André Malraux - L'avvenire della cultura

L'AVVENIRE DELLACOL TURA

L'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA LIBERTA' DELLA CULTURA si è costituita per diffondere in Italia i principi definiti in un Manifesto agli intellettuali italiani pubblicato in Roma il 10 dicembre 1951. Questi principi sono stati così formulati : « Noi riteniamo che il mondo moderno può proseguire nel suo avanzamento solamente in virtù di quel principio di libertà de1la coscienza, del pensiero, dell'espressione, che si è faticosamente conquistato nei passati secoli. Noi riteniamo che, in quanto uom1m e cittadini, anche coloro che professano le arti e le scienze, siano tenuti ad impegnarsi nella vita politica e civile, ma che al di fÙori delle tendenze e degli ideali politici e delle pre(erenze per l'una o per l'altra forma di ordinamento sociale e di struttura economica, sia loro dovere custodire e difendere la propria indipendenza e che gravissima e senza perdono sia la loro responsabilità ove rinuncino a questa difesa. E riteniamo, infine, che~ nell'attuale period~ storico che ha visto e vede tanti sistematici attentati alla vita dell'arte e del pensiero da parte dei potenti del giorno, i liberi artisti e scienziati siano tenuti a prestarsi reciproca solidarietà e a confortarsi nel pericolo ». BibliotecaGinoBianco J

Considerazioni sul tema L' a v v e n i r e d e 11 a e u I t u r a di André Malraux BibliotecaGinoBianco

BibliotecaGinoBianco Con/ erenza tenuta da André M alraux il 30 maggio z952, a Parigi, alla seduta di chiusura dei dibattiti letterari svoltisi nell'ambito del festival "L 'opera del XX Secolo ,, organizzato dal Congresso Internazionale per la Libertà della Cultura. Tutti i diritti riservati

Alcuni di voi sono venuti qui per udire la risposta alla seguente domanda : << Dato che avete deciso di non affidare la vostra intelligenza alle mani di Stalin e dei suoi successori, dato che il comunismo non è uno scherzo, bensì cosa seria e dato che non è vostra intenzione nè difendere il capitalismo nè difendere la raffinatezza, quali sono i valori culturali che avete da sostituire ai valori comunisti, e che cosa difendete? >> Avevo scritto, molto tempo fa, che la cultura si conquista. Sapete tutti che quella del XIX Secolo è esangue; ma una delle forme ·dello spirito europeo è più potente che mai. Infatti, rEuropa si afferma ben più nel fatto che il capo della Cina rifiuti ideologicamente . la metà delr eredità cinese per mettersi alla scuola del più vigoroso pensiero occidentale, che nelltentrata degli eserciti europei a Pechino. 11nazionalismo comunista porta in Ci3 BibliotecaGinoBianco

na, come in Russia, quella industrializzazione che non era riuscita a imporre rEuropa vittoriosa o mandataria: ma una siffatta azione dell'Europa nel mondo non ha un gran che da fare con la sua cultura. Il conflitto fra i . ' successori e aperto. Da una parte, la Russia, con la sua storia a prefazione del comunismo; r affermazione dell'esistenza di una sola civiltà e le arti concepite come prodotti e mezzi dell'azione. Dicono che dall'altra parte c'è r America. Non è vero : r America altro non è che una parte dell'Occidente. Gli americani (Faulkner lo ha detto poco fa) non pretendono di promulgare una ideologia diversa e distinta dalla nostra. Nell'Europa spirituale, essi sono americani così come noi siamo francesi, gli inglesi sono inglesi, i tedeschi, tedeschi. Quando a Mosca si parla di << pittura degenerata>>, si parla forse d'una scuola di Washington o di · una scuola di Parigi?· Una parte essenziale dei problemi della cultura occidentale sono ·localizzati a Parigi - il fatto che anche noi ci troviamo qui, per occuparcene, ne è la prova. Che cosa chiamiamo cultura? Non certo, come ho già detto, la raffinatezza ; non un 4 BibliotecaGinoBianco

insieme di cognizioni ~ benchè occorra, a questo proposito, procedere con cautela. Infatti, ~lcuni elementi di cognizioni ne fanno_ certamente parte ~ per esempio, lo sforzo compiuto dalla storia per rendere intelligibile il passato, lo sforzo della scienza per rendere intelligibili mondo, natura dell'universo e materia. Innanzi tutto, la cultura ci appare dunque come la conoscenza di quel che dell'uomo ha fatto altra cosa clie un semplice incidente dell'universo. Questo ruolo inteso a insediare o a ristabilire l'uomo nell'universo è stato svolto, in altri tempi, in quanto approfondimento del suo accordo con il mondo, lucida coscienza della sua ribellione, dalle grandi correnti re- . ligiose. Attualmente la nostra civiltà non è portata più da nessun valore sacro fondamentale; e da quando l'uomo s'è trovato di fronte al cosmo, la cultura aspira a farsi erede della nobiltà del mondo. Non è, questo, plutarchismo o leggenda aurea; di fatto, non cerchiamo p_iùnel passato un susseguirsi di atti esemplari: vi cerchiamo bensì la natura della grandezza dell'uomo: le testimonianze di questa grandezza e le conquiste fatte dall'uomo. Ad 5 BibliotecaGinoBianco

