Gaetano Salvemini - Il Congresso di Firenze e gli amici della scuola

-4di quell'immancabile amor proprio cbe non ci lascia mai esser giu,lici sereni in causa propria - ci siamo couyiuti che, se le idee eta noi esposte apparvero accettabili agli insegnanti i~tenenuti al Congresso e sono invece apparse erronee, inabili, illogiche, puerili, strane a tanti amici della scuola, questo è clìpeso dalla circostanza che i nostri ascolt-atori, da quelle persone intel1igenti che erano, compresero a volo il discorso parlato; laddove gli amici della scuola banno frainteso il discorso scritto, ed hanno bisogno di q_ualche benevola dilucidazione per giungere ad afferrare il veleno dei singoli argomeuti. Eccoci, pertanto, se non temono di stancarsi troppo facendo attenzione, ad aiutarli nella, ahimè, non sublime salita. E prende1·emo come Jlrimo ·gradino le critiche stampate da uno dei soliti amici nella. Jlt<lttsa del 26 ot• tobre, le quali sono come la sintesi di tutti gli equiVoci, di tutto le J>iù o meno ingenue meraviglie, di tutti gli s})ropositi messi in circolazione sul Congresso di Firenze. " Incomincia il Sn.lvèmiui - scrive dunque l'amico - col difendere il Congresso e la Federazione dall'accusa. di trascurare gVinteressi clella scuola j)er quelli degl'iu~ segnanti, ed a questo proposito scrive che i professori non cercano solo un miglioramento economico ma anche morale, giacchè vogliono essere garantiti dagli arbitrii del JlOtere governativo! Ma. questo significa. forse occuparsi della scuola o non 1>iuttostooccuparsi di sè stessi ancor più di quello che viene loro rimproverato? ,, - L'amico non ha. ben compreso nè l'accusa da cui io difendevo il Congresso, nè il modo della dHesa: l'accusa fatta a noi " di trascurare gl'interessi della scuola ,, è, a mio parere, così ridicola, che io non la credei nel mio discorso neanche degna di confutazione; mi òceupai solo della insinuazione lanciataci contro clai soliti idea.listi da stra1>azzo,che gl'insegnanti confeclerati si occupassero B1b oteco G,no Bianco

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