata non si produce altro che il necessario; raggiunto il limite del 'lleeessario in un dato ramo della produzione, le energie ed i mezzi eccedenti si impiegan-0 a per.fezionaTne un altro, a1hrganido cosi il cirooJo dei bisogni ohe si possono soddisfare. M1anean'do quindi la condizione posta dai comunisti per l'applicazione dell'a loro m"rssima favorito, «a ciascuno secondo i suoi bisiogni>, 'llOn rintane delJa loro teoria ahr-0 che l'espediente, poco comunista e un po' autoritari-O. deJla d-i'stribuzione per te&ta." (Argamento la cui e!ficaeia si comprende sempre piU nel nostro mondo • pr'e&ente, in cui le pos,sibilitli di produzione sono diventate giga·nte-sclle, in cui la profduzione ,sregolata, basat:i .sulla corroorrenza é, in certi rami, enorme, ma in cui non si s-o,dd;isfanole .necef6itii pill m<>!destein a1tri terreni, e solo si creano malessere, conrusione e 'Slforzi fraudolenti per arrivare ::rd aie.una regolarizzazione, che iperO neanche lontanamente si tra·duoo in benessere pili o meno ,normale. Rirnan·e, quindi, tutto da fore, ed ogni riad':i.ttamonto e<1uo ed ugualitario d·eHa produzione, per un tempo indefini10 non creerebbe chie lo -strettiamente neces:sarfo, razionato •in porzioni misere, 00 una pres(I nel mucchio nei magazzini presenti non servirebhe dhe ai primi arrivati old ai piti forti e, lasciando il vuoto, aocentl.lerebbe il primo problema: quello di pro·dur.re il neoe.ssari-0, che precede il problema: creare un'abbondanza che permetta una nuova e .peri.mlanente presa nel mucchio.) ~CiO non ostarne, se il CO'Ut,u,nismonon ci dii le norme precise per le rebzioni econornic-he fra j m'einbri def,Ja n-u(,v4 sooiet.i, corrisponde perfettamente a-Ha sua natura, alla sua essenza, ohe é la soli!dariet.i. GJi uomini saran portati dai loro ste9$Ì interessi a rfar causa comune, a co.ndividere (11)Cr dir cosi) il tetto ,e il pane, a sovvenire .J'UJ10alle necessita d·ell'altro: e, praticamente, la distribuzione dei prodotti ,sj funi in ragione deJle neeessi1.i, senza sottigliezze di contabilita, senza mesdhinitii ,o avi'dit3 di nessuna s1>ecic, anohe ,qugnd·o i ,pr-O<louistessi non siano a.ssolutonie.nte sovrabbon·d-an1<i. B blioteca G ~o B1anc :'l

"LI qul(t'Slione é: in che modo si for.i questo? "La vera ~lidarieta non puO che e:,---sercspontanea, e .tra gli uomini dél'l'avvenirc a·cquistor:i fa forma di «patto sociale>. "TI patto sociale ,sani concertato Hberamente tra un certo numero di persone con il fine di regolare: l. 0 l'a1>1>ropria7.ionee l'uso dci beni nazionali; 2.0 il lavoro o prestazione di sen'izi; 3.0 fa sO(l'disfazione dei bisogni o la partecipazione ai frutti del lavoro." Questi tre punti si "fon'dono .in w10: ordinamento del lavoro· per me::o Ji patli liberi". "Le divef\Se socieH'i.o f:mrigli'e di lavora1ori $Ì pr,oporronno quindi e ri- -solveranno per mutuo consenso e nelfinterc.ssc conmne, per mezzo di patti sociali e jntersooiali, il problema: Che fo bisogno in un momento dato a1Ja coUettivit.i?, e con i mezzi di •cu.isi dispone:· <1ual'é -la distrihu~ione migliore del lavoro per provvedere alle necessitf1 1>ill urgentir C'é neoos'S'it.l.di nuovè case, o basta accomodare le vecC'h.ie? Si t>ossono produrre su:l luogo gli alimenti, o bisogna 1>rocurar.scne una parte al di .fuori? Come procm~rsi altre cose nec~arie? Chi s'jncariol1eri'i. deU'cdlf~zione dei bambini e come s'1mportir:l? L'igiene, l'assistenza agli anun,aJati, Ja garon~ia sociale, eoc., sono assiourme? "La risposta a queste dom•a.mle -..:.yari:lnti seoon"do i luo·ghi ed j] grado di sviluppo del sociali"smo- sarii data dai patti sociali, e -si tra.durra in un dato ordinamento del lavoro, o, meglio, di bisog-ni e di int~ressi sotto fomta collettiva. '\Pe.rO la base di co-deisti palli -Ja pietrà angolare dcl nuovo, edificio· &ocialc- @d. il pninci1>io d-eH~:rutonom•iaindividuale e.spres$o dalla parola canarohia> ... "li lettore avr:i notalo che il concetto che ci facciamo doll'onarc.hia é t>ii1 ::m,:pioe comprensivo di quoUo che s'é avuto (i.no a poc(? te~lpo fa. "Posskmro fornnùar<: .co-si le modilicazioni ol1e abbi::nno apportate al progr:unma originario: - Croilimno sem1>re che fa questione econontica sia fon-dament-ale; per6 la questione politica ci sembra sempre iphJ. indissolu• bil:ruente legata .ad essa. - Riconosciamo che le condizioni esterne determinano i sentimenti e le idee; pero si:m1 ben lungi del negare che i sentimenti. e le idee reagiscono aJla loro volla sulle condizioni della societ.i. - Non ri1mdiamo la forza fisica, aribitrio sui>remo delle grande idee; ma diamo un:i. gr:U\de importanza a-Ua forza m.oraJc, che muove la forza fisica de1l'in• dividuo e delle ,1nasse. - Siamo anarchici; perO an:trchin per noi non é amorfia, m.1 assoc.inzionc di liberi e di uguali. - Infine, lidiamo sempre B blioteca G o 1a

