Max Nettlau - Saverio Merlino

23 tenz:1, ma quest:i: debolezza non fu cschrsi,va degli anat1chici; ancll'e 11 sin• dacalismo, rper c1uanto f\ltmore abbia fotto per <ruaJ.che anno, si sentiva im• polente, il blanquivmo si li((uefoceva graclualnrenle, e lo stesso tiuccedeva con i dittatorhdi de.l tipo di Boulanger, con i nazionalisti, con i monarcl1ici; insomma, ne::--:s-unofece una sola gior-natn ri,•oluzion:i.ria, in quasi ein(J'lCHl• t'anni. Di qui ohe l'an::i.rehfomo apoli1ico -individmdizzato o sOmllllenio'" neHa m:.~a sindacale- Qelb tribuna, del giorn:.1le, del <griuppo, s'evaporasse iper mille rinestroni, irrcapttèe d~azione, giaoolié azione non c'era. In Italia, l;mrnrohism.o rniHrnnte delle insurrezioni, almeno tprogeuate, <fol 1874, clielle bande de'] 18771 di tanti :1ltri piani concepiti, preparat·i, andati a vuoto o rinnovati, era im,p,regnato della voJont.i e d'e]lo spirito delle insurrezioni che erano .sboccate nelle guerre nazionali. Lo stesso si pu6 dire per il l"ie4)u-bbJioanesimo e il social~mo, specialmente clei ronrngnoJi; fino dia s,ettimana rossa del ghrgno 19U, da1>ertutto c'erano speranze, progeui, qunlche cosa d'organizzato e la fiducia di trionfore un giorno o ]'altro. Solo il marxi~o. ques1'im1>iaEtro dottrinario ehe ohiude i pori degli organkitni vivi, fec,e doclina1,e qucl be:U'inl[J)elO e contri'lmi, con tanti altri fo.t. tori, a far devbre ile Jlossibilit.i d'un gran camlbi:nnento verso la pi\1 triste delle aberrnzioni: il fascismo. Pe,r6. il /atto stesso che il fascismo riuscisse cosi corroplct.i1ltente ad imrpadronirsi tanto dello Stato <1uanto della societ<l borglrnse e overaia, dimoslfl.l che b cosa sarebbe stata possibile anche per delle forze rivoluzionarie; almeno c'erano delle possibiJit.i (1). Invece in Fra11cia, dove nO'n s'era moE,so niente dal maggio del 1871, né il socialismo, né l'anarcJlia avrebbero q}Otuto crenre nzioni rivolluzionarie. Gli sforzi gj sono quindi esauriti in direzioni differenti, e nessuno dei due metodi p,uO reclant-are la supedoritii; :tinrbe:due di,pendono in maS6imo grado •dall'ambiente c,he li circonda. Introdurre il metodo francese jn Italia, conte fecero gli anarelhici che dir.scntiv:100 da Ma'fatesla e d-a Merlino, fu un errore di criterio; e quando, nella <Sua critica del Primo Maggio 1890 a Parigi, i\falatesla consig1i6 di fo:r-e d'un quartiere popolare d·i Parigi un f,uoco rivoluz.ion::trio inesp11gn:ihile e battervis·i, o quando Krovotkin oredeva, verso il 1880 e qualche l'61T/po dovo, che la Co1wune siare.bb-ecisoT1tapre,sto ed in molte citt.i francesi, espressero nmbe·ch1e un concetto ugualmente erroneo. Naturalmente, furm10 consigli dati con cortesia, mentPe ,le critiel1e conlro Mala1esta, MenJino 00 i loro co"Inrj}:igni furono -condotte, allora e semipre, con la piU gro8S01ana mancanz3 di ri~etto (2). Non so in che ( l) Che ci fossero in Italia, nel 1919, delle possibi!iti rivoluzionarie é foori dubbio; per6 non mi par<- che esse si possano dt"Sumere dal trionfo fascista, che non fu una rivoluzione. ma un co!po di Smo, preparato nelle alte sfere e favorim dalla Monarchia, dalla Chiesa, dall'Escrcim, dal grande e piccolo opitalismo [N. d. T.J. ( 2) C'erano Slate stonature anche dove non si s;1;rebbeco aspett3te: nella risposta data alla leuer:>. di Mal21es1a e ?o.ferini o ( Londra, 1 O scnembre 1893) sugli italiani mahrattaci a Ai,gues-Mones, pubblicata nella "Rct1118AnarchiJtc", di Parigi, o.o 3, l'.5 settembre 1893. B bhoteca G 'O 81<.1n

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