Max Nettlau - Saverio Merlino

.. 18 pochi gior111i .:i'desaurire le provviste e ci troveremmo ben presto in presenza Jella fame e òella razioni. Un'altra conseguenza dannosa, pro·douo deH'er• ,rore .CH cui sol)ra, é ]a crOO.e.nza.. . che incilJa soeiet.i fut1.1ra baster.i un fovoro di dorata molto breve: un'ora, dicono alcuni; ventioinqu·e minuti, pensano ~Itri ... " NoWopuscolo, 1\ierJino di-scute i .princi1>i ,della rivoluzione, .prendendo come base il capitolo di Socialismo o nw,wpolismo? (1887), di cui ho dati ampi estratti: " ••. E' un rpunto ohe non. s'é di-&cm.sso ancora a·bh:n,."1.anz-a, perohé si ave~a J'oltimismo Idi 1cre:d:ereche tutto s'acoomo·derebhe ne'l mjglior anodo da'l momento in cui s'iiniz"iasse la rivoluziorrc e clre, agendo oias,ouno a modo wo, senza la rpiù piccola consid·crazion'e vertso tgW altri, la societ3 si troverebbe, ,ci() 1.1001 ostante, ,un buon giorno, or-ganizzata su'.lla base <fol'la IJiti penleua gi~:stiz.fa, ddlla più com_pl]eta uguaglianza. E' <1uesl3 W1''lltO,pia, :tma cperico-1osa utO'J)ia... Non ,c'é db sperare una simile miracolosa trasfor• <Jnazione deJla natura mnana: ta1le tra-sforJnazione ,s:i opeiierii dopo, piti o •meno lenran~'enllC, per effetto delJe nuove c-0n'dizioni d'esistenza; supporla istant11nea, contemporanea alla dvoJuzione, é mettere -reffetto tprima della cau'Sa". "Uno dei piii ,grovi p·erico'li delb rivo1 lurione é costituito da11a te.nd.enza c.hc gli uomini lrnm.10 d'inr1>orre fa loro volont:i, ~e loro opinionj, per amore o per forza. La violenza, anche se é messa al ser,vizio d'un obiettivo lodov()l]e, genera n:egli uni l'abitudine cli conrnudare, negli altri la disposi• zione ad ohhedire. Quando <ruesto succede, la rivoluz.io.ne é J.:,,erduta... " "La violenz:i, al pdnci:J)iO della rrivdluzione, contro j nemici aperti e se• greti, sarii necessarissima; verciO im1porta, per lo meno, orientarsi bene, arrestuisi e ,correggel'Si a tean:po... " "Oli operai ribelli non ,devono chiedere a nessuno il permesso 1.>e-r irn·p.:tdroninsi delle fabbrio.he, delle offi·cine, dei .nh1gazzini, de!lle 0.1-se e per istall:irvisi. Solo ohe qu-esto •non é ohe un pdncipio► un iprclimin:ire; se ogni gruppo d'o1>emi ohe s'é jmpadronito d'una p:irLC del c.1,pitale o della riocl1ezza volesse rimanerne vadro.ne assoluto, con esclusione ,degli ailtri; se un grup.po volesse vivere della ricchezza accaparrala e r,ifiutas,se lavorare ed .:t.Wociarsi con gli 3Ilf'li per l'organizzazio.ne del lavoro, si avrebbe, con altri nomi e in heneCicio d'.:tltre 1>ersone, la continuazione del regime al• tuale. I.a presa ,di JJ<>&e-ssop1,intith·a non puO, quindi, non essere provvi- &0ria: la ricd1ezza non sai;ii realmente c01nunizzat:1 ,..,Jtro che quando tutti si metteranno a ~avorare, quando 1a produzione sarti stata organizzata uell'interes-se coonruno.•. " Tra le due gr-andi cori-enti di r-ieo..,truzio.ne eeo11omica, l\'Lel'lino fa una E:ce1tagiudiziosa e indiperldente, dicendo: " ... Si, é vero, il ,puro e t""Jgoroso collettivismo itlOll é possibile, ,J>erché nranca la mrisura del lavoro indi-viduale e della qualit.i .relativa -d'ogni cosa. Il comuriism.o rigoroso ed assoluto B1bhoteca G Bianco

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