nelle min-oranze audaci, ma non per quest-o neghi:uno il noslro d~vere ver,so le ma:gg.i'or.anze (1). '~•Vazi<me politica per noi ha una base econ:o:mica ed un fine m.ora1e. '~La no.stra propaganda ri-Voluzionaria ----i,anlaw, scritta e coll'esem:pioconsis-te sopratutto nell'esti11pare ,pregiudizi, nel far germogliare ne1I'o:peraio nuove i:dee, nuovi gerini. di Vila sociale, 11e'Il'inculoargili la nuova mora'le di l-otta, di emanciipazione, ,di abnega:1:ione, ispirandogli l'o'dio contro -l'ingiustiz.ia, od.fo purif-icatore dh'é fatto d'amore per gli O.'PJ>ressi e di riverenza per la gùmtizia oltraggiata. "'E co.si, snm$cherond'o uno dopo l'altro agili o«:hi dell'operaio que'Sti idoli deJ.la 'l)ropriet8, dello Stato, de.Ila legge, della religione, òel1'ondine, del- .la giu'Stizia, deMa patria, del sapere, d'Clronore, deHa sovranitii: popolare, della nascita, della ricchezza; abituando.lo 3 guaridarli in faoo:ia, a sfidarli, a fare a rneno nella rproiprie associazioni di «0..1.pi»e presidenti; a rinunciare, 1ne1le rellazio.ni 1>ri,vate, al desi'd·erfo d~Jmrporsi e di 1>redominaTe; a -dispnezz.a~ le etichene politiche -e sociali; oducando'lo a resistere alle esigenze di queg,li idoli e a n'C-gar foro il suo tributo, a negare fa rend'i1a al rproprietario, j,l Iàvoro al ca1>itale, l'imposta e il sangue allo Stato, ,j,l JJOJne al ftmzionario ,ddlo Stato civile, il voto -a,lle Urne, ,}'assenso alle ven•deue giuòiz.farie, sl .preparo la resistenza attiva ohe si tr:nnutcrii a tempo e luogo in attaooo c-0ntro la tirannia ,bo't\ghese. '\\llissima "fondoone.nt3le: conlo1un:1re la propria condotta ai propri ptuncipi, propagare le i'd·ee coi faui: non rinnegarle con fatti cont1·ari ... " Racco1nanda ancora un esame della nostra azione passata e dice: "f.ro.nca-m·ente, se ci fa·cessirno questo breve eoo•me dj coscienza oggi, quante pagjne non stro.p1>erennn:o dai nostri giornali, rubate alla propagarrd~t e contaminate d'a po'lemichette noiose o sciupate in ,disquisiz.ion·ccUe bizantine, neJ.la stereotipia d·i fonmule, di cui a vollte ci proibiamo volonurnia- 'ln:ente d'approfondJre il significato? "Se, ahlo .stesso mo'do, aU:1 fine di ogni riunione, facessimo il bilancio della gionnatia, val-e a dire, ,se vag-Hassimo il bene re:l:lanente fatto, quant'Ì dfficonsi irrutili ci ringoierem:mo, quante serate passcremn10 nreglio, e quanti vuoti riempirentllno nella no'Stra propaganda?: In q-uegl1ianni, dal 1887 a:l 1890, MerlHno slava iu pnima fjla tra i pensatori libertari, al lato di Kropotkin, alloria nel suo periodo .di ucam.pi, /ab• ( l) Queste modìficaxioni sono enuatt: ocsi a formar pane de! patrimonio comune delb. maggior partt" degli anarchici; esse COStituiS(ono il punto di partenza delle idee di Mala1esta. ~on ~no "revisioniste" se non -in modo generico- rìspeuo all'insieme del pensiero socialista d1 quel tempo (di cui !"anarchismo merliniano e malatestiano era una ramificaz.ione) e specialmente rispetto al man:ismo da u": bro ed al rivoluzionarismo cacasrrofi<;o ed utopistico dall'altro. Su quest'ultimo terreno, Merlino dice nel 1887 quel che Malatesta dir:i piU tardi. [N. d. T.J. B1bhoteca G ~o 81anc :'l

.. briche ed officine" e del "Mutuo appoggio"'; di i\fobtesto, cl1e tomO nel 1889 con la sua "Associa::.ione" 0889-90); di Antonio PeUic-er Paraire di "El Productor"; di W.ilJjam Mor-r.it, quello ide1,Ie uNotizie di nessun luogo" (1), -del 1890; di Joh,mn Most, Che arriv6 aUora ad una -c<mrprensione piU fine dell\marchisuro; di B. R. Tuckor, di "Liberty'', i1rdiviclu.1<lista ,&t;Jeg'llOSO e irrs01l+dale,altero; di nuovi ingegni che acquistarono popo1arit.i, i Jean Grave, i Oha.nles Malato, gli Em:ile Pouget ed i Seb..1:StienFaure; d'i Riccardo Mella nella fose rappresentata da "L« Solitlaridad" di Siviglia (1888-89), e delle belle energie, piU silenziose "llora, di Eliseo Roclus e di Luisa Michel. Di tante ailtre per,son~it3 di valore non JXtrdo, giaoohé anche le per6one men• :donate, ebbero aJlorn, disgraziarnmonte, in quei •begJi anni d'-:rscens:ione, U11 minimo di relazfoni serie, personali, tra 1oro, sul terreno d•ell'idea, d~'Ot'• ganizzazioine e de],J'azione -sepru'3ti 9J)es:so daHe distanze, dalle lingue e, mateiiialnrente, dal1e oceurpaziOll'i aS$orbenti d'i ciascuno-; pe.rO anche (e qu'esto mi isem.bra ,un fatto reale) sentendo >as!ai poco la nec'eS'Sitii di conoscer.si di ,piU, apJ>rossimativ3'Jn~nte come i g-randi Stati, cJ1e hanno la loro prol)ria sfera d'interesse, Ja loro politica dctern1~11ata, e che non honno, non sentono il bisogno e in fo1tdo non h:.in neppure fa possibi-liti di .slringere vere :imicizie per COOJ.YCr:lraell:.t creazione ,cli qualcos:i. di nuo-vo, cl1e oltrepassoreb'be e oomhierebhe le abitudrini, l'orizzo1tte di cia-scuno di essi. Io so che J<Jro1lot.k,in e Reclus si volev:.ino moho bene; non ho nCS9Ulla rag,ione di presumere che A'h,latest:i. e ì\1cr1ino non fo:ssero buoni a:mi·ei (2); che no.n :i.