Edoardo Pantano - La situazione

. PUBBLICAZIONE DEL C!HCOLO CEì\TR.ALE 1 EPUBBLfCANO --.. ---.,..-...--..... ------------,.t-""'t.~-_..._-----------_,......_ . PEIl • l E D OA RD O. PANTA NO . J .. ~ . ~ .SECONDA EDIZION~ . - ~ ~ • • . l ... -..r .,; . 7:'- · ·~· -......~--........ ·~~_..,._,.... ' ' ... ·-: ·' ••'\ \\ • • . Ìl ·, • ... ' 1 ' ROMA {\. · TIPOGRAFIA RIPA~\10:'\TI E c. ,. ' -1878

MAZ 0700 00:$16

.. l y t (,?, ....,. ;· i ~ "f't: l f• ~"' ~'l ,';f f. ~ n~• ]L ,.~~,;~ · ,.,., ~(1,1' ~ Q, iflJ l PUBBLICAZIONE DEL CIRCOLO CENTRALE BEPU.SBLICANO '· l! ;p l ·LA SITUAZIONE PER EDOARD O PANTAN O Lettura fatta .in Roma il 9 Febbrajo 1878 nelle ~aie del Circolo Centrale Repubblicano SECONDA EDIZIONE \ . ' ROMA TIPOGRAFIA RIP Al\10NTI . E C. t878 ' ... ..

l J

CITTADINI f Noi siamo qui convenuti a commemorare una data -solenne, una data che è per noi ad un tempo una me- . ' ·moria e una speranza, un patto giurato e una promessa ~da compiere: IL 9 FEBBRAJO 1849. Il Comitato Direttivo del Circolo Repubblicano ha cre- ,duto che il modo migliore di festeggiare, nelle presenti ·circostanze, il ricordo di quella grande epopea nazionale ifosse quello di raccoglierei in fraterno convegno affine di ~renderei conto della situazione che gli eventi e i durati .affanni hanno creato al p( >polo italiano, per misurare ii ~cammino percorso in questi ultimi anni, per vedere qual distanza ci separa ancora dalla realizzazione dell'ideale che tren'anni or sono venne consarrato in Roma dal martirio .della gi0ventù italiana convenuta, qui, per conferire il bat- ~tesimo del sangue, della virtù e del sacrificio alla terza .Roma: LA ROwiA DEL POPOLO. Onorato dell'incarico di parlarvi in nome del Comitato,

' l 4 Direttivo, delle presenti condizione d'Italia, mi studierò dx pennellegiarvi a grandi linee il complesso della grave s ituazione che attraversa presentemente il paese. · Epperò mi sia concesso anzi tutto di ris~1ire alquanto ) indietro nella storia contemporanea onde riportarm,i a quel partito politico che tenne in pugno per 16 anni le redini del potere, signore e arbitro assoluto dei destini d' Italia, come quello che influì. sopra ogni altro a deternJ.inare l'attuale stato di cose obbligando la nazione a subire una teorica di governo di cui speriinenta ancora i fatali effetti. , I. ' La Destra La Destra incarnò, in pieno secolo XIX., le tradizioni > più rigide dei governi oligarchici. Scaturita da un' efflorescenza liberale della Monarchia, si assunse il compito di circonscrivere lo svolgi1nento dei diritti popolari nel breve cerchio dello Statuto · strappato a Carlo Alberto dai 1noti rivoluzionari del 1848. Quello Statuto non doveva però soddisfare n è la Monar -· chia n è il popolo. Sufficiente, da un cantò, a chiarire l'odio- . sità del priyilegio e a ferire lél: Monarchia nella sua base, non riusciva, dall' altro, a contentare il popolo di cui riconosceva i diritti parzialmente e questi pochi imbavagliati e monchi. D'onde quel conflitto permanente tra i cittadini che tendono a varcare la tangente segnata dalle leggi statutarie · (il governo che cerca in tutti i modi di serrare i cancelli l e di contenere gli spiriti entro i limiti .prestabiliti dalla . volontà di un Re. Le conseguenze di una situazione rosì anormale non ' potevano approdare che a due risultati: la rivoluzione da parte del popolo, l'arbitrio mascherato da parte del potere. Non è rnio pensiero di ritessere la storia dei tentativi insurrezionali tante volte falliti, nè di valutare le circostanzeJ

5 che ne determinarono l'insuccesso. Dirò soltanto che la grande valvola di sicurezza del congegno 1n onar chico fu la quistione nazi onale che r accolse per più di 30 anni, intorno a d essa, gran parte dei voti e delle forz e popolari italiane; che vide alternar e noi medesimi, di parte r epubblicana; tra la cospirazione per r ovesciar la e gli aiuti per r enderla vittor iosa di fronte allo straniero. Non è già che la Monarchia volesse l'Unità. Il suo sogno \ pih ardito er a l' egemonia piemontese - ma sospinta a tergo dalla volontà nazionale· le fu mestieri far di1nenticare l'onta d i Novar a battendosi, tuttochè miserarnent e, contro l'Austria.' ed entrando in Roma, quantunque ginocchioni, dalla breccia di Porta Pia. · l. Per tal ·modo si assise all' ombra del grande albero nazionale e ne mangiò il frutto, rnentre vilipesi e proscritti andavano errando coloro che ne fecondarono il germe col sacr ificio. Essa, che non aveva vinto., ebbe gli onori del vincitore e si trovò chi le innalzasse il cantico della vittoria sopra una t erra inzuppata del sangue dei traditi dalla sua ambiziosa ipocrisia. ·. EpRerò se a causa di ciò fallirono i 1noti insurrezionali e la Monarchia potè vivere, anche ii]. mezzo al più vivo risentiinento, l' arbitrio divenne per necessità di cose la sua sola ed unica norma di governo. Ma questo arbitrio, ora roper tv da una falsa legalità, ora aperta1n ante cinico e crudele, apparve d' un tratto e subitaneamente intollerabile anche ai piu tiepidi non appena rovesciato il potere temporale dei Papi la coscienza popolare potè far sentire la sua voce non piil com1n ista · a ll'eco fragor osa degl'inni nazionali. E cor se un lustro, dal 70 al 75, in cui la l\1onarchia costituzionale parve riassumere e compendiare se stessa, condannando la nazione alla più acerba tristezza e alla più dura imrnobilità, ·quando invece il paese sentiva svegliar si in seno una coerente itresistibile di vita nuova. È in questo breve per iodo che la decadenza dell a l\1onar chia apparve. manifesta agli occhi di tutti. l .. l v