esse sappiamo che appartengono il mondo delle parole, quello dei suoni e quello delle forme .. Questo è il segreto della forza degli antichi simboli. La Cariatide delJ t Acropoli ci è presente nella memoria quale simbolo della libertà greca perchè il cornicione del tempio t che su di essa grava come il peso di un de- ,, stino, la irrigidisce nelltagile fierezza delle portatrici dtanfore, mentre la sua bocca sbiadita .... ripete ai secoli l'immortale risposta di Antigone. << Devi morire, disse Creonte, perchè hai sepolto i tuoi due fratelli contro la legge. E non potevi unirli ambedue in uno stesso amore, poichè uno difendeva la patria mentre lo altro la combatteva>>. E lei: << Io non sono venuta per condividere rodio, sono venuta per condividere r amore >>L. a cultura è r insieme di tutte le forme d'arte, dtamore e di pensiero che, nel corso dei miilenni, hanno permesso alltuomo di diminuire la propria schiavitù •. Essa è il dor11inio da cui, sul fondo della nostra memoria, si sollevano compatti, al disopra delltimmensa indifferenza delle nebbiet gli invincibili minuscoli profili dei pescatori di Tiberiade e dei pastori d'Arcadia. 6 BibliotecaGinoBianco

Così, arte e cultura ci appaiono come la espressione della più profonda libertà. Ecco il motivo per cui i totalitari, per giustificare il dirigisn.10 che impongono all'arte, tentano di infondere nella loro ideologia l'irradiazione di un mondo di sogni e di passione, riferendosi al grandioso mondo gotico. Perchè, essi dicono, non dovrebbe essere <<diretta>>la nostra arte, se lo fu l'arte delle cattedrali? Quest'arte diretta fu essenzialmente quella della scultura: ma stiamo attenti, perchè tendiamo a attribuirle quella che è la nostra esperienza dell'arte del XIX. secolo, cioè la lotta di una arte accademica e protetta, quella di Bonnat, Bouguerau, etc., contro una libera arte maledetta, quella di Cézanne, Van Gogh, etc ••Lotta che fu clamorosa nel XIX Secolo e che non esistette affatto nel Medio Evo : non vi fu mai un Detaille sumero nè un Bonnat medioevale. Sappiamo tutti che quella lotta non è riscontrabile nelle arti primitive. L'arte medioevale ha conosciuto, come l'arte negra, l'artigianato, e non mai un'arte di impostura. Essa ha vissuto, fino al XIV secolo, di scoperte di stile, così come l'arte italiana ha vissuto di scoperte di stile da Cima7 BibliotecaGinoBianco

bue a Raffaello. Sappiamo che Firenze portò la Madonna di Cimabue in trionfo. In quel tempo, la creazione artistica era il mezzo della creazione religiosa : arte non era rendere bella la Vergine, era darle untesistenza. DalltXI al XIV secolo, la scultura cristiana è µna ricerca del divino. Quei timpani che ·hanno saputo essere per noi alcune delle più alte testimonianze umane si esauriscono uno dopo l'altro : ma nè le disfatte nè i trionfi prosciugano la corrente sotterranea. Ltarte e la chiesa passano allora a esplorare le vie fraterne di una medesima incarnazione; le mani devote che hanno scolpito quelle figure sono anzittutto votate a quell' innafferrabile amore che le ha fatte congiungere. Qual?-douna statua muliebre porta il misterioso riflesso che ognuno riconosce per quello della Vergine, la Chiesa l'accetta e prega a sua volta. Davanti alle nuove scoperte_,dunque, gli artisti, il pubblico e la chiesa erano d'accordo. Il tempo delle cattedrali non presenta alcun esempio di conflitto grave. Suger scriveva al servizio degli artisti, i quali non erano per parte loro al suo (salvo, beninteso, per l'iconografia); San Bernardo difende la nascente arte 8 BibliotecaGinoBianco