·bbi-ano ammirato Luisa l\.!ichel; in oombfo g1i spa,gnoli eran:o ais,.sai poco conosciuti, salvo che da l\.falatest-a, e su Willia.m Msorris, Most e T,ueker i Ialini aveva,no poohe nozioni chiare, e reeiprO'cam.'ente. 1lnS&J1Un~, esiste il fatto d,e le i_dee anarclliche, ohe prima, d'al 1868 a:l 1877, erano s.tate discusse 111com.une nei congressi intem:i.zionali, ,perO che il congresso di Londr:1, nel 188), aveva mostrate in tmo ~t:Uo di cbollizio:n~ leJnJlOranea c~he non pole\'a durare, né produrire .un risultato ben cl1iaro -che qticsle idee, dun .. <1u·e, ro.ppresentate dal 1887 al 1890 da tanti uomini di vero valore e di grande eHiell,cia ,pe-rsonalc 1 non furono di.scusse i•nsfornc, depurate .cfo'~le lo:ro limirnzio11i, unilaterallit:°t ccl altre i1n-1J-erfezioni e vortate a·d una esr~ansione a cui gil1 _allora s..i,rebbero J>otute arri\'are sviluppandosi in sp'lendO're e forza nei quarant'anni ohe ~eguirono. E se non ci fossero stale quelle persone c~i esperte e dotare di tanto h1gogno, i gruppi avrebbero J>otuto esprimere un tale desiderio e vegliare aHinché si facesse un passo :lv:i.111i. Ed il progr:unnt3 dell~'Associazione", ;.J m~1nif&to pu1 bblica:to da Malatesta, qu:m4o to1·nO, in aettembre Jel 1889, eè (I) 1'radouo in iraliano col titolo "Tc1ra promessa'' [N. d. T.]. ( 2) Yn ceahi essi forono le,ta1i 1uua la vita da un aUeuo fraterno, che nessuna di• \'Crgcn:u d'idee riusci a.d intaccare (N. d. T.}.

j) suo progetto di ri-unirisi jntemazionaln1ente in partito soc.iali.staanarchicorivolu:io,wri<> (mam.ire:sto sul qu,,tJe, par:1gonan·dodo all'Organi::a:ione anarchica del 1888 in Spagna, "El Productor" del 2 otto'b.re 1889 -Antonio Poi, tlieer Paraire, poruo- sieri,ve: "é ]a stessa ispirazio1,1e, é la stessa nece:s,si,ita eentita, é la stessa ~ra'\ rneç()ln13nda,ndo ag'li ~Itri paesi di 6tudfare ~ 'moditare questo ]').rezioso doet1n1·E,nt)o, chi l'ha m~dit:uo dlloro, prescindendo dalfa ri'St3mp!l oonza conmrento da parte della Révolte del 12 ottobre? In Nnlt.i llllli, di tutte le dmnature, si sentiv:mo allora superiori ad ogni c:>m• hiamen10, in p013:5:esso di verit.i imnrnla'hi1i e ,so1>ratuno a,•idi di sbriciolare gli u1timi residui d'org3niz:r,.uione e di coesione che esis1ovano ancora, ero, dcndosi vernnfcnle :wa•nzati vicino ai po·ehi fossili che oredeVano aucora alle slam,'J}e~le o alle camicie ,d·i for:r,e d·erHe organizzazioni. · Por questo e per •una iSim;Je terrden~1 all~esa:gerazione su lutta la linea c?e11eidee, Merlino scrive nel bramo o:irnto: siamo anarchici; per0 anarchia per noi non é ai1wrfia .. . , ed aneti.e: co,1/ormare la propria condoua ai propri principi, propagare le i<lee con. i fatti, non rinnegarle con fati-i contrc,ri! C'é di suo, 3'llora, il •libro "Sociulismo o numopoli.smo?" ( apoH, Londra. 1887, 288 p~g.), H cui resto d'edizione si fece circo-fare come seconda odizione, Roma, "Il Pensiero'', 1906 (1). Se n'é ristampata una ,1>arte come "ObiP:io11i in voga contro il socialismo anarchico" (Ancona, 1892, 43 pgg.). ·v-engono dopo il "Manualetto <liscien:a economica" (Firenze, 1888, 128 cpgg.) od il ~r.m libro "l./ltalic telle qu'ellp est" (Parigi, A. Savine, 1890, 392 pgg.), l'analisi fotima di lutti ,gli aspetti dell:i vira politica e socia'le d'un paese ·vi'S1:1da un anMchico intelligente, un genere di lavoro che monca ,per qu.-isi tutti gli ahri paesi ~ che contribuirebbe a. che questi si conoscessero ,meglio e 6j emanci1>a.ssero daillc mistificazioni idella -scuola e de1b stampa d'ognuno di C3--SÌ rh:pelto agli altri. In fatto d'opusooli, si ha di suo "La fine <lel Parlamentarismo" (Napoli, 1887, 38 1>gg, in 16.0 ). il numero 1 della Bihliotcca Ruma.oi1a-s, a cu.i nu• ,mero 3, "La rmov<, religione", 55 pgg. (ristamrpato a Napo'li, 1890, 28 J>gg.) --( OSrogfoua la coll~"zionc della rivista "Il Pemi,ro" non vi abbiamo crovata uaccia di questa prcccs~ ~onda edizione. mentre Je altre pubblicazioni della rispectiva ca5a editrice vi sono sempre annunciare. La C0$:1 sarebbe st:ita anche poco in armonia con i criteri dei redano,i. Inoltre, nel numero del 1 m:irzo 1907 si fa fa recensione dell'edizione spagnola di "Socù,JiJmo e monopolùmo?", uscit2 2ppunro nel 1906 (Ed. Sampcre) e non si :ac• cenna affano ad una rettmc edizione itali:ma. L'unica spicgnione é che si uani d'una speculazione commcrciaie della dina 8:anldi di Mantova, che. "cdendosi ritirar:i. alla fine del \90~. la st:tmpa e l'amminismlZione dl; ''Peruiero", ne pubblic6 qualche numero apocrifo, cc,nndo di sorprendere la buona fede dc~li abbonaci e Jci Jeuçri, Ma é ros:a difficile da ,·crificare. Tra le alue cose é difficile che Merlino, collaboratore cd