Pensiero e Volontà - anno III - n. 13 - 16 agosto 1926

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,. . I I O I • ' . ' • I ' . . . . E VOtiOf{TA· · , Rivista quindicinale di ~tudi sociali e di Coltura ~enerale . . Questa . Rivista vi·ve con le oblazioni volontarie dei compagni e simpatizzanti e con . la vendita al pubblico al prez~o per numero di Lire_ 1 in Italia e Lire 1,50 all'eatero • . ,; • "bilo Non anlniette inserzioni a pagamento \ . Spediamo la Rivista a tutti coloro che la domandano, ed : nche, a titolo di saggio, .a quegl' indirizzi che oi sono dati dai compagni come di persone che possono interessarsi alla nostra propaganda. Dopo un certo tempo s,ospendiamo l' inyio a chì non ci avrà fatto sapere che riceve la Ri• vista e la gradisce. Tutto ciò che rigwaràa la Rivista deve esset·e indirissato a « PÈNSIERO E VOLONTÀ.» _:_ CA..SEL~A POS'JrALE 411. - ROMA .. Le rimesse di fondi debbono essere fatie o per mezzo della Posta, o con vaglia bancarii, o preferibilmente con valute dei paesi gpeditori, in -lettere asf,ìlicurate, e debbono essere intestate o a « PE:VSIERO E VOLONTA.' » o a Err-ico Malatesta all'indirizmo: Casella postale 411- ROMA -j .. . MAX NETTLAU e ERRCOO MALATESTA: Internuionale collettivista • Coauai■mo anardhloo - SAVERIO MERLINO e LUIGI FABBRI: Ancora Stato e Son - Stato - LUIGI GALLEANI: Michele Bakuniu - CARLO MoLASCHI: n problema femminile - LUIGI FABBRI: I libri~ .. ' CATILINA e STRUGGLING : Binata delle Biriate - KossowsKY : Legsenda cli emanclpasione - GIUSEPPE FERRARI: P. J.. Proudhon (conti11uasione) ( ERRICO ?vlALATESTA ··1\ L·:- e 1\ F F 6' .. ., Co n ve r s a z i o n i s u I I' A n a r, e h. i s m o . . Seconda edizione su quella riveduta ed ampliata, edita in Bologna nel 1922. PBEZZO LIBE 3. ---- . (Aggiungere lit·e 0.80 per la spedisione raccomandata. Estero il doppto). Inviare ordinazioni accompagnate dal relativo importo a: ) lii ON TIC EL~•· T S 1111S T OC I. E Casella Postale 299 - ROMA ' F1\.S<2ISMe ·E OEMf>eRAZIA di Sll.VER·te MERLINe .... , I t - . \ . In vendita. i.presso.'' PENSIERO ·E VOLONTA' ,, f · Oa.aell&,.Postale 411 Boma al prezzo di E. ;1.so ~:per l'Italia e L. 2 per l'Estero■- ca l:jtno anco I • J

,! ~ ., e - ,. . . ..... . " •♦ • I +• • • ' ~. Anno Ili.~·_ N:.· 13~ , .. . ', 'r' ' .. ~l: CasellaPostale N. ·411 :·,·.• :.: ·· Ròma~ ·· 16 . A'gosto1926 J · .·~ i ~ '\ \ 't.~ · \ • ., r •. . , .. ,. ~ t ... , •• a.. •• . . . ~ \ I I , • • • • • I .. I ri·te.r1;aZièÒEl.f8 .. c01lèttiV.ista . . I • <I \ I 1. o • • .. .. In, generale noi ci asteniarno dal riPubbli- mi economici el,~Ìborati ron -q,r;-a p;ecisi<?ne as- ~ care ciò che è stampato in Fede l, per~hè c_re- .. _sol~tat quell~ di_Kro,potkin e di Tucker, che .. diamo che· i. nostri lettori leggano quel pèrio- si escludono,' sono reciptoca=mente ostili, e dico : e sé' non lo fanno~ .~to,:re•bbero fa,,yl:o. • : ch,e, mettendo dinanzi .a. l; pt10blieo ,due prete· ~ Però questa vO'ltp, faccianio eccezione alla se soluzioni· ,economiche con pari fiducia e 1 regola riproducenldp l-4.articolo di Max J\[ et-. buona fe_de, nq,n mi pare che agiscano in n10- . tla-u, apparso nel numero 126 di Fede! (15 do_ del ..·tutto pratiço. Si ·ram·ménter.anno le . lUiglio 1926), sia Per la sua importa1nza in- grandi lotte tra- Pru<lhon,iani ,e Collettivisti it;t 'trinseca, sia perch,è abbiamo noi stessi qual- Francia e· nel . Belgio dura.nte -gli· anni da] che cosa da dire _sulla questione, sia infine 1867 a~ 1870, e l'Lnternazionale sarebbe stata .• per riParare come possiamo all'ingiu~tiziç,, in- più forte in occasione della guerria e della Covolontaria clve commettemmo 'Versò il Net- ·mun,e-se.nia queste divisioni, e si sa cpure in tlau traducendo e Pubblicando senza data ùn qual misura e ·da quanto tempo, già dagli suo articolo.(« A·narchismo. ,Comunista o in- anni trenta (1830), tanti an1ericani intelligenti dividualista? l'uno e l'altro. >>), che noi ere- e generosi erano affascinati dal .~istema indi- . deninid recente e che inveice era stato scritto vidualista- di W.ar_ren, copti1;1µato. qa. ~Tucker, : e pubblicato nel J914. ciò che vi ha .c.agio~ato ~ ia.ebolezza e- il ritardc, dell'anarchismo collettiv.ista e comunista che, ancora oggi, .. è 7 q'uasi interamente lrln1itato .agl'immigrati tedeschi, ebrei, russi, Posso tare qualche osservazione su di un mio articolo, tradotto in Pensiero e J7olontà, discusso da, E. Malatesta, ed anche' da Gigi Damiani in Fede!, 113, 114, r 16, a [)roposit0 delle soluzioni economiche comuniste ed individualiste proposte per l'anarchia·· futura?· Vorrei far notare che sono estraneo .a1la ri,· stampa del mio ·articolo, 'fatta· dapprima' nel giornale ·.americano T.he .Road to, Fre~dom; poichè questo articolo era stato già pubblica_to nel febbraio 1914_ .su F~eedom (Londria); c'era allora unai quantità di lettere, e una mia replica, nel maggio l9l4- .L'articolo fu traidottÒ allora da E. Armand •h.ei·st1oi Refractaires e mi ricordo d'llll;:t bteve ri51posta, rifiuto asso .. luto, di. B. R. Tucker. Prima dd ristampare in America questo articolo dodici anni dopo, mi si s_areòbe dovuta ojj.rire la 1 possibi,lità di rimaneggiarlo, ·qualora l'avessi creduto neces~ sanio, oppure vi si sarebbe dovuta mettere la- . i data del 1914. f;iò spiegherà che _io non. ho l)ensato affatto . •alle ten1den~e individualiste im•· s~no ai mOVl' menti çomunisti anarchici in Francia Italia . . , e altrove. · Non ho ,pensato che ai due sist~ ib ioteca Gi o • la CO i talianì, 51pagnuoh, ecc. · Mi è •parso che queste <l·ue 1 propaga,nde che · s'ignorano o.-si considerano ostilmente, potessero. èooperare o apwggiarsi a vicenda, con- · .. sta'tando semplicemente che non emettono dogmi o 1isultati ·acquisiti 1 · ma semplici ipotesi · di curi og.nllino .am.a.la propria, senza disprez- · zare .guella ·dell'altro, ,e che l'espèrienza liberà dell;avvenire deciderà se l'uno o l'altro o altri n1etodi dovranno prevalere- e se vi dovrà es-- sere un metodo unico o più a_'Uitò· , e· qu-alt, e in -qùaÌi condizioni s·peciali. Nel 1914 e' era dunque dalle duè ,parti, in tutte le lettere, un non possu.mU,s assolutò. · N.el 1926 il fatt,o stess~ ~he -ci si occupi di nuovo di que~to vecchio articolo sembra, mostrare clie l'esçltÌsivi.smo · d'11n .tempo ..s'è in-· debolito :., ne sono f.elicissimo. • Occùpandomi in questi ultimi mesi minutamente ·della vita di Bakunin dal 1868 al 1896 e inoltr_e, ancora adesso, della storia delle Ì•dee anarchiche dal 1864 (o 1859) a1 1880, il seco·n·do volum,e della storia sino ,

