Gaetano Salvemini - Il Congresso di Firenze e gli amici della scuola

I ,_, BIBl,IO'l'EOA DELLA CRITICA SOCIALE Prof. GAETANOSAL\'ÈMINI (Perl'organizzaziondeegliinsegnanti) IL CONGRESSO DI FIRENZE • E GLI AMICI DELLA SCUOLA Centesinti 15 MILANO Uffici della CRITICA SOCIALE Portici Galleria 23 1902 B1bo eed C:, r :> B1anc" ..

Estratto dalla Orllloo Sociale, anno Xli (1902}, N. 22

Leggendo J)er un mese di seguito tutte le severe critiche, mosse dai tanti amici, <lella, scuola - dagli amici ci guardi Dio! - alJe idee che avemmo occasione di e~porre durante l'oramai famigerato Congresso di J?irenze, siamo rimasti davvero stupiti di tutte le infamie che ci uscirono dalla bocca. in quel malaugurato giorno del 24 settembre, e ci siamo domandati, rabbrividendo di terrore, come mai abbia 1>otuto aYvenire che 200 o 300 insegnanti cli scuole medie, fra i quali c'erano filosofi, matematic.i, storici, ecc., ecc., invece di giustiziare sommariamente quelle piramidali atrocità, le abbiano invece approvate con una votazione unanime che ha turbato la digestione a quasi tutti gli. ... amici della scuola. Che sia proprio vero quanto ha scritto un commediografo e romanziere poco fortunato - memore del tempo in cui anche lui insegnò in un ginnasio di Firenze, con quella ~erietà e con quei briHanU risultati che tutti ricordano - che, cioè, gPinsegnanti italiani sono una massa di imbecilli? A dissipa.re in noi il tristissimo dubbio, abbiam voluto rileggere il nostro sciagurato discorso; e - colpa forse B1bolec;élG r .J Bianco

-4di quell'immancabile amor proprio cbe non ci lascia mai esser giu,lici sereni in causa propria - ci siamo couyiuti che, se le idee eta noi esposte apparvero accettabili agli insegnanti i~tenenuti al Congresso e sono invece apparse erronee, inabili, illogiche, puerili, strane a tanti amici della scuola, questo è clìpeso dalla circostanza che i nostri ascolt-atori, da quelle persone intel1igenti che erano, compresero a volo il discorso parlato; laddove gli amici della scuola banno frainteso il discorso scritto, ed hanno bisogno di q_ualche benevola dilucidazione per giungere ad afferrare il veleno dei singoli argomeuti. Eccoci, pertanto, se non temono di stancarsi troppo facendo attenzione, ad aiutarli nella, ahimè, non sublime salita. E prende1·emo come Jlrimo ·gradino le critiche stampate da uno dei soliti amici nella. Jlt<lttsa del 26 ot• tobre, le quali sono come la sintesi di tutti gli equiVoci, di tutto le J>iù o meno ingenue meraviglie, di tutti gli s})ropositi messi in circolazione sul Congresso di Firenze. " Incomincia il Sn.lvèmiui - scrive dunque l'amico - col difendere il Congresso e la Federazione dall'accusa. di trascurare gVinteressi clella scuola j)er quelli degl'iu~ segnanti, ed a questo proposito scrive che i professori non cercano solo un miglioramento economico ma anche morale, giacchè vogliono essere garantiti dagli arbitrii del JlOtere governativo! Ma. questo significa. forse occuparsi della scuola o non 1>iuttostooccuparsi di sè stessi ancor più di quello che viene loro rimproverato? ,, - L'amico non ha. ben compreso nè l'accusa da cui io difendevo il Congresso, nè il modo della dHesa: l'accusa fatta a noi " di trascurare gl'interessi della scuola ,, è, a mio parere, così ridicola, che io non la credei nel mio discorso neanche degna di confutazione; mi òceupai solo della insinuazione lanciataci contro clai soliti idea.listi da stra1>azzo,che gl'insegnanti confeclerati si occupassero B1b oteco G,no Bianco

5solo " di volgari questioni economiche-· E la mia risposta diceva: 1° "cmzitutto è falso che gl"insegnanti mcdii sieno qui raccolti solo per chiedere miglioramenti economici: tratteranno anche di una gravissima questione morale, proclamando che non intendono più soggiacere senza garanzia alcuna al beneplacito amministrativo,.,; 2° " gl'insegna.nti si occupano alacremente di questioni scientiflcbe e pedagogiche in parecchie altre associazioni, e la nostra stessa Federazione ha per iscopo nobilissimo appunto il progressivo miglioramento degli ordini scolastici; e poichè condizione pregiudiziale a siffatto miglioramento è una profonda riforma nelle condizioni materiali e morali degl'insegnanti, cosl la Federazione specializza per ora l'opera propria in questo senso ,,. Noi non volemmo, dunque, difendere i colleghi dall'accusa. che si occupassero solo di sè ste:::si: volemmo affermare, invece, che gl'insegnanti convenuti a Firenze in rappresentanza di 4000 colleghi - cbe orrore! non è vero, o amici della scuola? - occupandosi per quella volta cli sè stessi, non trattavano solo un argomento economico (il miglioramento degli stipendi), ma anche un argomento morale (la fine degli arbitrii amministratìvi); e che entrambi questi temi - economico e morale - non vanno considerati come chìusi in sè stessi 1 ma come parti indivisibili ed essenziali di tutto un largo complesso cli questioni scolastiche, delle quali anche, accenna ramo alcune: per esempio, la necessità. di fare della. scuola " un organo di alta e disinteressata educazione nazionale ,,, il bisogno urgente dì migliorare gli edifici scolastici e tutto il materiale didattico, 1a necessità di organizzare su basi scientifiche Finsegnamento delle J ingue moderne. Ma gli amici della scuola, mentre sarebbero forse disposti a riconoscere con noi che un gabinetto ben prov• B t oteca C no 81 1rco