amico del .. Pensiero", lasciasse circol:are il libro, che non corri~pcndcva pili in'.eramcme 2lle sue idtt, come una nuo,•a e rc<enrc edizione, proprio nelr2nno in cui ~cntiva il bisogno di for pr«edcrc l'cdi• zione spatnofa da un':1wcm:nu :ii lettori in cui p;ul:i:va del cambiamento avvenuto nei suoi punii di ,,isca. In osni modo. 1x:r compktare ques1a nor:11.devo av\'Crtirc che ncll:1 collezione del "PcmitrQ'' di cui dispongo manca la copettin:1 d'ogni rivisc:1, in cui potrebbe esserci. st:ito J':1nnuncio di cui parJa Ncttl:tu. se il ,cmati\'O in (!Ucstionc fo~se s,aio facto re:ilmeme d2lla c:1~:1eJirri~e dcll:11riviita. Ma le :dtre pubblicazioni sono annunciate nel testo e b cos:a mi sembr:1 da csduJ~rsi [N. d. T.]. B blioteca G 'O E 1anc,

10 é, ere.do, an'oh'esso di Mer1ino. Non posso dare informazioni in questo momento sul n ... 2: "Allean.:h anarchica internazit>nale" (1887, 29 pg-g. in 16.0 ), pcrO é di Mer1ino e irappresenta W1':iniziati,va da ,parte sua di coordinare lo sforzo libertario eparso, .iniziativa c'he ,gli valse l'inimicizia feroce degli d~· t~an'siigenti>, amorfisti et a-t~zzatori -che, d'altra ,parte, si nmutennero str~- tam:ent.e oniti fra loro nella !or.o lotta contro ,la ,cooperazione e l'o-pera soli- '11:ile d'eg11.4 ahri. ·Merlino ,scrive inoltre: "Il nostro programma" (Na~i, 189Ò, 28 pgg., Bi'Olioteca del Gruppo 1.0 ~fog,gio, ll'.l.0 3) il <0ui ~oinlenuto non m•é resta.lo in mente, e "Le grandi questioni" (n. 0 4, 1891, 40 ipgg.). Nei "Profili <funa possibile organizzazione socialista" (da "Socialismo o monopolismo?") -parte daU:i contiuuit.i: "Nella -storfa, come nella 6"cienza, non c'é soluzione di continuita, •non c'é né l'auolutamente nuovo, né l'assolutamente vecchfo, ma solo ant~:enoo e ,consegu'ente, ca-usa ied' effetto"'. L'abolizioo-e della propriet.i irrdivi'dua1e "si presenta •c<mre l'epilogo d'una ilotta s·eeolare dhe c'introdurr.i a41:t fine nei domini d:ell'-asso'Ciazione". P-reve()e la -rivoluziorn'e '6odal:e q>er la fine del secolo. Allora "'dovendosi, pernecessitii di cose, impiantat"&Ì il 6istema nuovo s-u-1,ter-reno .sgombro per il crolfo <leJl'antfoo, moJti vizi di quest'Ultimo s'inoculeranno nell'altro e m-ollti ostaco-]j, che non isi ipot,ranno rimuovere al principio, r-imarranno. La mI0'\13 organizzazione ~fece OE-Servare Bakmrin- non ,sar:i ver.fett.issima, non ,.sar8 i'j'c:le:lle d'un'organizzaziouc socia•lista, per6 saré 1m -organismo v.ivo e pe,rfet• tihile ie ci6 basta ... " H terreno '6arii preparato d·a un "'periodo Tivo1 luzionari-o" ~che "'dovemfo essere Ja gestazione ,del nuovo or<l-ine socia-l<e,deve igi.i contenerne tutti ,gli el:emen1i e realizzarne o sboz"3rne tutt-e le rivendicazioni. .. " " ... La prima rivendìcazion'e da attuare é m<rrale: libe-rt3 illimitata del pensiero, della parola, -della coscien7,.1, di associazione tta gli individ·ui: eom.• pleta autonomia e indiprendenz..1 recipro·c-a degli indiviklui e dd1e 36Sociazioni, e, oll'infnori <ltel libero e sponumeo consenso ed (lccordo delle volo-ntO,. niente leggi promll'lgate o:d imposte con la fon-,a ... Libertci e rispetto reciproco: eoeo uno dei cardini della .futura societa ... " 'D-31-punto '<l'i vista <Sociale: " ... tla ter,ra, le niboohine, gli edifici d-el fa. vo.ro, /}'intero .ca,pit:l'l'e,mo.bile ,ed im'.m.obi,Je, se •lo devono aiµpr-opriare ipso facto g.Ji operai, e la tpro'duzione deve essere or.ganizzata e m'essa in moto, 6eeondo Je necessit.i del momlento, é vero, tper6 senzt1 offendere i ,principi infonnatori ,d'cl nuovo ordine di cose, cosi da potere, fin da,} primo istante, so~disfore i bisogni della •nuova sodet:i -senza !(l'ar foog-o a seoraggiainenti, sorprese, -tentati-Viidi Teazione. Tutto ciO si risolve nel'l'organizz.azione iru• ,nediata, in tulle ·le lo·ea1it.i. ohe avessero aderito al nuovo oiidine di cose, clelle associazioni o.pernie e nella regolazione delle loro relazioni ... " ". , . ln quanto al modo, ,>uO dacs:i dte .un certo numero d'operai di ~:li• versi meslieri e <di cohiv:llori delh terra .rimangano dove 60no, intendendosi tra loro 1per Jo scambio o per 1mellere in comune i rÌ'sp·cttivi pro<lotti di cui . El bhoteca C, o 81anc,