gotica contro l'arte romanica in agonia - ma si noti, egli di/ende lo stile gotico, non lo inventa. Tutto cambia col XVIII secolo : la grande scultura muore, la Chiesa non chiede più alla pittura che approfondisca la sua comunione, bensì che faccia opera di seduzione. La Cristianità non forma più un blocco, la Riforma ha inizio, e con essa l'abbandono. La pubblicità per il paradiso, per la chiesa e per i santi perde presa. La pittura devota riposa su una razionalizzazione dell'arte esattamente cor.ae l'accademismo (il vero, quello di Garrache) suo contemporaneo, come la pietà che sostituì l' ar-. dente medioevo. La creazione artistica e la creazione religiosa cessano di essere indissolubili. Non servono più un supremo valore, bensì un cliente; quando l'espressione d'un supre1no valore è ancora richiesta da questo ultimo, egli ne fissa però anche anticipatamente la prescrizione dello stile. Qui si situa. il momento decisivo : fino a questo punto, il maestro era stato un artista di cui si ammirava il potere di scoperta : a Tiziano venivano prescritti i soggetti1 nessuno però avrebbe sa-- puto ~mporgli il suo stile, perchè l'unico a po-- BibliotecaGinoBianco

terlo fare sarebbe necessariamente stato un pittore di genio. La Chiesa stessa. non aveva mai imposto uno stile nè ai Romanici nè ai Gotici, non avendo la statura dei maestri di Chartre, alla cui altezza non erano nè Suger nè San Bernardo. Fu alrarrivo del <<cliente>> che si videro spuntare i nuovi ritratti dei cardinali, che erano fino allora stati figure di confessione e rassomigliavano ora a ritratti di attori; non tardarono a fare la loro comparsa i ritratti dei marescialli. Come si può non vedere con chiarezza, a questo punto, il problen1a del realismosocialista? La formula, sia essa realismo socialista, luminismo, divisionis~o, cubismo, o altro, non conta. Quel che conta sono i quadri. Tutti ne abbiamo visto le riproduzioni, conosciamo almeno il <<Consiglio di revisione >>di Dudnik, ' <<Vorochilov >>di Gerasimov. Ma, ad eccezione di una critica dtarte la cui unica idea pare sia di rifiutarsi a credere ai propri occhi, chi mai non vede che in fatto di genio medioevale, ci troviamo di fronte al rinascere della pittura addomesticata? Cézanne continuò gli scultori gotici nella loro ricerca, nella loro invenzione di un mondo IO BibliotecaGinoBianco

sconosciuto, la pittura stessa essendo diventata per lui il supremo valore. I pittori russi continuano la pittura devota, la pittura razionalizzata. Mi ricordo che Eisenstein diceva : << Se non posso più realizzare un film è perchè devo sottomettere anticipatamente la sceneggiatura; per girare << La corazzata Potemkin >> avevamo a disposizione esattamente sei settimane : mi han lasciato lavorare in pace, hanno controllato il film realizzato, lo hanno giudicato buono e i~pubblico russo ha condiviso il giudizio. Se oggi mi lasciassero realizzare un film, accontentandosi di controllarlo in seguito, sulla bas_edelle sue immagini, so che non avrei fastidi perchè sono sempre ancora un sincero rivoluzionario. Ma, invece di farmi fiducia, hanno paura della sceneggiatura, incapaci come sono di rappresentarsi, sulla base di quella, la realizzazione ~inematografica delle immagini - così non fosse, potrebbero fare loro il film al mi9 posto. Risultato: non posso più girare niente >>. Infatti il più grande regista sovietico altro non realizzò, da allora, che opere storiche. Anche qui, dunque, la realizzazione è al. servizio del cliente. Un cliente dialettico può diII BibliotecaGinoBianco

sporre di buoni argomenti: purtroppo, però, ha anche un suo gusto, e accade che il gusto ·più degli argomenti riesca a far spedire la gente in Siberia. Ogni arte razionalizzata persegue una pubblicità : la pittura borghese (eccettuata quella aneddottica) di un Roll, di un Détaille, di ùn Bonnat e di tanti altri non sfugge alla regola. La si dice morta: invece, finalmente, trionfa, assumendo di nuovo la sua vecchia funzione. Per accertarvene, basta che prendiate i ritratti dei marescialli russi, ne sopprimiate i titoli : e mi direte se appartengono o meno alla pittura borghese! << Ma, si obbietta, forse si tratta di un' esperienza che è necessario fare. Picasso non è quel che ci vuole. Il << Massacro in Corea>> è una bella opera : ma se i giornali americani lo riproducessero senza menzionare il nome dell'autore, come un'accusa ai russi (il titolo stesso è a doppio taglio), si presterebbe senza altro a questo uso. Si tratta di un realismo alquanto ambivalente >>.Evidentemente. (E a proposito di ambivalenza, la pittura hitleriana ha prodotto ritratti di marescialli e perfino scene di ricostruzione abbastanza simili I2 BibliotecaGinoBianco