-· 6 - yisto di macchine ò indispensabile al buon insegnamento della fisica, non YOgliononiente affatto riconoscere che il miglioramento del personale insegnante per mezzo di buoni e seri concorsi, con incoraggiamenti concessi ai migliori e l'ostracismo inflitto agl'indegni, con un giusto e morale ed equo trattamento durante la carriera, con una condizione economica meno indecente dell'attuale, non vogliono riconoscere che un elevamento intellet. tua.le e morale cosi ottenuto sia indispensabile al retto funzionamento della scuola. " Giacchè infatti - scrivono sulla J1leclusa - è impossibile non riconoscere che, dato un ordinamento falso, Ja scuola non potrà mai dare buoni frutti anche se gU insegnanti fossero altrettanti Cresi e che, d'altra parte, a parità di condizioni economiche e morali dei docenti, sarà. più socialmente utile quella scuola. che vanterà migliore oi:ganizzazione. ,, - È: come dire: fate dei bei programmi di fisica; e quando anche il professore di fisica sia una be~tia, nominato senza cOncorso per la protezione di un senatore o di una cocolle, oppure quand'anche sia frastornato e seon- ,,olto dalle gravi preoccupazioni per la vita materiale della famiglia, a. mantenere la quale non basta il m.iserabile stipendio, quand'anche sia. esaurito dalle lezioni prh,ate che donà fare (quando le troverà) per procurarsi un supplemento di reddito, quand'anche sia esasperato e scoraggiato dalle ingiustizie e dagli arbitrii del Ministero, ebbene con tutto questo po' po' <li roba quel 1>roressore insegnerà lo stesso splendidamente la fisica. Noi, invece, che viviamo nella scuola e ne conosciamo le miserie, vi diciamo cbe con tutti i più bestiali 1nogrammi di questo mondo - di programmi bestiali ce n'è oggi parecchi - un buon insegnante riesce lo stesso a insegnar bene la sua materia, perchè il programma ce lo facciamo noi giorno per giorno, e noi conosciamo benone " gl'inflngin~enti e le coperte vie ., per lasciar cadere in vano tutte quelle disposizioni ministeriali, che riteniamo dannose alla. scuola; ma per bene insegnare, o con buoni o cOn cattivi ordinamenti scolastici, ò in81b ,oteca G no Bianco

-7dispensabile che gl'insegnanti sieno bene scelti, bene pagati, equamente trattati. Perchè, cari amici, ogni ora di lezione - voi non lo sapete - è un'opera d'arte delicatissima, per Ja quale occorre attenzione sempre vigile e squisito intelletto d'amore; l'alunno è un oggetto fragilissimo, che bisogna maneggiare con la massima cura e dellcatezza: una sola parola affettuosa può salvarlo, una parola brusca può scoraggiarlo e rovinarlo per tutta la vita. Il maestro dev'essere uno psicologo finissimo, e in certi momenti deve far anche l'attol'e: deve adirarsi e punire, quando amerebbe piuttosto ridere; deve dissimulare l'ira e il dispetto davanti a fatti, contro cui si ribellerebbe tutta la sua natura d'uomo. Ma perchè possa compiere quest'opera fine, difficile,. simile ad uno squisitissimo ricamo, gli è necessaria la tranquillità dell'animo, è necessario che la sua mente sia sgombra dall'ombra triste del bisogno e dei debiti! Come volete che compia appuntino la sua difficile opera chi ha ancora il fornaio da pagare e pensa che dopo la lezione pubblica deve darsi un gran da fare per procurarsi delle lezioni private, e riparare così all'insufficienza dello stipendio? Finchè ci allieta il sorriso pur troppo fuggevole dei 25 anni, la cosa non ò troppo grave: si ha flnanco il coraggio di ridere sulle scarpe rot.te e sui pantaloni rattoppati, si prendono in burletta le circolari del ministro, si tagliano i panni addosso al preside e ai colleghi anziani, si sfida con imprevidenza eroica il destino. Ma la santa primavera dei 25 anni, cari amici,. che forse non siete stati mai giovani, e non siete mai andati colle scarpe rotte e coi pantaloni rattoppati, che fin da ptincipio avete saputo " arrangiarvi ,, nel mondo, la divina gioventù non ·è eterna, purtroppo! Passano gli anni e scemano le forze e la croce diventa sempre più grave: si lotta fin che si può fra il bisogno e il dovere, e finalmente si cade. E allora l'insegnante va a scuola non più a creare delle anime, ma a guadagnarsi lo stipendio: muore il maestro e non resta che il mestierante,, gretto, arido, sflaccolato, non sempre scrupoloso, che si risparmia più che può, perchè deve ancora lavorare 81b1otecaG r :> 8, rnco

