Pensiero e Volontà - anno III - n. 13 - 16 agosto 1926

, ,,P~~~lE,~q, ~ Y9LO~'_fA' • J ." i ç . ' .. I .-i\' • I l • I I f . •.. . ,··, ,;'.\ Caro Fah!Jtri~ , . . , •!. , • : •N 001 per voglia di , polemizzare, ma per. chiarire dc,v' è H -vero dissenso .fra 1r0i; Teplioo hrevemente al tuo co1nmento alla mia letterina nell'ultim0 n1 u mero di· (( Pensiie1·0 e Vololftà >1. • l . ' · · Tu· ·ammetti che un, n1i11im@·di forza sia necessa:rià anche n~flia: migl,iore. delle società possibili, ma <liici ~he· se1npre. è -mai preferire eh& questa for- ~ sia· ese1'cita,'ba. da.Ha ,~Jettività anz~chè da p,0èlii, ·che• non· manchenibbero · dì abusare. 0r,a te ia i.immruginaittu la coHetilività, che eorra. dietro, S;ùr.- ·1.eata. mano; M un delinquente P. la· colJettivìtà, u0min.i, do11n1e1v,ecchi e f aaciulii, coo irudoperi d1~ reirtalme-m,tela f 01rza, 1 • nei casi i~ .C'\!l)i questa si· ren- (C!llé h ecessar i a ? 1 • 0 1a..s~iiam.o11-pFoblem.a della forza, e prendiamo• quello delP 01"ganizzaz1one dei grandi interessi colletti,vi. Te la immagi 1 ni tu la .c@llettività che deliberi, i,n, n1assai su taM interessi, provveda in ma.ssa ai· mezzi• necessa,ri, dist:rribuisca le funzioni, stabilisca, 1€ norme secondo cui· procede:rre, eoillle, se fiosse- wi uomo, -solo-, e non wna rr.òltudine di 1!)ersorie (n1il-ioni · forse) d4 op1n•1oni- cl.ivieir.s•ee più o n1eno sparse su un territorio vasto per es. quanto Pltali 1 a o più vasto ancora? 0 sarà una ,co1lettività 1ninuscola, e allora il problema sarà di or·• ganizzare ie stabi1ire i rapporti tra le varie coNettività, esprimendo rla esse il pensie1'0 e l'a, volontà generale o comunie•. . Jio iri;tE>ngo che se la collettività no~ può pr?Cedere nella maggior pa rtie dei casi, dirò così, coilletti va m<:-nte e direttamente, non resta chei l'uni- .ca aftern3:tivt1 per es~a di procedere indire~taruente, per vi-a di. delegazione o mandato, per .mezzo di organi da •essa costituiti, con norme precise e con sanzioni efficaci. • • I r: Tutto ~ta che. la eoJlettività. conservi la sua· su-- . ' . J,~r,iorità> · s:ui suoi m,a11da.ta,rii, eh.e li ~orvegH, li .teng a, sè sog~ttL impedi~a loro .gli abusi e le pr,e.va,ricazioni-: e questo è il problema da risolver~ in p ra;tic~. .. Beninteso, àa solH9'ione del p1obliema non po.trà .a,ersi ehe ad una, condizio;ne, che gli indiv~duì, che compon'gQno. la ~ociet;:i,, ~ieno nieHa ·loro gran .. .de maggioranza intel1igent,i e attivi ed energici. :SP. no no, come d'i"<>evano i l;laroni SJ?agnuo1i al .loro re. . ,·PeF ~i·ò ~o no11\parlo ·aelJa. socjetà d"oggi, ma .di que1la, di domani, o del giorno dopo, - ~i quella ch€1 tu erl io auspichiamo. ' . Scusa la tiriter~ e credi-m~ a:ff.mo SAVERIO ~1:ERLINO. Biblioteca Gino Bianco. •i I .• I ., .... · I r, •• • • , • I I • I ' . Non. potevo certamente escludere che un i:µinf.. mio. di forza po.ssa e.ssie,r necessaria çl,n-che,.nella nugliore• del1e società, che sara. sempre Jontan~ &Ila pe1-f ezione; ma è bene ripetere che tutta ·ì~ eur111 ~ei comr>onenti tale società deve tendere ad eJ.iminare l'uso della forza, a sostituirla con la ragione, a pot€,rne fare a meno. • Mar pé-r ~uel tanto di forza. che non potesse es. sere .evitata, sarebbe puierile - chi lo nega? - figurarsene l'uso nell'atto che tutta una coHetti~ .vjtà. n,oJnini~ donne, v~c-chi ie fanciulli, rincorran-0, armata mano un eventuale delinquen't6. ()uàndo io dicevo cc tutti );l intendevo naturalmenit~. queJ.li che vi fossero interessati, che ne avessero là. possibilità: la forza, la capacità, ecc. Non vBdo perchè non debba essere possibile difendersi da un delinquente, metterilo ne11'impossibiJità èij nuocere, anche se non ci sl'a un corpo armato speciale per la caccia ai delinquenti. Ciò si riesce a· farie qualche vo.fta anche iadesso nelle località dove non ci sono gendarmi ; e quando non si fa è perchè la gente se ne disinter'€ssa, o pel'chè fida nell'opera dei gendarmi o perchè, p-e,r ragioni del tutto inerenti all'ordine di cose attuale j,e ripugna di assumerne le funzioni. In ' una società meglio organizzata, i gruppi sociali avranno migliore possibilità, di difendersi localmente, caso per ç-aso, da coloro cui non sarà re1nora ha.stante contro il male nè l'ieducazione, n~ il migliore ambiente, nò la scomparsa delle cause economi<'he del delitto. Malatesta diceva nel numero scorso, incident~lmente, qualche cosa che n1i risparmia di rispo~- tltre a Merlino die,l tutto da- me: << Che cosa bi~ sognerebbe dunq11e fare? Persuadere la gente che la sicurezza pu}>blica, la difesa del1a inco1iumità e <re,lla libertà di ciascpno deve essere affidata, a tutti; che tutti debbono vigilare, che tutti debbono mettere all'indiçe il prepotente ed intervenire in difesa del debole; che i compaesani, i vicini, 1 .compagnj d'i lavoro debbono alla occorrenza farsi giudici e, nei casi estremi affidare chi è riconosci11to colpe1V0Tealla -custodia ed alla cura d.i tUl n~a:qicomio, aperto . sempre al controllo del ·pubblipo. Ed in ogni c31soevi_t~re che la 1ifesn con;- tr.o i delinquenti. diventi una professione e ser~a cli pre,t~sto ~la costituzione di tribùnali perma,- nenti e, di corpi. a,rn,ati, che diventel):ebbero p~e~to strumenti di tirannid·e » . ., · M~, · p0trebbe obbiettarmi Merlino, se la. difesa contro, l~ violenza di (lUalch~ prepote~te O· del~pquente, {;he può farsi occasionalmente e localmen-

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