6 Il s;uo passato venne rivangato. Sarnico, Fantina, la:~ Convenzione di Settembre, le stragi di Torino, Aspromonte, , Mentana sursero, spettri formidabili, a condannarla in nome del risorgimento nazionale. Cotesta evocazione ruppe l'in..:. , r cantesimo del successo e dissipò il fumo di cui l'incenso 1 , avea ravvolto gli altari monarrhici. La nazione ripensò a se stessa: vi fu un'invasione di ricordi: virtil,. ingegno, valore, tutto era stato obliato o ìsterilito dalla Monarchia. Un' accolta di abili diplomatici· - . negoziando a proprio beneficio J a gloria e l'entusiasmo, la forza e la prosperità nazionale - siedeva arbitra rlei destini oomuni. La loro paura, che venne eguaglìata soltanto dalla loro violenza, scorgeva dappertutto nemici e cospiratori, empiva le carceri di sospetti e facea risonare l'aula dei Tribunali di processi scandalosi nei quali ingegni e nobili caratteri si c.hiarirono vittime di agenti provocatori sussidiati da.llo Stato. Nella Camer~ una maggioranza servile , incanutita nelle condiscendenze , infetta da irremediabile decadi-· - mento, sen2ll forza di coesione, in dissonanza con la stessa oligarrhia elettorale divorava se medesima nell'impGtenza. l Tutta la sua politica era racchiusa e condensata in questa so~a frase: prost?~arsi a qttalsivoglia ministero..... Il Senato, con le sue foglie inaridite, fregiava questo capitello senza stile: barocco accozzo di una tradizione spenta e di una innovazione rachitica. Le nostre relazioni con l'estero fiacche: la politica in- - ternazionale affidata all'indebita ingerenza della Corona o· confortata dai ripieghi di una volgare abilità. Il successo tenuto come solo giudice - l'opportunismo come solo cri-· terio. Bastava appena l'eco della nostra grande epopea na-- zionale a colmare il vuoto che ci andava creando intorno una politica di pusillanime egoismo che sfruttando l' alleanza della Germania accettava ignobilmente la Venezia da mano francese, ratificava Lissa e C.ustoza con la ritirata vergo- - gnosa del Tirolo e si arrestava appena, sotto la paura di

,_ 7' · perdere il trono,, dal far n1arciar.e i nostri soldati dietro ì battaglioni del terzo Impero che si avviavano a Sedan. Nelle relazioni col Vaticano una politica ecclesiastica che può solo definirsi come 'l'ibrido sposalizio di uno scetticismo beffarqo e di una pin;:;oçchera divozione : Voltaire effigiato sopra una medaglia del sacro cuore di Gesh. L'a;- :ÌJolizione delle mani morte e le Guarentigie pontificie - incan1eramento dei beni ecclesiastici e il sussidio ufficiale ai parroci - ht libertà dei culti e il catechismo nelle scuole -la libertà di coscienza e il giurame:qto sul vangelo innanzi ai Tribi1nali - politica bigotta, continuazione storica delle tradizioni di Carlo Emanuele 1° di Savoja che in una mano teneva i libri di astrologia della quale era appasionato cultore e nell' altra la spada di buon cattolico con cui perseguit9-va i Valdesi- politica da Tartufi, precorri1rice logica delle inspirazioni meditate del Padre Curci. Tutta la ricchezza, tutta l'energia della grandezza italiana non erano riescite che a saziare Fingordigia di pochi speculaturi e ·a raffinare un fiscalismo che attaccava in pari tempo la proprietà e .il lavoro. L'imposte ingoiavano ciò che la guerra e i passqti servaggi avevano rispettato e le re-- gie, il fisco, i doganieri spremevano e sciupavano ciò che ) l'imposta aveva lasciato sopravvivere~ L'esattore esercitava nel campo economico l'analoga funzione del carabiniere nel campo politico e occorrendo si davano la mano: l'esattore svendeva sovente al pubblico incanto i mobili di colui che era stato dianzi incarcerato dal carabiniere e questi, a sua -volta, aiutava l'esattore a gittare sul lastrico chi si trovava nella dura e triste impossibilità di pagare. Il sistema atnministrativo divenne così Foppressione ·lneglio organizata e inesorabilmente applicata grazie ad un metodo accentratore : copiato sulla falsariga straniere. con cui, soffocando l'attività dei Comuni e delle provincie, lo Stato faceva convergere a se tutte le forze vive · del paese rendendole pur troppo infruttifere o dannose. Il popolo delle campagne, esausto da balz_elli disastrosi:t l '

8 coltivò spossato i campi e l' agricoltura deperi. Col lavoro languente una strana i1npotenza s' ilnpossessò delle nostre industrie colpite in mille modi nel loro sviluppo : il com- " ' ' merrio vide crescer e la importazjone ad un cifra spaventosa e .diminuire in pari tempo, quasi affetta )da tabe , la esportazione. A questa n1iseria materiale si accompagnava, quale segno indelebile· di scadimento, una immensa miseria m0rale. Ogni carattere, ogni maschia forza sembrò dileguata co1ne per incanto. Una turba d' impiegati, senza indipendenza e senza gagliardìa, popolava soltanto questo quadro a tinte così. pallide, a contorni cosi scuri. La magistratura, messa tra il fi sco esjgente e la popo- ~azj one soffrent~, divenne sofista e smarrì il. puro . senso giuridico delle grandi tradizioni italiche. Mantenuta d'altra ~rte in -y.na dipendenza servile sanzionava gli arbitri del potere esecutivo e sottraeva al giurì. i per seguitati dal governo per colpe politiche, prolungandone il car cere preventivo, fi.nchè un' amnistia r endesse pih grave l'ingiuria condita da una grazia insolente e derisoria. Tutto questo lavorio .dissolvente aveva per la Destra uno scopo ben determinato: ridurre la nazione all'inerzia, all'indiffer enza e alla servith morale, per far e èli tale degradazione l'indispensabile piedestallo del proprio dominio. Tuttavia) Inalgrado i profondi vestigi ilnpressi da un tale siste1n.a, il governo era debole. La Monar chia si logor ava lentamente in una spregevole fiacchezza. 1\iaterialmente essa traeva alla rovina dello Stato , moralmente alla r j.voluzione. ·Il par eggio finanziario, per una strana ma eloquente antitesi, coincideva con · la ban'carot.ta delle industrie e del commercio e la reazione governativa cominciava a suscitare la r eazione delle coscienze ' individuali. Da Torino all'estren1a Sicilia r egnava difatti una calma profonda - non così profonda però che. non si udisse serpeggiar e nelle masse popolari il sordo fremito della n1iser ia, che non si vedesse nelle classi culte lo sdeg11o far · capo al dHeggio. ; •. <l ., ,.