'290 .. - PENSIERO E· VOLON1'A'. _ I a1 1864 .p.ubblioata 'in tedesco, n,él 1925 ~ h<? seguìtò ,9awresso le· lotte del collettivismo nascente cqntro il Proudhonismo e sono. arrivato all'anno 1876; l'an'l10 del comunismo anarchico nascente~ iil più ambiehti é prima ancor.a idi KroJ)otkin. Una volta Vi 'veél,evo sempr,e un gra·nde avvenimento, il cor,onan1ento dell'elaborazione 1 dell'idea anarchica, - or,a sono I portato a vedervi invece una restrizione, una specializzazion,e, una diminuzione di questa idea e 1.a èausa della sua diffusione troppo lenta che noi tutti deplo- . r1a1no. Mi. spiègo. Quando il sentimento socialista f eoe respingere il Proudhonismo che, specie per i Proudhoniàni· dopo la morte <li Pro·udhon (gen·naio 1865) era diventato un sistema a:noddno ,di 1nutuo scambio, ci si basav,a su due concezioni ampie e fon•dam,entali: il carattere sociale degli esseri urµani e l'abolizione dell'oppressione e dello sfruttamento, cO'nsiderati e riconosciuti inseiparabili. Si era quindi contemporan,eamente contro lo Stato e contro il ca1pitalismo; si sostituiva allo Stato la Federazione liber.a ed al salariato il lavoro ,associato che garantirebbe ad ognuno il Prodotto integrale del Proprio lavoro. Ecco tutto; ciò bastò per Bakunh1 e i Giurassiani, per gli Spagnuoli dal 1868 al 1886 all'incirca, per gl'itali.ani sjno al 1876, ecc. Nessuno allora s'occupò di determinare nei particolari ciò che volesse dire il pro,dotto integrale del lavoro; si sapeva che si trattava del prodotto non falcidiato dal caipitalista e .dallo Stato e tanto bastava. A chi :avesse chiesto dei particolari si sarebbe risposto che non Si sapeva e che sar,ebbe toccato al gruppo, .all'associazione futuri di trovare mezzi pratici ed equi. Insomma, fu quella la . ' . minor preoccupazione. Una tale c·onceziione .poteva riunire larghe - masse ,ed_ effettivam-ente allor,a questa i~•ea collettivista rivoluzionaria fu sola di·nanzi agli operai di molti paesi ,dove i ,pochi Proudhoniavl, BJanquÌsti e 'Marxisti, 1 Fourieristi cd altri contavanò ben pooo. Là grande cor- . rente fu dunque allora anarchico-collettivista, posizione magnifica' che quella manifestazione {}Uasi spontanea del federalismo e dell'antistatismo che· fu la· ·Comune di Parigi, non fece che mettere ancora più iti rilievo. L'operario · si univa a coloro che lottava-no per k( solidarietà ,e per l'assenza d'op- ► ,pressione e di parassitismo; l'operaio cornpren deva ciò, ma temo che com'f)·rese· molto meno, sempre meno, quando una soluzione 'Biblioteca·Gino Bianco speciale fu elaborata ed GUS\Picata a p.artire dal 1876 ·e special1nente dal 1879-80. Vorrei citare ciò .che ha scritto J arnes (;uillau nie, il rappresentante più consapevole e tr~ i più intelligenti del collettivis1no della Intérn.azionale, nelle su.e Idèes si1,r l) organisation sociale (Chaux-de-Fonds, 1876, :agosto), o'puscolo scritto -dà:pprim.a ·nell'ottobre 1874. dietro richi,esta dì Ca fiero e circolante, a quanto pare, in una traduzione man,oscritta fatta da 1 Cafìero, un testo primitivo che sinora sem~ 6ra ,perduto. Egli sc1;ive dunque nel testo riveduto nel 1876 (pp. 16-17): « ... I pro~otti del lavoro ap,partengono alla co1nunità, ed ogni associato ricev,e da essa, sia in natura (viveri, indumenti, ecc.)., sia in moneta di scambio la rin1unerazione del lavoro da lui compiuto. Tn alcun.e .associazioni, que .. sta rin1unerazion,c sa'rà proporzionata alla durata del lavoro; in altre, sarà in ragi1one tanto della durata del lavoro quanto della natura ~ delle .funzionj adempiute, :altri sistemi anco"' ra potranno esser tentati e praticati ». « Questo problen1a della ripartizione diventa del tutto secoridario, quando sia stato risolto quello della proprietà e non esista·no più capitalisti che facciano una prelevazione sul lavoro delle m.assc. Tuttavi,a pensia1no che il principio a cui si debba cercare di accostarsi quanto più è possibile sia ,questo: JJa ognuno se,condo le sue forze, a,d ognuno secon•do i . suoi bi~ogni. Un.a v,olta che, .per merito dei •sistemi meccanici e dei progressi della scienza industriale ed agricola, la produzione sarà aun1entata tanto da superare di molto i bisognj della società - e questo risultato sarà ottenuto ·nelLo spazio di pochi .anni dopo la Rivoluzione - un.a volta che si sarà arrivati a t,al. punto, diceva1no, non si m1sur-erà ,più con n1ano scrupolosa la parte spettante ad ogni lavoratore : ,ognuno potrà attingere all'abbondante riserva sociale, secondo tutta l'estensione dei suoi bisogni, senza timore d'esaurirLa 111ai; e il sentim·ento morale che· si sarà sviluppato nei lavoratori liberi ed -eguali, preverrà l'abuso e 1.o spreco. Frattanto, sta ad ogni comunità di determinare da sè durante . ' n periodo di transizione, il metodo eh '·essa ritiene più conveniente per ripartire il prodotto del lavoro tra i suoi associati... n. .Io chieggo : queste osservazioni non otfron.o uno sche,na aniPio e pratico che avrebbe 1 potuto esser sufficiente per tutti? Guillaune ·desidera il- co·mu11isn10 libero, la « presa nel mucchio >>, n1a ha il buon senso di _çapire che . "essa prcsuppoùe l'abbondanza e sa che 1'ab-

.PENSIERO -E VOLONTA• r 29f bon·danza, non esiste sin· dal l}_)rinci.pioe bella e fatta per i prodotti, come a rìgor,e 1n un f I I ' t • p~ese di mo111 tagn~, ricco di sorgenti, esisterebbe, p~r l'acqua potabile: , bisogna prin:ia produr~•e l' abbondànza e allora st.: ne god~à liber.amen te.. In certi 1 paesi d'Europa si comprendono- ora queste cose meglio di unà volta, in seguito a una •dura esperienza subìta dal 1914. Si sa, in gen.er.ale, che il sistema capitalista non produce niai l'abbondanza, .perchè la sovraproduzio-ne crea. la crisi, dal mon1ento che mancano gli acquir:enti .. Questo sisterna è i11sepdrabile da un',enorn1e sotto-consumazione (consu111azione inferiore alla media norn1~~e) delle masse lavoratrici, cioè -è i·nsepar.a bile dalla loro frugalità ,e -dalle loro ,privazioni. Si è visto ciò per esempio, per gli alloggi, là dove l'aumento degli affitti fu proibito o rallentato durante e dopo la guerra, mentre che con le industrie, di guerra ecc., larghe categorie di operai guadagnavano <li più. Allora queste ne ha·nno approfittato per alloggiarsi un po) meglio, per stare u.n po) nieno stretti - e già la rnancanza d'alloggi è cliventata cata::>trofic.a in molti luoghi. Se quindi dopo la Riv,oluzione tutti· quanti volessero soltanto vivere wn po) n1eglio ,e lavorare un po) nieno intensam,ente, si produrrebbe una defÌcienz.a, u·na pe .. nuria tale che, se in q-iiesto niomento fosse realizzato il comunismo libero, la « presa nel mucchio», provocherebbe la preponderanza <lei ipiì'i forti, un regime che