-8nelle lezioni rivate; peg1i non Yiviflca più la lezione col dialogo ininterrotto, brillante, geniale, non anima più le fredde parole dei testi col soffio ardente dell'entusiasmo. Tutto nelle sue mani si scolorisce e si deforma; la scuola diventa un laboratorio di riproduzioni mecca.~ niche, una fredda e svogliata occu1,azione per gli alunni e per il maestro. Ed ecco perchè si dice che i ragazzi lavorano troppo ! Oli alunni non dovrebbero lavorare a casa, dovrebbero imparare a scuola: ma il maestro, stanco, esausto, irritabile, in iscuola lavora il meno possibile; aumenta più che può i còmpiti di casa per compensare il manche\'ole lavoro della scuola; e l'alunno si annoin. e si affatica a casa e a scuola! Ed ecco anche la ragione, per cui la scuola non è, come dovrebbe, educativa. I giovani non si avvezzano al compimento del dovere colle volate retoriche, con gli entusiasmi a freddo e con le la\'ate di capo; ma coll'esempio; solo coll'esempio. L'alunno, quando vede che il maestro non sfugge in modo alcuno all'adempimento del suo dottere, che corregge i còmpiti con puntualità e diligenza, elle ò giusto fluo allo scrupolo e primo sempre al lavoro, si avvezza a J>Ocoa poco a fare altrettanto anche lui; im1>a.r8.senza bisogno di chiacchiel'e e di concioni a fare il galantuomo. Ya quando l'insegnante, fiaccato dalla fatica e dai dispiaceri, non mostra fen·ore alcuno nel lavoro, aYete un bel raccontare all'alunno la fandonia cli )luzio Scevola, che mette la mano sul fuoco, o la storia vera di Pietro )ficca, ohe sacrifica la propria vita al dovere! L'alunno vi ascolterà sorridendo e intanto darà un pizzicotto o una pedata al compagno vicino. E a questo 1mnto intervenite solenni voi altri amici della scuola - tutti idealisti - e ci dite che abbiamo certo " mille volte ragione 71 a lamentarci delle nostre miserie - e allora? - ma che faremmo meglio a " non trascurare grinteressi de11a scuola,,; quando pure non si degna di interloquire qualche "superuomo,,, comme-- diogrnfo e romanziere e insegnante abortito, il quale .,_ parla con conoscenza di causa! - ci dice: " prima 81bloteca G no Bianco

-9di fondare il Partito della scuola, scegliete il partito di far lezione bene! 11 È press'a poco il disinteressato con. siglio che si è compiaciuto di largirci un giornalista ufficioso di Roma, i cui parenti ebbero troppi favori dal compiacente ~1inistero in questi ultimi tempi, perchò sia a lui lecito insolentire uu Congresso, in cui si è chiesta ad alta voce appunto la fine dei favori! . .. E veniamo alla grave questione dei rapporti fra la Federazione e i partiti p·olitici, che anche nell'Avanti! fu trattata ·dal collega p. f. con opinioni che io non posso del tutto approvare. La Federazione nazionale degl'Insegnanti, noi dicemmo al CongL·essodi Firenze, non deve aderire a nessun par• tito politico, m~ deve tenersi pronta ad associa1"si, quando le circosta1lze lo richiedano, a quei partiti politici, i quali dei diritti della scuola si dimostrino validi e non platonici difensori. Ma poichè gl'insegnanti confederati si dividono politicamente in l!lille partiti - ed è questa la ragione, per cui essa non può aderire stabtlmente a nessun partito - ne nascerà. che, quando sia obbligata, non a confondere l'azione pro1H'ia con quella di un determinato partito politico, rua ad incontrarsi con esso1 salvo tornare a dividersi subito dopo, scoppierà in siffatte condizioni non di rado nella coscienza di molti un dissidio strano e doloroso fra le loro convinzioni come cittadini e l'opera della Federazione, a cui essi ap'par• terranno come insegnanti, perchò l'opera della Federa• zione si troverà in contrasto con l'opera del loro partito politico. Ma, aggiungeyo, l'opera individuale degl'insegnanti sarà sempre pienamente autonoma e non rimarrà in alcun modo vin~olata, se essi non vorranno, all'indirizzo dell'azione federale, e ad ogni modo sentiremo noi stessi il bisogno di sopire il dissidio, adoperandoci nelle file del nostro partito politico, affinchè esso non si 01,- ponga ai desiderii della nostra classe, oppure - questo 81b •O eca Gir>o 8,l!nCO