alltattuale realismo socialista, altra eredità ancht essa della pittura borghese). Indubbiamente una buona pittura comunista può esistere : forse una grande· pittura comunista, nei limiti in cui un pittore comunista, convinto di servire il proletariato, anche se i suoi soggetti non fossero propagandistici, rimanga runico e incontestato padrone del proprio stile, o meglio, della propria arte. Perchè altrettanto possiamo essere sicuri che, quando gli si imponga a priori lo stile in cui dovrà dipingere, non può sussistere alcuna speranza che egli si riveli buon pittore, sia poi comunista o meno. Insomma, non gli rimane la possibilità di essere effettivamente un pittore. Dubito che la strada per giungere a Chartre, che essa parta da Mosca o da altrove, passi attraverso D étaille; credo che esaltare la cattiva pittura non. sia il modo migliore per avvicinarsi alla buona; credo che le buone azioni conducano assai facilmente alla cattiva pittura e affermo che, se un giorno nascesse in Russia un Rembrandt comunista, non somiglierebbe certamente a Fougeron. Passi dunque che ci promettano per più tardi una grande pittura: non vengano però a dirci che 13 BibliotecaGinoBianco

sia pittura quella attuale, perchè non lo è. Siamo stanchi di ascoltare il riferimento costante di una estetica all'arte delle cattedrali, quando le sue opere vanno dalla scultura gesuita alla pittura borghese. Tale riferimento esprime un errore fondamentale sulla natura stessa del genio, errore che ha provocato nel marxismo la confusione tra <<produzione>>e <<creazione>>t,ra un'opera assoggettata e una opera inventata. Confusione inaccettabile perfino quando si manifesta a proposito di una qualsiasi statua medioevale e l'invenzione del sorriso di Reims, del Davide di Chartre o della pietà di Villeneuve. Un capolavoro non è un'edizione migliorata d'una opera mediocre : Victor Hugo non è Richepin riveduto e correttp. La produzione è irriducibile alla creazione : può esserne la copia, ma non ne è mai una .graduazione o una fase. L'idea che l'arte sia unicamente l'espressione della società riposa su questa confusione. Idea senza importanza quando l'accordo tra l'artista e il valore supremo che serve è ristretto, così come era nel XIII secolo; 1na che diventa pazzesca quando la creazione e la produzione entrano in lotta fra di loro, quando cioè abbiamo a BibliotecaGinoBianco

fare con un'arte il cui senso più profondo la mette in opposizione con la società in cui nasce. Davanti ai quadri di Cézanne esposti al Museo d'Arte Occidentale di Mosca si poteva leggere che la struttura di Cézanne è la espressione della decomposizione borghese. Secondo cui dunque un'arte sarebbe l'espressione di quel che essa ha appunto sempre disprezzato o odiato. Il pensiero che il genio del vecchio Rembrandt innamorato delle domestiche, quando finiva nella solitudine e nello abbandono il grande cielo nero delle << Tre Croci >>,il pensiero che il genio del povero Van Gogh quando dipingeva il << Caffé di Arles >>con le candele sul cappello, esprima alcunchè di coloro i quali erano disposti a lasciarli e a farli morire, è un pensiero impressionante in un tempo in cui il genio è un enorme corteo di miserie. Tutti voi avete ve - duto i quadri che compongono l'esposizione organizzata dall' << Opera del XX secolo>>.. Quanti di coloro che ne sono gli autori hanno avuto felicità e ricchezza di altro che del proprio genio? Da un capo all'altro del mondo, essi hanno tracciato veri itinerari di dispera- . z1one. 15 BibliotecaGinoBianco

Ho ravvisato, a suo tempo, nei grandiosi funerali del vagabondo Gorki, una rivincita dell'agonia derisoria e senza dubbio atroce inflitta al vagabondo Villon. Gli uomini di cui parlo, tutti poveri, tutti solitari, riuniti oggi dalla potente America a testimoniare per una parte d'onore nella sua inquieta potenza, sono anch'essi una rivincita, benchè diversa. Salve, solitudine della creazione, che fai parte del riscatto degli imperi! Salve, creazione strappata alla tenerezza umana che deve imputridire nella terra! Salve, sorella della prima fredda notte in cui una specie di essere scimmiesco si sentì per la prima volta misteriosamente legato al -cielo stellato!. Esiste qualcosa che è più importante della storia, ed è la costanza del genio. Se Cézanne è l'espressione del capi~alismo , e della borghesia, allora Prometeo è l' espres- , sione dell'avvoltoio. lvlarxisticamente parlando, se Cézanne è l'espressione del capitalismo, è espressione del capitalismo anche Lenin, perchè allo stesso modo come Lenin, grazie al proletariato russo, traeva dal capitalismo annientato l'aspetto di un mondo_nuovo, Cé- - .zanne traeva dall'eliminazione dell' accademiI6 BibliotecaGinoBianco