/ 9 La Monarchia presentì lo scroscio lontano della tempesta e d ebbe l'accortezza dl. non lasciar si illudere dall'atonia apparente da cui sembrava colta la nazione. Per salvar e sè stessa le bisognava una nuova forza: da ciò ebbe origine il 18 Marzo 1876. La nazione, dapprirna sorpresa ed incredula, cominciò a sperare. Il partito a rui la Corona affidava , il governo si era n1antenuto fino allora estraneo a tutta questa abbiezione. Battagliero e pieno di vigore, avea conservato se non la essenza le forme maschie della vitalità e le sue tradizioni si ricollegavano, per .molti fili, alle tradizioni più splendide del risorgimento italìano. Epperò il suo avvenimento al potere venne designato co1ne quello che avrebbe posto .~ermine ai mali interni dei quali il paese era afflitto e rial- :zato in pari tempo il prestigio italiano all'estero , impri...: mendo un nobile e salutar e indirizzo alla politica .internazionale. II. I S . . . ~a tnJ.sr.ra La disnlusione dove<'. nondi1neno tener dietr o) assai da vicino, alle facili lusinghe. Non sono decorsi ancora due anni, che tuttavia quel partito ha· sfrondato poco per volta la sua corona civica e reggendosi a 1nala pena sui ruderi d2l · proprio passato cer ca indarno di arrestare la sfiducia che va guadagnando la nazione. Io non voglio tacciarlo di n1alafede, nè a-mmettere ch'esso abbia scientemente ingannato il popolo italiano. Le opi:p.ioni politiche banno diritto al rispetto ed alla più larga e benevole tolleranza. Amo perciò creder e che suo fermo proposito fosse quello di r endersi utile alla patria, che gl' interessi personali r appresentassero agli occhi suoi una parte del tutto ·accessoria e che sobbarcandosi alle aspre lotte del poter e abbia inteso di compiere un atto di grande patriottismo.

/ 1' 10 Mentre la Destra andava lasciando tracce così funeste di se, la Sini~tra aveva per 16 anni div~so l:;t generosa impazienza e i sacrifici del popolo per la conquista dell'D- · nità. Tuttochè di tendenze monarchiche, essa aveva ognora cerc~to ed attinto la propria forza nel sentimento democratico flagellanq.o con costante fermezza la gretta ed arbitraria politica dei moderati, sì per rispetto all' idea nazionale che per difesa di quei principii di li~ertà dei quali i consorti ' fecero sì strano ludibrio. In quel lungo, tristissimo periodo, essa non pronunciò una _parola, non scrisse un rigo che non l fosse diretto a stimmatizzare quel sistema di governo e a far balenare agli occhi del popolo italiano la curva di nuo- . vi e pih liberi orizzonti. Laonde nulla di piil naturale e spiegabile della grande aspettazione e della simpatica fiducia che accompagnarono il suo avvenimento al governo. Noi soli non sperammo- e nel dir noi intendo alludere a quantj, sia o no conforme il metodo, consentono nel determinare quale unica base legittima dello Stato la sovranità nazionale sostituendo la volontà della nazione liberamente espressa a qualsiasi potere pih o meno oligarchico. Non è mio proposito con ciò dj esaltare la parte nostra, nè molto meno d' infliggere un rimprovero a quanti, cullati sino ad ieri da vana h;tsinga, reclinano oggi sconfortati la testa sotto l'urto prepotente della realtà. A nissuno è dato di misurare per quali e quanti modi un 1also criterio può guadagnare le masse, per quale trafila di dolori e di speranze riesce sovente a farsi strada nei cuori piil onesti e negl' intelletti pih sobr'i. . Se lo ricordo, egli è perchè coloro i quali ci dissero un giorno profeti di sventt"ra ei giudichino ora alla stregua.. imparziale degli avvenimenti, acciocchè certi a1tri, usi a . malignare, non vengano a rimproverarci di fhtgellare gli Dei morituri dopo esserci confusi nella schiera d·ei loro credenti ed aver intinto le labra nella coppa del festino. ..

r .. 11 Il nostro giudizio, rela:tivan1ente alle funzioni e alla· portata della Sinistra nel congegno monarchico, rimonta ad un' epoca anteriore alla sua venuta al potere, nè si mutò dopo il 18 Marzo. Egli è bene tuttavia mostrarsi anzitutto sinceri e rico-- scere, in omaggio a quelli che si tuffarono in sogni dorati, come niuno, compresi i di lei più fieri avversari, s'aspettasse si misera prova dalla Sinistra al governo della cosa pubblica, talmente la sua decomposizione fu da quell'istante rapida e violenta. Certo tutti convenivano nel ritenere che corre un qual-- che divario tra il controllare e il dirigere l' azione dello Stato ; che dopo 16 anni di governo corrotto e corruttore, con la immensa r ete burocratica che allaccia e paralizza ogni evoluzione governativa, non poche, gravi e persistenti difficoltà avrebbero intralciato qualunque opera riformatrice. Questo convincimento alleggeriva la sua responsabilità rendendone meno difficile il compito. . Essa invece si lasciò imporre da quegli ostacoli. In cambio di vincere o frenare la corrente, che i suoi pre- , decessori avean generata, le si mise in balia : cominciò a stessere e ritessere la stessa trama gevernativa e si chiari ad un tempo ·neofita e decrepita. In due anni di applica-- zione ne distrusse sedici di preparazione e coronò un effimero tr~onfo con la sconfitta del suo passato. Padrona del governo e certa, per legami invisibili, di una maggioranza in molta parte ignorante o pieghevole, dimentica dei bisogni imperiosi della patria di cui si fece sga-· bello al potere -malgrado avesse predicato che la Monarchia deve ritemprarsi nella coscienza italiana - la Sinistra finì col sacrificare questa a quella sfruttando gran parte delle forze nazionali che si erano sottratte all' orgia fatale dei 16 anni. La lotta impegnata a nome della Nazione si trasformò in un duello tra i vecchi ed i nuovi cortigiani e i veli costituzionali trasparirono troppo per aver potuto .nascondere, agli occhi nostri, questo ignobile pugilato com-- •

.. ' ' ' l ' l' ' . , ' ( ' l l \ .l '< ) 12 l f ) ' \ ' • l l • battuto dietro una cortina 'reale. Il fun1o del potere, prem1o deHa vittoria, le fu. con,cesso a patto .che sortisse dalle ceneri del vecchio programma d' opposizione messo ad · ardere sull' ara monarchica. Quel fumo fu il fumo · di un l ' ,.~. sacrificio - e qual sacrificio! : la Sinistra ha immolato sè · · stessa senza salvare la M.onarchia. . ' Peroccbè fattasi mallevadrice di un'Istituzione fiaccata l ' e guasta, di fro:qte aq ·un· popolo che ch.iede· di v,ivere e · di espandersi, Ia Sini~tra è ]yVpotente a ' trasfGrmai~ l' una , .. e a padron.eggiar l'altro. Sopraffatta ed inghipttita da quella . , ~­ stessa c,orruzione mon~rchica contro la quale / si ' sollevò . , ~ un ~empo fu~minari.dola con la sat~ta di Giqven,ale, . essa è Dra ))èrso,glio alla sua volta agli strali ~pungenti e sanguinosi di Luciano. Essa, che lottando ed educandosi alla ~ scuola gagliarda del combattime'nto ~ era stata compél:gna dei martiri caduti per\ la grandezza e la libertà italiana, si 'assunse l'incarico di soggiogare e corron1pere i figli di, qpei mq,rtiri 1:-ell' imn1obilità e nel disprezzo. Per tal 1nodo ~ l convertiti dell' oggi l emularonq i battezzati dell' ieri. ' Invano aléuni onesti gregari, studiandosi d' individQalizzare la colpa e sottrarre sè ·stèssi e il partito -.alla inesorabile condanna~ accusano gti errori e i dissidi dei, capi; · ··. ·t: '"- . essi' obliano così facendo l' ignavia e la complicità d{ chi . ' ;... \ ' seguiva o tollerava. ,' Novera, è ve~o, ogni partito anim8 ingenue ed arren..: ! devoli ohe non vedono tutte le <?Onsegu~nze tatalmerÌte ./ ~legate ad una premessa, pér cui istintivam-ente e senza ayvé- . l derpene si ribeDano sovente col linguaggio del cuore agli · : ~.rrori del cervello ; ma quanto meglio non provvede- l rebbero a sè stessi e alla patria se, rimont~ndo d,al l ( \ sentime~to al pensiero~ dalla impressione' alla medit~zione, 1 ctttésti tali rifaress'ero il ~am:mino della · storia _deJ?loran?o non solo la condotta dei loro ~miei · ma m&glio 'e pi'ù ·. t )., . 11 l ' quella teorica che; dop,o averH rin1orrhiati per 16 anni dietro uno splendido miraggio, è approdata . ad uRa viltà. . ' La inconseguenza stà nei :loro caratteri, non te1npr~ti abba- ,, . ' l \ ' '~ '• ' \ \ 'l l •, ..