-- JO ·~ mi dimenticai di dirlo, ma sgorga logicamente da tutte le premesse - piantando una buona volta il nostro 1>artitopolitico, quando no11 ci sia possibile indurlo a cambiar strada, e ricordandoci di essere solo insegnanti e addetti al partito della scuola. - Questa poi è bella! gridano smascellandosi dalle risa gli amici della scuola: i.: se egli stesso riconosce cbe non di rado questo dissidio sorgerà, come può sostenere che l'azione politica della Federazione non vincolerà. in nulla 1'1lzione indiYiduale degl'insegnanti? E del resto, se questo fosse ammissibile, dovremmo ammettere anche che un Circolo repubblicano fosse composto di elettori monarchici! Se la Federazione degl'iusegnanti si associerà in qualche caso ad un partito politico, vorrà dire che i suoi aderenti lo sosterranno, indipendentemente dalle proprie opinioni, e cosl, ammesso che questo partito fos~e un giorno il conservatore, noi dovremmo vedere '.l're Stelle sostenere e difendere l'onorevole Sonnino! Potrà al prof. Salvèmini sembrare questa. conc1usioue strana, questo fatto impossibile; nia la colpa non è mia ma .... di quello che egli ha detto ,. - Niente strana, niente impossibile! o cari e disinteressati amici. A quella. conclusione ci nrrh•o anch'io; e quel f(ltlo è tutt'altro che impossibile, anzi è già accaduto. A Messina nei giorni passati, essendo sco1>piati degl'ignobili tumulti contro alcuni ottimi insegnanti, che aveva.no il torto di essere rigidi negli esami, tutti i giornali messinesi han· }Jreso le parti degli studenti, e tre deputati - due dei quali non si commos:;ero affatto 1>erl'eccidio di Oiarratana - telegrafarono al ·Ministero invocando un'inchiesta contro i professori! 'l'auto i giornali, quanto i deputati sono.... amici della scuola. e hanno sempre dichiarato all'Associazione di :Uessina di voler difendere la classe insegnante, e l'hanno difesa, n1>pena se n'è presentata l'occasione, nella maniera che ho detto. 'l'ra quei deputati c1era un socialista. Ebbene, io ho con• sigliato ai colleghi di Messina di iscriversi tutti nel Collegio elettorale di quel deputato - sono un buon centiuaio - e votargli contro nelle elezioni politiche. - Dunque ,•uol dire che ,,oi siete antisocialista; 1>erchè, Biblioteca Gmo Biunco

- li - se voi roste socialista e volaste contro il deputato del vostro partito politico, fareste come quell'elettore monarchico che entrasse a far parte di un Circolo repubùlicano. - Un monarchico, il quale per dispetto entrasse in un Circolo repubblicano, sarebbe un perfettissimo imbe• cille. Ma di monarchici, i quali, stomacati <lei candidati monarchici, votano per candidati repubblicani, ce n,ò migliaia e migliaia, e sono tutt'altro che imbecilli: sono persone che, vedendo mal rappresentati i loro interes:-:;i materiali e morali dal candidato del loro partito, yotano 1>elcandidato contrario alle loro idee politiche astratte, ma più vicino ai loro interessi concreti, nella speranza di J)Oter presto ritrovare un candidato monarchico meno odioso. Che se rra i ra1>presentanti delle proprie astratte idee monarchiche non trovasse sempre se non gente discreditata o dannosa, a furia di votare per i repubblicani per dispetto, finirebbe col divenire repubblicano sul serio ed entrare flnnJmente nel Circolo rosso, non per dispetto, ma per convinzione. Certo, un monar('bico obbligato a votare per un repubblicano de,•e sentire nel cuore una. gran brutta disperazione! :E io non nego che il giorno, in cui dovessi a :Messina andar a votare contro il candidato socialista, sarebbe per me una. gran brutta giornata; e sono ben lieto di essere elettore di un altro ColJegio che non posso disertare. Perchò in quel giorno antipatico io dovrei imporre a me stesso il seguente dilemma: ""Io sono insieme socialista, cioè aderente al partito che rappresenta grinteressi degli operai, e insegnante obbligato a direnclere gl'interessi della mia classe. Ora, il candidato socialista in una occasione recente ha mostrato di disconoscere gl'iuteressi della mia classe. Se voto per lui, clifenrlo gl'interessi degli operai, che ritengo giusti, ma danneggio i diritti miei: faccio insomma. come i professori conservatori, che votano 1>er i candidati militaristi, percbè ritengono giusto l'aumento delle spese mititari, e intanto si lamentano giustamente di esser pagati meno clei portinai; se gli Yoto contro, difendo i diritti miei, ma danneggio quelli degli 01>erai, i ~1buotecaG r o Bianco

- 12 - che non sono meno sacrosanti dei miei; se non voto, manco ai miei doveri di cittadino e posso determinare con la mia sola astensione la vittoria dell'uno o dell'altro. Chi dipana questa matassa? 71 Finchè questo dilemma si presentasse per una volta sola, a pochi professori socialisti, in una sola città, il partito socialista non ci perderebbe un gran che: eppoi un partito o un uomo han sempre modo di riparare un passo falso, pubbli• cando delle rettifiche, essendo larghi di spiegazioni, riconoscendo di aver errato, sostituendo magari come candidato una persona a un'altra e stringendo così meglio a sè quelle forze che sembravano ribellarsi. Ma se il giochetto dovesse continuare troppo a lungo ed esser proprio generale; se gl'insegnanti socialisti non potessero aprire un giornale del loro partito senza leggervi male parole contro la propria classe, se non riescissero a trovare nel loro partito un cane di deputato, che fosse disposto a difendere g1'interessi della loro classe, per dio, a lungo andare smetterebbero di esser socialisti, oppure rimarrebbero soci~listi così tanto per dire, di· cendo corna dei socialisti, ed entrerebbero nella confraternita dell'on. Sonnino .... a patto che l'on. Sonnino di· fendesse sul serio e non a chiacchiere la loro classe. Ora, è innegabile che in questo moment0 la grandissima 111-aggioranzadella stampa conservatrice e dei così detti amici della scuola ba preso contro la Federazione nazionale degli insegnanti, senza essei·e in alcun modo provocata, e sol perchò la Federazione ha dichiarato che non intencle far da cameriera a nessun partito, ha preso una posizione di fiera ostilità; e non ci sono state calunnie, insulti, minacce, che ci abbiano risparmiato. Questo stesso articolo nessuna Rivista conservatrice avrebbe l'abilità clipubblicarlo. li brutto e noioso dilemma si pone, quindi, oggi dinanzi alla coscienza non degli insegnanti democratici, ma degli insegnanti conservatori. Intendono essi subordinare la difesa dei diritti della scuola, della 101·0dignità, dei loro iuteressi, a considerazioni politiche estranee alla vita della ::.cuoia, oppure son pronti a sacrificare queste considerazioni alla scuola? Biblioteca G r o Bianco