smo non soltanto l'arte moderna ma anche la resurrezione delle forme di cinque millenni. Questa resurrezione infatti è nata dall'art ista che ha tutto sacrificato all'idea che egli si faceva della sua arte; fino allora non era mai ancora stata resuscitata l'arte del mondo intero. Ho scritto, tempo fa : << È evidente che Braque non traduce solamente la scultura sumera bensì, nella misura in cui fa prendere coscienza del carattere specifico dell'arte, rende visib~le questa scultura che non eravamo più capaci di vedere; così come il chirurgo il quale operi un paziente alla cateratta, non gli traduce la luce, ma gliela dà o gliela rende. Le forme che esistono nel mondo ci sono state rese dalla arte moderna che, mediante l'eredità delle forme, ci rende l'immensa eredità di tutti i valori trasposti. Dietro una siffatta resurrezione, cantico della storia, e non suo prodotto, si delinea quello che ne è l'enigma fondamentale: • l'uomo>>. / Ogni profonda cultura diventa un'avventura quando diventa mondiale : in questo senso è un'avventura anche la fisica moderna e lo resterà per un lungo tempo ancora, poich~ anche all'elaborazione dell'astronomia sono occorsi 17 Biblioteca·GinoBianco

più secoli ài quanti ne furono necessari per dire che la terra non si muove. La nostra cultura alimenta un'interrogazione orientata dalla volontà di aumentare la coscienza dell'uomo. Ognuno combatta dove lo ritenga giusto. Ma non diciamo, partendo da Spartaco, che << Prometeo è l'espressione di una super-struttura >>. Cesare si curava poco del proletariato romano, e dove Prometeo passa per mera letteratura, Spartaco è vinto in partenza. In un mondo per tre quarti atomizzato, v'è possibilità di riudire la voce di Antigone. Quando il primo artista ricomparirà fuori dalle rovine dell'ultima città-fantasma, nell'Occidente come in Russia, egli riprenderà per continuarlo l'antico linguaggio della scoperta del fuoco, dell'invenzione dei bisonti magdaleniani. Ancora una volta, sulla terra che serba le tracce della semibestia aurignaciana e quella della morte degli imperi, l'eco millenaria si fonderà nelti voce del vento sulle rovine. << Io non sono venuto per sottomettere la mia parte divina, ma per reintegrare 1'uomo e ricordargli a bassa voce la sua grandezza>>. 18 BibliotecaGinoBianco

La seduta di chiusura dei dibattiti letterari organizzati dal Congresso Internazionale per talibertà della cultura nell'ambito del festival parigino << L'Opera del XX Secolo>>,ebbe luogo il 30 maggio r952 alla Salle Gaveau, alla presenza degli intellettuali che avevano partecipato ai dibattiti internazionali, e di un folto pubblico. Sullo << Avvenire della Cultura>>_- tema di quest'ultima seduta - parlarono Denis de Rouge mont, scrittore e saggista svizzero e presidente del Congresso per la libertà della cultura; W. H. Auden, poeta americano di origine inglese, Salvador de l\.fadariaga, scrittore e saggista spagnolo e membro del Comitato di Presidenza del Congresso per la libertà della cultura, William Faulkner, romanziere americano, e André Malraux del cui discorso abbiamo riprodotto il testo stenografico. Secondo Denis de Rougemont, che presiedeva la seduta, il tema stesso a cui essa era dedicata, l'avvenire della cultura, bastava a dare tutto il suo senso a quello ultimo incontro internazionale di intellettuali riunitisi per dibattere sui problemi fondamentali della nostra epoca. Egli precisò che la novità di un tema simile era talmente eloquente da permettere che si individuasse in esso il tema tipico del XX secolo, intorno al quale si coordinano tutti i problemi culturali di attualità. Uno scrittore del secolo di Luigi XIV o del secolo elisabettiano non avrebbe mai potuto venirsi a trovare nella condizione di interrogare se stesso e il proprio tempo sullo avvenire delle lettere e delle arti; egli quest'ultime non le vedeva nel loro divenire storico e non avvertiva nessuna minaccia che gravasse su di loro; al contrario, 19 BibliotecaGinoBianco

esse erano per lui esenti da inquietudini e ben lontane dal provocarne. Se una siffatta questione invece si presenta con una gravità fondamentale agli uomini di cultura odierni, l'oratore ha attribuito a questo fatto tre. motivi: 1) che il mondo occidentale non ha più alla propria disposizione una incontestata testimonianza d,una presenza« sacralizzata», dato che nell,umanità non esiste più. un garante dell,al-di-là, essa è priva d,una trascendenza. nel suo presente e per questa ragione è costretta a cercarla nell,avvenire, a riferirsi ai tempi che verranno; 2) che ogni individuo creatore prova la necessità di disporre dinnanzi a sè d,una prospettiva, d,un tempo libero e assicurato in cui trovi posto la meditazione, la possibilità di pubblicare libri, quella d,essere letto; ogni creatore ha bisogno di una posterità, di uno spazio vitale storico : cose che, oggi, sono diventate problema-- tiche; 3) che mai prima di ora gli uomini sono stati tanto coscienti dtuna minaccia imminente e totale incon1bente sulla loro cultura e sulla loro civiltà. .... Denis de Rougemont ha messo in evidenza il fatto che è questa minaccia, rivoita particolarmente contro gli .individui creatori, la ragione per cui gli uomini più rappresentativi del pensiero e delltarte si sono riuniti per parlare pubblicamente dell'avvenire della cultura,. cioè delltavvenire di tutti gli uomini. W. H. Auden ha precisato che esistono secondo lui. due generi di << avvenire >>: uno che si riferisce a una epoca nella quale ogni cosa si svolge secondo un piano20 BibliotecaGinoBianco