li 3hhiano reci.procamcn''te hisogno; e forse questo é jJ miglior consiglio che si ,possa dar foro. POS'sono anche gti indi-vid11i d'una ,data localit:'i, mctti:11no il caso, i coltivatori d'UIJla va'Sta -estensione <li terreno, -Oividers,,i la terra per cohirvarne un pezzo per .uno: oppure adottare un sislema Idi colti•vazione in gr::uule, a ,macchina, possed'cndo la terra in com:une. Possono gli operai i.n:dtfSt>ria]i,d'una localitii voler lavorare separata-mente o riuniti in associazioni di pl"o'duttori. Gli operai riuniti Ì<n-associazioni q>ro,Juttrici {co11 i propri mezzi ,di lavoro) regoleranno di con1,,11n·e accordo il lavoro, fo sua durata, la direzione tecnica, il com.penso per il lavoro fo difetto, l'istru:io,ie e la pratica pro/essio,wle, a parte d'ahre materie che credano dover includere nell'oggetto IClella loro as-sociazione. ''Tanto i mo-Jti ohe lavoreranno "in connme, qua.nto i poCihi ehe bvoreranno ,separatarrruenle, potranno convenire 11el mettere in connrne j loro pro1<1oui, ~a depositandoli in un 1nagazzino com.une p·er prOV\'edercisi quando ne abbiano bisogno, isia s0'1'.Misfaccnd'o direltamente le loro neees.-sitil, o per lo m'eno le rpiti ir1l!po·rtan1i, in comune: p6tranno, 1per ,e~cmpio, abitare in grandi dimore contuni, fare, un pasto couwne o pN:'ipararlo in co1nune". ecc. "E ,•iooversa, •J>otranno ·gli O'perai non .solo voler abitare separat~unwte e ,soddisfare separ:atamente ci ,prO]lri hisog.ni, 111a anc·he, Javornndo insieme, distribuirsi i !J)rodotti, non in ,ragione delle foro 11écessitii. ma !!Secondo j,] lnvoro e:rfettuato. come 1J)rO'J)Ongono i collettivisti, fissando una unitil <li nrisura delle cos~ che rverrrebhc acl essere l'ora cli lavoro e valutando la qualit.i di Javoro ef!euuato con boni <li scltmbio, jmplicanti il ,dirjuo <li ritirare una <lnta quantit.i di prodotti, verO ristreui aJl'uso personale, ossia intrasmii:;si, bili, e validi 1per un l011ìJ)O •limitnto. cioé non accum·ulabili. .. " PcrO ci sani ,per tutti i lavoratori •clell'avve,nire una gran <1uantit.i di cose dle non potranno fare altro ohe in 'Connme, ta-li CO'ITlel'approv,•ig.ionamento di materie prime. lo scamrbio dei prodotti, l'assiuurazione contro gli accidenti delJa vrocluzione. ecc. Per queslù, tutti sentiranno "la necessitil di feder:tJ"'i';i su una base territoria-'1'e (,e, in certi casi, randhc profestiona1e) ... Jl comune -sani la federazione deHe a-,~ociazfoni pro·duttr-ici ,d'una ,chna localitil o la feder.a,'jione di produttori indtp'en•de;nti". Infine, ,per le· comunicazioni da ,paese a paese. Je esplorazfoni 6denti.fiohe, ecc., ci saranno hcci 1 d'·unione tra i comuni e da paese a paese; '\le caralteristiohe dei patti socia'li, quindi, vanieranno secorl'do i tem:pi e $CCOrfdo i 11uoglri ... " •Le basi clei ,patti :saranno il lavoro d'ogni individuo capace, ]'equivalonza dei 'Servizi (<intcllcuuali e manuali), il -disinteresse eh solid•ariet<l univeris.nle. Questo sara il ipnincipio, a euj seguir<l "un movimento d':irdattamento. di miglior co,rnbfoaziorle, di ,pi\1 C-Qll:l ,divisione di beni e di J)iU proporzionata <lisN'lihuzione ·degli uomini .suJ.la SU[>e·rficie delh l'erra; -si corncerter:rnno JJatti di !:icambio ohe mitigheranno le diHer-enze di .possesso. tenendone conto nello scambio di 1lrodotti, eeic., ecc.. ,. 11 ri11110pro-gressivo é la cara.neriB bhoteca G

f\ 12 sti"a del nuovo ordine .sooiale. Dato l'impulso, l'umanit.i andr.i avanti,, avanti, vcl'l$O 1a realizzazione com'J)l<:ta del .suo ideale ... " Specialmente i v~nrnggi loc:lli ,saranno eliminati grad11a.Jmen1.e' dai palli ohe le localit.l rispe11ive .saranno ,forzate a ,coneerrnre con ,gruppi irtdive.n• denti che sappiano for loro fronte. e cosi, alla fine, 40 }0 scambio, equiJibrate le forze e le nccessii.i c.d cqui1>arati i mezz.i, sar:i una semplice distribuzione od una vera messa in co1111nnedei vrodo11i del favoro". Non ria5$um.o il resto di questo 'C:ll)itolo interessante, perO 6i sani visto d1e Merlino parte dalh minor penrezione degli foir.i I)Cr arrivare n11a inaggior 'J)Crfozione d'un'epoca che continu:t ad avan7~re verso la solidarietii. CiO $ignirica ch'egli non colloca l'abhoncbnza, la -prod'uzione <1uasi spontanea, il fon:unh.mo a&soh1to, al princif}io del nuovo 011dine, ma li lascia svilu'J)• parsi l>ulb bas-e d'una produzione regolare e scrupulo-sa, resa 1,ossibile d~,i palli tra uomini e gru,m>i indipendenti e dm .si sentono sem1>re 1>ill disinteres~ali ;1 c~H:!Sadelb loro vita solidale e Jibora. La amor/ia d'un'epoca d'ahitudini -solidali che garantiscono Pahbond-a11za non 1:t promette il ,primo giorno della flh•oli,zionc realizz:lta; co~:-iche gli ha a11irati rim1>ro,seri. Merlino ebbe untt r::tra occasione di fonnulare le sue idee com.uniste• anarehiche il piU sobria.mente e sucdntant'ente ohe 'Poté, nella cittaclolla del• l"cronomia boPglic~e. il Journal des Economistes di Parigi. invitato dal suo direllore. de .Molinari. Vi ::.orisse fa •ttntégratiou économique. Exposé <les doc1ri11es mwrcliiste.-," (J. <le3 Ec. dic. 1889. pgg. 377-390) e "Le ccm,ctèrc pr,aiquc de l'Am,rchi.(me" (gennaoio d'el 1890, pgg. 232 237). 11 primo ;.rii• tolo, .:,ull'integr:1zione e<:onomicn, a-p1>nn·e in opusco'lo italiano a Orosseto, nel 1902. 31 1,gg. 12.0 e ne1l'A<lu11ata clei re/rlJttari ('New York) dnl 29 0110• bre al 12 noven~bre 1927. Vedasi an'Ohe ne La révolte, del 15 marzo 1890, Polémique a11archisie. con una ,parola finale di Merlino a de (\lolinari. 