farebbe tor•nare i razionamenti, l'autorità, •piuttosto che creare il vero spirito libertario che .proprio allora, qato il nuovo ambi~nte, dovrebbe poter fiorire. Allor.a se, di fronte l-él tali situazioni, c';è chi non sa far altro che proporre il comunismo libero, la « presa nel mucchio » e .sempre la « presa nel mucchio », oostui rischia di rest.ar isol1ato, non sarà capito, opipure, se la « presa nel mucchio » soddisfa i cento primi arrivati, che faranno gli altri che se ne tQrneranno a niani vuote? Ci sarà la coda, come durante il razionamento in_ guerra, q La -lòtta a corpo a corpo? Un comunismo, senza .abbondanza è qµ~ndi un_ nonsenso, e bisogna .dirlo ('hiara- . . ,, mente. · Ma· taluni dei nostri sono talmente imbeccati dal1'insegnanrento oomunista, nient'altro che comunista,, dal 1876 e specil'almente dal ~879-80 che non vorrebb.ero saper11e, nè avc.r: -vi a che fa.re, dJft.na ·anarch·ia che noin fo·sse com:unista in ·tutto e sin daJ primo minuto. So c];le si è fatt~ eccezione per alcun,e tarità e prhnizi•e che saranno riservate ai malati, e . . ' . , . . ' Bibli·tecà Gino s.·a·nco sin1,ili partioo.lari, - n1a non. si vorrà mai am· n1e\tere una qualsiasi réstrizione a,pplicata a un prodotto normale : sarebbe il ritorno allo Stato, l',a:ppello alla cupidigia., alla nuova occumulazione di ricchezzè, ecc. A11ora 'il risultat,o. è: che· si resta al di fuori, 1n disparte, degli avvenimenti che non .produrranno m.ai una situazione per cui si ,entri dircttam-ente nel comunismo come si entra in un tram. Proprio com,e s~ uno desidere.ssc anche il primo o il secondo piano ·di una cJ.~:r1,senza volersi occupare dello scavo de11e fondamenta:.. . So che ci sono le migliori ragi9ni per pref crire un sisten1a più solìdarista a un sistematneno altruista, e che il buon oomu·nismo che· si realizza in ogni te1npo in molte famiglie ben munite è un tipo sociale 1più elevato de-· gli .accc}modamenti che implicano contt ~ re-· tribuzioni. Ma da ciò a ridurre tutta· la gra·nde lotta sociale ·al gran salto dall' ambiente a ttua le pr•ecisament,e in quell'ambiente del tutto ideale, questo mi sembra un ,desiderio capriccioso, troppo specializzato, èhe dovrà attpn-· dere molto e p~rderà troppe occasioni. . . La storia mostra in qual misura fu~ in1po·· tente il socialismo autoritario quando c'era l'ampio coUettìvi~mo an.archico dell'Internazionale - e in qual misura. è cresciuto il socialisn10 autoritario, <lacchè, preferendo l'eliborazione raffinata del più ideale comunismo libertario anzichè l'appello- all'azione collettiva delle masse, l'anarchismo si .è ritirato su di un terreno altissimo e nobilissimo, ma troppo poco accessibile e quindi isolato~ .Non sarebbe occorso 1il tnezzo pre.cario ed insufhci,entc 1 del sindacalismo, se lo stesso ~narchistno in-fine non ·avesse sentito il propr~o isola- ' mento. ·Ma poichè la .causa •prima, l'unilateralismo' con1unista~ non è~ stata ~limjnata, le sue relazioni con g 1,j operai attrav,erso il si:ndacalismo resta·no prive di esito. Non si sep.te, forse che le in1mense correnti che scatenerebbe una Rivoluzione non si lasc:er.a11rio incanalare nel OOlUtl'nismo libertario, così come 'non si lascia- ' . no .argin,are nel _comunism.o. J?olscevico ,o, come non si .lasceranno addomesticare dà. uù Tuçkc:r o ··anche da un Proudhon a pr~ti.care ·Peguale .sc0~bio, il mut.u~lisipo ?' ' · ·. · Solta·nto nell'Internazionale collettivista c'er,~ il largo ~hema che cçnvie.~e .a un ·:mov.imentu· internazionale, ed òra non esiste ipiù. Abbiamo ayuto P.UTe'un ,uomo, comunista <li cu:or,e,~ ma d! .spirito tanto la~~tQ'pa _çompre:nder tutto - Eliseo Reclus; avevamo gli ~ti- . •' ,, ... '' . '( nunz1a.tqr1 coragg1os1 dt ~n anarchismo senza ìpot~~i eco~9mica ~pec'ific.~~e panac~a, ·qua~i

' . . - . .. .. . . . . ... - . _Pl•:NSII!RÒ E YOLONtA· '_?·_.._.····-- .. _. _____ 292 _______ __:_---:---------'-------------__:_------------;;___;~ Ricardo Mella e Voltairine · .de ·. 1 Cleyre. Ma in generale avevamo ·~ abbia111o dei brillanti eSfPositori del comunisn10 anarchico, che però sono talmente affascinati da questo ideale, di cui nion contesto la squisita bellezza,· da avere quasi sempre il più profondò disprezzo per qualsiasi altra concezione anarch•~ca. Questa intransigenza si ,è risolta in ciò: che nel 1926, cinquant'anni dopo l'inizio di q'ttesta tendénza restritti~a, noi sian10: ben i)i1Y numerosi di allora - bene inteso -, ma se paragoniamo I ciò che furono tutti gli .altri niiocv1menti sociali nel 1876 e ciò eh.e sono attualmente) da questo .punto di vista ITTOn .abbiamo progredito. Perchè, nel 1876 ancora, r'Internaz-ionale c9llettivista, costituita a •partire dal 1868 ·dai Belgi, dai Giurassiani, dai ,Francesi co·n Varlin, dagli Spagnuoli, da Biakunin ed a partire dal 1871 dagli Italiani, -- questa Internazionale er.a la grande corrente rivoluzionaria dell'epoca _. ·e ,con le migliori intenzioni del mondo, credendo di migliorarla, -çl'abbellir]a, con l'esclusivo dottrin·-arisn10 con111nista la si è ristretta e rallentata. · · 'Ci si açcingerà mai a ristabilire le vere proporzioni, a ricostituire l'ampia corrente tollerante d'allora, quando c'era posto per tutti, quando nulla ha i11:1.peditol'avventù del comunismo anarch·ico, che pure non avrebbe n1ai dovuto çredersi a lungo andare l'unico er€de di t.utta l'Anarchia, la quale, per quanto simpatico esso sia, non può .arrivarvì se non dopo una larga e libera esperienza, non . ' . . g1a come una azione auton1atioa o spontanea che sarebbe semplicem,ente il n1ir.acolo. Ecco le mie .impressioni che sottopongo alla critica ·dei com p~gni- , I , ' ' .. ~AX ~ETTLAlT I ' · lo son 1d·accordo con il con1pagn-o Nettlau che è un d~nno per la propagazione. e la pri- . ' ma, necessan1amente grac1u.a1c, r·ealizz.azione dçlle idee a11archichc, il presentare il comU:.nismo come' l'unico _modo 1di vita 1 possibile ed accettabile in regime di non-alltorità· e credo - . ' come lui che una sola ed unica solu~ione dei problemi economici, •applicabile a tutti e in tutti gli ambi,enti mal si concilierebbe col principio di 1ibertà che sta a base de1l'anarchisn10. Forse ·è vero che una certa strettezza di idee,. U:n certo· don1matismo ·si possono annoverare fra le ragioni - secondo n1e non certamente la principale - che h8nno in1pedito un più grande e più rapido sviluppo del nostro movimento. BibliotecaGino Bianco P,erò, poichè -siamo in sede storoca, e Nettlau è uno storico scru,I)<?loso ed avido di verità, son sicuro eh' ,eg1i vedrà con piacere ~he io gli ricot1di certi fatti, eh e possono ,servire ad una più giiusta distribuzione delle responsabilità che incombono ai più vecchi pro1')a.