prestabilito e che serve evidentemente a definire un avvenire universale; l'altro di ordine storico, nei cui confronti non esiste assolutamente alcuna possibilità di prfvisione e alcun piano. Un 1nodo ragionevole di considerare l'avvenire non può quindi, secondo l'oratore, consistere· in una interpretazione diversa da quella che situa l'avvenire in un ciclo di tempo nel quale il presente sia strettamente legato al futuro prevedibile, quando si parta dal presente inteso come facente parte del ciclo e costituente un momento intermedio fra il passato e il divenire. Su un piano del genere risultano preoccupanti. non solamente i fatti straordinari e unici, ma anche e soprattutto quei fatti che abbiano un carattere generale. Auden ha fattò notare che così come è irreversibile il tempo, così come il presente non può soppiantare il passato, così è irreversibile l'arte, prodotto della storia. Se nell'ordine naturale l'atto presente pretende di trasformare sia il passato che il futuro, nell'ordine storico il passato può al massimo subire una rinascita o una rievocazione, e l'avvenire offrire la possibilità di una sola previsione : quella scientificamente fondata, secondo la quale il nostro presente - noi stessi, la nostra cultura o uno stile artistico - è destinato a scomoarirvi . ... Auden ritiene sia superfluo preoccuparsi dell'arte, delle sue possibili direzioni avvenire, delle sue probabili linee, del suo futuro: poichè un'opera d'arte è sempre. , cosa unica : mai nuova, ma originale, quando sia sincera. Per cui la sua data di creazione può essere indifferente, l'opera d'arte essendo per la sua natura stessa racchiusa in un insostituibile significato storico. 21 BibliotecaGinoBianco

Se dunque il nostro tempo si caratterizza per una sorta <li malessere nutrito nei confronti della cultura, l'oratore ne vede le cause nelr ignoranza che abbiamo del passato e nell'assenza di rispetto che nutriamo per esso; l'inquietudine eccessiva per l'avvenire è la conseguenza di un siffatto atteggiamento. Le preoccupazioni provocate dal malessere in questione tendono in gran parte a attribuire troppo peso alle differenze e a mancare di fede nelle similitudini che esistono fra gli uomini. << Indubbiamente un contadino meridionale non sa che cosa voglia dire la parola cesura - ma per conto mio, sarei assolutamente incapace di fare crescere debitamente la vigna. Comunque, se ci trovassimo ambedue, lui e io, al posto di polizia, avremmo· esattamente lo stesso pensiero : che avremo un po' di guai per uscirne; e quando incontriamo un uomo politico, proviamo nei suoi confronti la medesima diffidenza. Noi differiamo gli uni dagli altri molto meno di quanto sovente si creda. Vorrei dedurne che il nostro dovere verso l'avvenire e verso il presente consista anzittutto nel non considerare " . l'arte come se si trattasse di una propaganda, di una corsa di cavalli e nel resistere, quindi, alla tentazione della competizione. Dal punto di vista artistico, è tutt'uno accettare· i dettami di un Politburo o quelli di un salotto. La sola frase quindi con la quale mi piace concludere è quella che disse Sidney Smith e la prima parte della quale condiziona la seconda: << Abbiate semplicemente fede in Dio; onorate i grandi morti e limitate la vostra azione alltimmediato >>. 22 BibliotecaGinoBianco

Salvador de Madariaga ha posto all'inizio della sua allocuzione come un atto di fede l'ipotesi che la guerra spirituale condotta attualmente contro la cultura da quelli che ne sono i maggiori nemici, sarà vinta dagli uomini liberi. Egli ha perciò precisato che era sua intenzione parlare di quelli che sono i pericoli interni che minacciano la cultura e che le possono ve- Il. nire dagli stessi intellettuali. Fatti quali ltammissione della Spagna franchista all' Unesco, come il filocomunismo di intellettuali che, in pegno di un mondo migliore, sono pronti ad accettare i campi di concentramento, sono secondo r oratore la prova di un chaos intellettuale, politico e morale, che va dal nazionalismo all'intransigenza confessionale interpretati nel più meschino dei modi, e che può definirsi povertà o addirittura mancanza di umanità e di maturità. Infatti, ha detto l'oratore, non si tratta di eliminare principi e sentimenti che fanno parte della vita dtuna società, bensì di elevarli e purificarli nella mente e nel cuore. << Non bisogna complicare la situazio~e, il mondo è grande e svariato e ognuno di noi lo vede in una maniera che gli è parti- \ colare. Se ci sforziamo semplicemente di ridurre le cose alla loro essenza, giungiamo a farle contenere in due soli principi, fondamentali e necessari: il principio socratico della libertà di pensiero e il principio cristiano del rispetto che dobbiamo ai nostri fratelli >>. Ltoratore ha fatto notare come siano stati questi due principi viventi - che lo Stato sacrifica - a creare la riéchezza delltEuropa rendendola atta a guidare il mondo nel corso dei secoli passati; essi si riferiscono ai due poli 23 BibliotecaGinoBianco