1Diee. per csonupio: " ... •Do"e la 1>roduzione é colleuiva, la remunera• zion·c d,e) lavoro non puO e-ttere ahro ehe calleuiva e organizz;1ta in modo da soddisfare le neccssi1ii di tutti ... La razione e la ipresa a capriccio sono . ,due e.stremi del conti.:•mo; ci d manterr8 ugu:-tlmente lontani dall'uno e dall'ahro. l bi.sogni sararmo .1>rt:.vistied il fa"oro sar:i organizzalo per sod<licsfarli. La solidarier:i <5ti.moler3 coloro che si sono associali t>·er un lavoro, oltre il llniite ,de,ll'inte~e strettamente individua 11:c. " ... CiO non ostainl'e, le 'l"elazioni tra gli asso'ciati pO$SOno essere detcr• min:ue previa1nen1e ,d:1 palli )iberi e re,•ocabili d1e regolino, por esem~>io, la durata ddla giomata, •ruso d'ella m.aleria prima e delle macèhine, l'.im• piego dei prado11i e i modi di soddisfore i bisogni; ed anche le condizioni J)er Jo «ioglimenlo dell'associazione.. Tra i gn,ppi, cl1e si costituiranno ~11 una hase abbastanza ampi:t da poter osscre indi1,endonti e da poter concertare un:, intesa con criteri di lihert:l e d'uguaglianza, uno scambio comBtblioteco -.~ u rnd1 '"u

13 t>lem.cntare J)Otrebbc aver luogo per i pro<lotti d'indust11ie p:lrticobri come ~e industrie cstr~ui,·c. i tras-po'rti. Ja costruzione di navi, ecc .... " Rivendica, quimli, l'integra:::io11economica h>er la propriet3 co1lcttiva), int.el.lettuale (lavoro inle'Ueuuale e manu.t'le), morale (1>er Ja li.bcrt:i e le condizioni garan1itc delJo svi1u1>Po ·indi1>endente), volitica e sociale <lell'indiviiduo e<I j.J suo progresso co11ti11uoper m.e::o clelfassocfo:::iot1e, 'C conclude: " ... E intendiamo per anarchia (negazione dcll'autorit.i, negazione della 1l"C• gazione dell'uomo) l'affennazione deWuomo, la r.iven'dicazione .dei diritti im4,rescindjbili de11a natura wuana". iLa 1>refozionc a "Necessiui e base d'w1, accordo", la fimrn "Il gruppo eclitore» e tratt;-i il rprogr.anrma socialis1a-.anarchico-rivoluzionario; l'~ndil'ljzzo é quello d; E. Mob1csta (I). "Cre'<liamo ,necessaNo ·utc-ire d:1lle formi.de' vn.gtl1e e gen'enli di oui ci siamo spe~so contenl'ati, e, ~m•eoo di negare le difficollii che re:1Jm6flle -si presentano 1>er la trasformazione radic:1le della societii, dobbiamo :1ffrontarle e risolverle. ,con~idcrnndo non ·un n~•venirc lon1ano, ma de condizioni reali in tui :l\'r:i. luogo la prossinu, rivoluzione. "Ncll'ap11rofondire co.si 1 ,1>rincipi anarchici e nel di~eulere le questioni d'organizznzione e d·i tauien, dobbi:t1no tener conto, <SOpr~ttutto, delln neces• .sit;'t di J>Orre teriminc aU'isolamento a cui gli anardhfoi si sono condannati in alcuni paesi. al loro allonrnn.amcnto ,dall:1 ,.mnssa 11>0-pobrc cd all'.incredibilc contrasto d'idee. di sentimenti e di condott.a che regna fra loro." Ecco <1uel che lfalntest:1 a\'cva scritto nell'ultimo per-iodo idei.fa sua vita, e C(Uel clic dove,•a tentire da molto te,upo, sopratutto a partire dalle impres6Ìoni lasciate in lui dal Congresso di Londra del 1881, espresse in un opu• scolo suo 111edito: "Orgcmi::a::ione e Wllicc,''. Nei) Jnarzo -del 1892 era appat"6u "La co11qui.sta tlel pane". di Kropotk~n, com1)ilazion·e d'articoli pubb1icati da lui fin '<bi 1886. Con lihri come questo, ci fu chi 'Crc<leue di ,poss&lere la soluzione fjnale, o. ,per Io meno, una -soluz.ione ctnasi del tutto so'ddisfac-enle. e li diffondev:1 con nssi'duit::i e corn-fozionc. Altri invece non ,ci videro ehe un'ipotesi 1>er.sona1c di Kropotkin, .s-oggcua a ciiticl1e e 1modificazioni, dello stesso genere cli quelle che abbiamo viste nella prefa:ione piU sopra cit:ita. ~ferlino constata la divensit:i delle concezioni anarcl.liche e le divergenze 1>raùche d'~Jlora, considerando che jJ periodo fo cui tali varieté e diver• (I) Nmlau s.lludc cvidcmcmcntc 2112 1i$1ampa f:manc dopÒ la guerra del 191-i-18 [N. d. T.J. Biblioteca G ~o R1anc::i

14 genze erano utili -;giaoché -servjvano ad educare gli spiriti all'indipendenza ed « mostrnre tutti gli as.petti d·el problema- era pas$alo. "Oggi la lllostra fun-z:ione é diversa: Ja rivoluzione s'n.vvjcin:1, i 1partiti socialis1i :rntoritari si ,sono arresi de.finitivrrmente ano Stato, e noi siamo destinati ad agire o ad eclissarci. Soogli::,mo: od arriviamo ad ~--sere noi anarc'hici l'anima della rivoluzione, o do'bbiamo rassegnarci a vedere un nuovo nugolo idi uomini politici .imipa<lronirsi del •mO,vimento". iCrede di vedere nvvicinar,si deNe tempeste rivoluzionarie, vede i lavoratori ,per,dere la fid11cia nei governi e rrei partiti, e vede sorgere correnli tl'opposizione lflegJi stessi 1partiti soc.ial-idemocratici (gli Um,bltiingige in Gernrnnia, allora, ecc.). 