· .. l l l 13 ' stanza alla energia severa di una lotta feconda, ma il tatlo è riposto neÌle loro idee diseredate da ogni concetto vivificator~, cUt 9gni lampo di fede nell' avvenire. S~ essi si rassegnano ad una situazione che biasimano e condannano, a che giova l' eco del loro rammarico ? La nazione è stanca di recriminazioni impoter;tti , di spir iti che non . hanno la forza di r esistere alla corrente che li trascina ed elevano la protesta della debolezza . Essi sono i .naufraghi di una nave rotta non già dalla tempesta 1na dalla ,ignoraùte . presunzione della ciurma. I pìù accorti hanno afferrato l o scoglio che 1niravano raggi~ngere; . i paurosi e gl'incauti si attaccano alle r eliquie della nave e J gridano: al · SOCCO?"SO f .Non si prolunga la vita di un' Istituzione i~languidita, .che vien n1éno. da sè, per virtù di pochi uominì ; non si ' vincono le resistenze ch'essa incontra nel suo cammino, ' quando queste r esistenze -sono il risultato degl'inter essi generali CÌl:e la incalzano necessaria1nante e simultanea- , ' mente da ogni lato. l Qualunque uomo governi in si fatte condizioni , sia Grispi o Nicotera, Cairoli o De Santis non p11ò"ringiovanirla. È un. organismo . il quale si scompagina a causa degli stessi elemPnti che l'hanno costituito, a cui è venuta meno la forza di assimilazione. Un'Istituzione decrepitp, somiglia allora ad un albero annoso che inaridisce in mezzo ad un campo ove rampollano nuovi e verdi germogli, dacchè le sue radi'ci non più assorbono i principi nutritivi che la circondano : l'ultirna sua fasi appartiene all'accetta dell'agricoltore. Se la presenza infatti della Sinistra al governo ruppe ' ' il cerchio di ferro dell'oligarchia n1oderata e rese con ciò possibile una r espirazione meno affannosa dei partiti poli-· tici col vessar meno la stampa e le coscienze nella loro 1nanifestazione -- in che il 18 marzo ha egli trasformato • l i rapporti veri ed intimi della I\1onarcbia col popolo italiano ? Meno il cennato .benefi cio e talune feconde innovaz ioni '( ) ' '

1.4 ·portate nel jus penale, gli ultimi anni di governo hanno ·continuato ed illustrato quelli che li preeessero. Molte illusioni pregne di delusioni ma in fondo gli stessi dolori, gli stessi artifizi, la stessa imtnanenza. All'estero, la continuazione di una politica internazionale guidata sempre fino ad ieri da una « mano misteriosa » che ci rendeva .complici a Parigi delle mene liberticide della coalizione ultramontana e a Vienna delle insolenti provocazioni dell'Austria verso i nostri fratelli di Trento e Trieste -una politica diserede di ogni concetto di metodo ~- e di fine in armonia con le nostre tradizioni, col nostro dovere e coi nostri bisogni, - da ogni lampo di genio , come da ogni norma morale di progresso - una politica , che nella presente vertenza orientale ha tradito 11 principio l ' ' di nazionalità da cui ebbe origine e su cui riposa il nostro . \ risorgin1ento, che non ha saputo intravvedere negli slavi meridionali e nelle schiatte elleniche i futuri alleati di un'Italia libera e grande nel mvto fatale che sospinge l' Europa verso il mondo asiatico. All'interno, merio copia forse d i arbitrio ma non di corruttela , meno lusso di fiscalismo ma non minori gravami sulla miseria, non minore atrofia nelle industrie e nei commerci, non minore monopolio .di diritti politici , non 1ninore ingerenza eflettiva dello Stato o maggiore efficacia di sviluppo nella vita locale. ·Nei rapporti con la · Chiesa cattolica, mantenuti gli stessi vincoli giuridici creati dalla Destra e continuate le stesse tradizioni servili ed , 1,) ippocrite messe in evidenza dalla esplosione della · co- -scienza nazionale in occasione del Comizio all' Apollo e .riconfermate t~stè sopra un feretro reale con questo solo · -divario: che ora è un'anno minacciarono di farci ve~tire il .sacco del pellegrino ed oggi minacciano di farci tenere in una mano il cero, nell'altra il turibolo. ' La Monarchia non si è trasformata nè modificata in nulla e gli umori seguono e seguiranno a s correre lan- _guidi e corrotti nelle sue verie qualsivo3lia l'ingegno, la

15 v1rtb e l'ardimento che vengano a sorreggerla. Rannicchiata nel suo egoismo, essa ha perduto la conoscenza della vita: l è vissuta per quelli che furonq ma non potrà più viver e n è per quelli che sono, n è per quelli che saranno. III. La Monarchia e i gruppi parlamentari Il nuovo regno Fu detto che la storia costituzionale della Monar chia italiana, dal 60 aJ 76, sfida in paragone i giorni più tristi del r egno di Luigi Filippo. Eppure esiste uno spettacolo di gran lunga più eloquente: lo scadimento rapido della Monarchia dopo il 18 Marzo. Se non vi ha infatti costituzionalmente nulla di più umiliante del governo dei 16 anni, vi ha qualche cosa di ·più assurdo: un governo che tenta di stabilire un' alleanza intima tra Popolo e Re nel campo della libertà - una conciliazion'e morale , giuridica ed economica tra la sovr anità nazionale e la sovranità regale. Sotto questo aspetto la Monarchia italiana ha non soltanto imitata ma completata la Mon<l:rchia di Luglio. La rivoluzione del1848, ave_ndo rovesciato il trono degli Orleans imperante ancora il ministero Guizot, aveva lasciato in 1nolti la illusione che un gabinetto Barrai sarebbe forse riuscito ad ar1nonizzar e la dinastia col paese, l' oligarchia colla libertà. La Monarrhia italiana si assunse il compito di din1ostrar e col 18 Marzo la inanità di cosi fatti rimedi, onde alla Sinistra italiana non r esterà nemmeno il conforto ch'ebbe la Sinistra francese di aver potuto ripeter e al Re Cittadino il grido già lanciato a Carlo X: , è tropv o ta?"di. La Monarchia italiana, sfruttando la Sinistra, ha difatti scongiurato il pericolo imminente che la 1ninacciava, ma ha reso in pari tempo inevitabile ed irreparabile la propria