- gatori dell'anarchismo. · · · • L'I:rì-ternazionale, quale usci <la1 suo · Congresso di ·Basilea del· 1869 era collettiiista, n1a er.a -· anche nelle sue sezioni ,più avanzate ---- ,soarsamente anarchica. : Era colletti-vis·ta nei senso che si 1dava allora a questa 'parola, c:oè che la terra, gli strumenti di lavoro, tutti insomma j· mezzj di produzione fossero ·proprietà collettiva e che ciascun· lavotqt0 1 ~~. 8010 o .assooiato, avesse ·diritto · al prodotto integrale del· ?"llO lavoro; n1a non avev.a idee chiare e determinate sul modo come assegnare .a ciascun individuo o a ciascuna associazione la parte cli suolo, le n1aterie prime e gli strumenti che gli spettano, con1e n1isurare i1 lavoro di ciascuno e co111cstabilire un criterio di valore per lo scambio. Tutto questo do~ veva f.arlo « la collettività », e non si badava troppo al IJ.)ericolo che questa «collettività» potesse poi in rea1tà ,non essere altro che un << governo », cioè alcu:ni individui che si fossero 1 impossessati del •potere ed in1ponessero agli altri la loro volontà. ln Italia ·ci preoccupan1n10 molto di queste que~tioni. D'accordo con gli Internazionalisti di tutti i ,paesi sul •principjo che tutti do· vrcbbero essere lavoratori, che nessuno dovrebbe poter yiv,ere opprin1enao e sfruttando gli altri e che la fratellanza e la solidarietà fr.a tutti gli esseri umani dovrebbe sostituire la· lotta ,e la concorrenza ,per r,aggiungere uv benesser,e conqqistato a spese deg1i altri, ·noi pr~nsammo che nel collettivis1no restava un~ . . ragione di lotta per 'l'assegnazione dei mezzi ·-di produzùotJ.e più vantaggiosi e per il· valore che ciascuno avrebbe voluto dar.e ai prodotti proprii ~n paragonQ dei prodotti· degli altri. E dopo lunghe discussioni e polen1iche arrivamn10 alla· c;onc1usione che la' sola so1uzÌone che ·può realizzare l'ideale d1 fratellanza umana ed eliminare· tutte le insolubili aifficoltà della n1isura dello sforzo f.atto ~ del valore · dei prodotti ottenuti è una organizzazione comunistica, i1n· cui. ciascuno desse ·volo'ùtariam'entc .il suo contributo alla produzione e· consu1i1a~se liberamente quello che occorre ài suoi bisogni - pensan-do cl1e esclusa · così' dalla vita sociaJ.e· ogni ragione di lotta_ tra uomo e uomo sparirebbe pure ogni ragione di au torità ed og,ni desiderio di dominio.

PENSIERO E V0LONTA' ·; ---------::--------'---------- 293 E per queste ragioni i delega ti delle sezioni italiane dell'Internazionale riu111iti a Con- .gresso in quel di -F~renze nel 1876 votarono all'unanimità .meno Uillo - credo il Poggiali di Firenze - una risoluzione in cui si sosti-- tunva il ·programma comunista. a quello col· lettivista fino ad allora professato. La risoluzione degli italiani fu tosto accettata con e.ntusiasmo, prima in Svizzera q.ove risiedevano .a quell'epoca K~opÒtkin e Reclus e poscia da quasi tutti gli anarchici di tutti i paesi, tneno che dagli spagn·uoli, i quali in gr>ande maggioranza restarono ancora ~r molti 01t1nifedeli al programma colléttivista. Noi fummo, dunque, come siamo tuttora, anarchici còmu·nisti; ma ciò non vuol dire che facciamo del comu.nismo una panacea e4 un domma e non vedìamo che per la rea;- lizzazione del comunisnio occorrono certe con-· dizioni morali e materiali, che bisogna creare. * * * A ben clocumentare quale era il nosftro punto d1i vista valga quel che dicevamo nell'opuscolo « Programma e organizzazione della Associazione Internazionale dei Lav~ r.atori » ll)Ubbliooto à Firenze nel giugno 1884 a cura del giorniale « La Questione sociale ». Ecco tutto intero il capitoletto che in quell'opuscolo trattava ,della· questiione che ci occupa ora: « ~.,A PROPRIETA•_. - Abbfam9 già dettb che la proprietà inclividuale va abolita, anzi che l'abolizione sua e di tutti i pr~tesi diritti che ne der.ivano (eredità, ecc.) è la co:p-- dizione :neces~ria per il trionfo .della solidarietà. nei raipporti umarui. Diciamo ora qual· che parola sul sistema d'organizzazione che dovrà s~tituire il regjme della proprietà privata.· « L'In!ernaz~onale è stata per lung~ tempo collettivista; essa voleva cioè che la terra . ' le materie •pnime, gli strunienti da lavoro . . ' tutto quello insomma che serve all'uomo per E>sercitarela sua attività e produrre fosse . ' · [)rop,rletà collettiva, <li cui tutti avessero il diritto di servirsi per lavorare, e che qmnd~ :.il .ptÒdotto del iavoro fosse tutto intero del lavorator~. solo o associato. salvo la quota propo~zior~ale per le spese g•enerali. •((Per .consegueni.a le formule: A ciaso'Z!,-nO · ~e condo il P.-roPriolavoro, o, il che vale lo · stesso, al _ la'Voratd,re il p,rodo:tto i'.ntéro · c!,el suo lavro; - chi lavora ma-wgià e chi non Lavora non mangia, ad eccezione che non sia a causa d'illlJPotenza, riel qual caso l'ina· bile avrebbe dirlttp. ad avere dalla società i mezzi per soddisfare a tutti i suoi bisogni- , cè Ma il collettivismo è soggetto a molte e gravi obbiezioni. ((Esso è, economicame~te, tutto fondato sul principio del valore dei prodotti, determinato dalla quantità di lavoro che richiedono. Ora il valore cosi definito è nmpossibile determinarlo, quando si voglia tener conto non solo della durata o, di a1tro elemento esteriore del lavoro, ma à,ello sfor~o totale, meccanico e intellettuale, èh'esso richiede. Di più, siccome le diverse parti del suolo sono piiù o m1eno ,produttive e gli strumenti da lavoro non sono tutti delfa stessa bontà, ciascuno cercherebbe 1di avér,e il suolo o gli strumenti migliori come· c.ercherebbe di attribuir.e il ll)ÌÙgran valore ai prodotti pro- ·prii ed il più piccolo possibile a qti•elli degli ·~Itri. Cosicchè 1a distribuzion,e ,i1egli stru .. , tnenti e lo scambio dei prodotti finirebbe col farsi secondo il •p,rin~ipio dell'offerta ~ della domanda, il éhe sarebbe riicadere in pieria concorrenza, in pieno mondo borghese. •« Ma soipr.atutto il collettivismo pecca per la sua base morale. Esso è fondato, coìne il borghesismo, sul principio di lotta; solamente tenta di ristabilire fra i lottatori l 'egwÌg-liMJ.zadàl plllllto di partenza. Ammessa ìa lotta, si ha necessariamente vinti e vincitori, e chi riporta la pTÌma vittoria acquista dei vantaggi che gli assicurano quasi se1IlJPre trionfi niagiiori. Il c61lettivismo è impotente a t,rodurre quella rivoluzione, qu,elLa pro- . fonda. trasformazione 'morale dell'uomo in ' seguito alla quale ciascuno non farà e non vor-rà fare ··una cosa che potrebbe portare datino ad altri, e perciò noo, potrebbe reggersi. Esso è incompatibile con l'anarchia; avrebbe bisogno di un ll)0ter~ regolatore e tnoderatore, che viceversa div-ènterebbe ~ppressore e sfruttatore, e metterebbe capo prima allu propti<:tà cor'pÒra.tiva e quindi alla ptoprietà individuale. « Per queste ragioni ·1' In t•ernazionale ha finito, quasi unanimemente, coll'accettare una soluzione più ampia e· pi°ù conseguente, che è la sola che rispond~ al-pieno sviluppo del prin .. cipio di solidarietà: IL COMUNISMO. Tutto è di tutti~ tutto è sfruttato a v:antaggio dì tutti,' ciascuno·. d·eve faré 'per la so·cietà tutto · ciò che le sue /orze gli Permetton0t di f<Lre ed . ha il diritti, di esig~re . dalla s~cietà il ;oiddi- . sfaciment() d:l tu.ttì i suoi bisogni, nella misura • l •