'Jìutto ciO esige che gli nnarohici s'intendano fra di loro. P.arlinmo francamente. l'anarchia é stnta imviccoilita, s[igurata, resa irriconoscibile. "Unn parte di noi s'é messa a doonmatizzare sull'avvcn..ire, liq,uidando le diHicolti1 con formule, nlentrc altri ,si sono dedic.1ti, sollo preteslo di non voler pregiudicare l'avvenire, ad annebbiare l'obiettivo da raggiungere; cioé l':mimn stess:i, 1'esscnz:a dell'anarchia, ohe vuol dire socieui organizzaw senza <mtoritci.. E, essendosi cosi ridoui aJl'azione individuale, hanno elevato alla categoriia di alte manife.stazion..i '3.lh1rchio1Yed,ei folli olle sono stati conirnessi sem,,re per ren,;ione contro le ingiustizie sociali, perO cJhe, non attaccando fo ingiustizie in -se ,sters~e,,sono incapaci di dist~uggerle. L'attacco aHa '()rOpricta de'l vicino, per esempio, non costituisce un attacco alJ'istituz-ione della propric1.:'1: lo stesso si puO clire per la Jon-a contro il princivio d'autorit.i (]). L'azion·e jndh•jduale, 1,uona conie propag:mda quando sveglia le .simpatie delle masse, é, al contr:?.rio, moho ,dannosa quando urta i loro sentimenti e <1uando appare jspirata daWinteresse individ1rnle. "Tnohre, non si puO generalizzare". Se tulli vi ~i dedicassero, sarebbe la rivoluzione; perO Merlino non lo crede 1>ossibile ... "solo .!.lcuni individui po,ssono agire cosi, grazie alla situaz..ione eccezionate in cui E-Ì trovano e a certe qualit:i pc.risonali; cd anohe questi non s:i ri!Yella-no tutli i gio·rni, né in tutti gli atti della loro virn". ln qu~wto alla massa, essa non concevisce a-llro che la ribellione colJetliva e, in questo caso, considera che non é contro il pagam'ento d'una tasa o -dell'affitto che insol'ged, ma iper la sua ema-nciipazione COm'lUeta. Non cito questi ragionamenti co11te ,definitivi, ma solo •per •10strarc che Mrerlino fece •una di,;oc-ussioneleale; .m·entrc che ci fu, e c'é forse ancora, ohi ha un'id,e,a esageirata J'eHe pel'ISecuzioni che fece soffrire agli ,i,llegalisti. 4'Qgni •progreeso si manifesra, prima, ndle condizioni e nell'amhiente ~i6 si applicJ. alle lotte omeriche degl'intr,mJ;8•mi conrro Cipriani. che era. souo cerci aspeui. Un idolo popol.uc; narnralmcmc bisogo:ava demolirlo, ma il modo di farlo Jimioui le simpatie per gli anarchici, iove<c di r:afforzarlc. B1bhotecaG

15 cl1e gli -5<mo ,pili favorevoli e di li si estende e puO generalizzarsi perfettamente; c'é di piU; rion votrebhc essere altrimenti. La massa, é costitujta dagli uomini dj vitalitll ed iniziativa minori, che non vogliono correre rj.scll'i od aspet1J.1no, quindi, di essere folle per agire, rimanendo anonimi. Per6 nl• lora non ~ una "emancipazione ,compJeLa" il loro fine, ma {ISSai s-pesso una ques1ione minima. Tra la ,ul'inoranza .di forte vitaJit.i e la maggioranza di viroJitii languente, c'é semp1·e .una differenza di svilu1>.po, giacché c'é differenza nel ,ritmo dell'intera vita·•. l\f.erlino continua: ''Aggiungfomo ohe ci so:no fotti -tali come il furtoche, quando non sono giustificati da una gran necessita, lungi dall'essere a1>provati cd imitati dalle massC, iso·lano coloro ohe li comn1cttono, circon- <landoJi di diffidenza e di odi. lnfaui, dove codesla spede -di azione é pre• valsa, gJi ,anarchici si sono trovati separati dalle m.'•ls.se, incapaci di tentare il minor movimento (]) e le loro file sono -state invase da gente ohe sarebbe stata meglio al suo posto tra i borghesi e gli .sfruttatori dell'operaio. "'l,',obiettivo hnmecliato dei 1>ar1igi.1ni dell'azione in·dividu.1.Je, come fine J se stessa, é iJ miglioramento dell'itrdi·viduo che la coim.pie. L'obiettivo inunediato dei sooi.tlisti stattllt.i, sono le riforme logislmive. 11 nostro proprio obiettivo immediato é la rrivoluzione ,socia,J'e"... Di qui ]'incompatihilitll Ira le tre tendenze ... ''In verit:l, aiamo separali da molto tempo <lai ,riformisti; in quanto ai partigiani di <ruesta .specie d'azione in1 dividuale di cui abbiamo parbto, é arrivato rl momento di rom.rtJcre comrpletamentc con loro. Niente ci lega. 'E' cvidenl.e ohe, .giac-cl1é non ammettono iné orgJniz, z.12ione, né azione cO'JJtut,•-a, non abb;amo niente da fare insieme. D'{thra parte, il genere di propa·ganda a cui si '(J•edicano é p-iutito:sto fono per toglierci le sinlJ)alie delle masse che per guadagrrnrccle. 11 popolo, nel suo· buon sonso, non comprerrde che si ipo-ssn anri,·are al socialismo, passando ipcr il borghesismo dell'ap,pro.priazione individuale". Q11es1aidecisione -di ronJJ)ere é il 1)3550 tanto incriminato. Ept)urc, ]a vita, n'ella sua varie1.:i inesauribile ed i1n))revedihilc, doveva mostrare ben J)rcsto clie tale 1>roposta fu un',fllusione, un errore. Arrivi) subito quel .periodo dal 1892 al 1894 in cui ]e azioni individua]i in Franicfa s'elevarono, da un ]j. vello sordido ad 11..111 liv.elfo d'alta riverirdioazione. di giustizia sociale. Ravaohol, un piccolo illegalista di provincia, fu quello che vendie6 le vi1time del Priimo Afaggio 1891 a Cliohy; e la sua perdita fu vendicata da qualcuno <:he se1>.peeliminJ-re chi si vantava id'avcnlo ,fatto arrestare. Ci furono V:1illant, Em-ile Henr.y, Caserio, le cui azioni jndividu:1Ji forono an:upiamente ,comprese, a1lora, da tutti. Se Pini fosse stato in libertii, avrebbe agito 'Come Ra,vachol, tro,·ando .per fa sua necessit:l d'azione un!\ marifestaz.ione diversa (I) Penso che ques1c siano imprefsioni e critiche dei primi di magsio del 1890 e 1891 a Parigi. B,bl1oteca G O I: I