/ l' ' l • • \ l ' l • • > '16 \ l ' l \ \ . . ' rovina il giorno in cui la n1area del 1nalcontento popolare ) risalirà ~a c~1rva dalla quale r etr,ocedette per !un·istante. Nè ' a ·· domarne l'impeto gioverà il ricordo degl'inni cortigiani e dei clamori fittiz'i con cui venne ad arte salutata l'alba ,del nuovo l{egno; .perocchè la intensità di tanto servile· isterismo fo rnisce a noi la n1isura della debolezza che lo l ha provocato. Avvezzi per anni ed anni a portare legata al pròprio nome, come il forzato al piede , la cat~na del- · l'imp()polar ità - a dover' lottare' giornb per giorno, ·ora per ora . contro la coscienza nazionale - i rr1onarchici ·si scn- , tirDno ebbri di gioja · inattesa nel veder circondata di popolo l ( la bara del Re; ebbrezza naturale che coglie dopo lungo e penoso digiuno chi sugge un liquore deside rato - onde furono visti quelli stessi che avevano trovato la frase insultatrice e la contumelia r ettorica a dileg'gio d~lle n1anifestazio... ni popolari, trovar e per queste stesse manifestazioni la parola piaggiatr~ce e l' adulazione plebea. Svisando la natura del co1npianto e speculando s~1 dì esso vollero circondare· la culla del nuovo r egno d~ · un' ero benigna di pvpolo, dell'aureola di una donna virtuosa e delle car ezze innocenti di un fanciullo decenne, qu.asic_chè \ . i do1nestici affetti della reggia potessero far tacer e ii grido ·· angoscioso che parte dai ;casolari del proletario, dimentichi della Monarchia Cittadina sommer sa dalla marea prepotente dei bisogni nazionali malgrado che ~a r eggia.di Luigi · Filippo fosse circondata di Fanciulli n6n meno car ezzevoli, ·- di principi e1n inenti, di principesse pie7 belle, istruite, rispettate ed ammirate. Bisogna distinguere ciò che concerne quella bara da ciò ·che riflette quella culla. Intorno a quel fer etro, commisti alla irrefrenabile de- . solazione dei monarchici e a rimpianti ·bugiardi, vi furono eziandio delle lagrilne sincere e dei dolori onesti ; cuori ' integri che frazionando il proble1na · nazionale non r ammemorano in quell'nra di lutto che un solo de'suoi ter- , mini-l'Unità, e dell'Un~ità un solo ricor9-o :.___le battagtie l l' . \ l l .. l ..

.. , ' ' J 17 collettive. La esplosione del loro sentimento - comecchè obliassero per un istante con l'aspra storia della vigilia l'e- , norme prezzo della vittoria, coi misteriosi disastri della guerra le umiliazioni della pace per non ricordarsi che di una cosa sola: di avere udito fischiare sulle loro spalle il__ bastone dell~Austria, dei Lorena, dei Borboni, del Papa; bastone spezzato anch'esso dalla collera popolare - fu l dolore sincero , ma che ha un valore sempljcemente retrospettivo. Il volerlo far risalire da quel tumulo alla , Reggia, dall'u<;>mo all'Istituzione, dal passato all'avvenire, onde farne il piedistallo morale della Monarchia, equivale a tradirne scientemente l'indnle e la portata. Fra la tornba del passato regno e la culla del nuovo, sta un~ nazione non piil rotta e divisa in sette Stati, ma arbitra e signora de' suoi déstini. Se quel tumulo ebbe la ventura di esser coperto da un lembo della bandiera che compendia le tradizioni del movimento nazionale, a quella c~1lla perchè grandeggi 1nanca una base: il popol·o - il popolo che se r non ha la scienza ha la coscienza istintiva della politica, che ha compreso oramai di essere permanentemente e senza pietà sacrificato agl'interessi della dinastia. Spogliate code'ste manifestazioni da ogni carattere monarchico e ridotte al loro giusto valore, proseguiamo ad 1 esa1ninare l'attuale situazione .politica nella sua vera e . nuda realtà. Quali mezzi restano 'oggi alla Monarchia onde riarquistare la fiducia e la confidenza del paese, già scosse pr ofondamente con l'antico e fatte naturalmente più deboli col nuovo regno? Niuno vorrà di certo immaginarsi che ciò possa avvenire richiamando la Destra al potere. Quest'atto darebbe il segnale della reazione governativa, alla quale risponderebbe con minore o maggiore impeto e celerità la rivoluzione popolare. Imperocchè quali che siano gli errori e le colpe della Sinistra, essa è al potere non per virtù propria sib- ·' • l l.

l • • l l ' , 18 bene per la prepotente necessità che ha il paese di spingersi inn.anzi. Il volere imprimere a questo con violenza un moto regressivo equivarebbe~ a chiudere la valvola di sicurezza per far saltare ~n pezzi la· macchina, e il conge- , gno ne e sì complicato e delicato ad un te1npo che il macchinista, per aÙdace che sia o voglia essere, non oserà affrontar~ un pericolo certo ed inevitabile. Posta quindi, come cosa fuori dubbio, l'assoluta necessità in cui si trova la Monarchia ora specialmente di proseguire ad affidarsi alla Sinistra parlamentare, è nel rappezzato ministero Depretis ovvero in uno o più ministeri, scelti fra i gruppi notoriamente più accentuati della Camer~ ch~essa rinverrà gli uomini capaci di assumersi coraggiosamente l'impresa di armonizzare gl'interessi del popolo italiano con quelli della dinastia? Io non esito ad asser1re 1n modo reciso che quali siano per essere i gruppi i quali continueranno a governare, o saranno per raccogliere l'eredità del potere, essi sono predestinati indistintamente a consumarsi nell'impotenza: a cadere, uno per volta, o sotto i colpi della satira o sotto quelli dello sdegno popolare. E perché in voi non s'ingeneri il dubbio che questo convincimento sia in me scaturito meglio dai desiderii dell'animo che dalla genuina realtà dei fatti, mi sia permesso d'indagare da quali dati le diverse frazioni morìarchiche si lusingano di trarre auspici di lunga vita, da quali altri in vece sono irremissibilmente condannate a rappresentare l'ultimo atto e a ritirarsi dalla scena per cedere il posto alla sovranità nazionale. Giova tuttavia il dichiarare come parlando di gruppi l l parlamentari possibili al governo io 5ntenda escludere la e~rema Sinistra, della quale possiamo nòn dividere · l'attitudine tentennante ed incerta ma . non disconoscere la fe.- de repubblicana della maggioranza. Il giorno nel quale essa si atteggiasse a partito di governo monarchico sarebbe attratta nelle spirali dell'Istituzione per descrivervi inesorabilmente la stessa curva, ( '