. ' 294: ._P_ENSIERO E VOLO·NTA' coiicessa dàllo Stato· della pro&uzion·e 'e ·delle forze sociali. . · « Ma il ·comunismo per· ,essere attu.abil•e ha bis-ogno di un 'grande sviiluppo morale ·nei membri ,della società, di u:n alto e profondo sentiment·o <li solidarietà, ·che lo slancjo rivoluzionario forse non bastera ~ produrre, tanto più ch,e n1ancheranno in sulle prime le condizion1i materiali che servono a facilitarne lo sviluppo, cioè una tale abbondanza di proctuzione che ciascuno possa soddisfare ampi.amen te ai suoi bisogni senza nuocere agli altri, ed ·un'orgànizzazione del lavoro tale che questo non riesca penoso. « Si •potrà' rimediare a queste contradizioni attuando immediatamente il comunismo solo in quei luoghi e quei limiti c~e le ciircosta:n-- ze !Permettono, ed accettan,do per il resto, ma transitoriamente, il collettivismo. Nei primi tempi, corretto dall'entusiasmo del popolo, risorto a nuova vita, incalzato dal 1 possente impulso rivoluzionario, il collettivis1no non avrà il tempo di produrre i suoi cattivi effetti. Bisognerà però, affinchè non ricada più tar,di nel borghesismo. ch',esso evolva raipidamente verso il comunismo. Ed è.in questo che l'azione di u:n partito coscientemente comunista, l'azione dell'Internazionale, sarà di una importanza vitale. « L'Internazionale dovrà l?ropugnare ,dap.. pertutto il comunismo, mettere in rilievo. i vantaggi ottenuti nei posti dov_eesso sarà stato applicato, c,ercare di far mettere ,in comune quante 1Più cose è possibile, e sopratutto reclamare l'applicazione immediata e completa ~:lel,comunismo (oltre che in quelle cose dove già ·esiste fin da ora, come acqua, strade ordinarie, illu,mina:nione, nettezza pribbli-- ca, ecc.) :nelle abitazioni, nell,istruzioo.,e, nella cura dei malati, nel mantenimento dei fanciulli ,e negli alimenti pù necessarii, per poi mano 111anoestendersi a tutti i r,ami della iproduzione ». .... * * * Io .non pretendo certamente che nel brano · riportato c'è tntto quello che oggi trov~rei da '.dire sull 'iargomen to. Vi manca una larga visione della complessità d1ella · vita sociale, non si tien calcolo sufficiente delle tenacità, delle ab,it~dini,_ dei pregiudizii, ,delle paure ))Opol~ri e perci,ò manca un sentil;nento ,adegua~o delle. _di.fficoltà. pratÌch~ .che si op•p,orr,eòbero ad un'attuazione 'rapida, ·e :generale · del comunismo. E sopratutto non. ~i ha. coBibliotecaGino Bianco scienza· del pericolo che la preoccupAzdone esclusiva della ,egùagtianza abbia a ·nuocere 'al sentimento ed· alla ptatiqi delia lil5ertà e generare· un nuovo e .. più esoso: disvc>tismo, clie poi n.atur:a1mente fin•jrebbe presto co1 rieg·are e lioertà e giustizia. Ma di questo abbiam trattato e tratteremo in altre ' . occasioni. Ora ho voluto stabilire che inoi, che in .. traducemmo il comunismo nel programma deli'Internazion.ale ,ed in quello anarchico, non peccammo ,dell'esclusivismo e d~ll'intolleranza che pare ci si vorrebbe • attribuire• Del resto basterebbe a provarlo il fatto che noi, •pur affermando e propagando sempre il nostro ideale comunista, g,eneralm,ente abbiamo 1 pref.erito, nell.e nostre •pubblicazioni e nel le i:iostre organizzazdoni, prendere il ·,nori1e generico di socialisti anarchici, appunto per non escludere da noi Le altre scuole dell'anar ... chismo; - e q·uando la degenerazione autorjtaria e parlamentare dei sociialisti ciemocratioi c'indusse, a ragione o a torto, a trascurare o abban,donare l'appellativo di socia1isti, ci chiamammo semplicemente anarchici, intendendo che anarchici non si ,potEva essere se non.si voleva un regime economico che garant1sse a tutti i m,ezzi di vita .ind~per..dente e cioè una libertà effetti va. * * * Dicevo dunque che, pur sup.ponen,do, nel nostro •entusiasmo ,di iniziatori, le cose più facili e più sem!l)lici di quello che sono nella realtà, noi non n1ancammo dii comprendere e di f.ar notare che condizione necessaria del comunismo sia l'abbondanza, e chie quest'abbon,danza non ·può prodursi in regi~e c.a,pitalistico. Partendo da dove noi partimm0, si sareb~e facilmente arrivato a concretare un programm,a pratico che ci avrebbe permesso d'influjre sugli avvenimenti storici ben più ,efficacemente di quello che abbiamo potuto f.are finora. Senonchè un fatto, che ag1i estranei p11ò essere sfuggito o sembrare senza importan-- za, .venne ad esercitare una influenza nefa- ~ta sullo sviluppo del movimento anarch~co, interrompendo e quasi proscrivendo lo studio _faticoso dei pr('.)blemi, che siam chiamati ~ risolv•ere .. E questo fatto fu la pubb1icaz10,. n~ i111 ·Francia di. _dne opuscold, di ·cui non sono riuscito a sapere con certezza il'. nome ··.df!ll 'autore : · ··« '1 . :prodotti , della- terra )). e << .1 prodo~ti deH'ind~stria »·- In questi optlscoli- si

• sosteneva colla statistica alla. mano (eh~, co-: • • \ ' 'I I • sa non si riesce ~ sostenei-e colla statj.st,tca qu~ndo -si 1 ,cop.su·~ta, ~ .tr~yarvì ~ confer~~ di un'idea preconcetta? !) . eh~ la terra . colt1vaUJ proc;luce oggi' ~oito 4i più di quello ~~~ occorrerebbe: perchè .tutt~ viv~ss~r~ nell'ab .. hondanza, e .che eguale· o maggi?re. sovrabbondanza, produce l'in,dustria. Ogni anno vri .sarebbe si;ato, qui:nc;li, u~ grande av;anzp di merce non co~sumata, ,che -non sj c~piya troppo che :fi.nefacevà _e '.Perchè i ca·pitalisti la facesser~' 'prodtirr•e e ne soPtportassero i1 ~osto di produzione quando poi non riusci-- vano a venderla. La cosa era assurda, ma era lusinghiera, e perciò fQ. subito creduta eù accettata.. •Era tan tç> comodo nella ·pr<;> .. paganda poter .'dire alla gente: « Voi soffri .. te la fame, voi avete penuria di tutto, ip.entre 1 granai, i magazzini sono ricolmi di roba che non s~rve a ne~uno: non avete che da stendere la mano e ,prender la » ! Il successo di quegli opuscoli ,fra gli ianarchcici fu enorme. E, come suole avvenire, non mancò chi, esageran,do l'esagerazione, disse che v'·era tamta roba avanzata che non solo