I i, I - J;J - :Siete voi pronti a ricavare i corollari naturali delle deliberazioni di Jt-.irenze, tenendo nota di quei deputati che nelle prossime discussioni parlamentari si dimostre• ranno avversi o solo indifferenti alle vostre domande, e preparandovi a dare la vostra adesione alla Federazione, quando essa inten•enga nelle elezioni politiche generali a combattere i nemici della scuola, anche se questi nemici appartenessero al vostro partito politico 1· Ecco la questione oramai vitale per la Federazione degli insegnanti; ecl essa è stata perfidamente fomentata dalla stampa conservatrice, paurosa della nostra organizzazione professionale e desiderosa cli scinderla e distrug gerla. E la questione - ne siamo convinti - sarà affrontata dagli insegnanti senza pregiudizi e senza paure, e sarà decisa con que1la formidabile unanimità, che nel Congresso di Firenze disturbò le digestioni " tanti .... amici della scuola. Ma, nell'affrontare e nel risolvere il problema, sarlt bene che i colleghi di tutti i partiti non perdano mai di vista la circostanza essenzialissima che, quand'anche la Federazione dovesse oggi, appena nata, far coincidere la sua azione con quella dei partiti democratici a causa della tremenda idiozìa dei partiti conservatori, quest'incontro non JlOtrà essere nient'affatto un incontro deftnithro e produrre un matrimonio indissolubile conchiuso con tutte le forme di legge. In questa opinione io non sono punto d'accordo col collega p. f., il quale, in un articolo - del resto bellissimo - 1,ubblicato sull'Ai·anti ! del 23 ottobre 1902, scriveva: • Qualunque siano le intenzioni, è certo che il con nessun.oe contronessuno non può es.sere che una posizione iniziale, e già. ad allòutanare da essa la F'ederazione deve aYere contribuito l'atteggiamento della stampa conservatrice e anche della liberale: di spingerla oltre verso i soli partiti, che possano veramente far proprio il suo programma, s'incaricherà la forza stessa delle cose ,. 81b1otecélG r o B,.rnco

- 14 - ~oi pensiamo, invece, che sia vero quasi quasi il contrario. L'atteggiamento, dieiam cos1,democra.toide, che la. Federazione deve oggi prendere - data la stupidità. della stam1>aconservatrice - se essa nou Yuote ridurre la sua opera al ridicolo abbaiamento di cani che non mordono, quest'atteggiamento non può essere che una. posizione iniziale, che durerà non sappiamo quanto a lungo, ma non può essere eterna. Chi Yi dice che i conservatori saranno sempre tutti scimuniti e che non si aYvedano o prima o poi della necessità. di cambiare tattica di fronte a noi? Già, per esemJJio, il Giornale à' Italia ciel 25 settembre, ebbe per il Congresso di Firenze e per il Partito della scuola parole di schietti\ simpatia e di sincera lode, di cui qualche socialista un po' corto di mente si merfwigliò e quasi quasi si dispiacque, laddove era. il caso di rallegrarsene e di augu~ rarsi che non rimanesse un fatto isolato. E <l'altra parte non è detto in modo davvero sicuro che i partiti democratici debbano per sempre " far pro• prio il nostro programma»· Se, per esempio, nella questione- del nostro miglioramento economico i partiti democratici sono oggi a noi larghi di simpatie o cli a)>- poggio, lo fanno non percbè abbiano una politica scola• stica propria - questa politica nessun 1>artito l'ha all'infuori del 1>artito clericale, e noi insegnanti dobbiamo crearla e suggerirla. e imporla ai partiti laici - ; ma ranno all'amore con noi, perchè sperano di averci seco nel chiedere la riduzione de11e spese superflue. Domani, ottenuto queslo scopo, della scuola non si occuperanno forse più e ci butteranno via come limoni spremuti e riescirt}nno a burlarci, se noi intimto ci saremo stretti troppo fortemente nd essi, intercettandoci la. ,da ad allearci con altri partiti. Chi ci dice che, ottenute col no• stro aiuto nei bilanci dello Stato le economie, cb'essi desiderano, i partiti democratici non 1>referiranuo YOlgerle verso impieghi a lor parere più urgenti e J>iùutili, che non sia quello del miglioramento della scuola media? Nè dobbiam dissimulare a noi e ai 1>artiti demo• cratici medesimi che, se in questo momento, su questo Bib oteca G no Bianco