19 ~della Sinistra, come il giornq in cui sbandito ogni equivoco sentisse l'obbligo e la necessità di sventolare arditamente la bandiera, che oggi deplorevolmente ti ene mezzo ripi~­ gata, sarebbe certa di r ender si quasi arbritra di una crisi ·popolare resa oramai inevitabile, con o senza di essa. IV. Problema economico. Autoritari e !iberisti. , È inutile illuder si: la quistione vitale che agita il se- ·colo è quistione sociale. Il problema è per.ò sì complesso, si connette in mille modi così diversi alla vita degl'individui e allo sviluppo delle nazioni, si affaccia sotto tanti e sì vari aspetti che, .strano a dirsi ma pur vero, uomini e partiti i quali stanno agli antipodi tra di loro si vantano di esser e tutti apostoli dell'idea sociale ; d'onde una confusione di opinioni, di pro- ,grammi, d'idee, che mai la maggiore. Per bene intendersi importa anzitutto precisare i termini, non già della quistione sociale ne' suoi diversi sistemi · ma ne' suoi rapporti con la quistione politica. Il chiarire questo punto è per nui di suprema importanza_ .Conciossiacchè dopo avere sciupato, per un quarto di seco- , lo, la vitalità italiana con una finzione politica, la Monarchia .costituzionale e i suoi fedeli tentano oggi di perpetuare l'e- . :quivoco con una finzione economica: le riforme tributarie - e noi addjtano al popolo quasi suoi nemici, perchè turbiamo il loro affaccendarsi onde migliorare le sorti econ<:>- micamente infelici della naziop.e. È questo il grido con cui la Sinistra giunse al governo; .. è questa la via che accenna a battere la Destra per .avviarsi alla rivincita - è questa la rete insidiosa t esa al popolo italiano dagli uni e dagli altri. La crisi del 18 Marzo scaturì in effetto da una lotta che ha intima attinenza con questo problema e furono visti \

.. ' c • ! ,, l t l l . l ~. 1 20 ' .due partiti, !iberisti ed autoritar!, schierarsi di fronte e ~ontendersi il potere in nome df un principio . puramente , .economico. · · Non .è qui il caso di discutere queste due scuole nè d'indagare minutaménte in quali altri termini bisogna cercare . la soluzione del grave quesito che riflette i rapporti tra l'Individuo e lo Stato. Quel che importa avvertire è questo : che scindeRdo, eome fanno, la questione economica dalla questione politica essi non ·potrebbero approdare, dato anche il pieno svolgimento del loro programma, che a .due risultati: gli l autoritari al dispotismo dello Stato, i !iberisti all'anarchia degli individui - alla paralisi periferica o alla paralisi cen-, . trale - dacehè lo Stato, quando non è la espressione col- . lettiva della libera manifestazione popolare, lungi dal rap- , · presentare il cuore della nazione d'onde si spande in tutto il corpo l'o.nda vivificatrice, rappresenta la ·maglia che inceppa la libera circolazione del sangue nel corpo sociale - perchè l'interesse individuale scompagnato dall'idea fondam€n- · tale dell' interesse ce>llettivo si risolve nel più grossolano individualismo- perchè nell'un caso o nell'altro, prevalente l questa o quell'altra scuola, la nazione sarebbe condannata a dibattersi fatalmente tra l'egoismo dellv Stato e l'egoismo dell'Individuo. Quelli e questi ci porterebbero al cesarismo economico: gli uni direttamente, gli altri per via indiretta; al più abbietto servaggio politico e rmrale, al servaggio ·nutrito e l • riscaldato, al servaggio che co1nanda all'anima ed al cervello soltanto in nome del ventre. Ora non è questa invero la meta a cui il popolo aspira ma verso la quale andrebbe se dovesse trovarsi nella fatale alt.~rnativa di seguire ineluttabilmente l'una o \ l'altra delle due scuole. DolJe quali, a rriio avvìso, la più · perniciosa è oggi al governo della cosa . pubblica, come quella che ron la parola libertà economica ha guadagnato maggiori simp~ti~ alla propria causa, e come meno antica (• ' l \ '\ ' . • l \ r ) . ' ' )

l 21 - offre maggiori allettamenti alla fantasia velàndo con un fr~sario poetico e con immagini segucenti il fondamento della propria dottrina. Imperocchè gli autoritari indarno si sforzano di mascherare la loro vecchia origine con una tinta germanica. battezzandosi per socialisti dalla cattedra: attraverso la maschera scientifica traspare il profilo politico sociale che in Roma condusse al basso Impero, in Francia al terzo Bonaparte. · L'Autorità quale essi la intendono ha fatto il suo tempo, suppone un'eterna· infanzia, esclude la educazione progressiva dell'individuo e non rjsolve alcun problema. Ma i !iberisti italiani, che si compiacciono, dirsi della scuola di Adamo Smith, celano sotti i colori vivaci della lpro bandiera il tarlo che ne corrode la trama e sono tanto più funesti in quanto hanno l'apparenza e le forme del progresso che tende ad emancipare il popolo dalle strettoje che lo comprimono. I fautori ,di questa scuola hanno riconosciuto che non è possibile di ottenere la massi_ma attività sociale · senza la massima libertà di sviluppo economico ; se non che mentre reclamano questa- libertà piena ed intera nel canrpo economico, la negano o non l'ammettono che parzialmente nel campo politico. Ora è questo uno dei più gravi, forse il più vitale, fra gli argoment~ che interessano l' avvenire delle masse. Si tratta infatti di sapere se la quistione sociale, che agita presentemente le officine europee, possa trovare la sua completa o quasi completa soluzione così in un popolo di schiavi co1ne in un popolo di liberi, o se invece sia vero che l'emancipazione soriale non sarà che un sogno senza_ la completa emancipazione politica. Con· la prima teoria si rende legittimo lo sforzo della scuola pseudo-liberale che. cerca il benessere eaonomico all'ombra delle monarchie temperate, con la seconda si rende illusorio qualunque programma non diretto a risolvere radicalmente il quesito. l . r