16 dal furto. G]i Intransigenti, ,che io <S.'llll)ia, non si 4:listinsern in ,,uegli armi; fo (Juel periodo f:rbbricarooo quella quantit.i di giornaletti che insultavano Malatesta, Merlino, àfalato, ecc. La rottura con loro er:1 facile e veniva sola. Perci, tra g]j ,uomini della rivolm:ionc colleajva e gli uomini dell'azione individu:1le òel genere 1-,.ill sopra descritto, la separazione -era manifesta• nll1ente frmpossibile (1). AHoT~ MerJ.ino correva dietro a un'illusione. C'é una .soia vera separ.azione fra gli uomini: tra ,le persone -di valore auten• cico, b'l!OJYa fede, 1hontii e s-inceritll e JJCl'!Sone ol1e non Jrnnno tali qualit3 ~ valgono evidentemente ,meno. Da <1uesti u1timi non c'é niente da a,spettare in fatto .d'attivit.i ,wanz:ite ed il buon lavoro si Far,l senza di loro. Studiarli é cosa che d~pende dill'intcl-ligenza e da'l buon ·senso di ciascuno; eeusarli, oocu;parSi di loro, aiuta,rli, ,-a benissimo, ma é cosa d•'educatori, di medici, d'elemotsinieri .sociali, 1>er Klir ~osi, ma 111<m .degli auori e dei militanti a·vanzati, che han tanto lavoro in {J)rospeniva (2). Merlino ct>ntiim1a: "'Se nel terreno pmtico sentiamo fa neeessit.i di se. ,p:1rard chiarament,e da coloro che, pur chiamandosi an:1rchici e rivoluzionari ,conte noi, predicano o 1pratic:1no l'iso1amento, j} .ciascuno per sé, appena é necessario .dire che sia.mo, in teoria ed in J>ratiic-a,agli antipodi 1deg'li anar• chici individua'li-sti, e ... deBe idee di B. R. Tu·cker, che vuole fa costituzione e la garanzia deJl::t pr<Mpçiettl irtdivi'du.ale ... Finché .durcr:i 1a ,propri-et.i ind,ividuale ci sar.i sem1>re ,qualco3:3 dello Stato ... " Vre(bsi la ,1>olizia privat.:i ne~1i Slati Uniti. .. "Ogin:i resto '<li JlrO'J)riet3 impl5ca necessariamente un i:-esto di governo, e, reci:procam•ente, il minor vestigio di governo dari ( 1) Quesc'afferma:iione di Netdau é assai discutibile. Malatest'1 e Fabbri, che non s'allontanarono poi come Merlino dalla via maestn dell'anarchismo. mantennero su questo punto fino agli uhimi tempi della loro vi1a, con le nuurali sfumature ~r5?nali, _un atte$• giamento similé a questo di Merlino, criticato- qui da Nenlau. Si veda, _d1 ~uig,. Fabbri: "lnfluenze bor1e,hesi sull'anarchismo". Il fascismo, il totalitarismo russo, glt sv1lupp1 rec~nu dello Stato e del capitalismo, le armi atomiche e le altre ri"oluzionì tecniche e sciemif1chc sembrnoo a,·er portato ad un superamento dei problemi di quesm 1ipo (N. d. T.]. (2) Sia permeuo ancora una volta alla tradurrice d'esprimere un suo punto di vista in contrasto con quello espresso qui da Ncttlau. La distinzione che questi stabilisce fu le due otegorie di persone, non solo é difficilissima da riconoscere nella pra1iC3. ma é 3nche abbastanza :mificiale, a meno che non si faccia passare la linea divisoria nell'ìmimid. dello spiri19 d'ogni indi\'Ìduo, tre le sue buone tendenze ed i suoi istinti cattivi .. Non solo c'é vnolto da sperare dllgl'impulsi solidal_i dell'uomo comune, ma bisogna evit~re 11 formusi del •·complesso di superiorifi" d('l mihtamc, ch'C odioso e conduce alla dmatura di panito. Perché sia libero e non imposto, il "'buon lavoro" deve essere fatto dal maggior numero Possibile di persone. PJrlo soprarnuo tlel la,·oro ricostruttivo. ch'é il pili i~portante e difficile. La funi.ione del militante é quella dell'avanguardia e del formento lievmmre. Tocca a lui (per impiegare una vecchi:t e trita metafora) mamenere aCC('SOil fuoco nei momenti di gran tempor.,ale, quando le moltitudini si rinun3no; tocca a lt1i ~pcrimenrnre le prime costruzioni del nuoYO edificio ncl!e condizioni pili sfavorevoli, cercando di suscitare imitatori e popolare il deserto; a lui anche i! primo colpo di piccone nella demolizione. Se non riuscira a convincere la mohirndinc dd!e per~ne comuni a fare "il buon la"oro", sar:i un vinto o un dimuore, cioé un vimo due ,•olte. Dalla prima sconfina ci si risolleva sempre, dalla seconda solo con nuovi uomini, in nuove situazioni, in periodi diversi e 1icominciando dal principio. Cosi intesa ( e su un piano libenario mi par difficile intenderla divernmeme) non c·é differenz2 fond2memale mt la funzione del militante e quella dell'educatore {N. d. T.J. B,blioteca G ~o B1anc.::i

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