- 15 - terreno, che c1 troviamo per ora ad attraversare, ci siamo incontrati con essi, in avvenire potremo essere costretti a disunirci su parecchie altre questioni: per esempio un certo anticlericalismo facilone e pettegolo e bottegaio, di cui i partiti democratici fanno troppo spesso pompa nei loro giornali e che cercano, quando possono, introdurre nelle scuole municipali, ci troverà sempre restii e pronti a lottare per difendere da certe suggestioni la dignità nostra e Ja dignità della scuola. Ed eccoci cosl arrivati a rispondere al 7'empo, il quale domanda: "Il Partito della scuola? Qu'est ce que c'est que ça? Qual è quel villan diventato Marcello parteggiando che non si tenga diffamato, se alcuno lo sospetti soltanto di non appartenere a nn partito simile? Tutti ne fanno parte e, facendone parte tutti, il partito non ò più partito, è la confusione, ò la babele politica su cui si innalzano i patroni, i filantropi, i mecenati e tutti gl'imbroglioni della politica.,, È una critica questa, la quale si può muovere a tutti i partiti: partito democratico? o chi non è al giorno d'oggi democratico? - partito socialista? ma se anche il papa è socialista.! - organizzazione economica Clel J>roletariato? ma se essa significa difesa degli interessi proletari, tutti la vogliono questa. difesa! Ma aJ)pena un pa1·tito veramente democratico o socialista o un'organizzazione ,·era.mente proletaria si afferma, subito il no· vanta per cento cle1democratici, dei socialisti, dei... }H'O· letari scompare. Questo è av,•enuto pel Partito della scuola, elle oggi si trova assalito brutalmente da tutti gli amici della scuola. Noi abbiamo cominciato prima di tutto coll'affermare che devono entrare nel Partito solo coloro che~ vivendo nella scuola, ne conoscono da,•vicino i bisogni, soffrono dei suoi mali, hanno, a causa della vita comune, comunità. di a.spirazioni, d'idee, d'interessi; ed ecco messi alla porta una gran quantità di amici della scuola. Poi Biblioteca G r '.l Bianco

- 16 - ci siam trovati cl'accordo 1tull 1opinione elle le aspirazioni, le idee, gli interessi di coloro che Yivono nella scuola, hanno alcuni tratti caratteristici, ))er cui si distinguono dalle aspirazioni, da11e idee, dagli interessi cli tutti gli altri gruppi sociali: il Partito della scuola, dunque, si divide da tutti i partiti politici, perchè il suo programma non si trova. intero in nessun partito politico. Poi ci siamo avvisti che questo Partito, se volesse a.vere la pretesa <li attuare il pro:;ramma con le sue sole forze, sarebbe uu Partito destinato alla sterilità, percbè nel Yilu1,po degli altri 1,arlili esso non avrebbe forza sufficiente per dominar tutti: deve quindi allearsi, caso per caso, con quei partiti, che accettino almeno una parte del suo programma; e allearsi \lUOl dire non solo dividersi dai partiti avversari dei nostri alleati - ed ecco mille altri amici della scuola squagliarsi! - ma anche non essere la stessa cosa col partito alleato. Poi abbiam detto ai partiti democratici, coi quali abbiam capito che andavamo a fluire coll'allearci: u Badate che, se per ora stiamo con voi, perchè ci fate comodo, domani, se così vorr1\ la nostra. convenienza, ci stringeremo con altri e vi daremo licenza ,,. Che cos'altro vuole il TcmJJ<> che il Partito della scuola faccia per metter fuori delle sue porte tutti i poltroni, tutti i filantropi, tutti i mecenati, tutti gli imbroglioni della politica? E lo stesso fatto che gli insegnanti conservatori ,•otano nel Congresso di Firenze l'idea della miglior distribuzione delle entrate fra i vnri bilanci dello Stato, q_uauà'tmchceon <1uestosi debbano intacca1·e i bilanci, militari, mentre gli insegnanti socialisti già cominciano a domandarsi come dovrebbero atteggiarsi domani contro il PartitO socialista, qualora trascurasse i diritti della loro classe, questo ratto non vi dimostra a luce meridiana che, fondato il Partito della scuola, gl'insegnanti conservatori son diventati meno conservatori, gl'insegnanti socialisti son diventati meno socialisti, e tutti son diventati seguaci di un nuovo partito autonomo, indipendente, distinto dai vecchi partiti? Bibliotecd G1ro Bianco