' . ; ' ( { l ') ,, r~ ' , l - l l , l 22 ( ' .... Codesta scuola composta di uomini che sono , ad un \empo, rivoluzionari nel campo eronon1ico e monarchici nel campo politico, è una delle tante curiose contradizioni scien-· tifiche del periodo transitorio che attraversa l'Europa e, con l'Europa, l'Ité}lia. Proclamando, com' essa fà, il prinçipio della libertà commerciale, industriale ed economica non che religiosa e scientifica, delle due l'una: o tutte le libertà scaturisconçl' l da principi e leggi invariabili che non .possono violarsi im... punemente, ed allora bisogna rivendicare in pari tempo e· eon pari forza le libertà politiche; ovvero sono tutte relative, ·non determinate da leggi ~ssolute e costanti ma mu-· tabili col mutare dei tempi, e allora non si ha il diritto di ( .reclan1are in nome di un principio scientifico ' assoluto la libertà di commercio piena ed intera e l' ·abbattimento delle barriere doganali, così come non si vuoi riconoscere la. ' necessità di rivendicar-e ai popoli la loro completa libertà, ed eguaglianza politica. Qual ·giudizio portare di una scuola la quale si affanna a provare che l'economia politica non è soltanto arte ma scienza perchè fondata sopra leggi naturali invariabili che regolano il mondo sociale come altre leggi costanti ed · · irremovibili regolano il mondo fisico - che intende sbandire il caso dalla storia come i naturalisti lo hanno sban- , dito dalla natura- e che non esita di approdare in politica ad un meschino ed assurdo sofisma, negando alla personalità e alla società umana quei diritti medesirp.i ch'essa. rivendica loro sovra un campt> analogo in nome di prin- . cipi inviolabili? · Il giudizio venne pronunciato da una splendid~ frase sfuggita ad uno de' suoi stessi cultori: le libertà, egli disse, sono solidali· frçt loro come le tirannidi. In questa frase è compendiata la eondanna di quella teorica acefala e della · scuola che l'ha elevata a bandier9- di governo. Per convincersi infatti della vanità de' suoi conati J e ~ . così pure della logica inesorabile dei l principi, basta gittare uno sgu.ardo sulla Società contemporanea.

\ ' ' 23 v. Borghesia e Proletariato ·- ·L'Emigrazione. . ' La rivendicazione dei diritti dell'uomo, compiuta dal1'89, ebbe quali corollari diretti l'as.sunzione della borghssia al governo e il domma della. libertà civile e dell'ugua-. glianza. dinanzi la legge assicurata a tutti gli uomini. La borghe;:;ia ~ifatti s'incoronò pjù tardi solennemente in Fran-. eia con .la monarchia di Luigi Filippo - e la libertà, l'e-. guaglianza civile presero posto man mano, più o meno largamente intese, in tutti i codici. Intorno a questi due perni cardinali funziona la Società moderna, in Italia come nel r esto di Europa: virtual--. mente sotto la forza motrice della libertà individuale .._ ' materialmente \~otto il patronato della borghesia. · . La borgheSia è padrona del campo, dal quale ha spqzzato e spazza tuttodì gli ultimi avanzi della feudalità reli-. giosa, politièa ed economica, per -sostituirvi esclusivamente sè stessa. Giovandosi sul terreno politico della · tradizione • religiosa, la quale insegna ai miseri che la povertà è il cammino del cielo, si è affrettat~ a concentrare il potere ·,nelle 1na:oi di coloro che posseggono. È dessa che signoreggia la più gran parte della pro- l prietà fondiaria; c he ha in mano il numerario) e gli strumenti del lavoro; che comanda alle Banche, al credito, al · movimento dei ·mercati, agli scambi internazionali; che po- , pola le officine di operaj, di vele i mari; che anima i lit- . ·iorali, colonizza, dissoda, esplora terre incognite e le feconda ; che a eapo dell' industria s' incorona economicamente ogni tre, quattro anni, nelle grandi esposizioni in-. ternazionali; che a capo dell' elettorato politico riafferma periodieamente la propria sovranità nell' incessante rinnovellarsi dei Parlamenti; rhe padrona degli studi su- ,. l • \ .)

l' t ' ' l ( ' . ' l l 4 ' l 24 ,periori e di perfezionament9 s'in1mortala pella Un~versità ·e liélle , Accademie scientifiche letterarie ed artistiche. Tale è presentemente la borghesia, padrona ed arbitra a~soluta del movimento scientifico, politico ed econo- , ' mico del secolo XIX~ ' ' Accanto a questa potenza intellettiva e finanziaria sta la grande massa fluttuante del proletariato - il proletario della città e il proletario della campagna, la vittima del-. l'officina e il martire dell'aratro, ' i due grandi ribelli che agitano il secolo, i mi?erabili che chiedono sempre perchè sempre hanno fame. 't Il suo profilo è però meno deciso e spiccato di quello della borghesia, e non riesce quindi sì facihnente di descriverlo con precisione. Fra il piccolo e il grosso borghese corre una semplice ' l quistione di cifre' di çapitali più o meno rilevanti che si svolgono in un elaterio circonscritto, visibile, definito, su- 1 .scettibili di venir compresi in una media approssimativa. Nel proletariato invece bisogna percorrere una scala di cui gli ultimi gradini si perdono nell'ignoto. Fra proletario e proletario v' hanno sfumature e gradazioni infinite .. che sfidano il genio degli artisti e il calcolo delle·,medie. Nel primo campo - il campo della borghesia - noi siamo in pieno meriggio: ban~he, navigli, officine, feudi, macchine, associazioni~ fabbriche, vie ferrate, azioni industriali - fortune tutte valutabili cominciando da Rotschild e terminando al nostro piil modesto proprietario di campagna - condizioni ·econ.o1niche attraverso le quali voi , potète fotografare con tutta sicurezza la sodisfatta e tranquilla fisonomia del grasso borghese. Ma nel secondo campo-- nel ca1npo del proletariato - siamo invece nella penombra, quasi . nel buio. Dal ~onte di · Pjetà bisogna scendere fino al bugigattolo dell' u{3uraio; dalle pareti affumicate delle officine ai cammini sotterranei delle miniere; dalle panche delle Corti di Assise -eall oscure · celle delle prigioni criminali; ,dai ricoveri di \ ' ' .l •-c, •• . l

f t ' l 25 •• l ( ,. ~ mendicità alle sale degli ospedali; dalle case di laVOl~O ai reclusori; dall'accattonaggio ai lupanari e alla ruota dei '. trovatellì per cercare di cogljere le ·linee multiformi, l'incerto profilo di questo spettro gigantesco che forJna il sub- . strato ~della Società contemporanea e çhe si chiama collettivamente il proletariato. Chi è infatti tra voi che ronside'rando la incessantfì vicenda dei salari insufficienti ed instabili, il lavoro precluso o inceppato ai 1nolti, · le impellenti quotidiane ne- , eessità della vita, l'abbrutimento dei lavoratori, l'ipfiaccbimento dei fanciulli nelle fabbriche e nelle miniery, la de-~ 1 gradazione della donna; madre o fanciulla, sotto le strette ,. della miseria - (chi è che sapre~be o potrebbe delineare la parabola che descrive il proletariato nelle sue molteplici forme? Si comincia operaio per finire mendico o vi- .ceversa, e sotto l'attrito continuo, poderoso del congegno sociale 'il proletariato in balia di .un flusso .e riflusso permanelite oscilla senza. posa tra l'officina, il carcere e l'ospedale. . f Quanto poi a valutarne la .fortuna economica non è possibile: le quantità negative, gli zeri, non si co1nputano. Che se tralasciando per un momento il punto di vista ' materiale, vogliate considerare la Società contemporanea dal punto di vista morale ed intellettivb, ~ voi vedrete ri- , prodotti glì stessi fenomeni con una spaventosa uniformità di destini. , .Epperò vi sarà facile di rilevar e anche nel campo intellettivo la borghesia ed il pro.leta1"iato delle in~elligenze . Anche quì la grande 1naggioranza dei lavoratori del pensiero · ' non · raccoglie sovente, i'n ricompensa di una lunga educazione e di una penosa carriera, che tristezza e miseria. Anche qui, a similitudine di quegli artigiani oscuri che nelle ·officine ritrovano congegni, metodi e perfezionamenti di cui usufruisce soltanto il Capo d'industria e · per cui questi si arricchisce mentre gli altri 'hanno forse appena di che sfamarsiJ Vl sono nobili ma oscuri intelletti che con .• r ."