non v'era bisogno di preoccuparsi dell 'organizm · zione della produzione in tempo di rivoluzione, ma che sii ·poteva viv,ere benissimo degli ava,nz~ esistenti per ·parecchi anni dopo la riv_oluzione. Tutto al 1 più ammettevano che si par lasse ,di organizzazione del consumo, ana in quanto ad organizzare la produzione era inutile che ce ne occupassimo noi, giacchè per ora c'era tanta roba da non saperne cp.e fare: al lontano avvenire penserebbero i posteri. Noi cercammo di opporci alla corrente, ma con fPOCosuccesso. Il talento. letterario e l'alto prestigio <lella personalità di Kropotkin avevano 'fatto accettare dai più l'infeltlce for .. mula della presa 1 r11el mucchio (1« la •prise au bas »), ed· i piit, interpretando 1per certo mol-- to grossolanamente, il [>ensiero di Kropotki~ ne, non dubitavàno che il mucchio esistesse e fosse praticamente inesa:urribile. Per~onalmente io, di ritorno dall'America del Su,d e di, passaggio per Barcellona, scrivendo sul Produt;tor di questa città, Tichia295 . .. . · ,Insistetti sulla. questione ·un po' dapper- . t~tto. Ne parlai allo stesso K.ropotkin, e questi, cqlpito dalla giq.stezza delle mie osservaztoni,', vQ11e far~ delle ricerche statistiche sulle. ri~erve alimentari dell 'Ingh~lterra ed arrivò alla conclusione ·che, se l'importazione . . . nel paese fosse- cessata, in. tre mesi si sarebbe ·morti 'tutti .di fame.! 'f * * * •I• I • .. , Om credo che quel periodo <l'illusioni sia definitivamente suiperato. Oggi Pesp,erienza delle carestie ricorrenti e l'esperienza della grande .guerra hanno convinto tutti che,. se lH potenzialità di :Produzione d,el mondo moderno è davvero immensa, la prod•uZJioneeffettiva è i:nsufpciente anche a garentire quel basso livello di benessere a cui il capitalismo costriDge i lavoratori. Oggi tutti sono convinti che per avere l'abbondanza bcisogna :J.avorare e molto, ·e che quindi i pr,oblemi del lavoro· e della produzione sono i ,più ililff:)ortanti, in vista di ognì trasformazione sociale. · Come d'altra .parte l'es,perienza russa ~ ddi-postrato, anèhe a chi crede nei metodi autoritarii, che il comunismo non, si può far~ per forza e che ogni tentativo q'imposizione porta fatalment,e alla reazione. Libertà e lavor0 sooo le condizioni del so- . cialismo (anarchdço, comun~sta, o d'altra specie), come sono del resto . le condizioni di . ogni iprogresso umano. . · ERRiiCO MALA TEST A. '. .. ' -bibtri rrieevàti ·· PEDRO ARCHINOF·F: Historia del mo11i wie.nto 1llachnovista, (1918-1921). . Prologo de Volin, traduccion de Volin ·y D. A. de Santi} .. lan. - Editor. Argonauta. Buenos Aires, 1926. . . . ; FEDERICO NIET~SCH_E: mai l'attenzione sull'assu,rdità della creden-- sioni s,u-i pre_giudi?i morali. Con. un saggio di • I • • za nell'abbon,(ianza e cercai di. d1 im0{,trare G. Brandes sulla morale- di- Nietksche. - Mila- .che·. il d~no · produtt9 dal sistema capttali-- no, Oasa editrice sòciale, Viale Mo~za -77.. stic'o. µop, è tanto la -ere.azione di un nugolo . di par.assìti, quanto quello .di impedir.e l'abbonda,nz.3:'possibile, ar'restando la .proquzio- ,'ne I al !Pt;lll~~ dove cessa -~1 prpfitto del '.~api- .·talìsta. · · · · ., ~ _. • • . , • ~ ("' ,,, •.,, t 1 1 , f • l • ., ; • . \ , • • r _t • • • t .bi" eca Gin Bianco FEDERICO URALES: Jugar·con fuego. Pu .. blic3:-~iones' de « La· Révista ·Blanéa >>, Bar celona. . , ., O • I •;1

, ,,P~~~lE,~q, ~ Y9LO~'_fA' • J ." i ç . ' .. I .-i\' • I l • I I f . •.. . ,··, ,;'.\ Caro Fah!Jtri~ , . . , •!. , • : •N 001 per voglia di , polemizzare, ma per. chiarire dc,v' è H -vero dissenso .fra 1r0i; Teplioo hrevemente al tuo co1nmento alla mia letterina nell'ultim0 n1 u mero di· (( Pensiie1·0 e Vololftà >1. • l . ' · · Tu· ·ammetti che un, n1i11im@·di forza sia necessa:rià anche n~flia: migl,iore. delle società possibili, ma <liici ~he· se1npre. è -mai preferire eh& questa for- ~ sia· ese1'cita,'ba. da.Ha ,~Jettività anz~chè da p,0èlii, ·che• non· manchenibbero · dì abusare. 0r,a te ia i.immruginaittu la coHetilività, che eorra. dietro, S;ùr.- ·1.eata. mano; M un delinquente P. la· colJettivìtà, u0min.i, do11n1e1v,ecchi e f aaciulii, coo irudoperi d1~ reirtalme-m,tela f 01rza, 1 • nei casi i~ .C'\!l)i questa si· ren- (C!llé h ecessar i a ? 1 • 0 1a..s~iiam.o11-pFoblem.a della forza, e prendiamo• quello delP 01"ganizzaz1one dei grandi interessi colletti,vi. Te la immagi 1 ni tu la .c@llettività che deliberi, i,n, n1assai su taM interessi, provveda in ma.ssa ai· mezzi• necessa,ri, dist:rribuisca le funzioni, stabilisca, 1€ norme secondo cui· procede:rre, eoillle, se fiosse- wi uomo, -solo-, e non wna rr.òltudine di 1!)ersorie (n1il-ioni · forse) d4 op1n•1oni- cl.ivieir.s•ee più o n1eno sparse su un territorio vasto per es. quanto Pltali 1 a o più vasto ancora? 0 sarà una ,co1lettività 1ninuscola, e allora il problema sarà di or·• ganizzare ie stabi1ire i rapporti tra le varie coNettività, esprimendo rla esse il pensie1'0 e l'a, volontà generale o comunie•. . Jio iri;tE>ngo che se la collettività no~ può pr?Cedere nella maggior pa rtie dei casi, dirò così, coilletti va m<:-nte e direttamente, non resta chei l'uni- .ca aftern3:tivt1 per es~a di procedere indire~taruente, per vi-a di. delegazione o mandato, per .mezzo di organi da •essa costituiti, con norme precise e con sanzioni efficaci. • • I r: Tutto ~ta che. la eoJlettività. conservi la sua· su-- . ' . J,~r,iorità> · s:ui suoi m,a11da.ta,rii, eh.e li ~orvegH, li .teng a, sè sog~ttL impedi~a loro .gli abusi e le pr,e.va,ricazioni-: e questo è il problema da risolver~ in p ra;tic~. .. Beninteso, àa solH9'ione del p1obliema non po.trà .a,ersi ehe ad una, condizio;ne, che gli indiv~duì, che compon'gQno. la ~ociet;:i,, ~ieno nieHa ·loro gran .. .de maggioranza intel1igent,i e attivi ed energici. :SP. no no, come d'i"<>evano i l;laroni SJ?agnuo1i al .loro re. . ,·PeF ~i·ò ~o no11\parlo ·aelJa. socjetà d"oggi, ma .di que1la, di domani, o del giorno dopo, - ~i quella ch€1 tu erl io auspichiamo. ' . Scusa la tiriter~ e credi-m~ a:ff.mo SAVERIO ~1:ERLINO. Biblioteca Gino Bianco. •i I .