- 17 - . . . - E non vi vergognate - ecco che strillano gli uomini venerandi, i quali ammirano nella vita sopra. tutto Ja coerenza, e non hanno mai cambiato le loro opinioni, perchè non sono stati mai buoni a staccarsi da quelle che trovarono nella culla bell'e falle - non vi \'ergognate di proclamare con tanta sfaeciataggine che siete pronti ad appoggiare oggi i socialisti, domani i conservatori, cloman l'altro i repubblicani e poi i monarchici, purchè questi adottino una parte del programma. vostl·o? Dunque a voi non importa nulla che l'Italia sia socialista o conservatrice, monarchica o repubblicana, a patto che siano soddisfatti i vostri bisogni? Dunque peris<'a il mondo, ma si faccia Ja vostra volontà! Precisamente: perisca il mondo, ma si faccia la nostra volontà; e se il mondo non vuol perire per causa nostra, faccia la nostra volontà. E queste eresie noi le di• ciamo con coscienza tranquilla, perchè, attraverso la nostra brillantissima vita d'insegnanti, con pochi quattrini, con parecchi figlioli, trattati come servi dalle superiori autorità, accusati di tutti i più neri delitti durante le settimane degli esami - ma sorretti dai non pochi alunni Uravi e studiosi, che si ricordano di noi per tutta la vita - noi ci siam convinti di essere delle persone utili, benefiche, inclìspensabili alla società; ci siamo convinti anzi - guarda che illusi! - che noi siamo le persone pit1 utili, pili benefiche, più indispensabili che ci sieno al mondo. È un1illusione questa, che tutte le classi sociali hanno intorno a sè stesse: i colon• nelli in ritiro, i milionat·i, i preti, i suonatori di contra.- basso, i dentisti, tutti gli uomini di tutte le classi e di tutte le professioni e anche senza professione dànno di sè stes.si il medesimo giudizio, che noi <liamo di noi. È un modo di guardare le cose comune a tutti gli esseri che pensano; e noi, quand'anche volessimo toglierci questa illuo;ione dalla testa, non ci riesciremmo; e se ci riescissimo, di\•enteremmo spregevoli a noi stessi, percbè arriveremmo alla conclusione che tutto il nostro laB1b ,otecd G r o B,.rnco

- 18 - voro non serve niente affatto agli altri, e serve solo a far afferrare a noi lo stipendio ogni 27 del mese. Naturalmente, per confermarci nella nostra opinione, noi cerchiamo tutti gli argomenti possibili; e ne troviamo a bizzeffe nelle opere degli storici, dei fllosofl, dei moralisti, dei giuristi, insomma di tutta. quella gente, che produce carta stam1>ata salvo certi giornalisti! - la quale avendo con noi 1nolte affinità. di razza è, ben si capisce, facile a darci ragione. Ora, dato un siffatto modo di pensare, è inevitabile che noi siamo pronti a sacrificare alle nostre superbe voglie il socialismo, l'in· dividualismo, la repubblica e la. monarchia. E badale che così fa11110/11/ti, Lasciamo da parie l'esempio degli operai inglesi, che hanno appoggiato ora. i conservatori, ora i liberali, facendo una politica in apparenza contraddittoria e senza iclea.li, ma. in realtà politica sempre coerentemente operaia e animata da una grande idealità: è un esempio, questo, tante volte ripetuto, che è davvero vergogna. il l'icucinarlo da capo. )la che cosa fanno ovunque le masse elettorali, se non aderire ora a un partito, ora ad un altro, secondo che i loro interessi e le loro iclee - interessi ed idee importanti e benefiche e indispensabili sopra tutte le altre! - sono rappresentate meglio o dall'uno o dall'altro? Quando in una elezione amministrativa il corpo elettorale abbandona. i socialisti e vota per i clericali, credete YOi che sia incoerente il corpo elettorale aderendo al nuovo partito da cui spera vantaggio, oppure che sieno stati incoerenti i socialisti non sapendo procurar essi il bene della maggioranza degli elettori? Una" monarchia cade non percbò il paese sia diventato repub• blicauo, ma percbè il principe non si trova più d'accordo col paese, e a.llol'a il paese fa.... l'incoerenza col principe per rimanere coerente con sè stesso. E negli stessi dibattiti parlamentari, che cosa fanno le masse fluttuanti dei de1iutati, chiamati a torto apolitici, perchè sono essi in,•ece che fanno ln. vera. politica, se non spostarsi da un Ministero all'altro, determinare le crisi, subordina.re così l'azione del Governo a.Ile proprie idee e ai propri interessi ? Biblioteca G1r :> 81.rnco

- 19 - - Ma di grazia.- parlano ora gli uom.ini pratici, quelli che vogliono ragionare solo a base di numeri - quanti siete? per vincere, bisogna esser forti; e quando non si è forti per vincere da sè soli e ci s'allea con altri, bisogna portar qualcosa nell'alleanza; di quanti voti disponete? la Vostra Federazione comprende solo 4000 soc~; anche ammesso che tutti si muovano come un esercito ai cenni del Consiglio federale - e questa è un'illusione - clii volete che prenda sul serio i vostri 4000 voti in un paese dove vota un milione e mezzo di elettori? Ciò posto, non vi pare che fareste bene ad abbassare un po' il tono della voce e a nominare un po' meno questo Partito della scuola, cho non ba nè potrà aver mai un numero apprezzabile di seguaci? Prima di tutto non è affatto vero che noi siamo a1>- pe.na 4000: in Italia non esistono solo gl'insegnanti delle scuole medie: vi sono i maestri elementari associati nell'Un.ione nazionale, vi sono gl'istitutori dei Convitti nazionali che già si associano in Federazione, gli Ispettori scolastici, l'Associazione nazionale delle scuole pareggiate, ed altre organizzazioni professionali scolastiche gll-. si delineano sull'orizzonte. Ora, il Congresso di Firenze, fra le altre cose che fece e delle quali gli amici della scuola non si avvidero affatto, modificando lo statuto federale, stabilì che il Partito, fra i suoi mezzi legittimi d'azione, oltre alle pubblicazioni, alle conferenze, ai Congressi, all'azione giudiziaria e spec-ialmente alla azione 11arlamentare diretta e indiretta, pone anche u l'accordo con le altre associazioni simili w .È un accordo, questo, tutt'altro che difficile a raggiungere, il quale farebbe del Partilo della scuola un partito di circa 60 mila votanti; e 60 mila votanti, ben diretti e ben distribuiti fra i Collegi elettorali più pericolanti, possono produrre effetti apprezzabilissimi per amici e nemici. Ma noi ci adattiamo alla peggiore delle ipotesi: che, cioè, la Federazione degl'insegnanti delle scuole medie 81b otecd G r :>81 rnco