della vera socialità la quale tiene conto sia dell'individuo ,che della società. << L'avvenire della nostra cultura, deve essere contenuto fra i due poli della vera socialità, che sono, unò la cultura individuale, cioè un concetto di .sviluppo dello spirito dell'uomo che rende questo ultimo sempre più cosciente di se stesso e del mondo che gli sta intorno; l'altro, una nazione o un gruppo che lo tocchi da vicino e gli trasmetta, resa più facilmente assimilabile dalla minore distanza, la cultura universale che sarebbe diversamente troppo distaccata dal singolo e troppo vasta per essere da lui compresa. L'ambiente nazionale, locale' e famigliare mette alla portata dello uomo i concetti in se stessi troppo astratti della cultura universale. La cultura individuale che si sviluppa in quest'ambito costituisce il polo opposto a quello sociale: uno feconda l'altro vicendevolmente>>. Considerando l'avvenire della cultura su questa bas~, r oratore ha fatto consistere i suoi problemi attuali nella difficoltà della costituzione di un equilibrio, di una sintesi armoniosa e feconda fra la cultura individuale e la cultura sociale - equilibrio che egli ritiene sia raggiungibile solo alla condizione che si rispettino e si comprendano esattamente le virtù della libertà, dell'uguaglianza e della fratellanza. << È stato necessario che Socrate illuminasse Cristo, e che Cristo umanizzasse Socrate >>,l'oratore ha detto per concludere. << È stato necessario che Cristo e Socrate si accettassero a vicenda perchè potesse realizzarsi la nostra cultura occidentale - mentre in altri paesi del mondo la cultura è minacciata, vi si costringe ogni 24 BibliotecaGinoBianco

I giorno Socrate a bere la cicuta, ogni giorno si crocifigge ( Cristo>>. William Faulkner ha preceduto André Malraux dicendo : << Mi dispiace di dovermi esprimere in inglese perchè quel che voglio dire dovrebbe essere detto -in lingua francese da un americano. Io non sono un oratore, non ho pronto ne5sun discorso : 1ni preme unicamente di insistere su questo punto, che ciò che conta, in quel che voglio dirvi, è il fatto che colui che lo dice . sia un americano. Sò da un pezzo che gli uomini del mio paese godono la reputazione di ferire con il loro comportamento la suscettibilità europea. Dubito per conto mio che gli europei conoscano la vera ragione di un si~ mile atteggiamento. Il fatto è che abbiamo la tendenza, negli Stati Uniti, a considerare il nostro paese un continente isolato che riunisca sotto la bandiera stellata nazioni della comunità civilizzata; e ci riesce difficile pensare a quei popoli che non sono segnati sulla nostra bandiera. Per fortuna siamo infine riusciti a capire che le dimensioni reali del nostro mondo non si limitano affatto al solo continente americano, bensì comprendono il mondo intero. Sono persuaso che quest'errore di ottica, commesso da noi americani, _avrà la sua riparazione in un avvenire molto vicino, e che il muscolo che è l'America, unitoall' intelligenza che la Francia simbolizza, sapranno ga- .. rantire la salvezza dell'Europa>>. 25Biblioteca GinoBianco

Denis de Rougemont, nella sua qualità di presidente del Comitato Esecutivo del movimento internazionale per la libertà della cultura, ha concluso la seduta con un riferimento ai dibattiti letterari che l'hanno preceduta nell'ambito del festival << L'Opera del XX Secolo>>, e che erano stati dedicati ai temi: << Isolamento e Comunicazione >>, << Rivolta e Comunione>>, << Lo spirito della pittura del XX Secolo >>, << Diversità e Universalità>>. << Mi limiterò a sottolineare un carattere molto generale dei nostri quattro dibattiti e delle due serate di. conferenze che hanno dato la possibilità nel corso di quindici giorni a circa quaranta personalità del pensiero e delle arti di esprimere le loro opinioni sui problemi più attuali della cultura. Tutti gli argomenti che abbiamo discusso - dallo scrittore nella polis all'isolamento dello artista in un'epoca di comunicazioni di massa, all' opposizione fra una rivolta che è impossibile reprimere e la comunione che è indispensabile, si riducono a uno _solo: l'individuo creatore e la società. Ora, sono stati molto bene illustrati e dimostrati i pericoli che l'isolamento comporta, denunciati gli eccessi della rivolta : ma si è molto meno insistito sulla tranquilla e fiduciosa accettazione dei moderni mezzi di comunicazione con le masse, e nessuno ha apertamente dichiarato di conoscere e di assumere le condizioni di un nuovo genere di comunione tra gli uomini. È su questo tema della comunione - al cui proposito nessuno di noi si arrischierebbe a proclamare delle prescrizioni, tanto più che troppo bene sappiamo dove le prescrizioni del genere conducano - che vorrei dilungarmi. Perchè, che cosa 26 BibliotecaGinoBianco