.. ' • l. ' 26 la forza del loro genio gittano sprazzi di luc~ feqonda nel mondo delle idee, che mutano sovente l'indirizzo e l'av- , venire di una generazione e intanto muoiono di fame, mèntre la Società plaude alle parole altisonanti ora di ciarlatani fortunati, ora di pirati dell'altrui pensiero. Per ogni dieci intelletti robusti e serl, che malgrado gli ostacoli si fanno strada e s' impongono alle mediocrità burbanzose, ve ne sono cento per lo meno la di cui entità scientifica si riduce appena ad una meschin~ inverniciatura, ma che tuttavia mer cè il lauto censo e !?intrigo occupano scientificamente i posti meglio r etribuiti, ~ le posizioni più solide. Come avviene sui mercati per le azioni industriali, si formano delle coté1"ies, si organizza la 'reelame; le menzogne e le nullità prendono le forme delr'audacia ed hanno il prestigio del suceesso~ le accademie si tramutano in tribune di speculazione ; si saccheggia la eredità dei nostri padri e rivestita a nuovo la si spaccia a danari contanti, e gli editori, questi Capi-industria del , pensiero, incor aggiano e pagano lautamente,. perchè profittevole alla loro borsa, una letter atura disonesta che nel vuoto assoluto d'idee ha trovato di specularè sulla ·sensualità; e' come nel campo economico ignobili aggiotatori, camuffandosi col nome di banchieri, spacciano il danaro al 30 per Oyo e non sono che abbietti usurai, r così questi letterati dell' alcova si presentano col passaporto falsificato di r ealisti e non sono che speculatori de' più volgari istinti umani. Epperò, qual mar aviglia se in mezzo ad una lotta tanto disuguale ci è dato assistere giornalmente al doloroso spettacolo di veder e la maggior parte degli operai dell'intelligenza in balia di una vita precaria, in cer ca di un sussidio quotidiano) e senza il corredo di circostanze· eccezionali con un a vvenire tristo ·e meschino imprecare, col!le gli operai del braccio, ad una condizione sociale di cose che si r~solve in questa formola collettiva e fatale: il lavoro dei più a benefi cio dei meno? l • ' • ~

. , 27 Per si fatto modo, considerando la Società contemporanea com, è, analizzandola minutamente e spogliandola per un'istante dalle forme lussureggianti, dal velo più o meno artistico, capriccioso e ricco che la i nvolge, voi scoprirete le piaghe che formano la causa dei dolori sociali e vi convincerete come, senza essere retrogradi, si possa non rimaner sodisfatti del presente senza rimpiangere menomam ente il passato - come , senza essere n è sognatori nè poeti e rendendo sempre omaggio alle ·migliorate condizioni generali dell'umanità, si possa comprendere la ra-· gione intima e vera del disagio che affatica la Società moderna e per conseguenza della lotta ardente, animosa e fiera che il proletariàto del lavoro e dell'intelligenza ha mossa contro il capitale ed il privilegio, affine di cercare un assetto più razionale della famiglia umana. Avviene oggi purtroppo dei proletari quel che successe un tempo in America dei neg'ri, in Russia dei servi della gleba. Uomini universalmente amati e stimati per la loro dolcezza e la loro equità, donne che dovrebbero · fr emere al benchè menomo grido di dolore, sono divenuti insensibili per forza d'abitudine allo spettacolo giornaliero che offrono le vittime del lavoro e della miseria, quasi fossero esseri al di fuori del cerchio sociale cui basti un nero tozzo di pane bagnato di. lagrime a renderli felici. Così direttamente e indirettamente la miseria ~moralizza i poveri e demoralizza i ricchi, le · vittime e i loro giudici, annienta i sentimenti più nobili del cuore umano, le tra-· dizioni e gli affetti più dolci del forolare domestico. La madre russa, che inseguita dai lupi nelle steppe del suo paese lanciò ad uno ad uno i suoi tre pargoli pasto alla voracità di quelli pur di salvarsi la vita, non ha forse un tremendo risc0ntro nella madre europea che rintanata nel suo tugurio, pur di saziare la fame, gitta ad una ad una le sue creature sul lastrico della via, sulla soglia del lupanare, ove una società più vorace dei lupi le inghiot.. tisce nel suo vortice e ne' suoi fangosi abissi? Eppure, il proletariato rappresenta· i •/5 della popola-

... 'l . . 1 .. ( '. l ,. \ l l ' 'l ( ' ! . l ( ) 28 l. l .zione europea_: la borghesia appena un quinto :- un'im- .mensq m~ggioranza che lavora e soffre a beneficio e per conto di una piccola minoranza: ecco la società europea, · ecco la società italiana. · · Si grida: n'oi siamo tutti · eguali dinanzi la l'egge, la l ... ·quale garantisce a ciascuno la libertà e i diritti individuali. Si, noi siamo· eguali, operajo e capo d'industria, colono .e proprietario - eguali in ciò che gli uni npn possono essere nè battuti nè uccisi dagli altri · come già in Russia è nel- l l'America del Sud, che il Capo d'industria è tenuto a pa- :gere il salario promesso, a indennizzare fors'anco l'operaio da ingiuste sevizie, da imprevidenza nel garantirlo dagli accidenti delle maccbine, degli scavi, delle fabbriche: ma e poi? non è egli sempre alla discrezione e alle mercè del padrone pel tasso del salario e per le condizioni che gl'impone? E se vuoi coalizzarsi coi suoi compagni per dif~n- ' dersi, ov'è la legge che lo garantisce? e nei pochi casi nei quali il testo della legge gli viene in soccorso, non vi è forse la fame che lo costringe a rinunziare agli stessi benefizi della legge? « L'uo~no. tormentato dalla fame e dal r freddo non è un uomo libero » disse un illustre economista francese e disse una grande l verità . Finchè vi saranno uomini tormentati dalla fame e dal freddo vi sa~anno schiavi. Epperò qual meraviglia se ogni anno, ogni mese, dai lidi italiani, come da quelli del resto d' Europa, una turba .· moltiforme di operaj e di giorpalieri s'imbarca per . lontane contrade, in cerca di lavoro e di pane? · Indarno coloro i quali vedono nell' emigrazione unadelle catise e non già uno degli effetti della miseri~ so- . eiale parlano a questi .miseri in norne della patria che abl bandonano e i cui sorrisi non trovyranno in lontani paesi 9ve li attende sovente più acerba ~iseria. ~Essi proseguono, sdegnosi e pallidi, la loro rotta. fatale. . A che infatti discorrer loro di patria? La patria si com- . pone non solo del tetto ·sotto cui si nasce,. dove sono rac- . ' l ' \ ' } l l ' • l l f l ~ l ,, 'l

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==