• I ., .... · I r, •• • • , • I I • I ' . Non. potevo certamente escludere che un i:µinf.. mio. di forza po.ssa e.ssie,r necessaria çl,n-che,.nella nugliore• del1e società, che sara. sempre Jontan~ &Ila pe1-f ezione; ma è bene ripetere che tutta ·ì~ eur111 ~ei comr>onenti tale società deve tendere ad eJ.iminare l'uso della forza, a sostituirla con la ragione, a pot€,rne fare a meno. • Mar pé-r ~uel tanto di forza. che non potesse es. sere .evitata, sarebbe puierile - chi lo nega? - figurarsene l'uso nell'atto che tutta una coHetti~ .vjtà. n,oJnini~ donne, v~c-chi ie fanciulli, rincorran-0, armata mano un eventuale delinquen't6. ()uàndo io dicevo cc tutti );l intendevo naturalmenit~. queJ.li che vi fossero interessati, che ne avessero là. possibilità: la forza, la capacità, ecc. Non vBdo perchè non debba essere possibile difendersi da un delinquente, metterilo ne11'impossibiJità èij nuocere, anche se non ci sl'a un corpo armato speciale per la caccia ai delinquenti. Ciò si riesce a· farie qualche vo.fta anche iadesso nelle località dove non ci sono gendarmi ; e quando non si fa è perchè la gente se ne disinter'€ssa, o pel'chè fida nell'opera dei gendarmi o perchè, p-e,r ragioni del tutto inerenti all'ordine di cose attuale j,e ripugna di assumerne le funzioni. In ' una società meglio organizzata, i gruppi sociali avranno migliore possibilità, di difendersi localmente, caso per ç-aso, da coloro cui non sarà re1nora ha.stante contro il male nè l'ieducazione, n~ il migliore ambiente, nò la scomparsa delle cause economi<'he del delitto. Malatesta diceva nel numero scorso, incident~lmente, qualche cosa che n1i risparmia di rispo~- tltre a Merlino die,l tutto da- me: << Che cosa bi~ sognerebbe dunq11e fare? Persuadere la gente che la sicurezza pu}>blica, la difesa del1a inco1iumità e <re,lla libertà di ciascpno deve essere affidata, a tutti; che tutti debbono vigilare, che tutti debbono mettere all'indiçe il prepotente ed intervenire in difesa del debole; che i compaesani, i vicini, 1 .compagnj d'i lavoro debbono alla occorrenza farsi giudici e, nei casi estremi affidare chi è riconosci11to colpe1V0Tealla -custodia ed alla cura d.i tUl n~a:qicomio, aperto . sempre al controllo del ·pubblipo. Ed in ogni c31soevi_t~re che la 1ifesn con;- tr.o i delinquenti. diventi una professione e ser~a cli pre,t~sto ~la costituzione di tribùnali perma,- nenti e, di corpi. a,rn,ati, che diventel):ebbero p~e~to strumenti di tirannid·e » . ., · M~, · p0trebbe obbiettarmi Merlino, se la. difesa contro, l~ violenza di (lUalch~ prepote~te O· del~pquente, {;he può farsi occasionalmente e localmen-

.. • I I-! I :d}7 · -----~------------------;_---------------~------- te non ba.stasse e ~e ne rendesse nec~&saria una ' -· . , . più.· es.tesa,. ·più. cpnt~nuafa, più . ;re~olaiie? 'Vi p'u~ essere i~fa:iti l'eventualità di aggressioni delP-esterno, o di tentativi reazionari o briganteschi all'interno; o qualche altro tenomeno del genere; ehe non saprei qui ·prevedere, ma Iìesò possibile da una crisi di una qualsia.si specie. Allora biso-- gnerà che tutti gli abitanti del paese o dei •paesi inte1·e'lsati 0irga.nizzino la. difesa armata con un ci·i'terio di praticità:, che non. ·1eda la Libertà e non riproduca il male· che si vuol combattere: non costituendo, cioè, un corpo di armaiti privilegiati e specializzato, ma tarmando- tutti gli uomini ·va.lidi e volenterosi, i quali poi organizzino dei turni di servizio o un modo pratico per poter aocorveire in forze sufficienti· in · caso di · pericolo dove occorre,_ rà. Quq.Jcosa·,.se non er1·0, di simile 'a cpme- Pisa .. cane concepiva la na~ione armata. Tutto ciò sarà possibile, s'intende, se i delin .. quenti, i violenti, i prepotenti da cui bisogna. difendersi saranno pochi ; se cioè, come diceva nel~ iettera precedente Merlino, il popolo sarà forte d 1 volontà e cosciente nel pensiero e nte<lla'zione . .-Se no no! Se no, cioè, oontinuerebl>e ad esserci ..... tutto quello che c'è adesso; e noi non potremmo far altre,, ~ome ed~80, ehe fai la propaganda e lottare perchè le cose cambino. In quanto all'organizzazione dei grandi 1n~ re.ssi collettivi, anche per ciò sarebbe puerile l'im1naginare -che tutti ne deliberino e vi provvedano · hi massa,· ~istribuiscan le funzioni, stabiliscan le norme~ ~cc. come se fo&-seroun uomo solo. Ma si tratta d'una questione prati.ca, tecnica, di org~ nizzazione che _. sempre che i consociati lo vogliano -. non sarà impossibile risolvere, partendo dal~ organizzazioni minuscole e !locali,· via -via, fino alle più vastè e generali, da.li sempliCè al com- -p]es!!o, dal· particolare all'univel:Sale, stabilendo i rapporti fra gruJ>pi, assoctia.zìoni, loca.lità, steir-Vffll> ecc. per mezzo~ di 1or-gani wppositi; di .uffici l statistici e di &cambio,· di una stampa specializzata; dì riunioni' e' congtéS8i, ecc. e per mezzo a,ltFesl di' die~ega~ioni o mandati, come · fo·stesso Merlin0 ~11ggerface. ·il· pi·oblein'a dei rapporti fra -I1acollettività· e i luoi' manda.tà.ri credo però sia da risolvèrsi più preventivamente eliminando lè éause dell'auto- . ' ri1 tarisxµo (sopra.tutto ìron dando a.i mandatari a;lcun mezzo matèriale che permetta loro di ·itnporst per ·for1a· alla collettività)', che non Teipres.,i~n- , mente, ciòè coi mezzi· antipatici delle ' ·sanzioni', della s~rvegl'ia·nza, ecc. IL che· non· 'toglié' che,' ·ove ~corra, si. poss,no anche pre~deré &lle ·p·recau- ·z1ohi di questo ·~nere.' Ma l\lér1iho còni.prèndè che dei ~andatati, rivestiti'·di d~laghe tècnich~; boù- . ' Bib ·oteca G·no Bianco -1ultiv~, esecutive, di funzioni e, non di poteri, e tlj funzi~ni 'che sian tlistribuite ·a, sécond'a · delle capacità .; no~ ·accentrate I d;a·utÒrità, tali 'man .. datari non potrebbero diventare un pericolo pei la libertà, anche se ve n'avessero tèndenza, perdtè non ne avrebbero la forza materriale. Lo stesso governo, se non avesse soldati ~- gendar.mi per _imporst ·non sarebbe J_)iù.un gov~irno, pe,rc4è ognuno potrebbe disubbidirgli impunemen~. , .. Ma a11che ,per .questa questio~ detlL'ovgan.izza.. zione degli interessi collettivi, delle delegazioni o· mandati, eoc., come più sopra pel. proble1na ae.lla tor~a, non ho che a. ripetere· il « se no no » di Merlino. Vafé a dire bìsogna p·resupporre « che ~li individui, che compongono la società, sieno nella loro grande maggioranza inteldi~tnti e attivi ed energici ». Non mi p~re ·che i] mio pensiero di verga molto, in proposito, da quello di MieTlino; il quale credo sarà d'accordo con me che il popolo non diventera forte di yolontà e cosciente nel pensiero iei nèIH~ zione, e gli individui componenti Ja società non diventeiranno, in maggioranza, com'ei li ·auspica, inteHig~nti attivi ed energici se. non attraverso un movimento che li liberi da. tutto. quanto econo-- mrorunente, politicamente ~ moralmente• impe<H~e loro di evolvere e progr~dire nel senso e nella .misura che sarebbe ·nece~sarìo. . , . ,, ... LUIGI .FABBRI .. i j • .• ! ' . . • j • Michele.. Bakuni:ti ' .... . . . , I 'Mi domandi· chi'. ·sia l'uomo· .eh-e ·oggi ____n.'