- 20 - rimana-a isolata e non possa mobilitare che 2000 fra i suoi soci. Questi duemila soci, I"nggnq>pati.' secondo le regioni e distribuiti nei Collegi elettorali, dove per le condizioni s1>e'}ialidel luogo con pochi voti si può determinare la vittoria di un candidato e la sconfitta di un altro, possono dar la vittorfa a una ventina <li deputati; i quali, scelti con abilità in un numero detenninato di Gruppi parlamentari, possono impegnare tutti questi Gruppi in fa,rore della :Federazione e fare della Federazione una forza politica. di prim'ordine. E questo senza contare i voti che ogni professore potrebbe trascinar seco, oltre il suo; senza contare l'effetto che su molti elettori incerti farebbe senza dubbio l'intervento ufficiale di un'organizzazione nazionale di professori a. favore di un candidato e contro un altro; senza contare l'effetto delle conferenze elettorali degl'insegnanti, i quali - sissignori! - interverrebbero non col solo voto segreto in difesa del loro candidato, ma con la forza della parola e della cultura, trattando beninteso le que• stioni elettorali in nome della Federazione dal solo punto di vista scolastico. E tutto questo senza considerare gli effetti lentissimi é impercettibili per il momento, ma a lungo andare accumulantisi e disastrosi, che avrebbe per un partito politico l'esser fatto segno al1'avversione e al disprezzo degli educatori della gio• ventù. Perchè si ha un bel dire che gl'inseguanti nella scuola non debbono fare della })0litica e non debbono approfittare della loro condizione privilegiata per :;tor• cere le menti ingenue e indifese degli alunni pro o contro alcun partito politico! Ma quando un uomo vede la propria classe vilipesa, maltrattata, respinta da un partito, non può alla sua volta non detestare questo partito; e i suoi sentimenti, per quanta cura egli metta nel celarli agli alunni, non potranno non prorompere a un tratto in una esclamazione, in un cenno cli <lispetto, in un eloquente silenzio, che in certi attimi di dimenti• cauza e di abbandono nessuno può in alcun modo nè impedire nè punire. E gli alunni capiranno: e se il loro insegnante sarà riescito a farsi amare da essi, e i buoni Bib, oteca G r o Bmncc

- 21 - ci rieBcono sempre, e i buoni saranno i più irritati contro il partito che combatterà o trascurerà i diritti ciella loro classe, gli alunni si troveranno naturalmente orientati, senza che lo stesso insegnante abbia voluto, contro alcuni partiti politici e a favore di altri. Bel guadagno davvero mettersi contro di noi; e quale immensa forza morale non possiamo noi sprigionare, solo elle lo ,·o gliamo! Ed ora tocca agl'insegnanti stessi dir l'ultima parola. 1'occa ad essi raccoglier la sfida sciocca lanciata contro di essi dagli ... amici della scuola. Se sapranno rintuzzar l'a..~salto con energia, evitando insieme di lasciarsi trasportare da.I risentimento a manifestazioni, che possano impegnare tropJ>O la loro azione futura, la loro causa farà.,a. un tratto un gran passo, e la Federazione si affermerà finalmente come una forza rispettata e temuta d~ tutti i 11artiti, capace di ra11presentare con efficacia e non per burla i diritti irriducibili della scuola. Che se gl'insulti 1 le calunnie, le minacce dei nostri nemici ci fan paura, sciogliamo allora la Federazione, e 1·icono• sciamo lealmente cbe le parole finora dette furono rumore di vento e nulla più. B1bot a G no Bianco

CRITICASOCIALE RIVISTQAUINDICINALE DELSOCIALISMO diretta da FILIPPO TURA TI escein fascicoli g,~andi di pagine 16 a doppia colonna it 1° e il 16 d'ogni niese Italia: anno L. 8 - sem. L. 4 - trim. L. 2 - Estero: » » 1O - » » 5 50 » » 3 - Vaglia e cartoline-vaglia all'Ufficio della CRITICA SOCIALE MILANO - Portici Galleria 2:J - MILANO PREMIAGLI ABBONATI Numeridi saggio gratuitamente, a richiesta. AVANTI! Organo quotidiano del Partito socialista italiano Italia: anno L. 15 - sem. L. 7 50 - trim. L. 3 75 Estero : Il aoppio. ROMA - Via di P1·opaganda 16 - UOMA. Abbonamenti cumulataivllia CriticaSociale e all'Avanti: • Italia: anno L. 21 - semestre L 1O 50 Estero: » » 37 - » » 18 50 B1b••otecdG r o Bnnco

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