Pensiero e Volontà - anno III - n. 13 - 16 agosto 1926

304 PENSIERO E V0,LONTA\. ,_ I ' . : ' . •, I . AR~uRo LABRIOLA : .Una lezione di Taine_.- . · ~ (ll ,Quarto -Stato, di Milano. -· n: 16 ' del 10 luglio 1926). . • Labriola sostiene che i n-µovi re_gimi dispotici datano tutti' da Napoleone· i, co~ l' acceµ.tramento dei poteri da lui instau.rato, mentre tutti i regimi dispotici a,nteriori, d~ll'assolµtìsmo monarchico, lasciayano un notevole grado di autono,mia a numerosi ordini della popolazion.e, come il clero, la magistratura, le corpora.zioni di .arti e mestte,ri, la scuola, ecc. E' invece con Napoleone I che è so-rto lo statàlismo, superstizione per cui si crede ver·amente che lo Stàto sia qualcosa di diverso €, .superiore ai cittadini. , In un'opera. sul.« Regime Moderno » il Taine ha studiato benissimo questo sistema ché potrà essere utile a molta gente, giacchè per molto tempo lo statalismo è destinato ad essere if più grande nemico che abbiano avuto gli uomini. Potrebbe servire, inoltre (aggiungiam9 noi) a screditare quella. forma di culto ~ella forza brutale c}:iesi manifesta con l'ammirazione per Napoleone I: ammirazione che invano preten· de nascondere il suo carattere irragionevole ed antisociale sotto travestimenti letterari, storici e culturali. N a,poleone I aveva un carattere arido e tri-· ste; non credeva nella vita nè nella probità, ma solo nell'efficacia della paura e dell'intimidazione; e, hrutale coi parenti, \a ìnoglie, gli amici e tutti, non poteva, sentire l'ideale della, ~ib~rtà. Per lui la liQertà. ~ra il. bisr~gn,') di una.. classe poco numerosa di pers.J'l.~ più elevate t del com.une; e poteva quill,di essere coartata impunemente. Egli non concepiv~ la, libertà che come un diritto inerente alla P·fQ-, prietà ; e quindi solo i ricchi potevttno goder .. ne. Viceversa aveva paur.a della lil;ler,t~ : di stampa e di pensiero. Secondo lui solo. il:~- vrano doveva poter parlare al pubblico .. <Egli, stesso avev<;1,d, etto, in, CoAsi~lio I di .Stat9 che « importa che possano ~tampare solo coloro che hanno fiducia nel governo n. · · · · Insom.II\a il sostema n·apoleonico è « stata ii\ .. • I , I • l smo assoluto ». La religione dev'essere ·subordinata a.Ilo Stato; ci vu?_le una religione I?er 1 il pop9lo, dicev_a, il Primo Console) e questa religione deve essere nelle, mani del g~verµo: Nello Stato non ci debbono essere organizzà- I zioni di diritto privato comunioni auche so1o . ' patrimoniali, società, culti, ~rarchie, che non Bibliòteca Gino Bianco _dipendano dallo Stato. L' A. riporta il qua;di·o che Qel sistema napoleonico faceva il• ·Lamennais nella sua opera su} « Progresso della· Rivoluzione » • . « N a.poleone, non conoscendo il potere che sotto la forma del potere il più asso~uto, il dispotismo militare, tentò dividere la Francia 1n due categorie, ·l'una com.posta dèllà ~assa del popolo, .destinato a riempire i vasti quadri del suo esercito, e disposta,, per l'abbrutimento in cui',.voleva mantenerla ad un'obbedienia p~s- . , si va,· ad una :fanatica devozione; l' àltra più ele vata in ragione deila sua ri~zza, dov~va· condurre la prima secondo· le vedU:te del ca.po' ' . che le dominava entr.ambe, e per questo esser~ formata essa_~tessa entro scuole, in cui, mentre la si avvezza.va ad• .uI).a servile sottomissione, e, per così dire nieccanica, · essa acqu'istava le co~ noscenze relative all'arte della guerra e ad una amministrazione tutta materiale; i legami della vanità e dell'interesse dovevano poi attaccarla. alla sua persona e identificar la,· in qualche modo, al suo sistema di governo ». Quest'ultima concezione della funzione della scuola◄ il Labriola la vede in certo modo ri presa oggi dal Gentile. Ma, nota sempre l' A., tutto ciò_ fu fatto da un genio, genio malefico certo, ~a sempre un genio ; eppure il genio non valse a salvare N a-- poleone dalla catastrofe e dal finire misera~ mente a Sant'Elena, nè a risparmiare al popolo francese il disonore e i guai tremendi della sconfitta militare, di una duplice invasione e della mutilazione del suo territorio. Gli è che mentre i popoli stranieri si era.no rivoltati alla prepotenza militare conqui~tatrice dell' Iu1peratore, il popolo francese conculcato. all'i-..1t-erno e privato _d'ogni libertà era stato C,O$Ì anemiz~ato e reso incapace cJ~ opporr_e alcll.Jl~ f.9r.za ~al~da all'invasione straniera.. .Priyi, q~l~-1ibertà, i f:r;ancesi non avev~no più ,il S:e~tim~:qto di CO~- batt:ere per 1~ Françi~, m<Lper un u,omo.; e al:- lo!a, essere oppressi d~ ~ apoleone o I e.ssere oppr.essi dallo stranierQ era per essi la stessa • I • cosa. . , Da tutto quanto, sopra il· Labriola trae argomento per deplorare l'adulterazione dittatoria; .... le ed asia.tica del marxismo, iL quale, invece, secondo lui, è antis~atale. Però questo autista.talismo il: Labriola lo ferma e riduce nella. democrazia con relativa collaborazione .-di.. clas-;, se. Egli vuole sJuggire alla soluzione. c;Leni~»., ma ·non. pare voglia· -giunger.e fino. alla solu~ zioné «Bakunin>>-; •egli si· contenterebbe, pa,re, d'una -soluzione:,«Stua,rt _)Iij}*? .J..- elle .riser,~e-,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==