.ella c:ii1quan'tennaria ricorrenza 'della motte •:.;;_· ri'e~ v·ochiamo alla memori'à'· ·ed aila riverente· ·gr~ tituditie 'dei' ·comipagni, :e ;.nt}Hé ~ sembi~nie; •n-e.llé gesta ric<?rdiamo purie ii' tè, minatore 'bhe negll -~.bissi ·della · terra ·ad a.ltr6 · destino=· nòn credi' &e non: sia di tenelire' e •di squalfdré• ei 'di ·si~nzio·; pure a te po'1ero sarvo della gleba, che sul solco iri~rato non f~1fdi 1 a tè stesso, ai figti, ai nipoti altra messe che di rr1iseria, di servitù •è' ·-di tacril. ·1ne;' :pure· a: i'~,·.' recluso · della · fabb:ric~,-ga.- leotto· 'dei cantieri 'sonaiiti. delfa · tua: far-ti:ca;- ~ frè:. n\en~i del tuo' vigore, ·ia,nsàtfti · ·della'·.niagica. ful-- za che 'erompe dalle tùe· b1.:accia··ed' 'abbatté· ·bgrii ostac'olo· e ·disarma ··ogni ·m1naccia e sorregge· ogni temerità e profonde ognj gioia ed è minisirn. ·'itie- ~~~usta di· prospérità e· di· vita; e tu, tu soggioghi, titano 'imbelle;· 'à;l éapriccio 1 • del millenario némiQO che ti ruba il pane e Ja p·a.ce,' ii audoré -ed ·il san .. -gue, la Jibertà · é ~'amonK , · •• • ~ • \

298 PENSIERO E VÒL◊NTA~ ' ' E' uno dei rari apostati "enerosi eh~ netl'oJimpo dei semidei, a cui le origini ari~to~rati9h~ l~ avevano innalzati, hann~ misurato la v~ragin~ s_paventosa,- nella quale il regime feudale, super: stite a tutte le rivoluzioni, travolge j11:diffe~·en~~ mente chi comanda e chi obbedisce chi ·gode.~ chi • I • geme, chi · sciupa e chi stenta., inchiodandQ qu;elli e questi · tra ~' orf?;ia e ·1a fame aila c~oce • • • J I della· stessa abbiezione; ed h~nno · avuto la temo1·aria auda.eia di insorgere contro la loro" cast~, .. , la loro ch1sse, tutto il loro mondo, di gridarne · fa vergogna, di concepirne, di volerne, ~i prepararne l,ai distruzione. E' nato dal grembo d'una Mouravieff, Michele Bakunin, sul cepp~ di . quanto ·aveva la ll,u.;sÙ\ . degli czar ,e del Santo Sinodo di pìù reazionario, .e -dai Moura.vieff era s~ato, fanciullo quasi, indirizzato a continuare le tradizioni aristocratiche ' della famiglia: a diciott'anni uffìcirule di artiglieria era 1n Lutuanìa dove il suo :reggimento doveva soffoèare nel sangue le ultime fa ville della 'insurrezione pola,~~a. La schiavitù gli era apparsa l'ubtimo strazio delFa carne e dell'anima. NeJ suo villagio ·di Priumachino tra i servi, docili· anche sotto il giogo, rassegnati anche sotto la naga,ika, aveva trascorso 1-a fanciulle21za gioconda. Non volle servire alla iirannfde ;, sentì ..dal cuore esubei:ante montar al volto la fiamma dell'onta, montare irrefreµ•abìli a le labbrà lo sdegno e. la bestemmia: gittò spada e pennacchi, irrise alle lusinghe dell'avvenire fastoso d'ozii et d'onori tr- ' removibile nef proposito di tornare al suo villaggi o e rifarvi la sua educazione. , Quando sei anni dopo - sed anni di studi severi dedicati quasi esclusivamente alle discipline filosofiche' con preferenoo sintomatiche pei filo- ··sofi del XVIII seco1'o - tornò a, Mosca a frequentare i corsi di quell'Università, egli ·era .tut- . t'altro. Intravedeva la sua ·meta,~ ne cercava Jl cammino, aveva forse, sparuto ied indefinito ancora, ~n viatico suo di conoscenza, di esperienza, di pensierì e di fede. Condillac e K•a.nt Fitche ed ' Hegel, non gfi bastavano più. Il pellegrinaggio intellettuale per gli atenei di Mosca, di Pietr )- burgo, di Berlino, di Zurigo più tardi; i c-0ntat+,i ohe aveva avuto eon Herren, con Turghenieff, con Wa.gner; l'ambiente politico defla vecchia Europa in fermento, mentre gli rivelano per una parte l'insufficienza deHie aspirazioni e delle battaglie nazionaliste anch~ ·considerate oome mezzo di ..-rnsfonnia~zione sociale} per cui aveva perduto fede nell~ leggi e nelTe oostituzi oni persuaso chie1 « la. Migliore delle costituzioni non l'appagherebbe » essendo oJtro il nostro bisogno ed il n.ostro ideale: tempeste e vita, un nu,ovo mondo senza leggi e perciò libero, - da11'altra parte gli davano la. Biblioteca Gino Bianco- • ----------- '• , l , • , .' • ·, f p1'.ec~sa visione _dei m~zzj a c·ui ,l'ideale avrebbe t ♦ • J ♦ • • O •· I- • I chiiesto i suoi trion.fi: lasciateci . confidare nella - • ' "' , I t • .. " • • • • tor,za, eterna, che distrugge ed an11,ient(l) perchè .c~sì s.olta_n~o edific(J) e. creçi. Desiderar.e la I distru- ,zi~ne .. s-ig7:ifica. desiderare la . creazi_o.n.e, la vita. . , . ' . . ' I • i !. 'I * * * · A.ll''opera di distruzione e di ·crea·zione non •CO~ nosoev1a barriere, non in sè -.che -non sapeva · contenerla nella critica ·corrosiva, · e. sentiva doverla integrare nell'azione no11 negli altri che .non · S~- "j;>evaniè voleva. •abband0na.ti a.cl un nemico il quaJe è dovunque lo stesso a dispetto dei diversi sim- - ·boli,· del di verso colore delle band.iieir3. · · Ciment.a la reazione colla stessa audacia in ·Germ·ania che gli~ intima il bando1, in A.u.stria che - . .. , . 1~ manda aHe fo~he due·: volte _e, commutatagli la. ·pena capitale in quella dei lavori forzati a perpètuità, lo consegna aUa Russia. che lo reliega in Siberia; si ribella alla chiesa ed ai dogmi della chiesa marxista come. di quella mazziniana; incsorge armato dovunque si schiuda una speranza a1la. rivoluzione, e si batte ·a Praga comie1 a Dresda, a Bologna. come a Lione. Ed i dodici anni di carcere e di relegazione _ la; carceré è quella terribile di Pietro e Paolo o di Schlusselburg, la relegazione è quella estrema di Irkutsk o di Tomsk _ non fiaccano la sua energia meravigliosa così come la perfidia vetlenosa dei sinedrii maramaldi del socialismo consacrato non ne scoraggiano la tenacia operosa. Si salva da que1le con una fuga f•antastica. attraverso H Giappone ed il -continente americano; contro questa reagisce tuffandosi anima e corpo a ri- .~~gliare iI proletariato sonnolento od ignavo per tutti i feudi del. vecchio continente, ,in Inghilterra ed i~ Isvezi~, in Francia, nol Belgio, _i~ J:spagna, in. Isviz,?Jera, in Italia, in un apostolato quotidiano, in tren.t'•anni d'apostolato e di agitazione che non conospono tregua o sfiduciai che non ) I • conoscono rischi .o peri~oli, e ces~an.o soltanto sotto il freddo a,rtiglio diella morte nel luglio del 1876 quando la morte giung-e inutile e tarda qu~ndo . ' al sole, ai venti dell'aurora da.I suo genio ·auspicata, propiziata . d3:lla sua abnegazione eroica, ,ondeggia:no le mes~i gaglia,rde e C(?nserti dallo stesso ideale., marciano, forrp.idabile, irrooistibile falange, i proletarii d'9gni patri.a vers,o l'annun- _zjata liberazione .. J * * * Puoi guai:rdarne anche tu, rispettos~ e riconoecente,• l'atletica fig~a erta all'qrizzonte su le . sogli~ dell'avvenire.. . . . Puoi fargli nel tuo cuore il posto che serbi ai

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