valé la felicità di un popolo e che cosa vale la sua comunione, quando la si edifica con il concorso della polizia, al prezzo di un uomo su dieci confinato nei campi di concentramento sovietici'? Che valore può avere la comunione dei rimanenti nove, i quali a malapena osano guardarsi negli occhi, sapendo che possono esservi spie fra di loro e che il decimo è internato'?>> De Rougemont invita i presenti a riflettere sul fatto che se questi uomini forse non sono nemmeno in condizione di misurare l'intera portata e la vera intenzione della tirannia nella quale sono nati, coloro i quali hanno conservato il diritto e la possibilità di sapere, di conoscere e di informar~i, sarebbero imperdonabili se tacessero. Ltoratore prosegue dicendo che, se la manifestazione<<LtOpera del XX Secolo >>ha costituito nel suo insieme una protesta contro il fenomeno del totalitarismo di qualsiasi colore - protesta nel doppio senso della parola che è contemporaneamente rifiuto e testimonianza, - la çonclusione dei dibattiti letterari riconferma nel modo più esplicito la differenza fondamentale che esiste fra il pensiero libero e la propaganda. <<Nessuno di noi è giunto alla conclusione che alla disciplina totalitaria si debba opporre un fronte comune combattendo contro la propaganda con la propaganda. Sono sicuro che tutti noi approviamo lteccellente definizione della propaganda data da W. H. Auden nel corso di un dibattito: la propaganda è t uso della magìa da parte di coloro che non vi credonopiù contro coloroche vi credonoancora .>>Interrogandosi su quella che potrà dunque essere la risposta degli uomini liberi alla minaccia totalitaria, de Rouge27 BibliotecaGinoBianco

mont ha detto: << Risponderò con una specie di parabola che ci condurrà direttamente al nucleo del problema. Cristiani o meno, dobbiamo indistintamente accettare il fatto storico seguente : la più vasta comunione che sia mai stata costituita nel mondo, la più profonda e la più libera nei modi di adesione che implica, è nata non da un'idea o dottrina o da un sistema di valori, non da una causa: bensì da un sacrificio individuale, da un uomo solo, da un uomo che è .morto nel più totale isolamento, nella più intransigente rivolta contro il male e r ingiustizia del mondo, abbandonato dagli uomini e dallo stesso Dio. La parola comunione trova il suo senso in quel sacrificio e lo perde nella misura in cui si allontana dal sacrificio individuale >>. Ltoratore ha concluso con una citazione dal commento al << Don Chisciotte » di Miguel de Unamuno: << Mettiti in cammino solo e tutti i solitari si uniranno a te e saranno al tuo fianco senza che tu li veda; e ognuno penserà di stare camminando solo : in realtà però voi formerete un battaglione sacro - quello della santa e mai conclusa \ crociata ». 28 BibliotecaGinoBianco

Altri opuscoli pubblicati : Serie " PROBLEMI DEL NOSTRO TEMPO,, 1. LE LIBERTÀ CHE POTREMMO PERDERE di DENIS DE ROUGEMONT 5. I L MESSAGGI O DI P I E R O G O B E T TI di UMBERTO MORRA 7. L A S O .L I .T U D I N ~ D E L L ' A R T I S T A di EUGENIO MONTALE 8. R I V O L T A E COMUNIONE di GUGLIELMO PETRONI 9. PER LA LIBERT~- D~L,LA F_ANTASIA CREATRICE di LIONELLO VENTURI 10. L E D U E D l'TTAT U RE di VITALIANO BRANCATI 12. I L T E M P O D E L L A M A L A F E D E di NICOLA CHIAROMON i E Serie "FATTI E DOCUMENTI,, 2. CHI SONO I PARTIGIANI DELLA PACE Serie "TESTIMONIANZE,, 3. U S C I T A D I 4. LA G R A N D E SICUREZZA di IGNAZIO SILO NE T E N T A Z I O N E di CZESLAW MILOSZ Pubblicati sotto gli auspici del CONGRfSSO INTERNAZIONALE PER LA LIBERTÀ D&LLA CULTURA ' l • • • • BibliotecaGinoBianco

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